Ricette Vegetariane e Vegane

Il Pane al cioccolato con marzapane e frutta secca

Brutta abitudine quella di due post giornalieri lo so. Il problema è che peggiorerà la situazione. Di giorno in giornoingiornoingiornoingiorno.

Quando ho letto pane al cioccolato con marzapane e pinoli la prima cosa che mi è venuta in mente è stata “e ci infilo pure un cotechino, va”. Nel mio scarsissimo repertorio culinario la voce marzapane mal si associava a pane, cioccolato e frutta secca.

Dopo aver scoperto il pollo alla ciliegia del resto non era così assurdo pensare al cotechino con il marzapane;  fermo restando che io queste benedette melanzane con il cioccolato voglio farle eccome. Non è che qualcuno le ha mai provate e spaccerebbe ricetta?

Ma non devo confondermi. Lo sono già di default. Procedo, o perlomeno ci provo, con calma (sefaperdì).

Ho fatto una meravigliosa confusione, durante la preparazione di questo pane,  e non avendo i pinoli ma tanta voglia di pasticciare ho buttato sacchetti e sacchetti di frutta secca mista (qualcuna era in scadenza, poi). Nelle indicazioni c’erano 100 grammi ma quello che è avvenuto nella realtà è stato diverso (300-350  grammi minimo di  noci, mandorle e pistacchi di Bronte): ho riempito quello stampo manco fosse lo stomaco del Nippotorinese la notte di Natale imbottito da mia nonna.

Il risultato è stato sorprendente nell’accezione più negativa possibile (con finale a sorpresa però).

Davanti ai miei occhi ho assistito ad un collasso di forma. Un’implosione con voragine. Scene da film paragonabili a quelli che mediaset manda in onda d’estate nelle avvincenti serie “Estate da brivido”; quando tutti sono in partenza e loro, organizzatori del palinsesto, ti augurano buon viaggio con “Assassinio in alta quota”, “Dirottamenti all’inferno” e “La crociera del terrore”.

(E per me la domanda è sempre la stessa: come ha fatto la Hostess a far atterrare un boeing 747 se tre minuti prima non era in grado di aprire la bottiglietta di coca cola?)

Pistacchi risucchiati nella voragine e mandorle appese alla terra farinosa spaccatasi. Urla disumane di noci finemente tritate che strillavano disperate. L’impasto molle non ha retto e una valanga di liquidi e marzapane si è abbattuta su queste ignare vittime fruttoseccose. Per non rovinare l’impasto e gettare via tutto ho compromesso la cottura definitivamente quando ho deciso di prolungarla per altri venti minuti. Il risultato è stato però meno assurdo di quel che si sospettasse durante l’implosione.

Solo che è diventato una sorta di biscotto gigante, piuttosto che pane.

In pratica (fingete che vi interessi, vi prego) l’esterno è collassato e si è bruciato sì  ma mi ha permesso di far cuocere (in maniera del tutto insperata) l’interno che dopo 50 minuti appariva mollissimoassai. Insomma non lo so nemmeno io.

Dopo il raffreddamento è diventato  biscottoso ma nella versione  “mattoncino style” che tanto piace ai dentisti. Il perchè è semplicissimo e non occorrerebbero dettagli ma. Sono qui per tediare l’universo quindi:

Dicesi  mattoncino style quella tipologia di cibo che ti fa spaccare  allegramente i denti e sei costretto a correre  dai camici bianchi-muniti-di-trapano con blocchetto degli assegni in mano e rinuncia alle vacanze per i venti anni a seguire.

Diciamo che credo ci sia un mercato parallelo di biscottidurichespaccanoidenti per incrementare i conti correnti di queste temibilissime figure che sono i dentisti.

Dove voglio arrivare? Che ho appena inventato la ricetta per far incrementare i loro conto correnti e che sono l’eroe cattivo del giorno. Tutto qui.

Consiglierei quindi, qualora qualcuno volesse avventurarsi in questa ricetta, di non usare più di 100-150 grammi di frutta secca come indicava la ricetta madre (a prescindere da tutto consigliava solo pinoli; ma si sa a me piace oppormi a chi non andrebbe contraddetto).  Se impavidi e vogliosi di “mattoncino style version” , invece, voleste seguire le mie validissime (ahem) modifiche non vi resta che prenotare anticipatamente dal vostro dentista di fiducia. Che si sa, in questo periodo tra Torroni natalizi e cantuccini qualche dente in più salta. Parola di giovane marmotta (non sono stata nè marmotta nè lupetto. Un’infanzia infelice la mia)

Insomma! Il sapore?

Il sapore è ottimo (eqqquativolevo!) anche nella versione mattoncinostyle e se non ci avessi messo del mio sarebbe stato perfetto; ho pochi dubbi a riguardo. Lascio quindi le indicazioni originali perchè a prescindere dal mio personale disastro vale la pena eccome provare.

Il marzapane dopo la cottura sarà difficilmente riconoscibile. Tutti si chiederanno cosa sia quell’ingrediente zuccherino “che somiglia tanto ad una caramella mou” (ebbene sì. Una sensazione comune ai più).

Adoro le ricette dove c’è quell’ingrediente irriconoscibile. E’ divertente vedere gli ospiti rimuginare su sapori conosciuti e ancestrali. E’ ancor più divertente però dire di no “quando si indovina al primo colpo”.

Occorre sadismo, sì.

Per la cronaca il Nippotorinese non ha indovinato dopo svariati tentativi. E sono comunque soddisfazioni da annoverare sul quadernetto della Piccola inventrice di disastri culinari. 

Per un pane di porzione simil plumcake: 115 grammi di burro non salato ammorbidito, 150 grammi di zucchero muscovado, 2 uova leggermente sbattute, 45 grammi di cacao amaro in polvere, 150 grammi di farina, 1 bustina di lievito per dolci, 130 grammi di marzapane, 100-150 grammi di frutta secca mista o di un tipo soltanto (io ho messo pistacchi, mandorle e noci), 60 grammi di scaglie di cioccolato fondente o di tavoletta tagliata grossolanamente.

Preriscaldare il forno a 180. Imburrare lo stampo qualora non si usasse il silicone e infarinare leggermente. Amalgamare il burro e lo zucchero in una ciotola di miscelamento fin quando l’impasto non risulterà soffice e leggero.

Aggiungere poco alla volta le uova precedentemente sbattute. Incorporare quindi il cacao e la farina (che vanno sempre setacciati) nella mistura e mescolare per bene. Tagliare quindi il marzapane a tocchetti piccoli e metterlo nella ciotola insieme alle scaglie o i pezzi di cioccolato fondente e la frutta secca un po’ martellata in un sacchetto di plastica o altrimenti intera.

Sistemare in una forma da pane o plumcake, ma qualsiasi teglia andrà comunque bene, e far cuocere dai 45 ai 60 minuti a seconda del forno, della frutta secca scelta e della quantità (io ahem credo di averne messa più di 200 grammi a dirla tutta) e controllare con uno stuzzichino, che quando fuoriuscirà completamente asciutto sarà indice di una cottura perfetta. Lasciare completamente raffreddare prima di sformare e assaggiare.

Da questo pasticcio, credo fortemente (mi piace molto “fortemente” e voglio adoperarlo il più possibile) sia nata la base definitiva per delle robine cioccolatose intrise di frutta secca che vorrò rielaborare per Natale.

Corro ad impacchettare, confezionare e sistemare quelle 94892482947247294729472 milioni di cose che sto preparando per domani. E’ il compleanno della mia mamma e chiaramente non arriverò a fare il dodici per cento di quello che mi sono prefissa.

Ah. Non mangiate gli acini dell’uva senza masticare eh! Si può soffocare. E’ la cosa che ho imparato oggi e volevo metterla al servizio di tutti, ecco.

E’ proprio vero che non si finisce mai di imparare.

——

Ah. Giusto perchè mi mancava il trecentosettantaquattresimo link: www.livecomic.it , dove raccolgo tutte i miei ” comics” con oggetti “live”. Il nome è coniato e brevettato da me e il Nippotorinese.   Io ne vado parecchio orgogliosa perchè sembra pulito-limpido-chiaro. Lui un po’ meno perchè grammaticalmente lo convince poco. Ci penserà Max a darmi ragione (tipregomaxfalloperme)

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37 COMMENTS

      • quando si pigia l’uva, il succo va da una parte, bucce e semini da un’altra. Questi semini un tempo (tempo di guerra) venivano tostati e mescolati o usati al posto del caffè. Me l’ha spiegato lo scorso anno il mio vicino Anacleto, mentre torchiavamo le nostre uve.

      • Non ti ho mai raccontato di quando facevo la vendemmia alle elementari. Perchè il collegio dove andavo aveva un prete che a me sembrava buono e dolce ma che alla luce dei nuovi fatti e della maturità sopravvvenuta era uno sfruttatore di infanti.
        Ci portava nelle sue vigne e ci faceva pestareluva.
        In cambio di due castagne e mosto a San Martino.
        Ora premesso che mamma mi impediva di bere il mosto (per svariati motivi psicolabili che non starò qui a spiegarti perchè altrimenti mi togli dalla lista amici e IO NON VOGLIO PERDERTI) e le castagne non mi piacevano (le ho mangiate per la prima volta quest’anno. lo so. non dire nulla. è pazzesco) .
        Insomma lavoravo per la gloria.
        E poi dopo aver pestato con gli stivaletti di gomma rosa l’uva dovevamo dire una poesia.
        questo è bacco e arianna.
        belli e l’un dell’altro ardenti perchè il tempo fugge e inganna sempre insieme stan contenti.
        queste vigne e queste..
        boh *_*
        chi vuole essere lieto sia del doman non vi è certezza.
        Ricordo solo questa scena. Di me imbarazzata con stivaletti rosa che farfugliava questa roba qui.
        Ma non sapevo nulla. E DICO NULLA del caffè. E Anacleto quanto il mio fruttivendolo vorrei averlo qui.
        Insieme a te.
        Per fare domande su domande.
        Su domande.
        Quindi alla luce dei nuovi fatti il prete faceva pure caffè!
        Perchè ne deduco che oltre a vendere poi il vino produceva tonnellate di caffè ai danni di noipiccoliinfanti.
        Sai che ti dico?
        vado ad incendiare il collegio.
        questa proprio non la reggo !

        (cercavo una scusa, sì. E tu me l’hai fornita. E l’ho detto io che ti voglio bene. ah se l’ho detto!)

    • Mi sono fumata le foglie di nocciolo dopo aver smesso con la nicotina.
      E mi sono sempre chiesta come fossero le foglie di tè.
      Sai che ti dico?
      dopo che incendio il collegio me ne fumo un po’ .
      per festeggiare.
      e alla rotonda mentre grido eprpeppepepere.
      pure la poesia deldomannonviècertezza dico.
      pure quella!

  1. amore mio io le melanzane al cioccolato le ho mangiate..
    quelle di Sal de Riso
    non le ho mai fatte ma ho la ricetta sul suo libro
    scannerizzo e mando???

    🙂
    lo sei che sei speciale per me vero????
    ti voglio bene

    • AMoreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee *_*
      sììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì
      si voglio fare le tue melanzane al cioccolato ADESSO !

      *_*
      e ci faccio pure duemelanzanecakepopsss
      io ti amo santamelanzana.
      ti amo *_*

    • Andrea e l’altra volta ti ho letto ma poi non sono arrivata a commentare *_*
      allora.
      Partiamo con ordine (non ce la farò mai)
      Piacere io sono Giulia e sono rincretinita.
      Se ti conosco con un altro nick dimmelo. Non pensare che io lo sappia perchè ti giuro non lo so *_*
      ho fatto degli strafalcioni assurdi conoscendo gente che poi non era quella gente che poi.
      INSOMMA *_* AIUTO.
      detto questo.
      Il pollo alla ciliegia come altri otto tipi per non mortificare il pollo li trovi qui:
      https://maghetta.it/2011/05/16/tantissime-ricette-con-il-pollo/

      Che fa molto pubblicità squalliddddisima ma santocielo credo che il pollo alla ciliegia l’abbia fatto solo io.
      Essendo vegetariana non posso di persona garantire per il sapore ma la gente che l’ha mangiato non mi ha preso a sberle.
      Direi che è già un passo avanti.
      Chi l’ha provato mi ha pure ringraziato ( e non ho fatto nessun bonifico. In quel caso lo dico)
      bene*_*
      ho dettto tuttttooo?!!??!

      sì.
      Fuggi finchè sei in tempo.
      ti abbraccio *_*
      (santocielosonopazza)

  2. anche io incendierei la mia scuola, quella superiore intento. Ogni volta che ci penso mi assale la malinconia. E pensare che là, un prete mi aveva mostrato una bottiglia di “vero vin de ua mostà co’ i piè”.
    Ma parlando sempre d’uva…non hai mai fatto i sugoli?

    • Ecco. Ora non so cosa sono i sugoli.
      Indico l’otto novembre come la giornata della mia DISCONOSCENZA (che è un bel termine ).

      DIS e pure TRISCONOSCENZA.
      ahem.
      che dis non è bis ma insomma.
      otto novembre la giornata mondiale della disconoscenza iaiosa (mamma ne sarà tanto orgogliosa. è pure un giorno prima del suo compleanno. e chi se lo scorda più?)

      no.
      non so niente dei sugoli.
      sono una persona orribile (da stasera comunque io raccolgo semi d’uva e faccio caffè. LO GIURO!)

      (non so ancora come . ma lo faccio )

      • googola un po’. I sugoli sono un budino fatto con il mosto d’uva, farina e magari anche un tocco di cannella e scorza di limone. Un tempo lo facevano solo i poveracci o i contadini, ora lo trovi anche al supermercato. Lo chiamano dessert d’uva e poi magari, l’uva neanche ce la mettono.

  3. sono triste e sconsolata, ormai c’è solo roba con la frutta secca e a noi allergici nessuno pensa. Non è giusto.
    Questa poi sembra anche buona.
    vabbè…

    • Monicaaaaaaaa nooooooooo !!!!!
      Io sono intollerante al latte e vegetariana ( e non mangio uova).
      TI assicuro che ti capisco perfettamente. Peròòòòòòòòòòòò vieni qui e fatti abbracciare.
      Escluso domani , presto qui si riverseranno tantissime ricette senza nessun tipo di frutta secca e moltissime per le intolleranze al latte e al glutine.
      Tu hai problemi sono con le noci ?
      (guarda che i brownies senza noci li devo provare assolutamente. Vediamo se riescono . In quel caso li chiameremo i brownies di Monica *_* fingi entusiasmo ti prego )
      insomma!
      Per dire che non abuso mai di frutta secca è solo il periodo sbagliato (ahem. il mio fruttivendolo me ne ha regalata qualcosa come diecichili *_* io lo amo ma sono sommersa. e sto cercando si sbolognare il piu’ possibile)
      e ora me lo dai un bacino e mi perdoni? *_*

    • Dimmi che è una cosa positiva o giuro che ammazzo tre conigli ( il nippotorinese questo non lo dice *_* santocieloperchèe?!!=)

    • amore sono al telefono con quellamattadimiamamma *_*
      ed ero allibbbbita ahahahaha
      masantocielo comenontirispondosettiamo*disse ricorrendola con un pacco enorme di marsccccmmmelllouuuuuuuuuuuuuuuuuuuu

    • Mariangelamiaaaaaaaaaaaaaaa <3

      ahem noooooooo!!!
      è il maledetto wordpress.
      Se hai messo dei link ai commenti purtroppo vanno in moderazione e li devo approvare.
      corro subito a vedere.
      Non so perchè.
      Credo sia un antispam di wordpress che non posso gestire 🙁

  4. Ecco, lo sapevo, questo è arrivato, bha….
    Comunque se fai le melanzane al cioccolato mi devi dire come sono perchè le ho viste su giallozafferano e mi ispirano tantissimo!
    Volevo mandarti il link ma non so perchè non mi venivano pubblicati i commenti con il link

    Un baciotto grande grande 🙂

    • Sì Mariangela <3
      ecco.
      Era il problema del link.
      Per qualche inspiegabile ragione va in spam anche solo con un link. Però non li perdo i commenti quindi se capita la prossima volta vorrà dire che mi chiederà il consenso alla pubblicazione e compariranno.
      Detto questo *_*
      mi catapulto.
      Non avevo visto che fossero su giallo zafferano. Leggo la ricetta, attendo quella di Giulia (amaradolcezza.it) e ti dico.
      Le faccio sicuroooooooooooooooooo *_*
      sicurissimo !
      e mille baci !

      • Pensavo di essermi rincoglionita del tutto, sai ho una certa età ormai…
        Comunque pure io le in lista da un pò le melenzane cioccolatose, proverò a farle pure io!
        Buona serata 😉

  5. e comunque mio nonno in guerra, in africa, mangiava il thè con le noccioline americane
    tiè

    e poi non dite che non abbia dato il mio apporto socioculturalepoliticoeconomicocippalippa

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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