Cose che ho imparato durante il week end:
1. Lo smalto va rigorosamente in pendant con i decori cremosi; che siano cupcake o muffin poco importa.
2. Per realizzare gli abitanti di Gardengnome (.it) (fulgido esempio linkoso) occorre spirito di sacrificio. Del tipo: rinunciare all’ennesima fetta di anguria e lavorare sodo.
3. Per quanto sia assurdamente incapace di pianificare impegni e appuntamenti per la prima volta in vita mia ne ho uno e sono al dodicesimo cielo. Il settimo lo salutiamo allegramente.
4. Alla metro puoi finalmente entrare con la borsa e non con un ridicolo marsupio per quanto glamour possa essere. E sono cose importanti, insomma.
Comincio moooolto velocemente con la ricetta di oggi, perché una lunga giornata nanosa mi attende. Il Das ha la capacità di cementare in pochissimi nano (appunto)s econdi. Se qualcuno poi conosce un metodo diverso dal mio per rimuovere il das dalle mani non esiti a farsi avanti. Avrà la mia stima (per quanto possa valere) eterna.
Attualmente il mio metodo è il seguente: retina abrasiva con acido muriatico; suppongo però che potrebbe darmi giusto QUALCHE problemuccio (ucciouccio). Sono un’intuitiva per certi versi, lo confesso.
Ciancio alle bande (si dice così).
Pensare che prendevo sempre in giro mamma per la sua passione smisurata per le ceramiche di Caltagirone. Trovavo al limite del fastidioso quel ghirigoro unito a geometrie in una miscellanea di colori composta e rigirata da un pazzo psicotico e daltonico. Ero infastidita da tutti quei limoni e arance per non parlare dei fiori di zagara e bordature giallestre.
Mamma ha un problema non troppo celato con gli agrumi e in particolar modo con il limone. Non è difficile capirlo attraversando il soggiorno perchè troneggia un lunghissimo tavolo di cristallo tenuto da gambe di ferro battuto dove si attorcigliano limoni. Arrivando in cucina una varietà di piatti degna di un negozio di souvenir sovrasta il piano cottura. Un tripudio di limoni stilizzati e non a fare da contorno. Centrotavola idem, posacenere e giusto per non esagerare anche il servizio da caffè, the, camomilla, cioccolata calda e tisana rilassante.
I canovacci da cucina? sì. Le tovaglie cerate? sì. Le tovaglie ricamate? sì.
Quando ero piccola, avendo vagamente intuito questa passione, disegnavo limoni in tutte le maniere. Con la passione improvvisa del decoupage a venti anni? limoni. Con la passione di olio su tela? limoni. Con la passione della cera tedesca? Limoni. Con la passione dell’uncinetto e punto croce? Limoni.
Inutile dire che in casa si sono sempre mangiati tanti limoni. Il Nippotorinese, le prime volte in trasferta, mi osservava quasi come fossi un umpa lumpa proveniente da chissà quale paese mentre mangiavo quantità esorbitanti di limone con bicarbonato e sale. La vera sicula mangia a morsi il limone con impavidità e ci mette pure un chilo di sale. Ma se si vuole essere una sicula doc all’antica non si può certamente rinunciare al bicarbonato. Frizza tutto come il seltz al limone, drink per eccellenza catanese di cui avremo modo di farfugliare a breve e soprattutto rinfresca moltissimo.
Questa spremuta di ricordi e limoni perché?
Perché quando mamma mi ha visto arrivare con un servizio di piatti di ceramica di Catagirone, acquistati in questo Sicilian Tour, mi ha preso in giro per trenta minuti buoni ininterrottamente. Rideva senza riuscire ad emettere altri suoni dicendo “eh. cara mia. Prima o poi tutti ci cascano”. Confesso di essere stata influenzata da Alessandra. Quando mi ha reso partecipe della sua passione per le teste di moro, mi sono messa subito alla ricerca di qualcosa che potesse piacerle.
Girando attentamente tra gli scaffali mi sono resa conto che sì, non è affatto il mio genere, ma è pur vero che per qualche pietanza molto più casereccia che odora di antico e tradizione era assolutamente necessario qualcosa di diverso che non fosse minimalismo bianco quadrato o tondo e allora detto fatto.
Spacchettando i piatti e ridendone a crepapelle ho apprezzato quello che un tempo snobbavo e giudicavo lontanissimo da me, percependolo con sensazioni esattamente contrarie.
Sperando di non diventare una sessantenne che colleziona bomboniere e che le mette sul piano cottura, ho proceduto alla realizzazione di questo piatto stupidissimo ma gustoso e da proporre proprio in queste giornate che sono ancora estivissime. Ho usato ancora una volta i prodotti acquistato in viaggio: la buzzonaglia insieme ai filetti di tonno rosso in olio extra vergine di oliva.
Non contenta di questi due prodotti che di per sé potevano andare già benissimo, ho inserito anche dei tocchettini di tonno rosso freschissimo piastrato; per questo motivo l’ho chiamata, in preda a un delirio di onnipotenza,
la Pasta ai tre Tonni
La buzzonaglia la si trova sempre confezionata sott’olio e ha pezzi completamente intrisi di sangue e per questo molto scuri capaci di distinguersi e sembrare olive a tratti, mentre i filetti di tonno rosso in olio extra vergine di oliva sono così morbidi anche solo al tatto che mi sembrava quasi di sentirne la morbidezza e la bontà sotto la lingua.
Ho usato uno spaghettino finissimo, esattamente il numero tre della Barilla, solo per un semplice motivo (a parte quello di inimicarmi il Nippotorinese che detesta questa misura): perchè il mio Papà lo ama follemente. Quando faccio queste preparazioni, soprattutto la pasta, invito sempre i miei genitori così da poter avere anche giudici esterni; che poi siano totalmente inattendibili perchè mangerebbero pure cavallette fritte dicendo “amore sei bravissima”, credo sia un dettaglio da omettere.
Dopo aver cotto il filetto fresco di tonno rosso tagliato a tocchetti con un po’ di olio di oliva insieme alla buzzonaglia e al filetto sott’olio, ho messo tutto in una padella senza aggiungere altro grasso e ho fatto saltare lo spaghettino finissimo. Nessuna spezia per non deturpare il sapore forte e al tempo stesso delicatissimo di questo pesce spettacolare e il primo è servito.
Non vi dico che successo accompagnare il tutto con tartine al patè di Ricciola e uova di Tonno.
Bene. Mi catapulto ordunque nelle mie attività nanose augurandovi un bellissimo inizio settimana. Certo se siete qui è cominciato nell’esatto contrario ma tant’è *risataisterica*