Ricette Vegetariane e Vegane

Lumachine di Purè

Lumachine di Purè e Prosciutto Crudo su giardinetto di spinaci e funghi di peperone e maionese

Ciao sono Iaia, una bimba tonda bassa con i capelli ricci ma fra trent’anni diventerò alta, meno tonda e con i capelli lisci. Questo perchè i grandi non si accontentano mai di essere semplicemente quelli che sono. Quella che diventerò continua a chiamarsi Iaia soprattutto quando sta male o gioca ad essere spensierata. Le piace ritornare a essere me. Credo anzi che non smetta mai di essere me.

Sono talmente piccola, bassetta e rotonda che papà mi chiamo olivo. A dirla tutta “alivo”, perchè in Sicilia si dice così. Non ho fratelli e sorelle e non posso giocare con i bambini ma posso guardarli dal balcone. Mamma è un po’ apprensiva e non potrebbe mai darmi il consenso per scendere giù a giocare con gli altri bambini. Per un po’ ho creduto anche che avessimo cambiato casa proprio perchè non ci fossero bambini. Non mi sono però mai ribellata, intesi. Sono una bambina straordinariamente diligente e quello che dice la mamma è legge. Mamma è sempre gentile con me e questo rende tutto ancora più assurdo. Per qualche inspiegabile ragione non faccio capricci. Se mamma dice che non devo scendere giù a giocare con i bambini rispondo con “ma posso guardarli dal balcone? “. La risposta è sempre stata sì. Per un po’ li ho guardati però mi dava fastidio la ringhiera del balcone. Non potevo infilare la testa tra le barre altrimenti mamma si sarebbe preoccupata dicendomi che la forza di gravità mi avrebbe spinto giù e sarei morta. Certamente le avrei risposto “ma sono troppo tonda! Sono un palloncino! al massimo volo su”, perchè da quando sono nata, senza che nessuno me l’abbia insegnata, io possiedo quella che i grandi chiamano ironia. Quella che diventerò poi l’ha trasformata a volte in cinismo ma suppongo sia più sarcasmo. Ma sono piccola e non ho mica capito bene la differenza.

Conosco però le parole cinismo e sarcasmo perchè mamma all’età di sei anni mi ha detto che il primo libro da leggere è  il vocabolario, poi il resto. Io il vocabolario l’ho letto per un po’ ma non sono arrivata neanche alla lettera B. Non trascorro molto tempo con mamma e papà perchè lavorano. Lavorano tantissimo. Allora sto con delle signore vestite da suore che mi danno dei pesciolini colorati di zucchero e vivo più lì che a casa. Quando tutti i bambini vanno a casa il pullman privato della scuola mi lascia da nonna e zia. Nonna è la mamma del mio papà e zia è la sorella che non si è mai sposata perchè il suo fidanzato è morto in guerra. Una storia triste che mi racconta sempre. Lei non cammina bene; dice sempre che è zoppa ma io le accarezzo la faccia e le dico che non è zoppa perchè mamma mi ha detto che zoppa non si dice. Si dice “piede ballerino”. Per questo motivo ho inventato la commedia del piede ballerino. Quando sono a letto muovo il piede ballerino come se stesse facendo un saggio di danza e poi all’improvviso: il piede ballerino collassa e muore. Ma non muore mica per sempre. Risorge e continua a ballare. Certo fa più fatica ma  basta convincersi che stia ancora ballando.

Nonna e zia mi fanno ricamare e cucire quando non suono il pianoforte. A me non piace suonare il pianoforte perchè c’è un gatto nero sopra la coda . La coda del piano non la sua, ed io ho paura dei gatti. Mica del gatto nero perchè mamma è stata chiara sin dall’inizio “Non esiste Babbo Natale. Babbo Natale è papà e La Befana sono io ma non dirmi mai che sono Befana”. L’ha detto ridendo e ho riso anche io. Mamma mi ha detto pure di non dirlo agli altri perchè è giusto che tutti i bimbi credano che esista Babbo Natale. Mamma ha voluta essere onesta con me. Ma solo nelle cose bizzarre, però. Per dire che guardo con comprensione i bimbi che dicono “il gatto nero porta sfortuna” o “stasera arriva babbo natale”. Faccio sì sì con la testa e non mi viene mai da ridere però.

Ho avuto un po’ di difficoltà quando mamma mi ha messo sopra il letto l’immagine di Gesù e mi ha detto ” lui esiste però”. Quando davanti a papà le ho chiesto come facesse ad esistere Gesù e non Babbo Natale visto che non si vedevano entrambi hanno capito che avrebbero avuto una bella gatta da pelare. A nove anni, dopo la comunione quando ero quasi convinta che potevo pure farmi suora e come nelle telenovela venezuelane spogliarmi quando sarebbe arrivato il grande amore, ho detto a mamma di togliere Gesù da sopra il letto ” lo rimetto io quando sono sicura che esiste mamma. Perfavore toglilo”.  Quella che diventerò ancora non l’ha rimesso sul letto ma gli vuole bene come a Babbo Natale.

Zia con il piede ballerino ha un giardino dove posso far finta di vendere le piante ma io voglio diventare una stilista. Trascorro i miei pomeriggi in una casa piccola che ha odore di pane, schiacciata siciliana con broccoli e olive. Si beve chinotto e a me che il chinotto proprio non piace ma lo bevo. Mamma mi ha detto che non devo essere scortese e qualsiasi cosa mi si offra devo accettarla; se mi piace la coca cola attenderò che ci sia. A pensarci bene mamma e papà delle regole hanno cercato di darmele ma alla fine non ci sono mica riusciti. Perchè? perchè  non sono  una bimba perfetta. Anzi. Sono una bimba piuttosto stramba. Il fatto è che guardando i bimbi dalle barre della ringhiera non so bene come ci si gioca quando queste non ci sono.

 Sono la dodicesima nipote ma io gli altri undici mica li ho conosciuti perchè erano tutti molto più grandi di me. Il mio papà, ultimo di quattro figli, era il bimbo più piccolo e avendo fatto aspettare mamma per più di dieci anni si è sposato in ritardo rispetto agli altri fratelli. Quella che diventerò adesso è fidanzata con un tipo proprio come il suo papà. Non sono passati ancora dieci anni ma sette e ancora non la sposa. Mamma mi ha regalato Ciccio Bello Nero per i miei tre anni. Quando andavamo al mare, che era poi l’unica possibilità di relazionarmi con altri bambini per una settimana circa, tutte le bambine per qualche inspiegabile motivo volevano giocare con me. Io continuavo a vedere le barre della ringhiera. Non hanno mai preso in giro il mio Ciccio Bello nero, anzi una sì. La stessa che pianse a dirotto perchè lo voleva. Il mio Ciccio Bello Nero che a dir la verità non riusciva a fare la pipì nonostante lo riempissi di secchi di acqua, lo tenevo stretto quando chiedevo a mamma di mettermi nella pentola.

Sì a me piaceva stare dentro le pentole, cosa c’è di strano? La domenica mattina, giorno meraviglioso perchè mamma e papà erano tutti per me , nulla togliendo alla nonna e alla zia, potevo finalmente smetterla di ricamare e guardare telenovelas venezuelane, chiedevo a mamma “pentola!”. Mamma dice che anche quando non sapevo parlare indicavo il mobiletto delle pentole con il dito. Ero davvero piccolissima. Quando racconta la storia della pentola rido sempre e mi rilasso. Perchè quella che diventerò la ricorda perfettamente. Quando non c’è la pentola o è estate mi accontento anche di un secchio. In pratica mamma deve  riempire la pentola grande e io infilarci i piedini.

Sto ferma lì con i piedini a mollo dentro la pentola o il secchio. Ferma come un baccalà. Guardo mamma, aspetto che arrivi papà e rido. Mi sento come un pesciolino. Sono finalmente nelle mie acque. Mi sento protetta e felice. Per questo motivo quella che diventerò si è fatta tatuare un pesciolino sulla caviglia. Si chiama Gippy ma ha scelto questo nome prima di conoscere il suo fidanzato Pi. A Iaia piace pensare che fosse una premonizione di Gi e Pi . Gippy è proprio all’altezza dove l’acqua ricopre tutto. E l’acqua per Iaia e per quella che diventerò è fondamentale tanto quanto l’aria. Quella che diventerò vorrebbe chiamare sua figlia proprio Acqua ma le piace anche Aria. Tutti storcono il naso un pochino perchè sembra strano ma lei continua a trovarli belli.

Sono una bambina che mangia tantissimo e non fa certo capricci. Qualsiasi cosa basta sia fritta, pesante, oliosa, burrosa e strapiena zeppa di zucchero perchè a me il salato non piace mica tanto. Mi piace qualsiasi cosa ma per favore non datemi la carne. Ho paura della coscia di pollo e nonna mi ha ammazzato il coniglio bianco per farlo in agrodolce. Ho chiuso con gli animali prima di aver cominciato. Ma il prosciutto sì lo mangio perchè non ho ancora capito che è un maialino. Le patate mi piacciono fritte frittissime ma sorprendentemente anche bollite e schiacciate.  Perchè nell’unica foto che ha il mio papà mangia una patata  e ho decretato quindi che le patate sono buonissime. Quella che diventerò però non le mangia più ma ricomincerà. Ma non il purè quello che si compra al supermercato però! Le patate bollite proprio schiacciate. Non sono il mio cibo preferito certo ma ci si fanno le lumachine ed a me piacciono tanto le lumachine.

Quando ero piccola ed ero nella casa al mare, se pioveva qualche minuto tutte le persone grandi andavano in cerca di lumache. Prendevano le buste di plastica e andavano a cercarle per poi infilarle nella pentola e mangiarle. La sera si sentiva “sccccccc” perchè alcuni non usavano lo stuzzicadenti ma succhiavano. Succhiavano fortissimo la casetta della lumachina. A me quel rumore mi mette paura. Succhiano l’anima alla lumachina! La mia mamma e il mio papà non andavano mai ed io non potevo andare. Giravo dentro il piccolo spazio verde della mia casetta in cerca anche io della lumachina. Una sola però. Non avevo bisogno della busta di plastica.

Usavo a volte la scatolina trasparente con i buchi dove dentro c’erano due formaggini mio. Non li mangiavo mai i formaggini ma mamma sì perchè li adora quindi era tutto perfetto. Insistevo “comprali per favore!” perchè a me servivano fondamentalmente per due cose: mettere temporaneamente coccinelle e lumache e portarle a casa. Allevarle. Sognavo di diventare veterinaria chiedendomi se potevo fare la stilista veterinaria ma quando sono diventata grande ho saputo che dovevo sezionare gatti ed io non volevo vedere la pancia del gatto aperta e insomma no.

Le lumachine lasciamo una scia nel percorso proprio come la vita stessa. Tra ricordi e incertezze. Ci si può scivolare su ma ci si rialza facilmente. Le lumachine sono lente ma arrivano al traguardo perchè caparbie. Sono solitarie con la loro casetta piena di esperienze, dolori e bellezze. E Iaia in fondo è una lumachina. Proprio come tutti. Tutti quelli che non vogliono sprecare una vita.

Visivamente è chiaro che scrivere gli ingredienti sarebbe davvero superfluo. Sono semplici spinaci lessi che occorrono per il prato, pezzettini di carota tagliate sottili per le antenne e prosciutto crudo. Se il prosciutto crudo lo si arrotola su se stesso e poi lo si appallottola con le mani assume sorprendentemente le forme che desideriamo. Certo sarà difficile fare una gru stile origami ma una casetta lumacosa no. E’ davvero semplicissimo. Per il corpo della lumaca si possono usare le patate schiacciate altrimenti anche il purè pronto in busta. Che è un abominio me ne rendo conto ma a volte le mamme giustamente non hanno tempo per schiacciare le patate. Il funghetto  è fatto sempre con il purè e ha il cappellino composto da un pezzetto di peperone rosso. Con l’aiuto di uno stuzzicadenti che si intingerà nella maionese si potranno fare le classiche “palline fungose”. Per i fiorellini generalmente uso le ostie. I classici fiori ornamentali composti da ostia che si usano in pasticceria. E’ sempre un bene tenerli a casa se si hanno nanetti puffolosi . Il fatto che io non li abbia è un altro discorso. Suppongo sia meglio tenerli in casa sempre e comunque.

(approfondiremo su Kodomoland molto presto!)

 

I Contest sono diventati un ottimo pretesto per condividere parole, sorrisi e chiacchiere con Cri e Cey. C’è da dire però che quando sono così belli e stimolanti fa proprio piacere parteciparvici nonostante io sia restia a questo tipo di aggregazioni. Solo ed esclusivamente per un motivo: non riesco a rispettare le regole. Date, iter da seguire, frizzi e lazzi. Per me divetta (s) oggettivamente impossibile. Però c’è di mezzo Cey, Cri (sì ti sto tirando  in ballo) e la Cuochina. Come resistere?

 Con questa ricetta partecipo al Contest de La Cuochina Sopraffina sponsorizzato dalla Guardini

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23 COMMENTS

  1. Il bello delle lumachine è che dentro nella loro casetta di portano dietro la meraviglia di quel che sono state e, seppur apparentemente lente (ma la relatività di questa lentezza è palese, sia chiaro ù__ù), continuando ad andare avanti, anche strisciando se serve e diventano lumache grosse ed eleganti (e chi sostiene che non lo siano se lo vedrà con me ù_ù), curiose e perciò intelligenti e grandi.

    Allo stesso modo, qualunque cosa diventerai Gì, portati sempre dietro Iaia e tutta una meraviglia che. Che ci vorrrebbe una casetta da lumachina grande così *faccosìconlebbraccia*. Occhei? :*

  2. mamma mia, tenera! Tenera che mi verrebbe quasi voglia di darti un morso. Di quelli piccoli piccoli che si danno alle pieghe cicciotte delle gambe dei bimbi piccini. Ecco.
    Ti voglio bene lumachina mia.

  3. Ecco. Scopro di essere anche un pò tua zia! Il piede ballerino mi fa molto ridere e se pensi che fino a qualche giorno fa meditavo su come fare ad uccidere il mio piede anarchico vuol dire che tu, tesoro mio unico, fai miracoli nella mia vita. Anche Hendrix, ormai, lo chiama piede ballerino. E il chinotto lo schifo pure io, per inciso!
    Ma veniamo alle lumache. Ovvio che non sono “liso” e quindi il Grande Mago non avrà problemi…anzi, prosciutto crudo e patate sono un cult. Sugli spinaci prevedo un pò di bagarre (ma si scrive così?), per il fungopeperonoso sono certa non opporrà resistenza.
    Al capitolo lumache devo palesare tutta la mia straprofondissima stima imperitura per queste bestiole. Tutta la loro vita sulle spalle e nessuna tana dove nascondersi se non loro stesse. Il massimo della felicità? Arrampicarsi su un muretto di campagna dopo la pioggia. E non serve loro altro. E mi sono sempre e tanto sentita lumaca anch’io. Ho sempre fatto il tifo per quelle di loro che riuscivano a scappare dai secchi e dalle buste dei simpatici avventori post pioggia…non io, io sono sempre stata solo una spettatrice!
    Veniamo al contest. Io che partecipo solo ai tuoi ghiveuei. Questo mi incuriosisce. Ma prima che io possa fare la ricetta, fotografarla e scrivere è probabile che parteciperò a quello di Natale 2015.
    Veniamo a te. Io leggo di te piccina. Delle sbarre della ringhiera da dove guardare il mondo. Quelle di casa mia erano strette e potevo stare seduta con i piedi penzoloni a guardare oltre. Quando qualcosa mi incuriosiva lasciavo “distrattamente” cadere giù una pantofolina o una scarpa. Era il mio modo di partecipare. Ringrazio mia madre che non ha mai brontolato e che mi comprava sempre pantofoline nuove da lanciare! E, sai Iaia, è vero, dalle nostre ringhiere abbiamo spiccato il volo!
    OK…ora però lasciatemi in un cantuccio a coccolarti un pò!

  4. Vedo tanto di me in quello che eri e che sei. Vedo tanto di me di quello che ero e che sono.
    Ho la sfortuna di venire da un paese in cui la lumaca è il piatto tipico, dell’antica tradizione. Non ho mai amato mangiarle, tante volte le ho prese e messe su una foglia verde fresca.
    Io non volevo essere come gli altri. Io non voglio essere come gli altri. Ero, sono, un po’ lumachina iaia.
    Ed è quel “po’ lumachina iaia” di cui vado orgogliosa, perchè mi fa vedere cose che gli altri non vedono.
    Ad esempio quant’erano magnifiche le scatole dei formaggini in cui tenere gli animaletti (ebbene, sì. Pure io.)

    Grazie per essere stata e per essere “un po’ lumachina iaia”

  5. Quando si cambia è bello scoprire che comunque una parte di se è sempre lì e non scomparirà/cambierà mai! ecco non cambiare! 🙂

  6. mi ero perso le lumachine????????????

    cribbio…..non si può!!! maledetta latitanza….

    p.s. sai che questo è l’antipasto perfetto per me vero????? ma anche primo secondo e terzo!!!! ehehhehehe…

  7. Giulietta dolcissima…sono di corsa, passavo giusto per darti un bacino, da me e dalla Sere…quindi ho guardato solo le foto delle lumachine…se non fosse che il prosciutto la mia bimba lo mangerebbe anche dormendo, questo è un ottimo modo per farlo mangiare ai bimbi….magari per le patate e le erbette verdi….ma la vedo dura…..
    Allora un baciottolo grande grande
    torno presto con calma
    Clau e Sere

  8. *.* oggi che m’ero scampata la lacrimuccia delle 12:12 ripubblichi questo post… Del periodo prima di conoscerti … ❤❤❤ io ovviamente non so che dire… Ma ti abbraccio e ti voglio bene …

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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