L’immagine straziante qui sopra mostra una bionda ferrarese e una mora sicula disegnare sullo stesso fogliettino. Affidandosi all’infallibile tecnica della psicologia da supermercato con specializzazione banco frigo, dottrina scientifica in cui le donne sono maestre, si evince dall’immagine che la sicula sia affettuosa, dolce e affabile al contrario dell’algida, fredda e sostenuta ferrarese che si è dedicata al dettaglio delle all star e del coniglio sulla maglietta, mostrando egocentrismo e pienezza di sé al contrario dell’adorabile fanciulla del sud che ha focalizzato tutto su due cuoricini volanti.
Semmai ci fossero stati dubbi sulla vera identità delle due ecco le prove lampanti.
E un dolcetto fresco e particolare in questa domenica estiva non lo vogliamo fare? Non prima di aver detto grazie asciugandosi il nasino per il sostegno di ieri (non ho sotto mano una tastiera decente al momento ma solo un ridicolo touch e chiedo venia. Risponderò purtroppo domani. Come sempre la vostra delicatezza mi ha sfiorato e guarito).
Quando ho trovato le stelline di anice ero talmente felice che ho abbracciato forte forte la commessa e le ho chiesto se era possibile invitarla a cena e tenerle i bambini un sabato sera quando aveva voglia di fare una serata romantica con suo marito. Poi non aveva la fede e allora solo per quello (ma solo per quello eh, davvero) ho desistito e ho semplicemente pagato, ringraziato e via. Prima e a tutta birra verso casa. I bambini tienitelitu! (cosa sto dicendo esattamente? )
Insomma per dire che oggi trascrivo un dolcetto fresco e velocissimo che non richiede alcuno sforzo ma stupisce perché la nota dell’anice rimane particolare e ricercata (forse. Non lo so. Ma è importante convincersene. Ricercata, ecco).
Già nel libro Yogurt di Esterelle Payany avevo visto il connubio yogurt-anice (ma in abbinato con la pera), riconfermato poi in una preparazione salata di Nigella passando addirittura per Ramsay non ricordo se in Hell’s Kitchen mentre picchiava un concorrente o nella versione americana di Master Chef. Avendo finalmente tra le mani l’anice (che adoro. Da piccola mi imbottivo di tonnellate di caramelle. Da piccola eh. Adesso sono quintali) la prima preparazione che mi è venuta in mente è stata proprio quella con lo yogurt. Niente di eclatante per carità. Ho adoperato dei semi di anice (due cucchiaini dovrebbero bastare per circa 4 vasetti di yogurt da 125 grammi ciascuno. La stellina è solo scenografica per le foto, ecco. Trovo che servirla così rimanga comunque un’idea da prendere in considerazione) e 2 cucchiai di miele leggermente speziato. Ho lavorato in pratica lo yogurt con il miele leggermente sciolto a bagnomaria in un pentolino e questi semi di anice. Ho lasciato riposare questa deliziosa cremina in frigo per una notte e l’ho servita fredda il giorno seguente con tocchetti di frutta, anche a spiedini giusto per dare un’idea.
Per i vegani lo zucchero integrale di canna andrà benissimo e sostituirà il miele e chi non apprezza particolarmente il sapore dello yogurt bianco magro può pensare pure di farne una versione casalinga alla frutta. Non credo sia il momento per via della mancanza di tempo e dell’estate in corso, ma da settembre qui non si smetterà di blaterare circa la meraviglia di preparare lo yogurt in casa. Che sia con la yogurtiera o senza. Perché non ci credevo moltissimo, lo confesso, ma non richiede chissà quale tempo ed il risultato manco a dirlo è ineguagliabile rispetto ai prodotti commerciali.
Che sia una domenica rilassante.
proprio adesso, che ho trovato la scatoletta di latta con le pastiglie del leone all’anice
Una domenica di relax anche per te. I cuoricini sono belli da vedere, sono teneri, ma alla fine quello che conta è uno solo: quello che non si vede. *
grande grandissima verità
voglio dire…proprio adesso…e dove la trovo questa meravigliosa scatoletta di anise E’toile Badiane? Sono disposto a tenerli io i bambini della commessa
il ritorno delle scatolinedilatta. se trovassi l’anice stellato, per di più in quelle scatoline. penso che alla commessa di turno sarei tentata di pagargli una vacanza. una quindicina di giorni potrebbe andare.
mi piace la prima foto. e quel disegno tanto, tantissimo. e le foto del dolce. hanno una strana bellezza. un velo triste, malinconico.
Ah no, sull’anice passo. Non lo sopporto in nessuna forma.
però posso mandartene un paio di quintali, qui si trova abbastanza facilmente (grazie ai celeberrimi campi di anice stellato che, si sa, cresce meglio se accudito da caprette bianche salutanti).
Mi associo a te, Spiessli!!! Niente anice, nonstante le caprette salutanti!Ma la scatoletta è bellerrima anche l’immagine di Ramsey che picchia un concorrente.
Io la scatoletta con l’anice stellato me la terrei comprerei perchè è bellerrima. E anche un po’ per farmene vanto (tipo “io ce l’ho e tu no, gne gne gne”) Ma no, non mi piace e non lo uso, come per la liquirizia, che non gode affatto dei miei favori.
analizzando il disegno con la mai deludente tecnica della psicologia da supermercato nonchè laurea da banco frigo nonchè dottorato in strisciatadibancomatallacassa si evince che la nordica è, invece, timida. mette le mani in tasca e si stringe nelle spalle avvicinandosi obliquamente all’adorata amica sicula che fa i cuoricini. poi analizzando nel dettaglio si può sottolineare che l’algida bionda indossi una maglia coniglio per rievocare il primo incontro con la bestiamora e il fatto che abbiano due smalti non in tinta ma che sottolineano i dettagli colorati dei loro bianchi e neri. bè. la mia analisi vince dieciazzero sulla tua.
e solo il cielo sa quanto manchi, bestia.
Questo dolce è tenerissimo…Come la creatrice, del resto. Quelle stelline di anice non le avevo MAI viste! Tieniti stretta la commessa!
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