Ricette Vegetariane e Vegane

Sono una Cuoca Matta che sforna Carboidrati


Il momento autocelebrativo di un’anziana donna che si commuove? Abbiamo pure quello.

Mi è stato segnalato da un mio prezioso amico che stamani su Rai News al minuto 3.20 di questo video (clicca qui per vederlo) si parla di una certa Maghetta, che viene definita la Cuoca Matta. Mi sento quindi in dovere innanzitutto di chiedere scusa a tutti Matti  perchè non meritano di essere paragonati a me che sono giusto un tantinello avanti nel percorso “follia” e non in ultimo ai miei amici Cuochi, che santapizzetta, stanno ancora dando fortissime craniate sui muri (uno su tutti Matteo  che urla ” una che mangia uva con la senape!!!!” )

Ringrazio pubblicamente,  però la gentilissima redazione di Rai News che inaspettatamente mi ha regalato, ed è innegabile, un momento di assoluta gioia.

Sta di fatto inoltre che, checchèsenedica, mi piacerebbe ribadire un concetto semplicissimo: a me non è importato nulla di finire tra le cinque miglior donne di Twitter da un punto di vista competitivo. Mi è importato al contrario l’affetto di chi nella totale incapacità di intendere e volere mi ha votato per la candidatura e come se non bastasse ha proseguito riconfermando la preferenza. E come se non bastassebastasse sabato mi ha addirittura applaudito sotto l’evidente abuso di zuccheri da pasta di mandorla.

Per dire che*qualcunocihaunfazzolettinopeppabore?

Un grazie infinito a Claudio GagliardiniRudy Bandiera e Davide Licordari. Non  come gesto obbligatorio in quanto organizzatori dell’evento, ma perchè gentiluomini che ho l’onore di poter annoverare tra le amicizie più preziose, qui. E spero un giorno: lì.

E lì l’anno prossimo ci sarò. Così, giusto per rovinarvi l’entusiasmo sin da subito.

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Il momento dei post in archivio accumulati ? Sì. Abbiamo pure quello. E si comincia, ordunque.

Ehi ehi ehi chi l’ha detto che in questa cucina non si faccia uso spropositato di carboidrati? E no.

Non ci sto proprio a passare per la salutista gne gne gne che beve latte di riso e si concede un pavesino con un pizzico di marmellata a Natale come massima espressione di affetto nei propri confronti!

E proprio non ci sto. Non ci sto proprio a passare come la salutista no fumo – no alcool che beve succo Ace Hero Diet 16 kcal per 100 ml mentre gli altri brindano con spritz e salatini con lardo di colonnata.

E sapete perchè non ci sto?

Un giorno ve lo dirò. E’ un segreto inconfessabile che a tempo debito sarà rivelato ma nel frattempo no.

Un inno ai carboidrati. Un post colmo di zuccheri capace di far collassare un mammut dalle epiche proporzioni. Spaventosamente affascinanti quanto Richard Gere appeso al contrario che studia lingue orientali in American Gigolò. E’ così che lo immagino il carboidrato.

Appeso a testa in giù. Riuscendo a sprigionare fascino e beltà anche con il sangue alla testa e la fronte corrugata. E non meno: riuscendo pure a ragionare. Io se metto la testa in giù per tre nano secondi non riesco a ossigenare per un tempo interminabile. Deambulando in stato di incoscienza per chissà quanto tempo.

Insomma l’elogio al carboidrato che mai ci abbandona nei momenti di tristezza. Quell’associazione mentale che ognuno di noi ha:

1. Quella volta che mi sono mangiata la focaccia con la cipolla fritta sulle scale della piazza mentre piangevo come una disperata perchè lui preferiva intraprendere la vita ecclesiastica piuttosto che stare con me.

2. Quella volta che ho fatto fuori due pagnotte da tre chili cadauna con venti kinder cereali e ridevo con il riso soffiato tra i denti mentre soffocavo tra le urla e i pianti. Lei aveva detto che non ero una buona amica.

3. Quella volta che mi si è slogata la mano tanto ho arrotolato spaghetti con il ragù di tutti i cinghiali dell’allevamento dei nebrodi. Non mi entravano i jeans.

Insomma ognuno di noi no?

Il carboidrato è American Gigolò, sì. Lo pagheresti fino a prosciugare il conto e l’eredità tutta della generazione a venire, per passare una notte con lui libera dall’impegno delle calorie. Dai doveri che le tabelle nutrizionali ti impongono. Mandando al diavolo quegli stramaledettissimi cinquanta grammi.

Settecento, come minimo. Voglio farmene settecento. Perchè il carboidrato è caldo, soffice. Riesce ad abbracciarti e avvolgerti. E’ un ottimo materasso sui cui dormire sogni facili. Dove potersi girare e trovare sempre morbido. Mai duro. Senza catene proteiche dure e muscolose. Molliccio, mellifluo, meravigliosamente tondo e tenero.

Ed è spaventosamente caldo. Per contrastare tutta quella freddezza, riesce ad avvolgerti e riscaldarti, non soffocandoti d’estate.

No. Io non ci sto perchè conosco il carboidrato e lo amo.

Amo l’odore e la sensazione di spezzare il pane e soffiarci su gridando “ahi ahi” quando il vapore ti arriva direttamente in volto. Ben conosco la sensazione dell’olio sul pane caldissimo. Quando te lo avvolgono nella carta marrone e lo conservi dentro una busta. Dentro una macchina. Dentro una famiglia. Dentro una vita.

E poi vai nella casa al mare. E’ l’ora di pranzo. Mamma non ha cucinato nulla ma si è fermata “Al pane condito”, mentre rido e dico “ma c’è il dito dentro?”. Sono piccola.

Essendo quella che sono da sempre. Afferrandone pezzi generosi e mordendo avidamente fino a farmi colare l’olio ovunque. Da tutte le parti.

Ridendo. Fortissimo e implorandone ancora. E ancora. Con pezzi di salame e prosciutto crudo dentro. Con la mortadella c’è?

No. Io non ci sto perchè parlo con cognizione di causa. Io so. Molto più di quanto si creda.

Non guardo affatto il cibo con diffidenza. Non sono affatto gne gne gne. Non sono mai stata la signorina secca che si siede davanti al belloccio di turno dicendo “per me solo un’insalata”.

Anche perchè io con i bellocci di turno non sono mai uscita.

Io del carboidrato posso parlare eccome. Posso sguazzarci nel carboidrato. Inventare storie nate tra pezzetti cadaverosi di ragù con pomodori di pachino ridotti in salsa. Posso far saltare melanzane untissime in aria e raccontarti i segreti più nascosti.

Davvero posso.

Perchè io con il carboidrato ho una relazione fastidiosamente violenta come immagino possa essere quella di due innamorati veri e pericolosamente passionali. Gli stessi che si sono abbandonati alla vita dandosi alla droga. Tra percosse, guarigione, debolezze e prese di posizione.

A me appartiene geneticamente il carboidrato e quindi no. Non è vero che non posso parlarne.

Io posso parlarne eccome e molto meglio di chi sostiene il contrario.

Anche oggi delle foto random di archivio, pronte a testimoniare che qui ci si dà sotto come belve impazzite. Che poi non sia io a farlo ma il Nippotorinese è un discorso diverso.

Perchè al momento io e il mio innamorato carboidrato siamo in una pausa di riflessione ma questo non significa affatto che l’amore sia finito.

I bagel li avevo  già preparati per il Giorno della Memoria. Ha un non so che di rilassante vederli emergere dall’acqua bollente. Fissare la sfida contro la forza di gravità. I bagel ce la fanno. Riescono a toccare il fondo con la loro naturale pesantezza ed allo stesso modo emergere. Stupendoti. Serviti con chutney, conserve che odorano di ricordi e pensieri chiusi, sono perfetti. Il salmone affumicato o qualche salume prezioso arricchirà una goduria profonda. Mi piace confezionarli. Impilarli. Infiocchettarli. Mettere dei messaggini indirizzati a chi li riceverà. Mi piace imbottirli, curarli e congelarli per un tempo migliore.

Per un tempo che verrà.

Il Tonno come il Pesce Spada ben si sposa con le mandorle tritate e i pistacchi freschissimi di Bronte. Far saltare tutto insieme per poi innaffiare abbondantemente giardini di pasta che siano di kamut, farro, integrali o grano duro. Trascorrere le vacanze lì. Sedute su distese di pizza a osservare tramonti di erbe aromatiche con nuvole di olio aromatizzato alla menta.

Disegnare su pizze le facce con le quali hai condiviso serate, ricordi e vita non fa affatto tristezza. Sono rimasti così. Sono due olive per occhi, un wurstel per naso e un peperone per bocca. Sono ricordi trasformati su pizzette giganti che grazie al cielo non sono boomerang ma frisbee. Li lanci e via.

Ciao. Tante belle cose. Ti ricorderò ma a modo mio.

Per i più piccini basta davvero pochissimo e a ben pensarci vorrei avere un figlio solo per questo. Per l’altro resto suppongo di no.

I calzoni con pistacchio, gorgonzola e speck sono una prodezza recente che è riuscita a lasciarmi piacevolmente sorpresa.

Non è così difficile imbottire una parte consistente che è venuta dal nulla per poi riscaldarla. Non è così difficile lievitare estraneandosi da una realtà che ti infastidisce.
Mi piace vederlo arrivare stanchissimo con la sua borsa che contiene fogli disordinati con in mezzo bigliettini scritti da me. Puntualmente non li vede. Puntualmente glieli faccio notare. Puntualmente ridiamo.

Mi piace aprire la porta e fargli trovare la serata giapponese. La serata cinese. La serata spagnola. La serata del calzone. Che poi dedichiamo a Brunetta guardando il telegiornale semplicemente togliendo una elle e aggiungendo una zeta.

Il trito di noci contrasta con la morbidezza del gorgonzola e i pistacchi riescono a darti quel senso fastidioso di croccantezza che altrimenti non si avvertirebbe con la sofficità e la morbidezza del gorgonzola colante e ustionante capace di farti provare la voglia di farci la lotta dentro.

Le zucchine crude sono fortissime e potrebbero infastidire ma non se tagliate a listarelle sottili, mentre c’è solo voglia di distendersi su di un prato e guardare il cielo. Vedi pesci spada saltare in una salsa di pomodori in tutù e si mischiano. In coreografie di padelle. Zucchine croccantissime crude vedono loro due. Si uniscono alla danza quando stremati ma non troppo corrono a riposarsi su quegli stessi prati di pasta di cui sopra.

La Bottarga è la tonnara di Portopalo. Quella dove ho preso l’insolazione per la quinta volta mentre papà con la maschera e il tubo prendeva enormi polpi. Con i suoi pantaloncini blu. Con il suo corpo perfetto da atleta. Con mamma sotto l’ombrellone. Lei mi rimpinza di pane con la frittata mentre papà dice che sarebbe meglio una mela. Noi tre sotto un ombrellone. Una tonnara. Noi tre per tutta la vita. Per la vita. Per questa e per quelle che verranno.

Noi tre in quel microcosmo costruito tra fragilità e disequilibri. Tra vittorie e mai sconfitte perchè è l’amore che non ti fa perdere mai. Poi torni a casa e senti “Fernanda mi fai un po’ di pasta con pesce spada e bottarga?”. Lo vedi sbriciolare su. Lo guardi. Ti vedi. La guardi. Ti vedi. Si guardano. Mi vedono.

E’ la pasta con il pesce spada e la bottarga. E’ un giorno d’estate il 29 dicembre. Perchè è sempre Estate qui da noi tre.

E poi l’ho fatto. Ho fatto il grano con il melone e il prosciutto crudo perchè proprio mi andava di metterci del mio. Di ridere. Di far strabuzzare gli occhi. Di offendere il grano integrale biologico. Una preparazione simile al risotto ma usando il grano. Con pezzi di melone cantalupo e prosciutto crudo di Parma. E mentre quel grano si tostava pensavo a me.

Solo a me. Al mio ironizzare sulla mia incommensurabile incompetenza e sciocchezza. Solo a me. Al mio sottovalutarmi continuamente non per cercare sicurezze ma semplicemente per mostrare che non bisogna mai accontentarsi. Che si può avere tutto. Se lo si vuole. Tranne vivere per sempre; non è concesso.

Ma forse neanche quello. Si può vivere per sempre sì. E far rivivere.

Se riesci a vivere con te stesso. Se riesci a perdonarti di preparare grano con melone e prosciutto che non mangerai.

Se riesci a perdonarti di desiderare carboidrati ma punirti non toccandoli perchè te lo meriti. Perchè meriti di soffrire.

Perchè un giorno sarà diverso.

Io quel giorno lo sto aspettando.

E fino ad allora ne parlerò quanto mi pare e piace. E sognerò di addentare panini con una bionda rock che indossa vestiti con fiocchi.

E visto che qui non si sta con i nani in nano sulla rubrica di Halloween ci sarebbe una ricettina velocissima dei tartufi piemontesi in una versione ragnosa.

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43 COMMENTS

  1. Ma li mio cervellino continua a fare toc toc: “ma quindi mi sono persa una tua performance visiva?” Cioè tu hai videopostatomessaggiatovideato e io non ho visto nulla?
    Ho capito bene? (LINK SE DEL CASO. O ti ammazzo il nano ) -> io esaurita senza Giammy =_=
    Comunque veniamo a noi!
    1) Come già detto più o meno ovunque. CUOCA è RIDUTTIVO.
    2) Come già scritto (ammappa quanto sono ripetitiva come gli anziani) nella mia testa bacata twitter è un modo per messaggi are con l’etere non un ponte per mondi (ogni riferimento ai 12 progetti è assolutamente voluto). E quindi preferivo vincessi per altro. Però mi sono informata, ho indagato e valutato. E aimeh (mio giudizio discutibilissimo chi sono io?!) vedo che poi alla fine arrivare in cima della scalata dei blogger e twitter sono i soliti noti dove dietro c’è gente che poi alla fine ci lavora, non gente spontanea. E allora rimangio quello che ho scritto DOVEVI VINCERE TU. No perché queste cose mi mandano in bestia. E normale che se uno spende tempo, denaro e professionalità riesce ad arrivare ed essere seguito da più persone. Ma speravo che almeno sul web si facessero largo persone normale. Questo era un tempo il mondo dei Blog e dei Blogger e RIPETITIVA FINO ALLO SVENIMENTO. I blogger VERI sono pochi e non se li fila nessuno.
    Quindi concludo:
    Se tu
    a) sei te medesima con annessi nani, conigli, forni e dolici
    b) non c’è dietro nessuna fantomatica società o pre-esperienza nel web, design o qualsiasi altra diavoleria di digital PR, marketing
    IAIA REVOLUTION e l’anno prossimo non solo vai in quel di Riva del Garda MA VINCI, PRENDI IL PREMIO LANCI IN ARIA NANI DA GIARDINO E GRIDI A PIENI POLMONI “CE L’ABBIAMO FATTA”. Si perchè sarebbe allora una vera condivisione di massa di gente che scrive, fotografa, cucina PER SE prima di tutto e poi ama condividere con gli altri.
    Si lo so mi sono scaldata. Ma ce l’avevo sulla punta della lingua da venerdì e non trovavo il luogo adatto dove rovesciare la mia frustrazione.
    Si vado in castigo.

    Buonanotte

    • Ahem sto riuplodando il video perchè non sono riuscita caricarlotuttufftroppocasino (sono dal touch e non so scrivere santocielo. domani dalla tastiera facciomegliooalmenospero)
      però avendoti letto e volendoti augurare buonanotte anche io ti dico solo:
      digitalpierresocietaà *_* ?!?!

      ahemmaffigurati.
      ma smettila e abbracciami.
      Purtroppo c’è gente qui che mi ha conosciuto. E sono purtroppo una. senza amicizie importanti e.
      Ho sempre giocato per me e solo per me. Disegnato e scritto . Per me e solo per me.
      E continuerò a farlo.
      Esclusivamente permesoloperme.
      E’ l’unica terapia del sorriso che conosco :*
      Un bacio cucciolotta. A domani :*
      odioiltouchperòòòòòòòòò

      • Intravedo Vimeo! Video c’è ma io devo dormire!! Cioè io sarei una piegata responsabile me pagano pure !!!=_=

        Domani per colazione lo vedo!!!

        Ps. Io faccio fatica con il pad il phone il tast il touch e pure con il bla bla

        Ps2 perché porca puzzola farcita non resto lottate se mi riconosce (sto chiedendo a te ipaddara evoluta)

  2. Torno ora dalla piscina… in un momento di follia totale ho deciso di iniziare un programma di ristrutturazione fisica che mi consenta di tornare ad essere il fascinoso acquario del forum (aka -5 anzi -6 kg…)

    Quindi, cara la mia pezzodistella, stai preoccupata… 😉

    Veniamo a noi.

    1. se non mi chiami questa settimana uccido tutti i nani e mi faccio tutti i conigli in salmì
    2. se non mi chiami questa settimana vengo giù con la giuliettageitidiemmetuttoattaccato, mollo la bionda al pelato e ti rapisco (ad Acicastello e Acireale non ti posso portare, trattiamo su Taormina? Vorrei rimanere a portata di don Turi e donna Nanda. O vogliamo fare Ortigia? con tanto di cartello “Si prega di non sostare davanti alla porta. Malgrado, chiameremo i vigili”)
    3. se non mi chiami questa settimana la maledizione del coniglio nanoso e del nano coniglione si abbatterà inesorabilmente su di te, incrinando le lenti di tutti gli obiettivi, mandando in tilt tutti i microprocessori, i sistemi operativi, i dischi rigidi e le porte USB di TUTTI i dispositivi fissi e mobili (includendo aifone, aipad, piccì, mecbuc, aimec, galacsi, stampanti, tavolette grafiche, maus uairless ecc ecc ecc come arduer, e aioes4, oesics, vista, sette, icspi, android ecc ecc ecc come softuer) (prego notare la perfetta scrittura inglese, anzi inglisc)

    Detto tutto ciò, come ho già detto su tuitter “Cuoca matta” mi pare un capolavoro di understatement… Perché limitarsi a “matta”? E perché limitarsi a “cuoca”? Passare dal the matcha alla saga del carboidrato è un capolavoro di lucida follia, una cosa appetto della quale Nicholson in Shining è un dilettante… Maghen, tu hai la luccicanza…

    E quant’è vero iddio, l’anno prossimo convincerò Rudy a candidarti “de iure” nelle TILF!!!! 😀

    Quantutevogghiubbbeni….

  3. Che bel post. Che bello ricordare l’olio sul pane caldo. Cose così semplici, famiglia, ricordi. Avvolti nei sapori, nei profumi.
    Arriverà il giorno in cui potrai. Arriverà il tuo equilibrio.
    Ne sono sicura :*

    E grazie sempre per i vortici di parole ed emozioni che regali condividendo quel che sei.

  4. E fino ad allora ne parlerò quanto mi pare e piace.

    d’altronde sei matta, è giusto che tu faccia quel che vuoi.
    per la felicità di buona parte di noi che ti leggiamo (e l’altra parte…salcazzo*)

  5. ma quel tipo che ha scelto la carriera ecclesiastica, ora cosa fa?

    Carboidrato è un suono bomboso e potente. Ti fa venire in mente il carbone, il carburatore, insomma, tante cose nere ma chissà perché, quell’idrato finale riesce ad addolcirlo.

  6. e finalmente il video!!!!!! lo aspettavo da giorni!!!! solo che sto a lavoro quindi l’ho visto sogghignando e trattenendomi 😀
    io adesso però ho tanta fame…e di carboidrati ovviamente…sai qual’è il mio ricordo carboidratoso d’infanzia più caro? pane e pomodoro. fetta di pane freschissimo (con la crosta croccante), pomodoro fresco a tocchetti, sale, pepe e taaaaaanto olio 🙂 ci facevamo merenda quasi tutti i giorni, era la mia preferita…oddio anche il formaggino spremuto sui crackers non era male, ma pane e pomodoro si porta dietro pomeriggi assolati, palloni, Barbie, biciclette, ginocchia sbucciate, amiche perdute e ritrovate.
    spero di essere ancora qui il giorno in cui sarai di nuovo amica del carboidrato: festeggeremo insieme con una bella fetta di pane e pomodoro, ti va? ti abbraccio forte forte 🙂
    ps. posso avere la ricetta dei bagel? mi attirano un sacco…

  7. ecco e poi sto pure sbavando con la pasta alla caponata.
    giugno e la sicilia sono vicini Valentina
    giugno e la sicilia sono vicini Valentina
    giugno e la sicilia sono vicini Valentina
    giugno e la sicilia sono vicini Valentina
    giugno e la sicilia sono vicini Valentina
    giugno e la sicilia sono vicini Valentina
    giugno e la sicilia sono vicini Valentina
    ooohm.

    • Cmq mi sto stressando a non riuscire ad avere il mio ANVATAR personalizzato ma un cacchiolissimo disegno bianco su sfondo blu. Io non le so usare queste cose. Ma un giorno, un giorno ce la farò.

      I must be brave.

  8. Visto insieme al Giammy(che è tornato con il freccia rossa delle 20.30 yuppy a yeah!! Solo che domani se ne va a ……ffffffff)

    Il Giammy ha detto: “ma è Ally MC Beal!!” e poi è uscito in balcone…
    E da ricerca veloce…. http://www.film.it/fnts/televisione/immagini/278×182/calista02.jpg
    Mi sa che ci sta!!!

    La mia di domanda è più banale”ma il trucco fa tutta sta differenza? No perché a me per niente!! Devo fare un corso!!” (anche se per me sei più bella al naturale!)

  9. Pura luce che squarcia le tenebre: ecco cos’è il tuo post… A tratti addirittura così abbagliante da costringere a socchiudere gli occhi… tale l’impatto delle verità che condividi! E sono certo che tu faccia questo per lanciare un chiaro segnale a tutti i sostenitori di quello che secoli fa era il “panem et circenses”, ovvero pane e giochi per sedare il popolo, ed oggi è diventato: “Panino dal McDonald’s e Calcio!”. Leggi tutto su-> http://mondocineroma.wordpress.com/2011/10/05/panem-et-circenses-no-panino-del-mc-donalds-e-calcio/

  10. ahhhhhhhhhhh ora ho capito perchè mi hai cancellato da feisbuk………perchè ora sei famosa!!!! vabbè mia cara…..ti saluta il tuo EX addetto stampa…….

    • tu sei e rimarrai sempre il mio addetto stampamicosinceropatatosocuccioloso.
      E finiscila di dire scemenze.
      ho cambiato numero e te lo devo dare.
      e ho perso iil tuo indirizzo.
      noncelapossofare.
      ma ti voglio bene.
      ecco.

  11. ahahahahahahahah semplicemente fuori di testa. Tu sei una criminale a farmi ridere così in ufficio. Se mi licenziano sarà colpa tua e ti toccherà ospitarmi e mantenermi.

  12. Io anche se tu mangi l’uva con la senape, le castagne con il limone, i tarallucci con lo strutto e le nocciole con la colatura di alici ti adorooooooooooooooooooooooooo….

    E poi lo sai che un vero cuoco è solamente un bambino che gioca a fare un lavoro da grande… e come ti ho detto mille volte la tua passione in tutto quello che fai si riversa pure in cucina… quindi si.. tu sei una CUOCA… un pò fuori dal comune… è vero.. ma pur sempre una CUOCA… :*

  13. Applausi, applausi, ora fiori, fiori!!!! Siiii, viva IAIA la cuoca matta!! Sono stra-felice per te baby, te lo meriti tutto questo riconoscimento! Il video mi ha fatto venire la pancia a tartaruga da quanto ho riso… Compliments!

  14. […] Rainews ci ha visto lungo e la Cuoca Matta mi piace sempre più. E’ un identificativo che sta prendendo piede  e che rimane per me davvero un bel gran complimento. Su twitter stamane mi hanno informato che ieri al Tg2 in un servizio sugli IOS5 mi hanno nuovamente nominato con tanto di avatar e pagina twitter con foto. In queste occasioni se lo riveli fa cheap. Se non lo fai fa snob. […]

  15. Mi hai fatto commuovere con questo post. E’ bellissimo!
    Hai ragione su tutto. Il carboidrato morbido, odiato, buttato, digerito, sputato, grasso, buono, profumato, saporito… lo si ama per forza. Ma ce lo si nega, come per infliggerci una punizione. Non me la merito e non te la meriti, Giuli. No, non te la meriti. Perchè dovresti? Non dovresti…

    Un abbraccione forte forte e buona nanna!

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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