Ricette Vegetariane e Vegane

Mantecada Colombiana

Non credevo affatto che questo dolcetto avrebbe riscosso cotanto successo. La farina di Mais già da un po’, insieme a quella di riso, furoreggia nella mia cucina e pur apprendendo che la Mantecada sia un must della cucina iberica non potevo di certo aspettarmi tanto entusiasmo. Inverosibilmente gialla con una crosticina croccante marroncina è deliziosa per l’ora del tè ma anche per una colazione coccolosa. Accompagnata con qualche cremina sfiziosa potrebbe chiudere un pasto senza far rimpiangere un elaborato pasticcino.

Su Wikipedia c’è qualcosina riguardo la Mantecada . E’ un dolce che indicativamente viene segnalato come Colombiano ma fa parte chiaramente anche della tradizione spagnola. Lo si definisce spesso una sorta di muffin solo che più  piatto. In soldoni è un ciambellotto formato prevalentemente da farina di mais, anche se il glutine lo contiene avendo anche una minima parte di grano, e tanto burro. Perchè in proporzione di burro ce ne è eccome. Anche di uova, eh. Diciamo che se la Mantecada non è amica del colesterolo lo è delle papille gustative.

Astorga è famosissima per la sua Mantecadas de Astorga (Lèon) e pare ne vada, giustamente, anche parecchio fiera. Questa ricettina io non l’ho trovata in rete ma in un delizioso libretto edito dalla Mondadori trovato in edicola tempo fa ” Dolci dal Mondo” – Europa, Africa-Medioriente-Asia e Americhe. Avevo già testato questo adorabile malloppetto di pagine con l’halva al cocco  (la ricetta dell’Halva al cocco la trovi cliccando qui >>>)

E con la Mantecada si aggiudica a pieno titolo tutta la mia fiducia questo libruncoletto ( è la domenica dei vezzeggiativi esasperati). Avendo già parlicchiato (aridaje) riguardo il mio progettino (mi diverto con poco)  di preparare tanti dolcetti stranieri non mi resta che affidarmi ciecamente a queste pagine che ancora una volta  meritano e trovano conferma.

La lista natalizia è stata già stilata e quest’anno inconsciamente ho optato per un total white che mi aggrada parecchio. Di certo non mancheranno le robe cioccolatose e fruttose ma rispetto all’anno scorso vi è stata una virata prepotente che mi ha allontanato dalle fave di cacao.

Una smania minimalista accecante asettica e una voglia spasmodica di bianco mi è presa così all’improvviso. Sarà che il nano allegro Yokina abbia influenzato un po’ il tutto.

E mentre mi tormento su “albero bianco sì, albero bianco no” quando finora non era neanche mai stato preso in considerazione,  sforno dolcetti e roba astrusa fino allo sfinimento.

Mi piacerebbe sapere quali  siano le vostre intenzioni culinarie riguardo all’imminente Natale e se il tormento di ” palline dorate o argentate?” vi abbia  già colto in questo freddo Novembre. Così giusto per fare un gruppo di aiuto del tipo:

” Ciao sono Iaia e sì non dormo la notte perchè vivo nel tormento del : sarà l’anno delle palline argentate o dorate?”

A tal proposito segnalerei ( dovevo farlo da mollllllllllllllto tempo)  il bellissimo spazio di Katia ” Idee per Natale “ che come una manna dal cielo ci corre in aiuto dandoci davvero tanti preziosissimi consigli e idee. Un contenitore di bellezze luccicose esposte con maestria.  Uno Spirito guida tra lucette e festoni.

Io grazie a Katia so già che non potrò trascorrere serenamente il Natale senza il calendario dell’avvento in formato calzetta.

E quest’anno io sotto l’albero ho pure trovato Katia. E’ già un Natale felice.

Per il periodo Natalizio ritornerò all’utilissima stesura ricetta in formato stampabile ma ultimamente sono pigra (risate registrate) e. Insomma.

Ingredienti per 6/8 persone circa ( io ho usato una classica forma da plumcake in silicone): 250 grammi di burro a temperatura ambiente, 250 grammi di zucchero, 200 grammi di farina di mais, 50 grammi di farina di grano duro, 5 uova, 2 cucchiaini di lievito per dolci, 2 spruzzi di Rum.

Scalda il forno a 180 gradi. Sbatti il burro ammorbidito e a temperatura ambiente con lo zucchero fino a ottenere un composto cremoso. Incorpora quindi gradualmente le uova, una alla volta. Aggiungi le farine e il lievito setacciati insieme e versa lentamente. Incorpora il tutto per bene e mescola. Aggiungi infine il Rum e lavora con lo sbattitore elettrico per un po’. Il composto apparirà non troppo compatto e di un colore giallo intenso. Versa in uno stampo ben imburrato e inforna per circa 40-45 minuti testando il grado di cottura con uno stecchino di legno. Quando uscirà asciutto potrai togliere dal forno e servire quando è freddo. Generalmente la Mantecada in Colombia viene servita con una salsa di frutta. Quella ai lamponi va per la maggiore. E’ semplicissima e basta mescolare 300 grammi di lamponi con ricche cucchiaiate di zucchero. Lasciare marinare un po’ il tutto e frullare per poi passare attraverso il colino l’impasto fruttozuccheroso (appena coniato) ottenuto. Io non ho trovato dal mio spacciatorefruttivendolodifiducia i lamponi e quelli surgelati proprio non mi convincevano. Rimando a poi questa deliziosa salsetta fruttosa per la Mantecada.

Avrei già voluto fare l’albero oggi perchè lo scorso anno luccicava già in questo periodo ma la mia lucetta natalizia atterra esattamente tra una settimana dopo un volo Milano-Catania. Saprò aspettare. Trepidante e commossa. E faremo lo stop motion insieme.

Mentre Fab e Nippotorinese si strafogano di alcolici e dolcetti. Disperati e buttati su un divano ( tra pupazzetti e nani da giardino)

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22 COMMENTS

    • Assolutamente sì Daila perchè è davvero scenografico e facile da realizzare. Con i biscotti di zenzero poi si va tranquilli perchè sono resistentissimi (oltre che buonissimi) e non fanno molliche . Che è la cosa più importante.
      Un bacione!

  1. *Si alza in piedi* Mi chiamo Massimiliano e anch’io ho il tormento palline gialle-argentate. *si risiede*

    CORO: “CIAAAAAO MASSIMILIANO”

    ok sono completamente pazzo.

  2. ..ecco. Ho appena finito di fare l’albero e vedo il tuo stop-motion….uffa! Ormai per il mio se ne parlerà l’anno prossimo…di disfare tutto e di rifare l’albero non se ne parla proprio! ahahah
    Ah, albero bianco e rosso che mia figlia di lì non si schioda: “Mamma! L’albero di Natale è solo rosso e argento!” O.o

    (Grazie! Ricettuzza copiata)

    • Silvia rifacciamolotuttodacapooooooooooooooooooooooooooooooo tuttodacapoooooooooooooooooooooooooo

      😀
      Ahem scherzo posa il mattarello ! non picchiarmi!

      l’anno prossimo andrà più che bene, ecco.
      Ora parliamo della cucciola ( come si chiama? *_* ) che ne sa .
      E pure tanto.
      Quindi devo assolutamente bannare il bianco e darmi al rosso e argento ?
      Ma sai che non è una cattiva idea?! resta solo da capire dove trovare un albero rosso *disse guardandosi con farecircospettotrapupazzettienani.

      E insomma grazie a te :*
      E un bacione a te e la cucciolotta bellissima :*

      • La nanetta si chiama Federica e da stamattina siamo in adorazione del nostro albero (verde) schifosamente carico di palline rosse e argento. Mentre la portavo a letto abbiamo convenuto che il nostro è l’albero più bello che abbiamo mai visto. (modeste..)

        Torno a uncinettare borse… :*

      • Federica e Silvia sono ufficialmente innamorata di voi, sia messo a verbale.
        Sono sicurissima che sia il più bello davvero perchè quando ci sono di mezzo nanetti e alberi non ce ne è per nessuno.
        Come sanno fare i bimbi l’albero dubito si possa.
        E se Federica dice rosso e argento mi sa che quest’anno dobbiamo arrenderci all’evidenza e negare ogni possibilità al dorato !
        e così sia *disse battendo il martelletto a forma di nano da giardino.

        Borse uncinetto? *_*
        hai detto BORSE?!?!*sviene con rivoli di bava alla bocca
        Un bacione e sogni d’oro a te e alla piccola meraviglia

    • Sai che mi piacciono i saluti discreti e distaccati per questo motivo ti salto addosso, ti abbraccio forte, ti strapazzo di baci per un quarto d’ora e ti offro solo otto chili di paste di mandorle facendo un trenino e usando una pernacchietta e cappellino con su scritto uelcom.
      Che è peggio di una squallida gif di benvenuto me ne rendo conto.
      *pioggia di cuoricini ( potresti farti una foto adesso? perchè su “pioggia di cuoricini ” mi sa che hai fatto una faccia meravigliosa)

      • grazie per l’accoglienza 🙂
        una pioggia di cuoricini, però, sembra una cosa sanguinosa. ma tu stai in cucina, non hai paura di niente.
        un abbraccione e un ombrello resistente.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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