Ricette Vegetariane e Vegane

Sui dolci vegani e dintorni

Mentre organizzavo un po’ di robe qui su wordpress ho trovato questo post. Risale ad Agosto (forse mooooolto prima nonlossso) . Che forse sono un po’ in ritardo e pure un tantinello smemorata? Rileggendomi ( non tutto perchè santapizzetta è assurdo farlo . Dopo tre righe avevo un’emicrania feroce) ho vagamente intuito che quel giorno dovevo essere in un mood alquanto esagitato.
Si possono sempre guardare le figure, però (che diciamolo è l’unico modo per sopportare tutto questo).

Insomma pubblico questo delirio perchè le ricettine, a prescindere da tutto , erano davvero valide. Un bel malloppotto vegano assolutamente da provare. Nel frattempo dopo essermi crogiolata nell’amletico interrogativo ” Albero bianco Kitsch sì . Albero bianco Kitsch no” e aver deciso per il no corro a incupirmi in un angolo della casa fissando il vuoto.

Addobbi:

Argento o oro? Se solo i piedi del mio divano non fossero di acciaio potrei davvero valutare la seconda ipotesi , ma ahimè quattro anni fa ero davvero una sprovveduta. Ma che mi sto dilungando?

Cominciamo.

( Ah tra l’altro credo di non aver trascritto la ricetta dei  frollini classici con la farina di mais rettangolaricicciosi che ho amato come poche cose al mondo ((credo eh)) . Trovarle mi risulta al momento impossibile. Ma quanto sono professionale come fuddddblloggghè?) 

(((la doppia parentesi quanto è meravigliosa? la parentesi nella parentesi. Roba che devo dedicare dei biscotti alla Crusca per l’accademia della Crusca. Mi idolatreranno)))

A me piace farmi un bel pacchetto di fatti miei, sempre e in ogni circostanza. Li confeziono per bene, li lego con qualche fiocchetto di raso e li porto in giro sperando fortissimamente che nessuno osi commentarli.

Perché non ci si può proprio fare nulla e l’ho imparato con il tempo. C’è gente che vive proprio per guardare l’erba del vicino e giudicarlo. Con invidia, cattiveria e arroganza pretende una ragione inesistente decretando cosa sia giusto e sbagliato.

Piuttosto che impiegarlo arando, seminando e sistemando il proprio giardino.  C’è gente poi invece che non sa neanche dell’esistenza del vicino. Quando viene invitato a guardare, con molta scioltezza si complimenta credendo fortemente in quello che dice proprio perché non giudica in base a dei dogmi personali sconosciuti, e tanti saluti. Si gira dall’altra parte e continua ad annaffiare le sue stramaledettissime peonie.

Questo per dire che, seppur in un’assurda minoranza, esiste gente discreta e per bene che non giudica, proprio come nel caso del giardino, il piatto del vicino.

A me quelli che dicono “e non sai cosa ti perdi se non mangi questa pasta fritta nell’olio con lo strutto colante e i pezzi di maiale con la sugna!” fanno un po’ tenerezza. E’ ormai una battaglia, la mia.

Non tanto perchè amano sfondarsi le budella pensando di capirne di cibo, quanto per la loro incommensurabile bassezza nel non comprendere che non solo si è quello che si mangia ma che il cibo è filosofia allo stato puro.

Se il proprio essere parmenideo si rispecchia nello spaghetto intriso nella sugna, ben contenta ma addirittura passare come la scema della situazione proprio no.

La miglior arma rimane il sorriso però. Sono abituata ormai a sentirmene dire di tutti i colori e quando “il tizio dello spaghetto intriso nella sugna” si dà un tono rimarcando che sono io quella che non ne capisce nulla di cibo, sorrido.

Mi giro. Ignoro. E dico anche un bel “certo sì. Hai ragione” con un tono stramaledettamente antipatico che a volte mi fa venir voglia di prendermi a ceffoni da sola.

Cosa c’entra il tizio dello spaghetto intriso nella sugna? Nulla. L’alimentazione non è mai stata al centro dell’attenzione come in questi ultimi anni. La televisione ci bombarda continuamente con programmi televisivi e le tabelle nutrizionali sono ovunque. E’ un’abitudine ormai leggere le etichette e controllare la quantità di grassi e proteine. Una ricerca costante ha fatto sì che nascessero prodotti  capaci di accontentare chiunque. Dal ciliaco al vegano passando per le varie intolleranze tutti hanno finalmente uno scaffaletto dalla quale attingere senza ricorrere a tristissime spese in farmacia.

Più volte qui si è omesso e sproloquiato ma la verità è una soltanto. Il fatto di essere vegetariana, con tendenze vegane, non implica affatto l’assurdità di ticchettare su carni, pesce, uova e latte. Questo perchè sarebbe assurdo anche solo pensare che chi come sceglie di vivere a modo proprio una condizione-situazione (passeggera o no) debba costringere chi ha accanto a seguirla. Per me cucinare non solo è sfogo e passione unita a guarigione dai miei disturbi alimentari ma è in principal modo ricerca. E una ricerca tra melanzane e peperoni seppur interessante (c’è pure quella) lo sarebbe a metà.

Questo percorso personale celato da un no food blog fa parte di quel meraviglioso pacchetto di fatti miei che dovrebbe essere legato stretto stretto con il nastro e sarebbe il caso che gli stolti non si lasciassero andare a considerazioni spiacevoli del tipo “ma che ne sa lei che non la mangia la coscia di pollo marinata nel grasso”. Se poi si vuole fare una meschina figura, è un altro discorso.

Ho sempre saputo che la mia vita sarebbe stata senza carne e pesce. Non credevo sarebbe “degenerata” poi con l’assenza di tutti i derivati animali. Forse il destino e l’improvvisa intolleranza al latte o forse semplicemente un periodo che passerà e che mi vedrà addentare bistecche a breve.

Qualsiasi sia la situazione rientra in quel sacchetto di fatti miei inviolabile. I vegetariani e i vegani, esseri mitologici che mangiano solo insalata, potrebbero stupire qualsivoglia forma carnivora per la conoscenza e ricerca degli alimenti.

Mangiare una fetta di carne non significa capirne di cibo rispetto a uno che sgranocchia lattuga. Anche perchè qualora queste menti geniali non se ne fossero rese conto siamo nel 2011 e non nel 1432.

Di disquisire sulla morte prematura degli animali di allevamento non me ne importa nulla avendo borse e poltrone di pelle. Certo è che una mucca non viene ammazzata per una frau rossa ma tant’è. C’è chi ne fa una questione etica e quindi nel veganesimo si rinuncia anche a pelle, lana, seta e prodotti sperimentati sugli animali. Va da sè che non si visitano zoo, acquari, circhi, palii e corride e non si tengono animali in gabbia.

Lasciando perdere che non occorre affatto essere vegani etici ma avere una minima dose di buon senso, io non sono niente di tutto questo. Io sono una che fa un po’ come gli pare. Esattamente uguale agli altri che decretano “il pollo non mi piace. La salsiccia sì e le polpette di maiale pure”. Proprio come il resto del mondo io decreto cosa mi piace mangiare e cosa no. Ed io gli amici non li mangio. E i conigli sono amici. Le mucche sono amiche e le orate grandi amiche.

Ognuno ha gli amici che si merita e credo di poter asserire senza dubbio alcuno che io sono stata un attimo furba e ho scelto i migliori.

I vegani etici estremisti che terrorizzano le masse con il racconto sulle uova e sul latte ottenuti portando gli animali in condizioni di stress e sofferenza, vorrei solo prenderli a ceffoni. La storia della mucca munta meccanicamente e soggetta a dolorose mastiti perchè deve innaturalmente produrre 150 litri di latte, seppur vera e pur sapendo che dopo cinque anni di pesante sfruttamento dovrà essere macellata (in natura sarebbe vissuta venti anni), è altresì scoraggiante-vera-e da ceffoni ugualmente. Terrorizzare chi ha scelto di cibarsi normalmente con carni-uova-pesce-latte non aggiunge alcunchè se non un astio e un odio profondo per le varie fazioni.

Basterebbe, e non sono di certo io scoprire oggi l’acqua calda, scegliere prodotti biologici e carni che non hanno subito queste barbarie in nome della produzione. Facile a dirsi e impossibile a farsi. I prezzi sono sconvolgenti e di certo a un salariato non si può chiedere di comprare il petto di pollo a tre volte il prezzo del normale. A conti fatti si può chiudere con qualche luogo comune del tipo “è il serpente che si morde la coda” – “non c’è via d’uscita” -“non ci sono più le mezze stagioni”.

Ognuno nel suo piccolo qualcosa può farla, immediatamente dopo farsi i fatti propri sì. Non abusare senza motivo alcuno di prodotti come la carne e il pesce. Non lasciarsi sedurre dall’ingordigia e dalla voracità e ammettere che una colpa, seppur minima, in questo sistema malato l’abbiamo anche noi. Mangiare carne ogni santo giorno oltre a non essere salutare è inutile e aumenta vorticosamente la produzione. Lo stesso per le uova che non devono essere ingurgitate in maniera anormale. E con questa stramaledettissima fissa e mani-moda del sushi ormai i Tonni sono un triste ricordo.

Anche io ho ingurgitato tonno rosso come non ci fosse un domani e quindi tutti possono redimersi e soprattutto ridimensionarsi. Questo non significa rinunciare in maniera perenne ma solo osservare delle regole di buon senso.

Non necessariamente tutto è rinuncia e un sapore nuovo può essere incomprensibile dapprima e buono poi. Non si può dire “bleah il tofu a me piace la cotica fritta”. E’ diverso.

E’ un sapore diverso che va studiato. Provato e solo dopo giudicato.

Perchè è come giudicare una stangona alta bionda con gli occhi azzurri: barattolo di nutella

e una tondetta con occhiali naso storto denti a coniglio: barattolo di marmellata biologica alla pera

E’ facile dire che la prima è stragnam e la seconda schifezza assoluta ma magari con la bionda ci passi una notte e hai mal di pancia mentre con la tondetta una vita meravigliosa fatta di risate, amori e saltellamenti senza star male.

(nessuna bionda è stata giudicata bionda- E’ un esempio santapizzetta! Giulia  -pieceofstar- smettila!)

Per questo motivo e per un’altra serie innumerevole, continua la rubrica Vegan all’interno del Gikitchen che non sarà mai un luogo dove si estremizza credendo di essere nel giusto. Lo siamo tutti.

Si manca solo di diplomazia e attenzione verso il prossimo. Due meravigliosi termini che nel dizionario hanno una descrizione esaustiva. Qualcuno dovrebbe andare a controllare.

Le ricette di oggi sono totalmente vegane e quindi preparate senza alcun derivato animale. Non per questo meno gustose. Non per questo riservate ai malati di mente. Non per questo riservate ad una cerchia ristretta. Se una persona “normale” (termine volutamente orrendo) mangia un biscottino vegano ve lo giuro.

Ma davvero eh.

Ve lo giuro non si trasforma in un’extraterrestre. Al massimo si materializza un neurone. Che visto il periodo, direi essere una nota positiva.

Per i Muffin vegani, che io ho aromatizzato al the matcha prendendo spunto da una ricetta classica vegana di una ciambella al limone e modificandola un po’, occorrono (per 6-8 persone): 300 grammi di latte di riso, 150 grammi di farina OO, 150 grammi di farina di riso, 150 grammi di zucchero di canna integrale, 50 grammi di olio di oliva, 2 cucchiaini di the matcha, 1 bustina di lievito per dolci e 1/2 baccetto di vaniglia. Il forno a 180 gradi ventilato preriscaldato e gli ingredienti amalgamati tutti per bene dentro il robot da cucina (aggiungendo un po’ di farina OO se l’impasto è troppo molle perchè potrebbe dipendere dalla qualità della farina di riso) e via. In forno per 40 minuti se decidete opzione ciambella grande intera, altrimenti qualcosina in meno nelle monoporzioni da muffin. Controllate dopo 25 minuti in quel caso con uno stuzzichino. Se fuoriuscirà asciutto sarà ora di sfornare, sformare e mangiare.Per i baci di Dama (35 all’incirca) ho adoperato 150 grammi di farina 00, 100 grammi di mandorle, 100 grammi di zucchero di canna integrale, 100 grammi di margarina, 1/2 baccello di vaniglia. Il forno va scaldato a 170. Con l’aiuto di un tritatutto tritare finemente lo zucchero e le mandorle. Aggiungere la margarina, farina, vaniglia e un pizzico di sale fino ad ottenere un impasto piuttosto sbricioloso. Foderare la placca da forno e prelevare piccole dosi dall’impasto e con le mani formare tante palline. Disporle sulla piastra a un paio di centimetri di distanza e cuocere per almeno 25 minuti fin quando saranno dorate. Imbottire i baci di dama con cioccolato fondente o perchè no con qualche chutney di frutta. Io l’ho fatto ed è stato un successone (ne riparleremo certamente!).

Non vedo l’ora tra l’altro di postare i fagottini di mele interamente vegani e il dolce di pane che è una bontà. Nel frattempo però vi dico che questi biscottini con cocco e cioccolato sono di una bontà inaudita e per circa 20 biscotti si adopereranno: 100 grammi di margarina morbida, 100 grammi di farina OO, 30 grammi di farina di riso, 4 cucchiai di farina di cocco, 100 grammi di zucchero di canna integrale, 100 grammi di latte di cocco, 1 cucchiaino di lievito per dolci e 1/2 baccello di vaniglia. Riscaldare il forno a 200. Sbattere con la frusta la margarina e lo zucchero fino a renderli spumosi. Unire le farine e il latte di cocco con la vaniglia. Foderare la placca con la carta da forno e disporli a distanza di qualche centimetro. Far cuocere venti minuti. Quando saranno dorati tirarli fuori dal forno e fare raffreddare. Nel frattempo fondere a bagnomaria del cioccolato (che si può speziare a proprio gusto perchè no), distribuirlo su un lato del biscotto imbottendolo o semplicemente bagnandolo per metà per poi unire le due parti. Imbottendolo magari con del cioccolato e poi bagnandolo se proprio si vuole esagerare. Insomma in qualsiasi versione (anche con una pioggia di cocco grattugiato quando il cioccolato non si è ancora solidificato) il successo è assicurato (e perchè no anche la linea!). Mi diverto (ed emoziono) moltissimo a rivedere foto di mesi fa. La quantità esorbitante che sta per fare esplodere il mio harddisk fa ormai parte della mia vita e dei ricordi più profondi.

Queste ad esempio le ho scattate con le prime luci di primavera. Papà continuava a mangiare i biscottini mentre io scattavo e gridavo “papà noooooooo quello noooooooooooo devo ancora fotografarlo!”. E lui rideva fortissimamente mentre con il rossetto rosso baciavo il foglio per il bacio di dama e lui rubava tra le file dei biscotti sempre quello più fotogenico.

Scappando per il terrazzo.

Dicendomi “acchiappami ! tanto il biscotto è già qui !”.

E toccandosi la pancia.

E allora poi mi dico. Ma chi se importa se esistono persone così basse, stupide e stolte nella vita?

Io sono fortunata. Perchè non ci ho nulla a che fare.

QUESTO POST È STATO PUBBLICATO IL: 

22 COMMENTS

    • Daila grazie :*

      Spero possano piacere. I biscottini al cioccolato e cocco nonostante sia passato un bel po’ di tempo li ricordo davvero ottimi.
      Speriamo.
      Un bacione!

    • ehi tu come stai cucciola?
      :*
      lavoro?
      pensato al natale? vorrei farti 2130948230423042340 milioni di domande ma mi sa che tuttieeedue quando arriva sera siamo spalmataperterrasfiniteuffa

      • Io sto bene. A parte il lavoro del piffero (che già ci hanno detto che sospenderanno e questo porta a delle sveglie sempre più mogie e a un “allora cacchio m’impegno…tanto!” ogni 15 minuti circa.)

        Sono 3 settimane che vorrei cambiare la foto profilo ma mi si è rotto il pc fisso e pure la lavatrice. yuppidu.

        Mi manchi, si sta pensando al natale con le tonne (regalini e cose così), quest’anno si festeggia come al solito col parentame del fidanzato e serata con gli amici. Pochi regali perché pochi i soldi. Ma basta la compagnia.

        E riceverò in omaggio dei tagliabiscotti grazie ad una specie di giveaway su twitter <3

        E noi ci dobbiamo sentire prima o poi.
        E ti amo. tanto. tantissimo. :* e triliardi di bacini e piogge di cuoricini e peluche e stelline.

    • ora che ho preso il mio posto posso commentare con calma 😀

      Io sono onnivora. La carne l’ho sempre amata al sangue e continuerò a farlo (ho avuto anche la toxoplasmosi per questo…ma questi sono altri problemi). Ho te e un’altra carissima dolcissima e bellissima amica torinese che è vegana per scelta sua salutare.
      Non perché io sono onnivora le inserirei del burro o del latte o del miele o altri derivati animali nel suo cibo. Quando vado a casa sua mangiamo seitan e hummus e verdure fino a sfondarci e anche cracker di riso con burro d’arachidi e marmellata. Per poi svegliarci di notte con una fame atavica e finire la ciotola di hummus con i cracker di riso e i pomodori manco stessimo mangiando il panino del porchettaro 😀

      Così come io rispetto le scelte alimentari di una persona, voglio lo stesso rispetto in cambio.

      Ogni 2 settimane mi compro una bella costata o entrecôte e me la pappo al sangue. Non voglio sentire né a né ba su “l’animale lo disintegrano, lo uccidono così e colà, guarda questo video per come lo macellano, ecc ecc”. Non mi interessa. Cioè, ci sto attenta, le uova le prendo bio e cerco di prendere dove mi è possibile bio, ma santa polenta non posso togliermi una cosa che è sempre stata un piacere per me.

      Mangio carne 2, 3 volte la settimana, a volte meno…a volte di più. Giapponese, 1 volta al mese e via di salmone e gamberi.
      Vegani estremisti….fatevene una ragione.

      (E ora non so se ho scritto baggianate, se le ho scritte bene o meno….c’ho una sonnolenza. Odio questa nebbia e questo buio invernale)

      (Naturalmente non è rivolto a te il “fatevene una ragione”…cioè ho preso da te la ricetta del maiale con le mele!!!)

  1. Focaccina ti adoro e adoro questo post, con il fatto che lavoro alla bottega bio ora son a conoscenza di diverse cose di cui parli anche tu qui e hai ragione su tutto! è da qualche tempo che nn mangio più ciccia e che mi son avvicinata alla scoperta di nuovi cibi.. vedremo che accade! 😉 un bacione!

  2. la mini bilancina è fantastica.. e rido pensando a tuo padre che ruba i biscotti! i miei ormai si sono rassegnati e sanno che non si mangia prima di aver fotografato.. il povero nonno ha dovuto ammirare senza toccare 30 gingerbread men per un giorno perchè io dovevo ancora glassarli e fotografarli!! 🙂
    giro il tuo post alla mia best friend che è intollerante a latte e uova, e ahimè (o ahilei) anche al frumento..

  3. Io sono una di quelle che dice in giro che le mucche le fanno star male, soffrire e perdere sangue più di tutte noi in tutti i nostri mesi di mestruazioni messi insieme, ma sono anche contro il considerarsi un’élite e di rintanarsi nel proprio bozzolo. Stupido e controproducente, l’unica cosa importante è il rispetto reciproco.
    Però mentre io rispetto tutti, le persone non rispettano gli animali: come dici tu, io non mangio i miei amici.
    Un po’ di empatia in più non guasterebbe no?

    Sono capitata qui perchè sono golosa: sarò anche vegana, ma mi faccio mangiate (ipocaloriche) mica da ridere. E adesso voglio la torta di pane.

    Una cosa comunque…ma perchè i tuoi baci di dama sono così tutti uguali? Che pazienza hai? I miei sembrano sempre palline di pongo fatte da una bimba di 3 anni…

  4. fiuu…meno male che hai scelto l’albero no kitsch, meno male proprio, anche se quello bianco lo avresti agghindato a dovere tanto da non farlo più sembrare bianco.
    Ma questa volta tuo papà li ha mangiati nudi e crudi i biscottini o li ha intinti nella salsa?

  5. Ti leggo e mi sembra di sentirti. Anche se non ci sentiamo da tre secoli. Comunque posso mettermi gli orecchini pulcino e organizzare un randevùdegiavù quando vuoi, questo sia chiaro. Ma dicevo.
    Dicevo soprattutto che ce lo siamo già dette no, che fregarsene di chi non se ne frega è prioritario? Gli impiccioni, quelli che si riempioni vita, e bocca della vita e delle parole degli altri, dei criticoni sconsiderati (che le critiche feroci ci stanno, ma che siano costruttive, diamine!), farci un bel passettino oltre, come a scansare un gradino minuscolo di un marciapiede minuscolo manco vivessi a Lilliput. Possiamo andare a vivere a Lilliput, apppproposito?

    Scelte alimentari, di etica, di ideali sono così personali che nessuno si dovrebbe sentire il diritto di sindacarle, come la politica e la religione. A voler fare i puristi facciamo che estinguerci e far fuori il male peggiore di questo mondo, l’essere umano. Gli impiccioni e i criticoni vadano per primi.

    Se quello che ti senti è fare a meno di mangiare animali fanne a meno e fottitene. E se poi tutto il resto nientelatticiniuovacose? Fottitene e vai avanti per la tua strada. Perchè è nel fottersene la risposta. Quello che conta è solo che tu stia bene, con te stessa, con la tua coscienza e con la tua salute. Punto. Fottitene. Occhei?

    Non è che ci sta da discutere su questa cosa. Fottitene.

    E poi sinceramente al grandescefdellasugna vorrei pure dirci che è un fatto di cultura alimentare e che è facile convincere chi ha sempre mangiato carne e pasta con litri di burro e olio (come gran parte di quelli che si sentono “buongustai” che poi magari sono quelli che spazzolano il piatto senza nemmeno aver sentito il sapore) a mangiare altre pesantezze simili, ma se quelli li convinci pure con un’insalatina in equilibrio tra consistenze e sapori solo allora sarai bravo ù___ù

    Ammè comunque le riccette vegan mi piacciono assai. Perchè io sono sempre quella delle ricette “senza” (tipo poi ti racconto del fatto che odio il burro e che solo io riesco sistematicamente a lasciarlo scadere in frigo) perchè se si può mangiare bene, sano, leggero e anche etico io dico perchènnò? Tipregocontinua.

    Ma soprattutto perchè io non ho ancora il the matcha e l’albero di natale da fare?

    Tu non stai provvedendo a spaccargli la reflex. Egli non provvede a provvedere a me. Credo che piangerò, ma prima sacrificherà qualche sugnarolo di passaggio ù__ù e lo userò per il pranzo di oggi

    Che ti amo l’ho già scritto?

    Non ho voglia di rileggermi, mi annoio.

    Dunque ti amo.

    Ti aspetto a Lilliput.

  6. Sembri me…
    Io non sono vegana e non ne capisco niente. Mi riferito al tuo “pippone” giustificativo contro il mondo.
    Sai poi a me la gente che finisce di dire “Quindi? Visto che lo stai facendo fallo e non romperti i coglioni”. Ma non romperti i coglioni beh prendila usala provaci.
    Alzati al mattino, prendi i nani e il bianconiglio mettili tutti sul marmo del bagno, tirati su i capelli e urlati allo specchio “non romperti i coglioni, Giulia!”.

    Perchè secondo me tu te li rompi spesso.

    Ps.1. Scusa il termine, ma ti posso assicurare che nella frase e nell’azione da me consigliata, è la migliore che c’è.

    Ps2.
    L’anno scorso il 26 di dicembre mi sono ritrovata a bere birra piangendo sul divano. Quest’anno vorrei fare finta che non ci sia il Natale.
    In alternativa potrei prendere un treno/aereo/cavallo/mongolfiera tutto tranne la macchina (“io non guido io non faccio caffé. Io sono una Signora” Altro motto mio)e venire ovunque tu sia e provare il calore del rosso, del cibo, del camino, dei fiocchi, degli abbracci.

  7. io piano piano ce la faccio a rispondere lo giuro *_*

    santocielo cela faccio *cercava di convincersene dando craniate sugli spigoli appuntiti

  8. Semplicemente stupenda…leggendoti sorrido…quei sorrisi veri, che ti vengono dal cuore…non c’è niente da dire…leggerti mi fa star bene (me questo forse te l’ho già detto di là… O_o)….e comunque queste ricette sono davvero interessanti (qui viene fuori la parte professionale che c’è in me, perchè ogni tanto c’è pure lei…)…mi piacciono le tue idee per questa pasticceria da the..perchè sai…il the è un’altra delle mie passioni…
    Un bacio,
    Silvia

Rispondi a Daila LussanaAnnulla risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

Seguimi anche su Runlovers

Tutte le settimane mi trovi con una ricetta nuova dedicata a chi fa sport

MUST TRY