Ricette Vegetariane e Vegane

Il Bento di Ponyo. Prosciutto!!!!

Sempre più spesso mi viene chiesto “come fai?” . Credo di aver dato per scontato troppe volte che il mio modo di percepire le cose e vederle non è frutto di studi accurati ma di totale improvvisazione. Non vi è una ricerca spasmodica dietro uno scatto, una ricetta o qualsivoglia amenità io compia. E’ puro istinto. In quell’esatto momento in seguito ad una visione che può essere stata un film la sera prima, una lettura, un fumetto o qualsivoglia attività giornaliera nasce l’idea. Idea che cerco di realizzare entro il più breve tempo possibile. A costo di non dormire. Se comincio: finisco. Altrimenti neanche comincio. Passando da una pigrizia ad uno stakanovismo iperattivo preoccupante.

Dietro ogni tratto, scatto, alimento c’è una storia che mostro e che al tempo stesso tengo ben nascosta. Sono una presenza fastidiosamente autoreferenziale in ogni angolo del web che mi vede uplodare  continuamente file di diverso formato quasi a voler dimostrare una ridondante ecletticità. A ben guardare nel privato soffro di una maniacale discrezione nei confronti di me stessa e degli altri e credo sia per paradosso  una chiave per comprendere che in questo modo non faccio solo vetrina di me (anche) ma semplicemente racconto me stessa. Quell’Anche tra parentesi è avvenuto in seguito. Perchè è innegabile che ormai sono anche una vetrina di me. E di quello che è ormai il mio lavoro. Dove lavoro ha il  significato di:  inseguire il mio sogno. Dove inseguire il mio sogno è: pubblicare il mio libro. Dove pubblicare il mio libro potrebbe anche essere: pubblicarlo a casa mia dopo averlo stampato con  la stampante  e leggerlo sulla poltrona con i miei genitori e il Nippotorinese. E riporlo nella nostra libreria.


Perchè io credo che tutto si possa fare. Tutto. Basta solo ridimensionare a volte le dosi dei sogni. Si sognava una torta e vien fuori un cupcake piccolino? Meglio di non trovare niente in forno, sicuro.

Questo per dire che non mi sono mai rivolta (involontariamente) aggiungerei ad un “pubblico” ergendomi a maestrina proprio perchè è il mio modo (spontaneo e non costruito) di parlare e raccontare di me. Sempre più spesso però oltre al “come fai?” mi viene chiesto “mi spieghi per favore come fai?”.  Ammetto che mi imbarazza e non poco la situazione ma. Semmai potesse essere d’aiuto beh. Sono assolutamente disponibile a condividere anche questo. Fosse solo per sfatare il mito che aleggia. Tutti possono. Basta solo volerlo fortemente.

Comincerei dai Bento essendo una delle mie attività primarie, ultimamente. Certo è che il progetto Cute Food fa sì che io aumenti la produzione.

La preparazione di un Bento non è difficoltosa in termine di tempo come si crede. Lo è forse di più in termini di organizzazione. Per questo motivo è sempre bene sapere in anticipo come si dovrà procedere per la realizzazione. Mi spiego meglio, o perlomeno ci provo. Basta giocare d’ anticipo. Sotto la doccia ad esempio si può stabilire se i capelli sia  meglio farli con un omelette o un pancake salato e fermi al semaforo se sia meglio il galbanone in fetta per il volto o il prosciutto cotto tagliato alto. Stessa cosa per le alghe con i fagiolini. Durante una telefonata dell’importanza pari a zero si potrà sempre pensare se sia meglio la verdura o ritagliare alga nori. Faccio così, sì. Mentre l’interlocutore parla con me. Penso ai capelli di Ponyo.

Mentre controllo la lista della spesa sull’iphone con l’applicazione “Awesome Note” che consiglio caldamente,  il mio unico tormento è se il colorante rosso attecchirà sulla frittata facendo sì che il corpo di Ponyo diventi perlomeno credibile.

Adoro Disegnare Ponyo. Urlare “Prosciuttooooo” come lei.

Ho usato due uova. Ho fatto un impasto con pochissimo latte, due uova leggermente sbattute e qualche cucchiaio di parmigiano. Con un terzo di questo ho fatto in una padella antiaderente molto piccola  un’ omelette abbastanza altina che ho poi ritagliato per i capelli di Ponyo. Con i due terzi dell’impasto ho proceduto invece per il corpo aggiungendo qualche goccia di colorante rosso in gel. Per il volto ho usato una fetta di Galbanone. Generalmente la frittata la ritaglio con le forbici da cucina per essere più precisa. Il riso è semplicemente lessato in acqua salata e bollente. L’aggiunta di pochissimo colorante blu amalgamato non troppo bene proprio per rendere le sfumature tipiche dell’acqua, farà il resto. Con l’ alga Nori ( ma si potrebbero usare anche delle olive nere se non si ha a disposizione la nori) ho ritagliato piccoli centimetri per il nasino e gli occhi. I fagiolini lessi nel frigo ci sono sempre. Non credo che il nostro frigo sia mai sprovvisto di: fagiolini lessi, spinaci e zucchine bollite. Fanno parte dell’arredo frigo. Ecco. Svelato un altro segreto. La verdura qui in casa è venerata. Non soltanto per il fatto che io sia vegetariana e il Nippotorinese fissato con due porzioni abbondanti di verdure ma proprio perchè è una passione lessare ortaggi, vegetali e verdure in genere. Quando non abbiamo nulla da fare,  arrostire due melanzane e lessare due patate rappresenta uno dei momenti più divertenti della giornata. Il fatto che io non stia scherzando, la dice lunga sulla bizzaria di questa stramba famiglia. Ma è la verità e non avrei altro da raccontare se non quella.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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