Ricette Vegetariane e Vegane

Fabbrica Finocchiaro (Giarre)

Lo scorso anno tra i Bar Storici d’Italia veniva segnalata la Fabbrica Finocchiaro, confetteria con specialità al cioccolato in quel di Giarre. Allora io e il Nippotorinese, era la stagione estiva, ci catapultammo come saette per sondare un po’ il terreno. Ristrutturazione e saracinesca abbassata. Mogi mogi saremmo ritornati. Poi complice un giretto di perlustrazione in quel di Monterosso, Fleri e Sarro che sono proprio alle pendici dell’Etna e si respira un po’ di aria sana nel verde che è sempre cosa buona e giusta siamo arrivati in Corso Italia a Giarre e senza alcuna premeditazione ci siamo trovati davanti la Fabbrica Finocchiaro.

Saracinesca chiusa e abbassata. Disdetta. Fortuna però vuole che il Nippotorinese sia un tipetto curioso e mentre spiaccicava il nasino sulla vetrina per vedere orari o eventuali creature all’interno un simpatico signore ci ha invitato ad attendere ben tre secondi perché l’apertura era imminente. Eravamo già preparati a qualcosa di speciale ma non così tanto. Al soffitto vi è una cornice dal sapore barocco appesa quasi come fosse una plafoniera sospesa e diventa elemento d’arredo interessante. A farle compagnia poi vi è una modernità di illuminazione che contrasta con il cigolio delle sedie di legno; come quelle che aveva la mia nonnina che non c’è più. Di legno con i fiori intarsiati sulla seduta e il poggiaspalle tondeggiante scoperto che ti viene un mal di schiena epocale dopo tre minuti. Quando mi sono seduta per bere dell’ottimo caffè Illy e ho sentito quel rumore ho capito cosa significasse avere un luogo, un bar, un ritrovo personale dove potersi sentire a casa seppur in territorio straniero. Mi sono detta che semmai non avessi saputo finire le storie in casa, sul terrazzo, sulla pedana, sul divano, sul letto, nella cabina armadio sarei andata lì. Bevendo caffè e mangiucchiando pastiglie Leone sentendo quel cigolio di casa che rievoca ricordi.


Sa ancor più di casa la Fabbrica Finocchiaro perché c’è molto di Torino. Scatole di latta di Baratti e Milano con dentro biscotti e caramelle, cioccolato e scorze. Enormi contenitori di vetro che contengono Pastiglie Leone come fossimo in una vecchia confetteria o nella Fabbrica Leone stessa. Distributori antichi di caramelle e confetti. Bilance del primo novecento e del dopo guerra e un angolo iper moderno colmo di cioccolato; quasi come fossimo in una vetrina di Gobino si tagliano a pezzotti i gianduiotti o cioccolati enormi con scaglie di nocciole piemontesi. Tavoli e poltrone di pelle e un affaccio su un cortiletto dove c’è un vecchio strumento a pedale che sembra quello del cemento utilizzato per fabbricare caramelle, vecchie lantine di fanta, un automobile d’epoca che ti va venire in mente il picnic della domenica con donne elegantissime dentro. Un cestino di vimini e il foulard in testa. I bimbi con i calzoni corti e i capelli sistemati e lui che guida con una sigaretta in bocca. E se proprio dobbiamo sognare somiglia un po’ a Connery con la sua Marnie nel meraviglioso film di Hitchcock.

Io non vengo pagata dalla Fabbrica Finocchiaro per scrivere questo. Tengo fortemente a dirlo e ribadirlo in primis perché non accetto alcun tipo di collaborazione di questo tipo e poi perché di fare sviolinate in cambio di due dolcetti è roba che non mi interessa; e chi mi legge da un po’ lo ben sa. Purtroppo il sistema malato blogosferico fa sì che il pensiero comune sia rivolto a un blablabla per il proprio tornaconto.

Si ha un po’ quest’immagine ridicola davanti che presentandosi come “una blogger” per paura di pubblicità negativa sul web, che al momento è quella più spietata e “pericolosa”, si venga serviti e riveriti.

Avendo un po’ di raziocinio e buon senso non è difficile invece pensare che è importante parlar bene di un luogo che non sa di essere preso “in esame”.

La Fabbrica Finocchiaro in questo eccelle perché all’interno vi sono due persone degne di nota. Un gentilissimo signore e una dolcissima, oltre che bella, ragazza che con il sorriso sopporta una matta (non c’è bisogno di specificare che sono io) e la sua voglia di shopping domenicale pomeridiano. Infatti vi si possono trovare alzate di ceramiche davvero pregiate ma non troppo costose e graziosissime candele Fresh Milk con la bottiglietta antica del latte dal sapore francese. Allo stesso tempo in questo connubio di moderno ed antico vi sono tazze di design e scatole di latta del dopo guerra riposte nelle teche. Perché la Fabbrica Finocchiaro è anche un po’ un museo dove si dà libero spazio alla creatività. Riesce a sprigionare un odore non nauseabondo di sapori mischiati tra zuccheri speziati al pistacchio e creme alla mandorla.


Ci sediamo giusto per sentire ancora il cigolio delle sedie e il Nippotorinese assaggia una torta accompagnata dal gelato mentre io non smetto di svaligiare le vetrine che contengono cucchiaini preziosissimi con decorati da fette di torta e latte di biscotto che rievocano quelle fine ottocento. Incantevoli nel loro blu cobalto e bambole di legno disegnate con cavallucci. Gli stessi che si ripropongono nelle vesti di latta in vetrine di mobili antichi opportunamente restaurati. Ci sono tanti e tanti tipi di cioccolato e pure delle Torte di Pasubio, che rimane tra i pasticceri più bravi di Catania. Leggiamo con interesse tutta la storia della Fabbrica e veniamo a conoscenza che Dolfin, conosciutissimo per i Polaretti, è proprio lui. Dolfin sta per Dolciaria Finocchiaro. Ed è incredibile perché canticchiando polapolapolaretti ho capito come si potesse sentire Picasso ai Quattro Gatti in quel di Barcellona. Mi vien voglia di piazzare una tela nel cortile vicino a quell’innaffiatoio antico come quello che aveva la mia nonna in cortile e cominciare a colorare. Confetti giganti che volano come nuvole. Ed è in quel momento che cerco la cannellina che tanto piace alla mia Giulia. Quelle caramelle al sapore di Cannella. Perché ecco la Fabbrica Finocchiaro è proprio il posto dove puoi trovare le caramelle antiche e un po’ retrò. E difatti trovo il Fernet delle Pastiglie Leone e pure i Brutti ma buoni che mi fanno sorridere.
C’è davvero moltissimo in ogni angolo e se ti giri scopri quasi un mondo a parte. Ed è incredibile la sensazione che ho provato perché ritrovare la casa di mia nonna nel cigolio della sedia, una parte importante della mia Torino portando a casa una confezione di caramelle gelèee delle Pastiglie Leone che non avevo mai visto, e le scatole di Baratti e Milano che mi ricordano la galleria. Il cortile. E. E ne rimango talmente tanto rapita e incantata che stiamo lì un’ora intera con chiara difficoltà ad andare via. La mia attenzione generalmente non dura più di tre nano secondi ma quando qualcosa riesce a catturarmi così come un tunnel profondo che ti porta a Wonderland diventa poi difficile venir via.

E’ stata una domenica incantevole ed anche un po’ nostalgica. Ho pensato di chiamare Hariel e chiederle di correre da me per abbracciarmi. Sapevo che erano davvero pochi i passi che ci separavano ma mi è sempre piaciuto sognare e aspettare perché nell’attesa spesso straziante e romantica si nascondono le cose belle.

E nella Fabbrica Finocchiaro di cose belle ce ne sono davvero molte. Davvero moltissime.

Tra i bar storici citati che ho visitato durante l’ultimo anno qui nella parte orientale della Sicilia, al momento la Fabbrica Finocchiaro di Giarre si trova senza paura di essere spodestata al primo posto indiscusso per quanto concerne l’ambiente e l’impatto visivo.


















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38 COMMENTS

  1. Non so da dove cominciare. Mi ci hai proprio portata e ho sentito il profumo delle caramelle e. Grazie! ^_^

    Ah: ed è colpa tua se adesso ho una voglia matta di vedere la Sicilia!

    • ghhghghhghghgh
      ed io Mootttto felice così posso averti tuttapemme.
      Il Nippo domani sarà in Svizzera 🙁
      ed io sono dovuta rimanere a casa .
      la depressione cosmica ha preso il sopravvento e quindi fammi sognare che almenovienitu.
      ecco.

      • Nuooooo mi dispiace! E io che avevo ordinato 1962155488785410521855426201524mila prati fioriti e il sole e le mucche! Tante tante mucche! E ho spazzolato gli orsi perché ho detto nonsisamaichemagaripassadallacapitale e mi ero raccomandata con un annuncio a reti unificate a tutti gli sguizzeri: “inchinatevi e zitti! Non inquinate l’aria con quella linguaccia immonda a metà fra l’orchese e il tedesco di neanderthal. E soprattutto siate gentilerrimi e”.
        Mi dispiace, spero che avrai altre occasioni, se non altro per farti una vacanzina. Ché lo so che la Sicilia e l’Italia tutta sono bellissime e che noi al confronto ci si chiudono addosso le montagne per la vergogna.

        Io mentalmente ho già deciso, resta da vedere se riesco a partire da sola (che mi viene un po’ l’ansia perché mi annoio e da sola non ci so stare).
        Se organizzo ti faccio i segnali di fumo 😉

        • Ci saranno altre occasioni assolutamente sì perché il Nippotorinese è particolarmente “fissato” ( linguagggggio giuovanile) con la Svuiiiiiiiizzera e non fa altro che ripetermi ” deviportartiinsvizzera”.
          Tra l’altro uno dei miei più cari amici ( e del Nippo) è proprio a Balerna e non ho mai avuto la fortuna di poterlo andare a trovare.
          Ora io sul fatto che L’italia e la sicilia siano belle rispetto alla Svizzera non ne sarei cosi’ tanto sicura eh *disse abbassando la coppola con chiaro accento norvegese ( ho sempre sognato di avere l’accento norvegese. ma sto divagando).

          Insomma per dire che sì assolutamente sì. Ci saranno altre occasioni ed io domani verrò costantemente aggiornata sui vari spostamenti svizzeri del Nippo che mi ha promesso videochiamate *_* e soprattutto tanti ricordini (altrimenti chi lo fa rientrare in casa?)
          Purtroppo per impegni miei ma soprattutto suoi abbiamo rimandato a giugno.
          Sarebbero stati tre giorni di massacro questi, soprattutto per me tra scadenze-muratori-architetti-enonlosomancoio.

          Che poi dista davvero pochissimo da Torino quindi appena avrò la fortuna di toccare territorio svizzero non avrai opportunità di sfuggirmi.
          Allo stesso modo non potrai toccare territorio siculo senza che io venga con tanto di banda e nani da giardino ad accoglierti in Sicilia.

          In Siciia non si è mai soli *detto con tono minaccioso.
          Il problema è liberarsi piuttosto delle comitive che ti si infilano in borsa se vedono che sei sola.
          E poi *_* santocielo tu hai me !
          Ho più di 12.000 personalità. E’ come se andassi in campeggio con una ciurma di villeggggianti.

          cosa sto dicendo?
          ( e oggi ho litigato con mamma perché ha OSATO prendere un fazzolettinodicartaconigliochemihairegalato. NESSUNO ! NESSUNO E DICO NeSSUNO ! )

          (

          • 😀
            Beh, io intanto visito Torino, poi te quando vieni su fai un fischio, che se non hai il tempo di farti scarrozzare in giro da uno struzzo spelachiato ti do qualche dritta comunque. E prendi su anche il tuo amico, perché Balerna non è davvero niente di che.
            E io se vengo da quelle parti te lo dico 🙂

            (ma guarda che di tovagliolini conigliosi ne fanno ancora! 😀 )

      • Uffa, Iaia…. ma che bello qui, finalmente ci sei…e io? arrivo tardi.. e volevo dirti un sacco di cose…e questo post è bellerrimo e vorrei che portassi anche me insieme a Pani. Lo sai che a metà luglio verrò a Catania un paio di giorni? Ti potro’ vedere almeno per un caffè???? ^_^

    • stasera che il topo non c’era potevamo ballare !
      ( chiamo nippotorinese : topo. e. quindi. certo però non è che risulti molto in questo modo ma)

  2. se un giorno i proprietari aprono la bottega e la trovano semi svaligiata…se vedono che tutti i barattoli, le scatole di latta e qualche pastiglia del leone è sparita…se dicono: “Toh…hanno lasciato le torte, la cioccolata, i dolciumi e si sono portati via le scatole di banda”…ecco, non sono stati i tuoi nani ma io.

  3. olèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè!
    volevo appunto chiederti se c’eri stata..ed ecco la risposta! 🙂
    conosco bene quel posto, i suoi prodotti..e la fabbrica…in separata sede ti dirò perchè 😛 …(oltre al fatto che sono di Giarre…ovvio!!!)
    Anche io avrei voluto abbracciarti…caso volle però che oltre a non essere il momento in generale io ero in quel di “gironzoliamo alla ricerca di mobili” e mentre tu mangiavi e ti rifacevi gli occhi …io cercavo la cucina in cui un giorno pasticcerò, e la stanza da letto dove..ehm.. dove dormirò! ovvio no? 😀 sclero da troppe ore di disegno oggi…in pratica sono seduta al pc dalle 9 di stamattian con si e no 1 oretta di pausa totale..evvvvebbè!!!
    baci immensi peTTTè Gyuiuzza!!!! :-******

  4. Mammamia, mi sono venute le lacrime agli occhi (non è vero, sono anche scese quelle traditrici)…oddio, sono in modalità nostalgica, se attacco a piangere alluviono! Solo: che meraviglia!

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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