Ricette Vegetariane e Vegane

Giuggiole crescono e puntini si uniscono

E poi dicono che non mi fermo mai. Ieri ad esempio per dodici minuti sono stata così. Da troppo tempo il mio facciotto pallido non compariva e così giusto per rovinare il week end allego diapositiva. Sorridente e ilare come sempre, abbigliata con colori vivaci e allegri sprigiono letizia da ogni poro e tassello di mosaico. Perchè non è il bianco e nero della foto. E’ proprio bianco e nero. E’ divertente notare come tutti credano che io, viste le mie passioni, mi abbigli in maniera stravagante e coloratissima e infonda giovalità. Più volte sono rimasta atterrita dall’immagine che si ha di me. Saltellante, colorata, divertente e anche un po’ kawaii tipo le bambolotte gotiche in quel di Tokyo. Lo shock visivo di vedermi pallida e di nero abbigliata deve essere un duro colpo, mi sa.

Qui Max, Giuli e Vale, possono pure testimoniare che sono un tantinello antipatica e sorrido poco.

Per questa domenica di ozio e di grande autocriticità  propongo un dolcetto cioccolatoso facile da realizzare e in una versione inconsueta perchè generalmente tutto è tranne che intriso di cacao. E chissà che un sorriso non ci scappi.

Il pain d’épices ( pain d’epices? insommaquellarobalì) mi ricorda mio zio. Particolarmente fissato con l’alimentazione sana, dopo abusi di ogni sorta, divenne all’interno della mia famiglia un emarginato.

All’epoca veniva guardato con sospetto anche da me. La decisione di dare merendine di farro e farina integrale negli anni novanta ai miei cugini viene ricordata come una delle peggiori mosse all’interno del mio nucleo familiare. Sì, perchè la maestra chiamò con voce preoccupata: “Salve Signor ziodimaghetta, volevamo informarla che suo figlio ruba le merendine ai suoi amici. Credo che la barretta di crusca sia poco indicata quando gli altri mangiano panini con la mortadella, arancini con il ragù e tavolette da otto chili di cioccolato kinder con cucchiaiate di nutella”.

In effetti la cultura alimentare sicula, si converrà con me, insegna che l’arancino alle dieci del mattino non è mica così pesante e in fondo un panzerotto alla crema può fare pure da apripasto per le diecimila calorie a seguire belle grondanti di colesterolo.

La barretta di crusca non fu una genialata e si risparmiarono ignati e innocenti bambini soggetti alla violenza da crusca accumulata del mio cuginetto; un giorno prese in ostaggio anche una bimba. Fosse stato per guardare sotto la gonnellina sarebbe partito il ceffone e il sermone ma .

A mio cugino interessava sì vedere cosa ci fosse sotto la gonna, a patto di trovarci un panino perchè la fame era NERA; povero ragazzetto. 

Zio mangiava il pain d’épices. Ora nulla di strano, verrebbe da dire, in un contesto familiare-culturale-regionale “normale” ma in Sicilia il pain d’épices lo mangiava, oltre che un qualsiasi umano incapace di intendere e di volere, una persona non dotata di gusto o in uno stato terminale.

Vuoi mettere un bel cannolo? mappperfavore. Quale pandepisepandepis. Il cannolo. La cassata. Il diplomatico. La raviola strafritta con la ricotta!

Ma non il pain d’épices. La prima a storcere il naso ero io davanti a questo mattoncino marroncino un po’ insignificante e l’idea delle spezie non mi allettava per nulla. Ero giovane, stupida e anche un po’ (eufemismo) prevenuta.

Con il tempo ho avuto modo di ricredermi e capire che quel santobenedettopandepis in realtà nascondeva meraviglie e che lo zio era dotato di un buon gusto inaspettato. E che comunque mio cugino necessitava di un panino con la mortadella a prescindere.

In questo fast post odierno vi è una versione del Pain d’épices al cioccolato. Non tanto per snaturare una ricetta al quale non giova assolutamente questo onnipresente ingrediente quanto il fatto che la rubrica Chocolate scarseggia qui e io devo e voglio, soprattutto, rimediare.  Per la gioia del mio papà e la disperazione del Nippotorinese, che gradisce molto di più le elaborazioni fruttose, si sfornano robe cioccolatose. Ed è giustappunto la volta di questo sapore speziato con la farina integrale e lo zucchero di canna. Questa consistenza panosa ma al tempo stesso morbida che serve, come se non bastasse, da profumatore di ambiente. E’ incredibile come tutta casa diventi un’enorme confezione di pain d’épices e come l’umore cambi dopo la prima annusatina fugace. Perfetto per l’ora del the ma anche per colazione, se accompagnato con qualche nuvoletta di panna fresca montata sul momento e qualche scaglietta di cioccolato riesce perfettamente nell’intento: fare un viaggio su una nuvoletta.

La ricetta del Pain d’épices al cioccolato la trovi cliccando qui

Una mattina dura mi attende. Aggiornamento a IOS5 di tutti i dispositivi Apple in casa, che mi vergogno a constatare, sono troppi. Tra chiavette e Air che volano si litigherà allegramente con il Nippotorinese che dovrà sorbirsi me, le mie cinquemilafoto sull’iphone e le centinaia di applicazioni (inutilizzate e acquistate). Ascolterò sermoni su quanto sia bello possedere solo le cose che occorrono. Ascolterà il sermone su quanto mi importa praticamente nulla della sua insulsa opinione e che lo tengo in casa solo perchè conosce sei lingue, fa bene il caffè e ripara i miei aggeggi. Una domenica d’amore e gioia, proprio come tutti la immaginano.

E. Il sedici ottobre è il compleanno di Giusi, la mia cuginetta. Giusto per ricordarle che la amo. Beh, Giusi. Ti amo. Auguri, piccola.

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33 COMMENTS

  1. il pain d’épices si mangia prima con il naso. Mmm…che buono. Quasi quasi mi fiondo in pasticceria ma temo che sia difficile trovarlo

    • A me piace moltissimisssimissimo quello del biologico. Credo sia della finestra sul cielo (che amo) . E’ talmente buono e *Sviene

      E quel profum…*sviene di nuovo.

      Potremmo andare insieme a prenderlo e fare un po’ di giri in rotonda spernacchiando.
      che te ne pare ?

      • buona idea. Io poi lo lascerei anche in auto, così diventa tutta profumata (*non svenire), meglio dei tanti arbre magic. E il profumo resta a lungo, così a lungo che ti verrebbe voglia di restare in auto tutto il giorno

      • l’unica cosa a cui penserò tutto il giorno è a quale profumo vorrei.

        melone no. perchè l’arbremascic al melone proprio no.
        pur credendo fortemente che il più terribile sia il cocco. E ne ho le prove.
        Ma .
        tu che fragranza sceglieresti?

        (e se proponessimo fragranza pandepis? *sviene)

  2. Il pan d’épices sta a sicilia come cornetto alla marmellata sta a sicilia? Ho colto l’analogia?
    E no. Non sei antipatica e non è poi così vero che sorridi poco,certo il broncio che si trasforma in sorriso è il tuo forte. E no,credo che siano stati due minuti quelli in cui non hai sorriso quando ti ho conosciuta,due minuti ma che noi c’eravamo. E quindi si sorride dopo. E poi diciamocelo,a noi pallide il nero sta bene suvvia 🙂 e i colori stanno bene a tracciare linee su fogli.
    Auguri alla tua cuginette e pat pat sulla spalla al nippocoso per l’aggiornamento 😀

    • Credo che sia l’esempio più calzante trenta denari che potessi fare.
      E quindi i miei compliemnti signorina stella (gelmini? fai tunnel anche tu?)

      Stiamo ancora aggiornando.
      ti dico solo questo.
      mai più.
      mai piiiiiiùùùùùùùùùùùùùùù

      • se tu avessi acquistato ora non avresti bisogno di aggiornare, sarebbero già con iOS5 no? butta tutto e ricompra, te l’ho detto.
        Se mi dici ancora Gelmini giuro che vengo lì, ti do fuoco a tutte quante ‘e cose e poi do fuoco anche a te. Cielo ti voglio bene, ma. Ma. Ma ti faccio mangiare 45 cornetti alla marmellata. Ci siamo capite? si? 😀 se potessi fare tunnel ne avrei già fatto uno che arriva a Catania solo per darti una mazzata, e un abbraccio si. ma prima la mazzata 🙂

  3. …ti volevo solo dire che leggo, guardo.

    Solo sono tornata sul mio albero e ti osservo da li. Quando il tempo è cambiato definitivamente tornerò giù e forse ricomincerò a pasticciare con le parole.

    In fondo non ti dimenticare mai che sono una gatta e quanto il vento cambio ho dei disturbi di equilibrio mentale!

    • Sara a me interessa che tu stia bene.
      Che non sia mai un obbligo comunicare con me. Sono ailurofobica ma spesse volte sono stata definita una gatta nelle relazioni umani.
      Tendo a fuggire. Avvicinarmi. Scomparire e apparire. Forse per questo sono diventata ailurofobica. Perchè il mio più grande nemico , ho capito con il tempo, sono davvero me stessa.
      Quindi quando avrai voglia di scendere dall’albero e giocare con me sarà esattamente come l’ultima volta.
      Non giudico mai proprio perchè pretendo di non esserlo.
      Ognuno ha un suo percorso, delle problematiche, oscurità e luccicanze.
      CHe nessuno può comprendere a fondere. Ci sono scelte e per tali vanno prese e rispettate.
      Non ho mai chiesto spiegazioni ad amiche, conoscenti e parenti . E per questo sono passata sempre come “quella che non se ne importa”.
      Non ho mai chiamato per prima o disturbato qualcuno . E per questo sono passata sempre come “quella che non ha mai bisogno di nulla”.
      In realtà la mia maniacale discrezione e rispetto per la vita e le azioni altrui mi fanno passare spesse volte (leggi : sempre sistematicamente) per l’esatto contrario di quella che sono.

      Insomma.
      Spero solo che sull’albero tu stia bene. Perchè il contrario potrebbe dispiacermi.
      Per quanto riguarda il resto sai che qui un’amica, seppur nel limite del termine, ce l’hai .
      Un bacio grande.
      A te.
      Peppina e Giammy *:

  4. Posso testimoniare cosaaaaaaaaaaaaaa???
    Ah ma allora non l’hai letto il resoconto a quattro mani… che giusto me lo sono riletto ieri ché ho dato il link a Lina che se l’era perso…
    Se vuoi che ti dica l’impressione che mi hai fatto (o meglio che te lo ribadisca, visto che credo di averlo detto già un numero di volte incalcolabile), ebbene sei esattamente come ti immaginavo, solo un po’ più alta. Il ricordo più intenso è quello dell’abbraccio prima di andare via, e ricordo la piacevolezza e la leggerezza, e la stizza per la bionda che ti aveva (quasi) monopolizzato (ma ascoltavo eh… facevo finta di chiacchierare col nippotorinese ma ascoltavo! :D)
    Quindi se devo rendere testimonianza a questa corte posso dire che maghetta aka Iaia è travolgentemente simpatica esattamente come nel blog. Un filo pallida, questo sì. Ma contrasta con il corvino dei capelli e quindi va bene.

    PS il pane de’ pis to’o magni té e quelli da’a palazzina tua! Io me magno er cannolo

    PPS tutti bene per fortuna, Giulia è a Berlino ed Elena è stata impegnata in un babysitting per l’intero pomeriggio, e meno male altrimenti ci sarebbe andata…

    • Io non solo l’ho letto ma l’ho imparato a memoria e al blindato rido come la prima volta e mi commuovo esattamente nei punti dove mi sono commossa (ovvero tutti lettera per lettera).
      Il problema però è che tu devi reggermi il gioco.
      Dobbiamo sfatare questo mito che sono dolceallegrasimpatica MAxettinomio. Perchè il mio lato antipaticorompiscatolegnegnegne emerge troppo poco e poi quando lotto per un “mah” tutti pensano che siano le caldane della menopausa.
      E ora scusa ma ancora rido per teelapalazzinatua. anche perchè è come se sentissi la tua voce dirlo.
      e rido più forte.
      ( ci rifaremo la prossima volta patatinodimaghettasua. Prima stavo organizzando dei post della settimana e stavo giusto raccontando di te)

      (e. per ieri .quando ho visto in tv ero senza parole. L’argomento è scottante e io credo di non doverlo neanche cominciare. Ho rischiato una litigata feroce con il Nippo ripercorrendo di nuovo quello che è successo al g8. E compagnia bella. Meglio che taccia a riguardo perchè mi riscopro improvvisamente violenta e annebbbbiata da opinioni a quanto pare tutto fuorchè diplomatiche, come mia abitudine)

      (a diplomatiche qualcuno dalla regia ha riso mi sa. e pure pasta. e pure la smetto)

      tanti baci ma proprio tanti :*
      ma tu la domenica che fai? adesso? vai al cinema? perchè se sì si potrebbe vedere lo stesso pilmmmmmm

      • Volentieri per il pilm omologo ma niente coreani sottotitolati in giapponese eh?
        Voglio andare a vedere l’ultimo di scionpenn dev’essere bellissimo

        Litigare per un mah non significa essere gnegne. Significa battersi per un principio. E da una che salta sul comodino quando fa un’affermazione io me lo aspetto, che si batta per un principio! (ah per inciso i commenti non li ha cassati, sono ancora tutti visibili… ma hai fatto bene a rimetterli non si sa mai) (e ti ho detto che è su feisbuk? un attraente quarantenne informatico…)

        I baci sono piùcchericambiati!

        (ma lo sai che io e Carla li chiamiamo pilm con la p? niente accade per caso, lo dico sempre…)

      • e l’ho detto che bionda mi piace un sacco.
        ma che dico un sacco.
        23’420942304820349204824 milioni di sacchi ( di pistacchi)

  5. wordpress mi da problemi a commentare oggi.
    uff.
    pecchè?
    scrivo un commento trenta volte e poi lo perdo.
    sodueoreeorasicancellapurequestoooooooooo

    • Prima di uscire fai Ctrl-A (Mela-A sul Mac) e Ctrl-C (Mela-C). Così se non te lo pubblica ce l’hai nella clipboard…. lo faccio sempre col blog di Rudy che mi va sempre in timeout

  6. Devo dire che ho avuto un bel periodo dove volevo che mi si notasse e quindi giravo con colori che sembravo un hippie iperconcentrato con il mio completo sciarpa guanti e cappello arcobaleno. Di nero mi vesto quasi come se fossi un ladro, quando non voglio farmi notare e stare un po’ tra me e me. M’hanno pure additata come…..comunista (e qua risate a crepapelle per l’accoppiata arcobaleno=comunista)

    Ora è la prassi vestirmi di nero. Stando con uno che si veste sempre di nero risalto sempre anche solo mettendomi una maglietta verde militare XD

    E io voglio vedere il tuo broncio, e il tuo sorriso e il tuo pallore. Eperdincieperdiana anche il pain d’épices al cioccolato.

    ah. e mi rivedo tanto nel cugino che rubava le merendine. Io non le rubavo…ma mi sentivo tanto triste. Tutti a mangiare patatine o merendine o focacce…e io con una mela a merenda. Dal lunedì al sabato. Per nove mesi. Per tanti anni scolastici.

    • ghghgh rido tantissimo per il verde militare.
      Amore mio purtroppo so della mela e il mio abbraccio violento spero ti avvolga fino alle 22.30 del 12 maggio 2087.
      Speriamo solo di poterlof are prima.

      Detto questo: amo le persone con uno stile eccentrico e colorato ma come saggiamente hai detto tu.
      Tendo a nascondermi e il nero credo sia l’unico modo per farlo.
      Nero sempre *_*

      (quando sono in vena di colore metto borsa colorata. ecco quella sì. anche se la maggior parte sono nere e via. mi sento “sociale e affabbbbile” )

      <3
      e se hai tempo e voglia su gikitchen mi chiedevano cosa fare di una salsa al sesamo e ti ho nominato ma non tagga 🙁
      perchè sono sicura che tu sì che puoi darmi/darle una mano.
      3048203482084203482 milioni di baci

  7. il pain d’épices che dico io è quello classico. La scorsa estate a Digione (che poi…se non sbaglio è proprio nato lì) ne ho preso uno: cannella, chiodi di garofano, cardamomo, e che altro?
    Insomma, l’automobile profumava tutta e io quasi avrei voluto restarci dentro a dormire.
    Per me pain d’épices alla cannella. La cannella è magica, fa passare tutto, anche i cattivi pensieri.

    • Metto la cannella ovunque. Anche nello yogurt bianco che è buono assai . E anche nella mela cotta e nella pera. Fosse per me mangerei cannella ogni giorno. Il mio fruttivendolosantosubito ne porta una di una bontà e odore da far rabbrividire. Qualora tu la volessi provare sarebbe mia premura ( e piacere) spedirtene un pacchetto. Nel caso manda pernacchia in email con un indirizzo qualsiasi (anche terza rotonda a destra dentro macchina con pandespiece frazione Digione) e via.
      I chiodi di garofano sono necessari e lo erano anche qui se il Nippotorinese non storcesse il naso e poi mi sa che basta. O c’è altro? (lui è un amante dello zenzero che io aborro un po’ come il coniglio all’agrodolce)
      Adesso mi tocca provare il tuo pandepis perchè voglio pernottare in macchina.
      DOpo averne fatto fuori almeno cinque chili.
      per poi festeggiare con 12 giri in rotonda.
      e insomma sì. pensaci per la cannella*disse fischiettando.
      Iaia sarebbe molto felice assai.

  8. nello yogurth bianco? Uhm…non ho mai provato. Eppure è vero, dovrebbe sposarsi benissimissimo. non parliamo poi di una spruzzatina di cannella sul caffè.
    Ma come si fa a non sopportare il chiodo di garofano, che oltretutto fa passare il mal di denti?
    E poi sì, lo zenzero. Oddio…per un pezzo di pain d’èpices in questo momento sarei capace di compiere qualche gesto inconsulto.
    Ma il tuo fruttivendolosantosubito da dove se la fa venire? E davvero Iaia sarebbe felice molto assai?

    • Iaia sarebbe felice molto assai e quando avrai tempo e voglia aspetta la tua mail. Che sembrerebbe un controsenso detta da una che fugge dalle mail ma non in questo caso. Basterà un indirizzo a caso vicino qualche rotonda e se ci posso infilare dentro anche del pandepis speciale quantoèverochehotantinanidagiardino lo faccio.
      Non so dove lo prenda perchè è talmente camapanillista che anche se fosse dello sri lanka direbbe ” CATANIA! a CATANIA è tutto più buono!” Perchè l’ananas e le fragole di capodanno venivano da CATANIA eh. Non dall’america del sud. Da Catania frazione riodejaniiiiero, suppongo.
      Però ha in effetti dell’incredibile e nulla a che vedere con quella roba confezionata che uso solo per i dolci qualche volta ma nello yogurt bianco ( con miele e cannella straslurp) e sulla mela cotta o pera metto sempre la cannelladelmiofruttivendolo.
      Non sapevo che i chiodi di garofano facessero bene ai denti.
      SAi che faccio?
      glieli spacco,
      E poi gli dico che sono necessari.
      Mi sembra l’unica cosa logica da fare.

    • Gio premettendo che mi manchi ( emolto pure tu ) e che volevo mostrarti la rana con gli smarties perchè ho pensato a te 🙁 non mi fa visualizzare il link perchè non sono più su facebook e quindi mi dice contenuto privato.
      Ti va di uplodarmelo nella pagina di gikitchen su facebook in email ? maghetta_streghetta@yahoo.it

      ti abbraccio fortissimo :*

  9. Io voglio conoscere il nippotorinese.
    Io voglio la cannella del tuo fruttivendolosantosubito.
    Io voglio il tuo indirizzzooooo santocieloooo.
    Mi stai facendo arrabbiare.
    T’appartengoiocitengoesepromettopoimantengo.
    Tu prometti, prometti. e non mantieni.

    Ah, e ho voglia anche di una pizza di Sciuscià.

    • Per il nipppotorinese non vi è problema alcuno te lo spedisco in busta chiusa oggi stesso insieme a tanta cannella e pure il fruttivendolo perchè sa pulire i broccoli in maniera sconvolgentementemeravigliosa.
      Detto questo cantiamo tutte le canzoni di Non è la rai *_*

      • No amore. Io dico che la sessione canto del blog sarà, di sicurissimo, interessante ad amena ma NO. Le canzoni di Nonèlarai NO! (anche perchè per il canto non s’era offerto l’omonebiellese?!?!? No, dico, tu ce lo vedi un metrocubod’uomo a dimenarsi imitando ambrangiolini??!! “Notaaaaiiiioooo….se è così io non ce lo porterei il bimbino a vivere con loro!”). AH…..dimenticavo un particolare non omettibile….tuseiMIA!

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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