Ricette Vegetariane e Vegane

Ma quasi quasi mi bevo un po’ di agua de Pitaya

Ma sul serio non sai che il Rambutan ( sì sto parlando con te ) in realtà sono gli occhi di  It e che Stephen King si è ispirato proprio a questo magnifico frutto che sa di lychees o  litchi ? Ok non è vero, suvvia. Me ne sono convinta a dirla tutta. Già da un po’ e nonostante ami smentirmi questa volta non lo farò. Sulla roba seria non scherzo mai. King si è ispirato al Rambutan e basta.
Il Nippotorinese lo trova bizzarro ma come ho già avuto modo di blaterare però  qui non è Natale senza la frutta esotica.  Non ho ricordi di me che farfuglio All I want for Christmas sbiascicando accenti improbabili mentre mangio una pera. Piuttosto un alchechengi. Come non ho ricordi di me,  dopo la cena della vigilia, che  taglio  pere. Piuttosto che accoppio il mandarino al Lychees/litchi e alla papaya. Che diciamolo il mandarino e la papaya insieme possono pure farti dimenticare nonna ubriaca riversa sul terrazzo in preda a spasmi gastrici.

Il Nippotorinese lo trova bizzarro che qui al sud si festeggi la vigilia più del Natale stesso. Nel senso che sì il 25 si è ugualmente riversi per terra  a misurarsi le pance con il metro per decretare chi riesce a produrre più gas intestinali ma lo si fa anche il 24. Trovo affascinante quello sguardo vitreo fisso su di me  in cerca di una logica che puntualmente non arriva. Tanto quanto le domande senza risposta;  come  fossi una sfinge con una coppola e un vestito per salire sul carretto siculo che dovrebbe condurre verso la via della  risoluzione degli antichi arcani meridionali : ” Perchè aspettate la mezzanotte per mettere Gesù bambino  nel presepe e non lo fate la mattina del 25?” Risposta esaustiva numero 1 ” Non so” –  “Perchè aspettate la mezzanotte per mettere Gesù bambino nel presepe e poi aprite i regali? Non è più bello il 25 dopo pranzo? “Risposta esaustiva numero 2 ” Non so”“Perchè la notte del 24 non vi tenete leggeri ben sapendo che il pranzo di natale sarà piuttosto abbondante? “ Risposta esaustiva numero 3 ” Non so” – Non vi tedierò ulteriormente ma si sappia che la suddetta sfinge con coppola di solito è sottoposta ad un bombardamento che comprende circa 131231312313123123 domande.

Insomma “Perchè non festeggi un giorno in più e la fai finita?”. Ed  è qui che c’è tutto il Sud che scorre nelle mie vene. Non chiedersi perchèpercomechesensoha. Lanciarsi nella mischia e ballare il tuca tuca con un caschetto biondo finto suonando il clacson per salutare un passante sconosciuto. Ed è difficile ballare il tuca tuca in macchina e suonare il clacson ma sì. Ce la si fa, dannazione.

E’ esagerato definirci coppia mista, me ne rendo conto. Del resto lui non è di Los Angeles ed io non sono di  Kathmandu. Eppure tra di noi scorrono latitudini di differenza come se gli emisferi di provenienza fossero addirittura appartenenti ad  altri pianeti. Se ne è addirittura convinto LUI. L’essere tragicamente razionale e  logico che festeggia solo il 25 dopo aver trascorso la vigilia davanti ad una tabella nutrizionale e studiato esattamente come bilanciare le entrate e le uscite delle calorie al fine di chiudere il mese in pari, ha sentenziato che: sì. Il mio problema non è tanto essere illogica con quel quid del sud caciaroso confuso che pervade le mie membra ma provenire da un pianeta lontano. Bene. Ed io ho capito finalmente che provengo dal pianeta Pitaya (Dragon Fruit).

Perchè è un fichidindia, siculo come me, alieno. Con quel suo colore trash pink esterno unito all’intramontabile pois setoso. L’innovazione e la tradizione e il disequilibrio esasperato. Ogni semino un’idea stramba e malsana che si attacca e con difficoltà va via. Che cerchi di sputacchiare ma rimane. Un pianeta dove si può sguazzare tra i semini/idee e farli propri. Reinventarli, trasformarli. Dove regna il caos e si può ballare il tuca tuca in macchina suonando il clacson ai passanti e ricevere una sonora pernacchia che riprende un po’ le note di “I will Survive“. E poi diciamocelo potevo forse io non dire “nano nano” ? . Tutto torna. Vi vedo annuire e ne sono felice.

Ai meno attenti sembrerà un delirio ma so che sto parlando chiaramente alla minoranza. I più sapranno già che questa introduzione sta per:

ma l’agua de Pitaya voi a natale la bevete vero?  Tutto Torna no? Perchè è un’altra di quelle robe irrinunciabili tanto quanto il panettone. Basta solo la polpa di mezza Pitaya, un cucchiaino di zucchero e qualche goccia di limone. Girare velocissamente innamorandosi di quelle deliziose microsfere che ondeggiano nel liquido e ingurgitare. Una pioggia si sali minerali, vitamina C e solo il cielo sa cosa. Non che si sia in deficit nel periodo natalizio eh. Anche se nonna la mattina del 25 un bello zabajone vorrebbe farmelo in effetti. Essendo però la stessa donna ubriaca riversa sul terrazzo va da sè che abbia poca credibilità (povera nonna. Speriamo solo non riesca ad entrare qui un giorno)

La Carambola è un’altra di quelle robe irrinunciabili che non può non essere divorata in queste notti pre natalizie . E’ talmente bella che si rimane anche un po’ inebetiti. Ed io con la Carambola oggi ho fatto la torta Antilliana. Ebbene sì. Avevo già usato la Carambola con del cioccolato e della panna lo scorso anno ma quest’anno complice una ricetta scritta in un libruncolo vecchissimo di mamma eccomi qui a dirvi che: sì. Va fatta senza indugio. Il sapore della Carambola è particolarissimo, un po’ come la Pitaya, e non potrà di certo piacere a tutti ma. Quell’essenza limonesca acidula/dolce al punto giusto va provata.

Inutile dire che la mania monoporzione ha prevalso e che quindi ho optato con poca fantasia per la forma stellosa onorandola in tutto il suo essere. Trascriverò però la ricetta originale che vede La Torta Antilliana una Torta, giustappuntotuttattaccato.

Pasta Frolla: 100 grammi di zucchero, 350 grammi di farina OO, 1 pizzico di sale fino, 130 grammi di burro morbido a pezzetti, 1 uovo, 2 tuorli freschi, scorza di limone o qualsiasi aroma preferiate (io ho messo la scorza del mandarino. Perchè sto in fissa con il mandarino e perchè il gusto agrumato della Carambola ci si sposa bene*sentenziò)

Procedimento per la frolla: Sinceramente ho usato queste dosi  che sono poi quelle ufficiali per la frolla con poco burro del ricettario del Bimby. Mi sono sempre trovata benissimo anche se non la uso spesso perchè a me piace moltissimo impastare piuttosto che infilare tutto dentro e far girare. Ad ogni modo qualora non aveste il Bimby e non lanciaste tutto dentro a velocità 4 per 20 secondi , basterà lavorare la farina setacciata con lo zucchero  e il pizzico di sale con il burro a morbido a pezzetti fino a ottenere un composto sabbioso. Aggiungere l’uovo e i due tuorli fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Avvolgere in pellicola e lasciar riposare in frigo per 30 minuti.

Ingredienti per 6-8 persone: 4-5 carambole, 50 grammi di burro, 50 grammi di zucchero, 50 grammi di farina, 1 uovo, 1 bicchierino di rhum, 1 tazzina di panna, vaniglia, cannella, sale, farina e burro per lo stampo qualora non usaste il silicone Stendere quindi la nostra folla dopo aver imburrato e infarinato la teglia qualora non usaste il silicone. Spennellare tutta la superficie con un un po’ di burro fuso. Affettare sottilmente le carambole, eliminando il picciolo e sistemare le fettine stellate a cerchi concentrici. In un recipiente mescolare la farina, il burro fuso, lo zucchero , l’uovo leggermente sbattuto, il rhum e una punta di sale. Versare il composto sulle fettine di carambola. Coprire il tutto con il secondo disco di pasta. Sigillare i bordi delle due paste pigiandole insieme con forza. Mettere nel forno preriscaldato a 200 per 30-35 minuti. Servire eventualmente se piace con lo zucchero a velo.

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37 COMMENTS

    • Tra l’altro è l’unica cosa che bevo dei cocktails. Non mi piacciono i cocktails ma li prendo solo per le frutte colorate. E all’iper mica la trovo la carambola, detta anche Star Fruit.
      Ehssì chessò lossò.
      C.

      • Oh che belle le sorprese! Adoro le sorprese! La cosa delle sorprese che amo di più è rovinarmele! Cioè non so aspettare, no no no non sono capace no! Però non le rovino a chi le fa e fingo cmq stupore come se non ci fosse un domani!

        In questo caso, temo, mi sarà difficile rovinarla.

        Mmmmmm

        C.

      • Neanche a me piacciono i cocktail e sono astemia. E non bevo bevande che contengono anidride carbonica. E’ bello dire ” acqua naturale” o ” acqua naturale con limone”
        Però l’agua de Pitaya è figa. Da far paura. ecco.
        ( io odio le sorprese e generalmente non mi piace farle, ecco. E non so aspettare quando le faccio esattamente. E le rovino. E insomma stiamoappostonoidue)

  1. Ok, io vengo da una famiglia dove il natale viene visto in malo modo. rivedere i parenti che sinceramente per tutto l’anno li evitavi col radar non rendeva il tutto migliore.

    Famiglia pugliese emigrata al nord e quindi con amore si festeggiava solo il 25. Ed era già tanto se si faceva qualcosa.

    Qua in emilia invece festeggio il 24, il 25 e pure santo Stefano. 24 coi parenti di lui, 25 con suo padre e sua nonna che non vengono praticamente mai al 24 e il 26 con sua mamma che vedo e vede il fidanzato una volta l’anno e la sera per andare a trovare gli amici e scambiarci i regali e cazzate annesse (tipo giochi di carte, ingurgitamento di the bollenti e coca cole e patatine)
    I miei li vado a trovare a gennaio passate le feste, con molta calma 😛 ma tante coccole.

    Per i frutti tropicali: mi sono innamorata dei colori da trans della pitaya. Dio che roba! Mai visto!

    E le foto sono stupende ^_^ invidio la tua luce. Da me è tutta grigiolina\giallastra urenda. Non vedo l’ora di ricevere un aggeggino che mi aiuterà per il bilanciamento del bianco nelle foto (EVVAI!)

    • Coca cola e patatine! cielo . Coca cola e patatine. Coca cola patatine e coccole. Tu mia adorata hai esattamente sintetizzato quello che per me sarebbe un natale perfetto. Anche l’ingurgitamento di the bollenti *_*
      Nero con il mandarino? slurp.
      Definire colori da trans le tonalità pitayhoso mi conferma il motivo per cui giustamente ti venero.
      E’ buonissima davvero Sel e se ti capita provala anche nella versione agua perchè è particolarissimo e quei colori cielo.
      I colori.
      Sono stata inebetita a fissarli per un bel po’.
      In effetti la luce aiuta parecchio. Non occorre neanche sistemare dopo. C’è un sole assurdo anche se il freddo come era giusto che fosse si è abbattuto .

      L’aggeggino evvaiiiiiiiiiiii!!!
      tu usi canon vero?
      *disse toccandosi il pizzetto e mandandolo 1938192381023810938120 baci

  2. Ecco sappi che non riesco a non pensare alla nonna ubriaca, sta’ diventando un’ossessione….

  3. i miei dopodomani vanno in Calabria dalla nonna e zie.. ho detto di trovarmi la Pitaya!! 😀 non li faccio rientrare se non me la portano qui così io il 24 sera posso farmi questo bel succo che è pieno di vitamina C e fa tanto bene!! anche noi festeggiamo il 24 con panze piene, balocchi e festini… siamo proprio del sud come noi non c’è nessuno!! un bacio meravigliosa ragazza..

    • Giulia 🙂 spero ti piaccia allora l’agua de pitaya.
      La trovo particolarissima. A onor del vero mi piace anche e non poco mangiarla così a cucchiaiate . Quella consistenza kiwosa e quei colori strepitosamente eccessivi.
      Quel pois e fucsia sì. E’ in assoluto uno dei miei frutti preferiti.
      Un bacio a te bellissimacreatura*disse tuttodunfiatomandandobacetti
      e grazie per la compagnia

  4. la pitaya è talmente bella(o? boh..) che non sembra nemmeno una cosa che si mangia. e anche le carambole *_* adoro le cosine a forma di stellastellinalanottes’avvicina.
    ok, basta.
    <3
    meglio se vado a nanna, che domattina dovrei/vorrei andare a fare un giro in centro.
    144658695005454584848'006''baci e notte! ♥

    • Cuccioladellaziaaaaaaaaaaaaaaa*le salta addosso.
      La Carambola fa di quelle stelline belle ma talmente belle che voglio passarci la vita ad affettare carambole e infilare cucchiaini nella Pitaya.
      Il sapore della Carambola è acidulo se fresco ma cucinato è davvero dolcissimo e particolare.
      La pitaya sorprendentemente nonsomiglianteanulla.
      Deciso, dolce e al tempo stesso: pazzo.
      Sì la pitaya è pazza.
      Accoppiare un pois con un fucsia è da folli e mi piace.
      No basta no mai !
      Basta mai Vee!
      9023818310938021830192830198321093281301 2baci
      ( devo ancora rispondere ad altri 92q3820938190 commenti ma volevo diri che anche se non hai la formina dell’omino di zenzero su internet ci sono un sacco di formine da stampare e ritagliare. Se vuoi possiamo farla anche insieme basandoci sulla mia o trovarla insieme. O insomma sonodisponibile a qualsiasi cosa tu voglia fare lo sai vero? )
      19381093891381 baci ancora

  5. sappi che amo quel paragone che hai fatto fra te ed il dragon fruit. che amo il dragon fruit. E che mi hai fatto venire una voglia esagerata di agua de Pitaya.
    con queste foto ti sei superata.
    bacino

    • *la guardava con occhi a cuoricino e sognava di prepararle agua de pitaya fino alla fine dei suoi giorni . le mandava altresì 90184209382103812093 bacetti allungandole dolcetti e santocielonessunomisveglinessuno

  6. Gli spunti sono talmente tanti che ci vorrebbe una giornata intera per scrivere tutto quello che mi frulla per la testa. E come sempre, ciò accade in un momento in cui non riesco neanche ad alzare la testa perché sommerso da tonnellate di lavoro.
    Il tutto aggravato dal fatto che, come oramai è noto a tutti i lettori dei miei commenti, quando il Signore distribuì il dono della sintesi io ero in giro a fare funghi.
    Vediamo di arrangiarci, dunque.
    1. King
    Non so se quelli sono gli occhi di It, so di sicuro che sono gli occhi del gatto di Pet Semetary. Non c’è assolutamente alcun dubbio. E sono anche gli occhi della creatura di Duma Key. E lo sguardo del figlio del notabile della città mentre coccola la sua amica dopo averla uccisa in The Dome. Te l’ho già detto, trovo che alcune delle tue foto potrebbero essere parte della copertina di qualche romanzo di SK.
    2. Parentume
    Ma che ti ha fatto tua nonna? *ridacchia* Mi sembra quasi il rapporto (hmmmm ecco l’ossimoro) tra mia figlia e la mia perfida genitrice… un senso di malcelata insopportabilità che viene percepito da tutti tranne che dalla diretta interessata, come nelle migliori commedie di Feydeau. I parenti a Natale sono una sorta di tassa sul macinato, qualcosa che non ha alcun senso ma bisogna pagare. Tutti apparentemente sono felici e contenti, ma nei fatti se non ci fosse l’obbligo morale ciascuno se ne starebbe volentieri per fatti propri. Se non lo hai già visto, guarda “Parenti serpenti”, che è un degnissimo modo per ricordare ed omaggiare quel maestro insuperato che è stato Monicelli. Lo spaccato familiare che ne esce è così reale che ciascuno può riconoscersi in qualcosa. Sicuramente nel tipo di atmosfera che si crea, con quei piccoli imbarazzi che derivano dalla scarsa frequentazione sul quotidiano, quel non detto rispetto agli “affini”, quel senso di costrizione compensato dalla consapevolezza che durerà poco.
    3. Natale e festeggiamenti
    Partiamo da quando ero bambino. In casa mia vigeva la tradizione imposta da mia madre che ha vissuto a Vienna per una parte della sua infanzia, ed ha importato la bella tradizione austriaca. Innanzitutto da noi non arrivava Babbo Natale ma Gesù Bambino. Poi (e non so se questo fosse un mero atto dettato dalla necessità logistica) il salone veniva chiuso qualche tempo prima del 24 perché gli angioletti dovevano fare le pulizie. Nel contratto con gli angioletti era compreso anche l’acquisto e l’addobbo dell’albero che rimaneva assolutamente nascosto sino al 24. La sera del 24, senza aspettare la mezzanotte perchésivaalettoprestoelamessadimezzanottefafreddo, ma verso le 18.30-19 si udiva una scampanellata (mentre mia madre ci distraeva mio padre usciva e suonava) che indicava che Gesù Bambino era arrivato. La porta del salone era vetrata con quei vetri a quadrettini opachi, per cui avvicinandosi si vedevano le luci dell’albero. Aperta la porta, un enorme albero fino al soffitto addobbato con palle rigorosamente di vetro e un florilegio di luci lampeggianti e sotto un mare di pacchi pacchetti e pacchettini che ci aspettavano. Il 25 si mangiava comunque molto ma la vera festa era il 24.
    Quando ho avuto una famiglia mia, considerando che il 24 sera si andava dai miei e il 25 mattina dai suoceri, per avere uno spazio nostro (orsi sin da giovani) abbiamo iniziato una tradizione anticipata che è la Colazione di Natale. E cone le (allora) bambine abbiamo stabilito che i regali ce li scambiamo la mattina del 24.
    Credo che se il nippotorinese passasse le feste con noi andrebbe in coma iperglicemico sicuramente.
    Cribbio, sono le 9, sono venuto in ufficio presto per lavorare e sono ancora qui… buona giornata!

      • Ma l’albero era solo quando eravamo bambini, dopo aver scoperto (ahimé avevo 8 anni) che i regali li compravano i miei, e dopo aver comunicato la novella a mia sorella minore da bravo sadico, il salone non è stato più chiuso e abbiamo iniziato a fare l’albero l’8… e nella mia famiglia attuale l’albero l’abbiamo sempre fatto l’8. Ho spiegato male…

  7. solo per dirti quanto potevo essere stanca ieri sera… la pitaya è il dragon fuit e oviamente si trova qui a Roma.. quindi ritiro la spedizione dei miei ma non la partenza (3 gg di riposo li voglio anche io) e me la compro qui!! 🙂

  8. Natale in casa “Alessandra”!
    Partiamo dalla vigilia che se pure si mangia pesce, per tradizione perchè in casa mia vige poca (ma propio poca) religione di vario tipo, a tavola si comincia con i crudi di pesce (una roba che spazia dalla tellina all’aragosta…in casa mia sarebbero capaci di mangiare crudo pure il capitone). Finita la fase di antipasti crudi si passa a quelli cotti, “purpetielli alla luciana”, baccalà cotto in vari modi (di solito scaldato, fritto e al sugo), gamberi in tutti i tipi di salse che ormai usiamo anche come centrotavola. Dopo che già ci si è allargati la cintura di due tacche arrivano I PRIMI (mai meno di tre…ovviamente assaggini perchè siamo una famiglia morigerata). Vermicelli alle vongole, Linguine all’astice e risotto alla pescatora. E dopo i primi partono i primi bottoni delle all’altezza ventre (abbondantemente rilassato). I secondi, normalmente due/tre, prevedono l’immancabile pesce di grossa taglia al sale, fritturina mista di mare, e alici marinate (da quella santa donna di mia madre). Dopo i secondi si possono anche sentire tintinnare i primi cucchiani che mescolano misture anomale di bicarbonato e limone. I contorni? La tradizione prevede l’insalata di rinforzo (un nome un programma) e l’insalata russa. Per chi non sapesse cos’è l’insalata di rinforzo basterà una piccola ricerca su google per capire…io non ho il coraggio di scriverne gli ingredienti.
    Poi si sparecchia la tavola in attesa dei dolci….I DOLCI NAPOLETANI! Struffoli, roccocò, mustaccioli, cassata, pastiera, pasta reale, panettone e pandoro (perchè noi siamo aperti alle frontiere nordiche). Frutta secca (e ogni commensale viene dotato di un suo personale schiaccianoci). Il tutto irrorato da ettolitri di vini, prosecchi, limoncelli, passiti. Caffè. E dopo, mentre si aprono i doni (a mezzanotte i grandi prima di cena i piccoli) si vede ancora qualcuno che mastica qualche struffolo per inerzia.
    Ovviamente niente messa.
    Di solito il letto lo si vede verso le 4 (il tempo di digerire almeno un pò).
    Non oso tediarvi con ciò che accade il 25, che ovviamente è all’insegna della leggerezza. Mio fratello normalmente passa la notte appoggiato allo stipite della porta dela cucina in preda a crisi di panico da picco glicemico!
    Ovviamente il nippotorinese è invitato!

  9. Scusate questa non c’entra niente con il blog e con la cucina ma la DEVO condividere (ora la metto anche su FB). Ho appena sentito una collega che al telefono ha detto “per usare un EUFORISMO gentile”…..
    Povera patria…

  10. Ale appunto velocemente due cose
    1) mi compiaccio della fissa crudo esclusivamente crudo perchè qui anche il cotechino crudo proprio come il capitone. Scorre lo stesso sangue nelle nostre vene.
    ( e la cozza gratinata ? santo cielo non se la mangia nessuno. E L’ostrica? ogni volta sempre la storia.sibuonamalaconsistenzaèblablabla. no. noncelapossofare)cosastodicendo?
    2) devo saperne di più sui purpeitelli alla luciana. so solo di peperoni alla luciana. illuminami ti prego
    3) santo cielo il baccalà. Anche mamma (sarà mica napoletana invece che calabrese? ) dice che non è natale senza il baccalà (insalata-fritto-alla messinese-in unmido-sticacchi)
    3) *annuisce a maimenoditre ricordando la roba pesantissima della nonna (però buone le linguine all’astice. abbandonerei il vegetarianesimo solo per l’astice*disse bramando di uccidere un animale a caso. toh. guarda. un pelatonippotorineseaformadiconiglio)
    4) sull’insalata di rinforzo riderò fino al 31 dicembre 2012

    per dirti che devo sapere cosa accade il 25.
    e dovrei smetterla di ridere per cercare su gugol l’insalata di rinforzo e tuo fratello.

    • oggesùggesùggesùggesù nonconosceipolipiallaluciana……
      Ale per favore parti immediatamente per la Sicilia e rompile una stampella sulla schiena!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  11. Max
    Butto giù anche io due punti anche se con te Max vorrei sproloquiare farfugliare e blaterare fino alla fine di ferragosto 2098
    e anche qualcosina in più
    1)pet semetarY ! santo cielo che voglia di rivederlo e rileggerlo. Credo di averlo in dvd. Saranno almeno 10 anni che no. no forse di più.
    Ma inciso: a te piace proprio tutto il genere horror/thriller/insommacisiamocapiti? nel senso: rosemary’s baby? omen? quellarobali’? psycho.
    beh. perchè davvero potremmo parlarne fino alla fine dei tempi.
    Oltre a venerare King che è stato in assoluto il primo e unico autore che ho seguito durante tutta la mia esistenza pur avendomi deluso a volte insomma. Lo sguardo del gatto ci sta. CI sta tutto. Anzi sono proprio loro. Il lychees/litchi traeva in inganno e quel nasotondo riportava a It ma se dovessimo basarci solo sugli occhi sì. Sono quelli
    2)Nonna non mi ha fatto nulla di particolare ma non appartengo alla schiera di “vorrei salutare la nonna”.
    se fossi in tv.
    Saluterei piuttosto hello kitty ma proprio la nonna no.
    Il fatto è che molte volte ha reputato che io avessi tutto e quindi non avessi bisogno di nulla.
    Il fatto è che molte volte ha sottovalutato che io volessi trascorrere del tempo con lei .
    Non che sia la nipote rinnegata. Tuttaltrotuttaccato.
    Sono in teoria quella preferita ma non nei fatti.
    Di fatto mi sarebbe piaciuto che avrebbe speso meno belle parole per me e si fosse impegnata piu’ con i fatti. Non è algida per carità ma per certi versi sì. Insomma roba da seduta psichiatrica anche qui . Fa i turdilli buonissimi però. E ancora non ha voluto farli con me. Ecco un altro motivo per cui non la saluterei in tv (mi sonfo issata cielo. mi sono fissataaaaaaaaaaaaaaa)
    e prima di apparecchiare la tavola ti dico che sì.
    Ho vistoparenti serpenti ma dovrei rivederlo e hai esattamente espresso il quadro che inconsciamente mi frullava in testa giusto quando farfugliavo quella roba familiarenatale.
    Tutto il resto ( ma torno eh! torno per tua sfortuna)
    tutto ilr esto dicevo
    è prezioso.
    i tuoi ricordi .
    e tutto.
    e ti voglio bene

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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