Ricette Vegetariane e Vegane

Hinamatsuri. La Festa delle Bambole

Cominciamo con le cose brutte (per voi che dovete sopportarmi). Non che dopo ci sia il bello ma il “meno brutto” è già una conquista da queste parti. Domani Gazduna ha deciso di rovinare il proprio strabiliante (perchè uccelli composti di nuvole e cielo con coni gelato capovolti non può che avere la mia stima visiva eterna) layout e contenuto con un’intervista alla sottoscritta. Certo è che si potrebbe semplicemente dire:  la sorprendente Mykoize è amica mia ed io  una sporca raccomandata, certo. La verità però è un’altra. Ci accomuna la passione per le borse, vestiti e giri di link selvaggi su cose strambe dal mondo e tra una farfugliamento e un blateramento ci è scappata una piacevolissima chiacchierata. Al di là della pubblicazione di una parte di questa, che chiamarla intervista  mi fa sentire un po’ Lindsay Lohan, Gazduna è stata proprio un’inaspettata e piacevolissima sorpresa. A  prescindere dalla mia inquietante presenza domani va seguito senza indugio alcuno. Il fatto poi che tratti l’argomento Wonderland è un’aggravante per l’idolatria estrema. Se vi fa quindi piacere sapere cose di me che nessuno sa  (che detersivo uso ad esempio e se roteo lo spazzolino in maniera antioraria o viceversa) domani è online e avrò modo di tediarvi con comunicazioni tempestive (nessuno rida su tempestive. Serietà).Insomma sdrammatizzo perchè fortemente imbarazzata, mettiamola così.

Ho sempre fortemente detestato l’angolo del ” ma lo sapevate che?” . Possedere però una lavagna gigante fa sì che l’innato spirito femminile da maestrina sedato nel tempo emerga prepotentemente tanto da farmi realizzare uno dei miei sogni più perversi. Erudire un’aula di conigli sulla vera Borsa must di questa imminente primavera 2011. Diffido da chi non ha avuto classi virtuali e registri con note di demerito durante l’infanzia. Diffido altresì dalle bambine cresciute che non facevano l’appello dando agli alunni immaginari un nome, un cognome e una storia familiare. Io avevo anche una traslazione di me ed era quella che trattavo malissimo.  Questo per confermare, qualora ce ne fosse bisogno, che qui i numeri si sono sempre dati.

 I numeri assumono un particolare simbolico importante nella cultura orientale in genere. Simbologie spesso correlate al bene e al male. Come il compimento del centesimo giorno del nascituro nella cultura cinese quando il bimbo non è più soggetto ai continui attacchi degli spiriti maligni e indenne supera brillantemente un “periodo rischioso”. Ci si regala una foto con “i centi giorni di x” ad amici e parenti e tutti sono felici. Una famiglia cinese, nostra amica, quando mi ha regalato “i Cento Giorni di Luca” mi ha reso felice. Un po’ meno sapere che lo avevano chiamato davvero Luca ma tant’è. I cento Giorni di  Chan Chin  mi avrebbero reso maggiormente ilare, ma sono dettagli. Per me Luca sarà sempre Chan Chin. E Chan Chin è un nome chiaramente inventato da me.

Marzo ha delle ricorrenze numeriche enormi. Per il progetto “libro” ne sto scovando di assurde e affascinanti. C’è anche un quarto giorno del quarto mese di cui parlare ma oggi no. Oggi è il terzo giorno del terzo mese e corrisponde al 雛祭り Hinamatsuri la Festa delle Bambole. Una tradizione importantissima  in Giappone. In questa occasione sono preparate delle piattaforme con un telo di colore rosso hi-mōsen, sulle quali vengono esposte un insieme di Bambole Ornamentali, 雛人形, hina-ningyō, che raffigurano l’antica corte imperiale.

L ‘imperatore, l’imperatrice, gli attendenti e i musicisti della corte imperiale con vestiti del periodo Heian. Si prega affinchè le giovani ragazze della casa abbiano salute e bellezza affidando tutta la sfortuna alle bambole; questo perchè si pensa che le bambine in questo determinato giorno riescano a migrarla proprio a loro. La sfortuna verrà intrappolata dalle bambole affinchè si tenga lontana dalla giovani anime. Si è sempre creduto in Giappone che le bambole potessero trattenere al loro interno gli spiriti maligni ( Gli americani poi sbancano ai botteghini con la “Sposa di Chucky” ). L’Hinamatsuri trae le sue origine da un’antichissima tradizione detta Hinanagashi che letteralmente significa “Bambole Galleggianti”.

Venivano riposte all’interno di barche o piccole piattoforme circolari delle bambole che venivano fatte galleggiare su un fiume in modo che portassero verso il mare gli spiriti maligni in esse contenute in modo da disperderle nell’infinità. A me questa immagine mette i brividi tanto contiene bellezza. Un fiume illuminato dalla luna con barche galleggianti contenenti bambole che si immolano per contenere dolori imprigionati. E farli andare via. Lontano. Per salvare la purezza. E’ feticcio visivo ormai. Ne sono talmente tanto innamorata che continua ad essere fonte di ispirazione continua per il mio progetto visivo. Oltre che di incessanti disegni dedicati.

Tradizione vuole che si beva un particolare sakè analcolico e si sgranocchino arare ((あられ letteralmente grandine) una sorta di cracker composto da riso glutinoso aromatizzato con salsa di soia. Se però c’è un dolcetto tipico che simboleggia proprio questa giornata è l’Hishimochi. Dolce composto da tre strati di riso mochi con tre tonalità di colore diverso: verde, bianco e rosa. Simboli indicanti l’inizio della primavera quando si scioglie la neve e inizia a crescere l’erba e germogliano i fiori di ciliegio.

Per il mochi occorrono delle attrezzature speciali e particolari. Se si vogliono fare le cose per bene, intendo; altrimenti esistono delle scorciatoie simpatiche anzicheno. La mia intenzione era quella di onorare comunque la giornata, come è giusto che sia, a discapito un po’ della rigida tradizione che prometto di rispettare quanto prima. Appena avrò più di un quarto d’ora per stare in cucina: sottotitolo.

Il rifiuto categorico di preparare il mochi allacomevieneviene è difatti una forma di rispetto assoluta. Se proprio quindi dovevo macchiarmi di siffatta profanazione  mi sono detta: e nippotorinese sia.

Ho unito quindi l’idea di un dolce tipico tradizionale piemontese per eccellenza all’idea del Hishimochi e tuppete: Panna Cotta Hishimochi. Una semplicissima panna cotta a strati, preparata con la solita ricetta (basta cliccare nel caso qui). Basterà tra uno strato e l’altro far riposare qualche minuto in freezer e procedere. Perchè il Freezer è il migliore amico del cuoco, Montersino docet.

Non contenta della realizzazione della panna cotta che richiede uno sforzo culinario pari a zero, mi sono cimentata in un velocissimo Bento. I coloranti in gel della Decora non alterano il sapore e finchè avrò fiato in corpo continuerò a ribadire che nessuna cosa al mondo mai mi aveva fatto talmente felice in cucina. Non avendo sponsor, frizzi e lazzi non ho motivi alcuni per ribadire la superiorità di questo prodotto che è oggettiva. Con un po’ di riso, alga nori, prosciutto cotto, formaggio a fette e qualche foglia di basilico in pochissime mosse si può realizzare qualcosa di stramaledettamente puccioso ai limiti del kawaii estremo che ti fa cariare i denti in pochissimi attimi. Roba che se uccidi dopo tre passanti ti danno le attenuanti. Un momento cromaticamente idilliaco nonostante la presenza del mio odiatissimo verde. Stavo quasi per dire che il verde chiarissimo del Hishimochi non è poi così brutto. La situazione sta precipitando.

Non mi resta che infilare in una vaschetta di plastica adibita a barchetta per l’occasione qualche Momiji Doll e far fare loro un tragitto lavandino-vasca da bagno per onorare come si deve la tradizione. Anche se già  da un po’ di tempo credo di aver compiuto questa opera. Allontanando malvagità random che avvinghiate a me intrappolavano libertà e purezza. Certo è  francamente imbarazzante scoprire che in questo determinato lavoro c’è sempre un gran bel da fare ma è il distacco l’arma vincente. E soprattutto non sforzarsi di averlo questo distacco. Possederlo. Corrisponde poi a possedere se stessi.

 Auguro quindi anche a voi un’opera di alleggerimento. Che possiate allontanare qualsivoglia entità negativa e preservare prima di tutto voi stessi. Auguro altresì ( insieme a sobbbolblire, sfrigolare , altresì mi piace da impazzire) uno spassosissimo week end carnevalesco. Avremo modo ridicolmente abbigliati da toporagno, spiderman e coniglio di aggiornarci su tutti i social network e piattaforme che il fiume del web mette a disposizione. Quasi fosse anche una bambola, questa rete da pescatore. Riesce a far dimenticare un po’ quel crescente schifo che aleggia intorno. Trattenendo solo quello che  più ti fa star bene. Qualsiasi cosa sia. Anche cercare su google “metodi sicuri per debellare il cerume alle orecchie”.

E tornare semplicemente. Bambini.

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63 COMMENTS

  1. Cazzo sono stata Prima sul serio, ormai Max non ci sta più dentro. La pannacotta rigosa è bellissima e delicatissima =)

  2. Invidio la Cey che è la prima. Però sto migliorando e credo di avere pure qualche chance…
    La panna cotta è bellissima, ma non solo lei. Anche il post, le parole, le immagini e TE ❤.
    Partirei per il Giappone all’istante se solo potessi… Sospiro…
    Un abbraccio affettuoso meravigliosa stellina.

    ps: adesso vado a festeggiare sul Tamigi con le mie momijine.

    • Si vince un abbraccio di qualche ora della sottoscritta quindi Caro non ci sono premi degni di nota *disse annuendo fortemente.
      Detto questo.
      *_*
      l’immagine di te con le momijine sul tamigi è straziantemente bella.
      Credi che infilandoci dentro anche io, te e Cey arriviamo in giappone?
      giusto per passare qualche giorno insieme.
      Passiamo a prendere Gaia e Giulia e via.
      a fare bento e sproloquiare in giapponese.
      so tre parole *_* forse quattro e non ho intenzione di portare quel coso pelato con me.
      Un dizionario ci aiuterà. Abbiamo bisogno solo di quello . O al massimo andiamo a gesti. Cacchio ero bravissima a Indomimando .
      Certo quando ho mimato Dirty Dancing mi hanno detto “sette spose per sette fratelli ” ma è un’altra storia questa.
      ( bellissima tu ❤)
      (grazie sempre)

  3. Ma cosa ti commento a fare?
    Sei spaventosamente brava e gentile. Non te la tiri per niente! qui appena fanno un uovo fritto gridano al miracolo 🙂

    continua così Giulia! sei un fenomeno !
    Luciano

    • giusto un giorno dopo ci sarà il mio . Il 33 ottembre ( no vabbè ma ottembre è strepitoso)
      Diciamo che molleremo gionlennon all’altare e fuggiremo con una macchina fucsia insieme a dei nani.
      e faremo bento con risicoloratipettuttalvita.
      purelacarnetinsemalcimettiamo.
      ecelaffacciamovederenoiaquestinipponici
      cosastodicendo?
      tiamo.

  4. LA MOMIJIIIIII! CEL’HO IDENTICAAAAA.

    La adoro la festa dei bambini, sapevo anche che bisogna lanciare i fagioli di soia tanti quanti i propri anni.

    • ellappeppa ma quella dei fagioli non la sapevo *_*
      chemondosarebbesenzalamiasel?
      Un mondo senza momiji.
      senza biscotti della fortuna.
      senza rossettirosso.
      e senza alga wakame.
      e senzanientedibelloniente.
      quindi devo lanciare 23 fagioli io , giusto?
      perchè io ho 23 anni, giusto?
      ti vedo annuire.
      bene.
      (santocielo un pacco di fagioli di un chilo per me non basterebbe)

    • ah ahahahhahahahah ho detto una vaccataaaaa :\ la storia dei fagioli di soia si fa durante la festa dei bambini (kodomo no hi) che però cade al 3 marzo per le bimbe e al 5 maggio per i maschietti.

      Quindi…alla fine….noi li lanciamo comunque i fagioli 😛

  5. Tornare bambini. Io credo di non aver mai smesso di esserlo e ne ringrazio il cielo. Perchè è quello il segreto. Non smettere mai sul serio di vedere le cose con gli occhi di bambino.
    E anche se ogni tanto non ci si riesce, se ci si ferma un attimo e si guarda con attenzione si sà di riuscirci. E ci si riesce.
    Si abbraccia un coniglietto tutte le sere prima di dormire e si mandano bambole su fiumi, pozzanghere, lavandini, vasche da bagno, ovunque ci sia acqua.
    E il distacco non bisogna imporlo, hai ragione, bisogna conquistarlo.
    🙂
    Grazie Iaia :* sempre.

  6. parto dal principio così non mi perdo…non conoscevo gadzuna, ma potrei diventarne facilmente dipendente 🙂 come a te del resto, l’assuefazione ai tuoi post sta raggiungendo l suo acme…fra un po’ per soddisfarmi dovrai postare 5 volte all’ora…o traslocare da me, scegli tu 🙂

    La tradizione delle bambole è carinissima!Adesso capisco che in una vita precedente avrei potuto essere tranquillamente giappo…per me le bambole hanno un che di inquietante…intendendo le bambole tipo sbrodolina o cicciobello…una bella affogatina gliela darei 🙂

    per la tua pannacotta è deliziosa!Quei tre strati colorati le danno un’aria delicata e raffinata…ma il bento è trooooooppoooo kawaiiii :)))

    ti adoro, e lo sai!mi sa che non c’è da aggiungere nient’altro 🙂

    ah, sì…SMACK!

    • Vogliamo parlare di Ripetella? Ecco Ripetella . Nel vecchio blog suppongo ne abbia blaterato tanto da far sentire male anche i produttori di Ripetella. Quei capelli rosa.
      Di Lana.
      Quel vestito.
      Le volevo bene solo perchè mamma diceva cheledovevovolerebene. Del resto me l’aveva regalata nonna. Ma il fatto che ripetesse ( e male aggiungerei) quelle parole in maniera inquietante e sconnessa e che sembrasse un po’ un burattino a volte. Con quegli occhi eccessivamente vitrei ma no.
      Avevo Cicciobello di colore.
      Un adorabile Cicciobello di colore che faceva pipì. Non aveva gli occhi azzurri ma neri come la pece.
      Guardavo le bimbe in maniera strana. Chiedendomi perchè avessero dei cicciobello bianchi. Insomma è stata un’infanzia particolare e le mie turbe psichiche sono gentilmente offerte da mamma.
      Detto questo trovo che le bambole siano inquietanti al punto giusto.
      E sbrodolina , grazie al cielo non la possedevo, ma tuttora ammetto che l’affogherei volentieri dentro una bacinella ricolma di acqua.
      Anche sodacaustica ( sono un tipetto che ama avere delle certezze immediate)
      Detto questo.
      Sono lusingata a dir poco*nascondendosi sotto il tavolino.
      E arrivati a questo punto rischio di essere ripetitiva e e e e e e .
      E una serie di cose.
      Ma davvero non capisco quale immenso masochismo possa albergare dentro di te anche solo nell’ironizzare su cinque post giornalieri.
      Ma ci pensi?
      il mondo neuronale di tutto il pianeta terra imploderebbe e i Maya avrebbero avuto ragione.
      La fine del mondo.
      Il fatto che sia nata il 12 12 alle 12 e blabla ( tutte le mia varie amenità sul 12 ) mi fa supporre che davvero il 21-12-1012 ( 21 è il contrario di 12) io sia la causa della fine del mondo.
      Dettoquestooooooooooooooooooooooo*gridò.
      Sei una droga anche tu .
      Lasciatelo dire.
      E se non ti tormento come vorrei è solo per mancanza di tempo.
      Ora però non ci resta che strafogarci di pannacottakawaii dai colori tenui e affogare giusto quelle duemilatrecentosettantacinquemilabambole che ci capitano a tiro.
      E bacetti?
      No.
      giammai.
      baccchili.
      che gli etti non bastano.
      bacctonnellate.
      tonnellateditonnellate.
      E grazie per la compagnia. sia qui che su twitter.
      definirla piacevolmente strabiliante è dir poco.

  7. Tornare bambini? Qui il problema è diventare adulti…
    Ah un’altra cosa. Meno male che mi hai detto che Chan Chin te lo sei inventata. Credevo veramente fosse un nome cinese. Mi hai tolto un peso dal cuore.

    Mi stanno mettendo in una stanza imbottita. Ti ho voluto bene. Spero mi lascino l’adsl.

    • No scusami ma mi sono informata e le stanze imbottite ( confinanti, sottinteso) dove andremo a stare per tutta la vita hanno l’adls attiva 24 ore su 24.
      oh sono una pippa ar sugo ma quando si tratta di dare direttive mifacciosentireneh!
      ( ho detto neh. sparami . adesso)

  8. io e max stiamo concedendo qualche chance a voi altri, ma torneremo a primeggiare 😀
    Il tuo chan chin mi ricorda un amico cinese che sta sempre in mezzo ai piedi, chin chan pai 😛

  9. Molto interessante e allo stesso tempo divertente l’incontro di sapori e tradizioni: tortinese e giapponese.
    La pannacotta sarà anche molto facile da realizzare, ma la tua ha quel qualcosa in più che ricorda una strada a metà tra reale e onirico, che quasi prende un sapore preciso accanto a quello del latte.
    Decora dev’essere davvero simpatico e originale da utilizzare nelle preparazioni: qui non lo trovo, negli ipermercati, tranne in una nuance giallognola-pipì che non comprerò nemmeno sotto tortura!!!
    Amo la cura dei dettagli fino all’ultimo millimetro. Quasi maniacale. Sono una donna alla ‘chemmenefrega’, ma nelle passioni e nel lavoro sono precisona, quindi apprezzo moltissimo questo tuo decoro.
    Un abbraccio grande da qua al Giappone!
    Dada ^.^
    P.S. Ah, mi trovi anche qui:
    http://www.facebook.com/profile.php?id=100002195643168&sk=wall
    copia, incolla e aggiungi, su!

      • Tortinese è bellissimo :-))
        Detto questo.
        Prima di tutto grazie. Leggo con estremo ritardo ma è sono ormai unabituescrittocosidiquestagettonatissimafrase ( tutto di un fiato)
        Decora in effetti non è di facile reperibilità ma è l’unica a offrire una vasta gamma di colori. Ha delle nuance particolarissime e ne basta davvero pochissimo per colorare enormi quantità di prodotto.
        Se non riesci a trovarlo e lo vorresti puoi sempre provare online. Nel sito credo ci siano anche delle segnalazioni di shopping online.
        Inizialmente avevo fatto così io .
        Poi ho trovato proprio sotto casa in un negozietto inaspettato e da allora lo ordinano praticamente solo per me.
        😀
        Il nero poi è imbattibile.
        Ne ho provati davvero tanti e no. Spero solo non si scopra con estremo ritardo che facciano male perchè ormai il colorante alimentare lo propino un po’ ovunque.
        C’è da dire che quello liquido mi ha demoralizzato così’ tanto che non riesco a concepirne neanche la reale presenza sul mercato.
        Disquisizioni su coloranti a parte diciamo che sono maniacale anche io e ogni cosa che faccio non mi piace mai.
        Adoro i dettagli ma ogni volta poteva essere meglio.
        Sono talmente insopportabile che a volte mi prendo a ceffoni da sola.
        Non soltanto in cucina ( sono quella che ordina le calze per nuance di colore. sono una psicopatica, sì)
        Insomma per dire che sììììììììììììììì
        Abbracciamoci fortissssiimmmo !!!!
        Ho appena visto la tua pagina e ci ho piazzato un MI PIACE grande quanto il giappone ma anche qualcosina in più.
        Universo conosciuto e no.
        Grazie sempre per la compagnia. Un bacione :*

  10. NOOOO!
    Domani niente post?
    Sai che quando non scrivi mi dispiace? E’ sempre un piacere leggerti e vedere le tue creazioni. Qualsiasi tipo di creazione. Complimenti per tutto Giulia! Sei geniale (ma lo sai 😉 )

    • Maria ma santo cielo stai scherzando ?!
      TI dispiace quando non scrivo?
      No.
      No.
      NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
      Maria urge un po’ di riposo. Ti ho riempito talmente tanto la testa che non sei stabilmente psicologicamentequilibratacosastodicendo?
      Diciamo che l’assenza settimanale per far riposare i neuroni è doverosa.
      Presenzio eccessivamente e ovunque.
      Un giorno senza di me? Non può che guadagnarci la nazione intera.

      Grazie. Sul serio grazie. Sei gentilissima . Un bacione

  11. Noi ci facciamo la nostra tregiorni carnascialesca che ci vede con orecchie da conoglio e topo 24h(un pò scomodine per dormire ma fa niente). Non sapevo di questa usanza eppure, a modo mio, ho sempre allontanato da me le cose brutte con una cerimonia simile al Hinanagashi. Forse sarà stato per questo che sono sempre passata per una tipa strana (ed ultimamente non faccio altro che peggiorare). Esiste un posto che amo molto, una spiaggia di ciottoli incastonata in un fiordo della costiera amalfitana. Lì, al mare che se li portava via, ho lasciato i miei altarini di sofferenze e li guardavo allontanarsi (confesso che la delusione di vederli tornare indietro prima di capire che dovevo portarli al largo per non farli schiantare sulla riva era grande). Con il loro lumino acceso se ne andavano via e lungo la loro strada, io, ripensavo a quello che il dolore avrebbe lasciato in me. E’ stato un bene ricordare tutte le loro traiettorie perchè, a volte, è stato anche utile riportarli a me…non tutto ciò che non vuoi è giusto regalare alle onde. L’ultima volta ci sono stata quest’estate e, più che un altarino, sembrava un carrozzone. Ma forse quello è stato l’ultimo. Adesso affido palloncini con altarini volanti, per ciò che vorrei. E per far vedere alle mie Hinanagashi, sperse in qualche dove, che per me è più giusto sognare. E credo che farla nella vasca da bagno sia lo stesso…perciò attrezzati che bisogna dedicarsi alla sacra arte di far volare palloncini e lanterne di notte…che è più saggio vederci dall’alto. E con un palloncino rosso posso arrivare fino a te. Adesso hendrix protesta perchè “mamma facciamo le pittule?” e quindi mi tocca devastare la cucina con le tempere per bambini (sia ben chiaro che il colore va via dalle sue mani ma non dalle pareti per cui, ormai, parte del focolare domestico assomiglia ad un quadro di Pollock).

    • Ma figurati. Sono felicissima nel caso abbia trovato vagamente interessante il fastidioso angolo ” lo sapevate che?”
      😀
      Grazie per essere passata di qui.
      Un bacione!
      :*

  12. avevo deciso di stare un po’ lontana dal pc e dai blog, ma quando flickr mi ha segnaolato questa tua nuova foto di bento MERAVIGLIOSO non ho resistito.
    ma come le pensi certe cose?
    mia nonna ti avrebbe detto: ta tal steudi la not?
    (te le studi la notte?)
    e’ bellissimo, davvero.
    la panna cotta anche mi piace tantissimo ha quei colorini pastellino ladureiani che mi fanno un sacco simpatia 🙂
    e’ molto interessante quello che scrivi sulle varie tradizioni, per me che in materia sono ignorantissima e’ sempre un piacere inusitato leggerti (inusitato?!??!)
    un bacione stella. a che punto siamo con sto libro?
    dai che sono curiosa.

    • ta tal steudi la not?
      *_*
      sto gia’ seguendo un corso di napoletano, romano e sardo online ma adesso pretendo il corsodellanonnadivero!
      altrimenti non schiodo da qui 😀

      Sono felice che ti piaccia . Nonostante abbia terrore puro e avversione nei confronti del verde trovo quella tonalità ai limiti dell’apprezzabile.
      E’ davverof acilissima da realizzare. La panna cotta di per sè e con pochissimo colorante ( davvero pochissimo) si ottiene questa robina qui che scenograficamente fa la sua figura e .
      impegno pari a zero.

      (inusitato mi piace e pure tanto)
      Io non apprezzo molto l’angolo del losapevateche perchè non mi piace molto l’angolo della maestrina ma in effetti è bello condividere insieme .
      si impara vicendevolmente e non credo ci sia cosa più bella.
      oltre che la melanzana alla norma ( cosa sto dicendo? ho fame. si vede? ghghhghg)
      Un abbracccione enorme Vero.
      ( il libro ? una tragediaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa)

  13. Muahahahahahahahahahah Noto ora (come sono sveglia eh) che hai scritto Gadzuna anzichè Gazduna…capisco l’impronunciabilità del nome, ma ti prego cambialo prima che mi amputino le braccia e io non possa assaggiare mai più un tuo dolce xD
    (potrei ovviare comunque in qualche altra maniera, ma mi piacerebbe tenermi le mie braccine xD)
    Ti mando bacini
    ps. voglio anch’io la panna cotta tricoloreeeee <3

      • e io leggo sempre i commenti sul cellulare a volte. come in questo caso il tuo e ho subitoimmediatamentecorretto ma poi torno dopo giorni.
        insomma lo sai.
        il solito esaurimento.
        oggi niente spaccio di link con te.
        sono.
        francamente.
        disperata.
        e santo cielo bacini e oceani come se piovessero.

  14. I numeri sono importantissimi, una vera fissazione. Io non posso vivere senza l’otto. Cioè, ho dei seri problemi vero? Quando ero più piccina contavo con i multipli di 8, quindi 16 per me era due e avevo impostato l’orologio in modo che l’otto fosse per me il dodici delle persone “normali”. E tutti mi dicevano che avevo l’orologio sempre sbagliato, io mi facevo delle grasse risate perché loro non sapevano. Era il mio segreto.
    Tempo fa mi hai chiesto se ho un colore che mi fa paura. Più o meno ho imparato ad accettarli tutti e ora sto abbastanza bene con loro anche se il grigio in alcune occasioni mi sta un po’ antipatico e il giallo crede di essere tutto lui, è megalomane ma ognuno ha il carattere che ha. A dire il vero non ho proprio un buon rapporto con l’arancione, ma tra alti e bassi ci sopportiamo. Il blu. Ecco, il blu mi piaciucchia ma non l’ho mai indossato. Proprio ieri ho comprato un foulard con dei particolari blu che metterò ‘stasera sperando che non mi urti. Il nero sta con tutto (e Venezia è bella ma non ci abiterei, e non ci sono più le mezze stagioni, e il nuoto è uno sport completo, e i politici sono tutti ladri _no forse questo non è un luogo comune_ etc.) quindi deve stare per forza anche con me. Ho una strana mania con il bianco ovvero mangerei qualsiasi cosa di questo colore. Come vedo il bianco a tavola mi viene voglia di mangiare. E’ una cosa che non ho mai capito ma che devo approfondire. E poi c’è quel colore lì, quello che non ti piace. E che a me fa impazzire talmente è bello. Quando ero piccola si faceva il gioco di Aladino e la Lampada Magica e quindi si dovevano esprimere tre desideri (che poi c’era sempre il bambino di turno che chiedeva come primo desiderio -un genio della lampada che esaudisse tutti i suoi desideri- e poi con aria soddisfatta da vero faigo diceva “Gli altri due ve li regalo” e io pensavo a quanto fosse scemo a giocarsi la possibilità di scegliere qualcosa di suo in mezzo al tutto. Non l’ho ancora capita questa cosa qua). Uno dei miei desideri era “Respirare aria verde”. Ho sempre sognato che l’aria fosse di quel colore. Ma se mai dovesse capitarmi la Lampada di Aladino sottomano ti prometto che non lo chiederò, perché altrimenti tu impazziresti. 😉
    Ho occupato un sacco di spazio, scusa….
    P.S. Il bento è bellobellobello. Come l’ho visto però il riso rosso mi sembrava una fetta si salame milano. Non sto bene, lo so.
    Bacio

    • Mi piace moltissimo leggerti Francy.
      Non devi scusarti. tuttaltroetuttattaccato.
      E’ un regalo bellissimo che mi fai e che spero quando avrai tempo e voglia.
      continuerai a fare.
      trovo la storia dell’orologio bellissima.
      Bellissima e poetica e mi piace.
      Ho mangiato roba bianca per settimane quando ero piccola. Solo bianca.
      Sono francamente ( e piacevolmente) sconvolta.
      Ti abbraccio forte.
      ma davvero forte.
      e ti aspetto alla stazione.
      sono quella con la borsa rubik. quella che mi hai prestato . appena arrivi poi scambiamo e tengo un po’ quella barattolodinutella? ti va? :X
      ( ma poi con il foulard? come è andata? )
      <3

  15. holettoholettooletto!!! ♥♥♥ e quel che ho letto mi è piaciuto un sacco!!! (che è la cosa più importaqnte, no!?!?) e ora che ne so un cicignino in più di te sono felice come una pasquetta :)))) bella la mia maghetta adorata!!!

  16. A parte che quell’Hishimochi ha dei colori per cui potrei morire in questo preciso istante, e domani lo faccio costiquelchecosti…dicevo, a parte quello, anche io voglio un kimono di prosciutto cottooooooo! Sigh

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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