Ricette Vegetariane e Vegane

Cey e Giuls . Lava e Ghiaccio. 10.10 p.m.

E poi ti viene voglia di usare il bilanciamento colore e virare un po’ sul rosa e glicine. Senza una ragione o un perchè. Del resto queste variazioni pur avendole sempre trovate insulse se fatte male, proprio come nel mio caso, risultano sognanti. E in questi biscottini si doveva giusto calcare un po’ la mano per provocare un collasso glicemico.  La settimana cuoriciosa sadica ai danni del Nippotorinese del resto è in pieno svolgimento (sforno tre  post al giorno. Si vede che ho arretrati? Si intuisce?) 

Lo stesso che è crollato alla  vista del “ti amo” che si sussegue tra piogge di cuori, abilmente lasciati sullo snack della cucina in queste freddissime (25 gradi in casa) mattine fatte di ritardi, urla e baci fugaci “ciaociaociao”.

Si è fermato e ridendo sotto i baffi che non ha è riuscito solo a dire “non stiamo esagerando un tantino adesso?”.

Sì. Credo proprio di sì.  E vorrò esagerare. Sempre. Comunque.

E’ strano avere impegni. Generalmente era sempre stato lui a fuggire e urlare ritardi mentre gli infilavo tre biscotti in bocca  e con il mio pigiamone di Snoopy vagavo con penne e fogli e ipad sotto le ascelle.

Come baguette a Paris.

E’ strano per me nonostante ormai un po’ di tempo sia passato. Da quando vi sono scadenze, impegni o qualsivoglia collaborazione pur ostinandomi a non usare il termine “lavoro” lo è. Ed è proprio in queste mattine che senza volerlo appaiono immagini di un passato che pur sembrando collocato ere fa, così lontano non è. E’ come fissare uno specchio di un parco giochi dove vedi esattamente il contrario. Lo specchio deformante. E la verità la sai solo tu.

Il 4 Maggio e il 4 Novembre che diventano tre volte quattro che guarda un po’ fa dodici, ti girano in testa e fissando l’Etna innevata con la lava calda che sgorga e zampilla: capisci.

Capisci che è una vita di eccessi quella che sei destinata a vivere.

Avevo paura. Moltissima paura dei muri alzati e dei cancelli sfondati. Di questa mia insana voglia di rosa, tenerezza e semplicità che frulla con l’anima nera strapiena di rosso, sangue e violenza.

Un disequilibrio che non ha spaventato solo me. 

Eppure bastano dei biscotti a cuore che odorano di normalità e parole. Mentre il ghiaccio resiste imperturbabile tra tutti quei fuochi che ieri illuminavano il cielo e le stelle. Lontanissime.

Eppure bastano a ricordarti di non avere mai paura. E di fidarti.

A me questo rosa, l’Etna che esplode e questi biscotti ricordano solo una cosa: Cecilia.

Che scrive questo.

Cecilia è un nome che arriva forse inaspettato in questo contesto ma così non è. La parola Cecilia non è arrivata sinora perchè non ho mai cercato le parole. Sono sempre state loro a cercare me. Come i miei personaggi, i disegni e le storie. Se fossi completamente impazzita, e manca giusto poco, mi definirei come quella meravigliosa ciarlatana di Rosemary Altea; alla quale va riconosciuta la forza di rimaner seria durante i suoi vergognosi teatrini che giocano su vite e ricordi con podi di dolori.

Come spiriti e alieni alla realtà le parole arrivano ed esplodono. Allo stesso modo organismi più complessi come Ary e tutta la famiglia e terza generazione di Phobialand. Nei miei racconti.

Stamattina guardando l’Etna ghiacciata con la lava mi sono ritrovata lì. Ho visto Cecilia scendere velocissimamente da una discesa di polvere di lava. Gridando. Pochi minuti prima eravamo abbracciate su un masso in mezzo ai Crateri Silvestri. Suppongo, senza rifletterci molto, che le parole su Cecilia siano arrivate adesso perchè la mia paura è lì. Pronta ad emergere sempre. Come la lava.

Suppongo altresì che non riuscirò a debellarla e per certi versi non dovrò preoccuparmene.

Credevo che trascorrere del tempo con lei sarebbe stata una pioggia di cuori e amore. Un abbraccio infinito.

Il nostro incontro è stato esattamente quello che c’era oggi dalla finestra. Fuoco su ghiaccio e l’esatto contrario. E non perchè il sangue del nord e del sud come stupida tradizione vuole imponga un elemento freddo e uno caldo in questo contesto. Semplicemente perchè ancora una volta ho dovuto fronteggiare una situazione di diversità a cui non sono abituata. Un altro spaventoso limite che riesce a paralizzarmi pensieri e battiti cardici.

Il sorriso e la spontaneità di Cey, perchè non l’ho mai chiamata Cecilia, sin dal primo abbraccio quando teneva un fogliettino “Gara delle Olimpiadi dell’Antipatia” in aeroporto, mi hanno fatto esplodere e catapultato su un altro pianeta. Per tutti i giorni insieme si è annullato il mio essere Maghetta, Streghetta, Gikitchen. E’ esplosa la sensazione di essere nick restando nuda con tutti i miei mostri. Le mie rughe e il mio occhio stanco. I miei difetti evidenti e la gamba destra storta. E’ emerso tutto.

Il mio broncio involontario e quell’essere signorina gne gne gne. Che dà direttive precise. Impartisce ordini e non è poi quella dolce Alice smarrita; piuttosto un carro armato che sa bene cosa vuole e quando.

E mentre mi chiedevo se le piacessi, la risposta arrivava secca. No. Non le sto piacendo.

Me ne sono convinta mentre passavo la piastra alle quattro del mattino. Lo stesso mattino di quando lei arriva con la sua felpa gialla e i capelli sinceri. I suoi.

Ed io con i miei capelli finti lisci dietro uno snack con tanti cornetti al pistacchio e ricotta tagliati a metà, sto lì a guardarla sognando di essere come lei. Spontanea. Senza barriere.
Senza i miei dogmi, regole e pagine di galateo. Senza i miei vizi e comodità mentali.

Continuo a fissare quella felpa gialla. Che non mi spaventa. Come non mi avevano spaventato gli occhi azzurri di Giulia.

Butto giù un altro sorso di caffè mentre capisco informazioni semplicissime. Amo un uomo che ha gli occhi verdi e riesco a dire che è il colore più bello tra tutti nonostante mi terrorizzi. Una delle persone che amo di più possiede gli occhi azzurri più incredibilmente azzurri dell’universo e l’altra che è nel mio cuore indossa pure felpe gialle e non ha paura dei capelli scompigliati.

Ne butto giù un altro po’ e.

E allora tutto è più semplice del previsto? Esiste quindi una possibilità che io sia piaciuta davvero a Cey. Come esiste che si possa essere amiche? Del resto se verde-nippotorinese, azzurro-giulia, giallo-cey annullano le paure tutto può succedere no?

Non sono una buona amica e non ho mai avuto problemi a ribadirlo. Anzi mi piace proprio trovare del tempo per spiegarlo. Con motivazioni ed esempi.

Non lo faccio, insomma, in seguito a delusioni ma da molto tempo. Avevo nove anni o poco meno quando seria in volto a una tipetta bionda che frignava davanti al  mare spiegai con calma che non doveva aspettarmi ogni pomeriggio per giocare. Avevo una sfilata di moda in corso e dei modelli da disegnare. Mi piaceva stare con lei. Disegnarle le bamboline e ridere senza fare troppo rumore ma non potevo dedicare ogni pomeriggio a quello.

Ho deluso chiunque mi sia stato accanto per la mia smania di libertà e la voglia prepotente di dichiararmi autosufficiente anche quando apparentemente non lo ero. Grazie all’illusione però ho creduto che potesse esistere l’amicizia. Quella vera. Quella che non esiste,  dice una parte di me.

L’unico punto di forza che mi riconosco da sempre è questo meraviglioso cinismo che mi appartiene e non combatte ma convive pacificamente con un lato sognatore e infantile. Per questo motivo quando Cey mi ha guardato con i suoi occhioni bellissimi da  bambina che al contrario di me crede nell’amicizia, ho rivissuto in pochi attimi alcuni momenti.

Ho ricordato la mia prima migliore amica. Loredana. Il suo numero di telefono era 338919. La mia prima telefonata. Sino ad arrivare ad Agata. Il suo numero di telefono non lo ricordo ma il suo ultimo messaggio prima di morire, sì.

Non sono una buona amica perchè non sono abituata ad avere a che fare con oggetti animati davvero. I miei amici di sempre li animo io. Muovo pupazzetti e marionette che nascono e crescono secondo mie precise direttive. Si trasformano, si evolvono e spariscono in cassetti.

Sotto la tenda che mi costruiva mamma invitandomi a inventare mondi stavo ferma lì certe volte. Sperando di poter aprire la porta di casa e scendere giù. Dove gli altri bambini giocavano nel cortile. Che non fosse così pericoloso per me girare in bici, nascondermi e contare uno due tre quattro a chi vedo vedo.

La colpa non è di nessuno se non sono una buona amica. E’ solo un dato di fatto che cosciamente ribadisco. Eppure di gente che ha voluto contraddirmi in vita mia ne ho avuta davvero tanta. E adesso che la mia ragione è solo mia e che sono tutti pupazzetti buttati in aria al grido di “non vi sopporto più”, vedo il finale che mi ero prefissata.

Ho ragione. Non sono una buona amica. E la questione di principio e la ragione, lasciando perdere i dolori, per me sono di fondamentale importanza. Perchè oltre a non essere una buona amica sono supponente e arrogante. Sono antipaticamente perfezionista e nevrotica. Sono abituata a ricevere e avere il meglio. A lamentarmi per qualsiasi cosa fin quando tutto non è esattamente come ho stabilito. Non importa quante persone dovranno essere coinvolte ma dovrà andare esattamente come dico io. Perchè quello che dico io nella tenda, che mamma mi costruiva per inventare mondi il pomeriggio, è legge.

E forse non sono una buona amica perchè ancora vivo sotto la tenda. Da sola.

E perchè so che non sono questa ma ho deciso di esserlo.

Quando sono arrivata in aeroporto attraversando la strada in una preoccupante calma apparente all’aeroporto di Catania, dove generalmente si lanciano auto in aria e avvengono sparatorie di bacetti al figliol prodigo tornato dall’algido nord, ripetevo solo “non le piacerò. Non sono maghetta streghetta, io”.

Il “ma lei lo sa” di Pier non era sufficiente. E non lo è stato fino alla fine. Perchè in cinque giorni insieme a Cey la domanda che mi ha assillato è stata “cosa avrebbe fatto maghetta streghetta?”.

Avrebbe saltellato. Sorriso. Mandato bacetti. Senza rendermi conto che io davvero saltello. Sorrido. Mando bacetti. Ma non con le sembianze di un fumetto. E questa carne e sangue che penzolano dolori talvolta sono troppo pesanti senza una gomma pronta a cancellare tratti.

Io di Cey non dimenticherò la sua corsa velocissima giù per i Crateri Silvestri mentre il vento fortissimo mi spaccava le labbra. Lo stesso ricordo e suono che riemerge in una mattina dove ci sono biscotti a cuori. Gli stessi che vorrei preparare per lei e per Fab. Per una colazione di nuovo insieme.

Dove questa volta io potrei tormentarmi meno.

Non dimenticherò quando su un masso abbracciate ho sentito il nostro cuore affaticato per la salita battere fortissimo. Chiedermi se davvero fossi lì. Con Cey. Dopo cinque anni di un “ti voglio bene” che odorava troppo di virtuale. Dopo cinque anni passati a sapere ogni cosa delle rispettive vite senza sapere nulla.

Come non dimenticherò l’orrendo turducken, trasformatosi poi in una creatura inquietante. Le gambe mi si sono paralizzate. La guardavo imbottire di Cointreau la pelle del pollo. E mentre io cucivo un animale sventrato ho capito che era un po’ come ricucire il mio cuore. Da ferite e dolori. Mentre lei imbottiva con del pangrattato di ricordi felici giusto per darmi qualche iniezione di felicità.

Sale sul mio camion a rimorchio di difetti Cey, per star seduta comodamente lì. Mi osserva riportandomi a una realtà che non conosco se non per sentito dire e  mi rassicura con un abbraccio dicendomi che sto andando benissimo mentre io al contrario mi ripeto che no. Non sto andando per niente bene.

Di Cey mi hanno colpito gli occhi, che avrei voluto fotografare a lungo se solo fosse riuscita a restare ferma un po’. Si muove come mia mamma. Appena l’obiettivo è addosso alle sue pupille, vira lo sguardo e freneticamente sbatte le palpebre. Come fosse la funzione pulse di un robot da cucina.

Sono sempre stata bravissima a fare l’albero di Natale. A sistemare cromaticamente gli addobbi e fare studi approfonditi sulla sistemazione parallela delle palline ma con Cey no. Non sono riuscita a capire nulla di quello che stavo facendo. E’ riuscita a rompere qualsiasi equilibrio e nei miei silenzi preoccupati vi era un’altra  domanda, oltre “a cosa avrebbe fatto maghetta streghetta” che mi attanagliava e tormentava:

e se fossi una buona amica per lei?

E poi in aeroporto tira fuori una bottiglia di succo di pera. E quando abbasso lo sguardo lei non capisce. Che io ho solo voglia di piangere un po’ e raccontarle quello che non sono riuscita a dire. Che io a quella domanda mi sono risposta sempre solo:

no.

Non sarei una buona amica per lei. E’ inutile quindi anche solo provarci?

La risposta è uguale.

No. Non è inutile provarci.

Per me è stato immensamente difficile e lo continuerà ad essere. Perchè se ho una certezza è che Cey merita una buona amica. Proprio come lei .

Ti voglio bene Cey. Sei nel mio cuore nero. Non sotto forma di biscotto che si sbriciolerà ma di ferro saldo. Che rimarrà.

E io per te ci provo.

Lascio la ricetta dei biscotti cuoriciosi senza latte. Che si conservano benissimo in una scatola di latte e che quindi possono essere preparati con netto anticipo.

La ricetta dei Biscotti cuoriciosi senza latte è questa:

Ingredienti per 30 biscotti circa: 200 grammi di farina OO, 130 grammi di farina di riso, 120 grammi di zucchero integrale di canna, 60 grammi di olio extra vergine di oliva, 2 uova, 1/2 bustina di lievito per dolci, 1 baccello di vaniglia o cannella se si preferisce (altrimenti se non piace la vaniglia o la cannella aromatizzare con la scorza di un limone grattugiato non trattato biologico oppure con le essenze al mandarino classiche)

In un robot da cucina, se lo possiedi, versa tutti gli ingredienti fino a quando ottieni una pallottola. Falla riposare in frigo avvolta da pellicola trasparente per almeno 30 minuti prima di lavorarla. Se non possiedi un robot da cucina lavora tutti gli ingredienti come fosse una frolla normale anche se non vi è la presenza del burro e quando ottieni un impasto omogeneo avvolgi per bene nella pellicola e appunto come detto precedentemente fai riposare per 30 minuti almeno in frigo.

Infarina quindi il piano di lavoro e il mattarello e ricava tanti biscottini a cuore. Fai cuocere a 180 per 15-18 minuti fin quando saranno dorati. Il tempo di cottura dipenderà chiaramente dall’altezza e grandezza dei biscotti. Regolati quindi tu basandoti su colore e consistenza.

Quando appaiono dorati sfornali e una volta raffreddati se vuoi decorali con il cioccolato fondente.

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32 COMMENTS

    • Questo smile… Non c’entra un gran che… vorrei dirti qualcosa ma non so…
      Ecco ti abbraccio forte, questo si… Ho un nodo in gola, e anche se si tratta di scrivere, non ci riesco, quindi ti abbraccio forte e basta…buona notte gaia dal cuore nero… Ma non come il ferro ma come il cioccolato fondente al 99% … **

  1. e io mi sono emozionata…perchè tu sai farmi emozionare sempre..ma non solo.Perchè hai questa capacità di tirarti fuori anche nel raccontarti sbagliata. Santo cielo…meno male che c’è chi, come Cecilia, ha capito chi sei. E non voglio aggiungere altro…perchè questo post merita solo silenzi pieni di sorrisi. Un pò come per quello che ti ho scritto per Max.. tenetevi per mano, quella del cuore. Sono certa che Cecilia quella mano non te la mollerà mai <3

  2. Non so scrivere dall’iphone soprattutto quando sono pure ubriaca ma sticazzi a maghetta alla me virtuale e a tutte le tue e le mie paure. Non so se maghetta sarebbe una buona amica per Cey ma TU lo sei per ME quando sono Cey e quando sono un casino unico e va bene così va più che bene. A me le persone piacciono a distanza ma tu, con Fab e vida, sei l’unica persona di cui sentissi la mancanza dopo cinque giorni mentre ero ancora all’aeroporto. Ti voglio bene

  3. Cerca di non parametrare tutto con i tuoi parametri. Se pensi di non essere una buona amica non è detto che questa sia la verità. E non è detto che l’altra persona pensi secondo i tuoi criteri e metri. Io credo sinceramente che tu dia tanto, senza rendertene conto. Hai iniziato ad andare alla scuola del volerti bene. Hai fatto le elementari ma ci sono ancora tante classi… Ricordi il proverbio cinese? Un viaggio di mille miglia comincia con un singolo passo… Tanti passi hai fatto, e tanti ce ne sono ancora… E quel che conta non è dove si arriva ma il viaggio in sé. Visto da qui il tuo viaggio è molto complesso, pieno di curve strette e di sentieri sull’orlo di precipizi, ma da quei sentieri quando sorge il sole si vedono dei panorami meravigliosi… E adesso abbracciamoci stretti.

  4. Questo pomeriggio ho fatto la cioccolata calda, come da ricetta: con il latte di riso e lo zucchero di canna integrale. Ed era veramente cioccolata calda: non ci ero mai riuscita.
    Ergo: sei un genio.
    Il tuo lungo post meriterebbe pagine e pagine di parole. Mi limito, anche per non essere odiata.
    Gli eccessi, in primo luogo. In realtà è la prima cosa che si pensa di te, oltre al fatto che sei geniale. C’è talmente tanta vita in queste “pagine” che ci si chiede come fai a contenerla tutta e se ci sono abbastanza luoghi per contenere tutti i disegni, le storie, le cose che ti frullano dentro. Ho anche pensato che deve essere complicato viverti accanto. Che io degli eccessi – in primo luogo dei miei – ho sempre avuto sacro terrore, perché non tutti riescono a stare al passo di chi è eccessivo (anche vivere vicino a me è cosa complessa).
    Però è anche vero che reprimere e non far uscire quello che si è, si pensa, si sente e “si produce” tra un neurone e l’altro è assolutamente da evitare; se lo si fa, poi bisogna correre ai ripari e cambiare strada, di corsa, sbriciolando un bel po’ di cose. Siccome spesso si tende a limitare gli eccessi, per paura, la vita di chi è eccessivo consiste in “fare e disfare” (lo virgoletto perché è anche il titolo di una canzone) “continuamente, malamente e con amore”, per ritrovarsi.
    Tanto l’amicizia esiste: è merce rara, ma c’è. Ci ho messo una vita sul serio, tra “migliori amiche”, affetti forti e varie ed eventuali, ma poi ho trovato casa in una persona che ha trovato casa in me e davvero valeva la pena aspettare, avere paura di non piacere e tutto il resto.
    Leggendoti, in maniera non proprio razionale, mi sono venuti in mente i “Sei personaggi”; solo ora che scrivo mi accorgo che sei della terra di Pirandello e forse lì più che altrove si ha il coraggio di dialogare con ciò che la mente partorisce.
    E mi è anche venuta in mente una canzone splendida di Patrizia Laquidara: “Mielato”…
    Fine sproloquio… Buona notte!

  5. Cara Giulia, non so se tu sei o no una buona amica, le persone pensano e sanno, ogni persona può pensare ciò che vuole, io so che Cey pensava che eri una buona amica, chi ti dice che non lo sei?? Non importa quanti difetti hai o quanti credi di averne, bene o male nessuno è perfetto. v.v
    Secondo me potresti essere una buona amica, come può una persona così dolce e gentile non esserlo? Sei generosa, simpatica e divertente, ci sopporti! xD Non ti conosco, non so come sei realmente, ma ti sento come mia amica nonostante questo…e sai una cosa? Sei una buona amica per me. Passo più tempo con te che con chiunque altro! 😀 Ti voglio bene. Abbracciamoci. BaciniAffettuosi* :*
    Ciao Ciao

  6. Se è per questo io ho trattato male un mio carissimo amico. Non mi parla più. Tratto male tutti perchè mi piace un ragazzo e lui non se ne accorge, pensa solo a “quella”, si sono anche baciati! 🙁
    Ora cerco solo di ritornare la Khry che sorrideva, sai come faccio? Sto sul tuo blog. Sai farmi sorridere. Le buone amiche non fanno questo? Non aiutano chi ha bisogno di ritrovare il sorriso??? Io dico di sì, anche se non lo sai ( come ha detto Max) tu doni molto anche senza accorgertene. Doni un sorriso a me ogni giorno ,anche se sto male… (: Sei una buona amica, fidati, ma se credi il contrario prova in tutti i modi a diventare quella, che secondo te, è una buona amica, provaci! 😀
    Non so quanti kilometri sono tra di noi, ma io ti sento vicina anche in questo momento! Non sei forse stata tu che mi hai fatto sorridere dicendo che avresti fatto un’altra estrazione in cui si vinceva una momiji e la sua mug? Non sei forse stata tu a darmi una possibilità ( come a tanti altri) di vincere una fotocamera (sempre desiderata) semplicemente disegnando? Non sei forse tu che ogni giorno passi il tuo tempo con noi inventando e sperimentando fantastiche ricette? Io credo di sì… se Max è tuo amico è perchè pensa che tu sia una buona amica. Alle elementari ero scontrosa e antipatica, non amavo stare con gli altri e trattavo male tutti, piano piano ho imparato ad essere gentile e solare ( credo) Infatti ho molti amici ( ma anche nemici) Sorrido e vado avanti nonostante tutto, lo fai sempre anche te quindi sappi che, bene o male sarai una buona amica anche secondo te. Basta crederci e impegnarci. Vedrai! 😉 Sorridi Sorridi cara Iaia ( Posso darti tanta confidenza? : / ) Perchè io ( e tantissimissima altra gente) ti voglio bene. 😀
    Sono quella che su Facebook aveva scritto (dopo averti scoperto solo da un giorno) che da grande voleva diventare come te. Ed è così ancora oggi, voglio essere vivace e dolce, simpatica e generosa. desso basta se no non finisco più! Baciniaffettuosi* ( di nuovo) :* Ciao Ciao Iaia!

  7. Io non sono niente e nessuno, ma mi permetto di lasciarti un bacio sulla fronte. Lo lascio a chiunque tu sia, non sia, a chiunque vorresti essere.
    Siamo creature complesse, ognuno si corazza come può per far fronte al dolore, alla fragilità, alla vita. Chi e’ dannatamente sensibile forse fatica di più, ma come dice Max, e’ un lungo viaggio fatto di un passo dopo l’altro.
    Magari un passo avanti e due indietro.
    Sii un po’ indulgente con te stessa, quando comincerai a destreggiarti tra i tuoi “limiti” con un po’ più di familiarità, diventeranno più
    Accettabili e meno ingombranti…
    Non avere paura, rialzati e continua.
    Ne vale la pena.
    (nota per i non udenti alla pag.777)
    Mentre lo dico a te, lo dico pure a me che ti credi!
    Forza, non sei sola.
    Una carezza per te come se fossi una piccola duenne.

  8. Giulia mia,
    sai cosa dico sempre io? Che ci vorrebbero due vite per ognuno di noi. La prima da vivere così come viene. La seconda per mettere in pratica quello che si è imparato. Nessuno di noi è perfetto e men che meno quelli che pensano di esserlo. Ma nell’autocritica, nel prendere atto che si hanno dei difetti, c’è una profondità strabigliante, proprio come la tua. Non sarò la prima nè certo l’ultima a dirti che secondo me ti sbagli, perchè con me ad esempio sei stata una vera amica fin da subito, senza nemmeno conoscermi bene: mi hai detto parole dolci, che sono state un balsamo in un momento devastante, parole che aspettavo da chi mi conosce da più di dieci anni e che non è riuscito ad arrivare dove tu sei arrivata in un istante infinito. Ed infine, tesoro mio, credo che tu non possa giudicare la tua capacità o non capacità di essere una buona amica. Sono gli altri a poterci valutare, a saperci dire se da noi si sentono appagati o no, se da noi ricevono quello di cui hanno bisogno. A volte chi pensa di fare tutto per l’altro finisce con il non fare niente. Al contrario, chi pensa di non fare niente, finisce con il fare tutto ed anche di più. Come te.

  9. Quoto e sottoscrivo totalmente quello che ha scritto max. Non esistono dei parametri e degli standard in amicizia.
    Un amico vero, un buon amico, può pure farsi vivo una volta l’anno ma con l’impressione di averlo sentito pochi minuti prima.
    Ognuno ha tempi, impegni e priorità e si è travolti da una vita a volte troppo frenetica per riuscire a tirare le redini e fare un punto della situazione.
    A volte basta regalare un solo sorriso per essere buoni amici. Tu sei esattamente maghetta streghetta. Saltelli, sei fragilmente insicura, sbuffi, ti lamenti e sorridi. Sorridi magari due volte anzichè 12 ma sono sorrisi veri e se non ti vengono non li fai perchè non devi farli per forza.
    Ti ho sempre detto che per me sei un’amica di carta che ora ha uno spessore, un profumo, una luce negli occhi.
    Sei una buona amica Giulia, lo sei proprio quando dici di non esserlo. Lo sei perchè non sei forzata nell’esserlo e non fai nulla di più di quello che la tua spontaneità ti dice di fare.
    E su quei crateri, su quel terrazzo, su quella macchia rossa divanosa, all’aeroporto e. Lo sei stata, una buona amica. E lo sarai sempre. Non secondo i tuoi criteri, ma secondo i criteri del cuore di ognuno di quelli che dicono che okkei mi sono incartata. ma il senso si è capito, no?
    E ti voglio bene

    • (pezzodistella se permetti finisco il pensiero dove ti sei incartata)
      Non secondo i tuoi criteri, ma secondo i criteri del cuore di ognuno di quelli che dicono che per loro sei una buona amica. E questi criteri vanno spesso oltre i saltelli e i santapizzetta, che sono l’apparenza. Perché dietro i saltelli e i santapizzetta c’è tutto un mondo da scoprire. E il solo fatto di permettere di scoprirne anche solo un microscopico pezzettino è “essere una buona amica”.
      E ti voglio bene pure io.
      E pure a pezzodistella.

  10. Due anime che s’incontrano in terra e si vogliono bene dal profondo è perché in cielo hanno corso insieme tra le nuvole! Ne sono sicura, è per questo che tu non sei potuta sfuggire all’amicizia di Cecy, i vostri cuori già erano complici! Bellissime entrambe, mi fate una tenerezza che mi verrebbe d’asciugarmi il naso col braccio 🙂
    Mi riprendo allungando la mano su questi romanticissimi biscotti, posso vero? Ho sperimentato anche io una volta la farina di riso nei biscotti, danno una fragranza particolare, veramente ottima. Nonostante abbia una carie in corso, sicuramente qualche infiammazione o pulpite, imperterrita mangio dolci, e vabbè…mi porto lo spazzolino dietro e poi vado in bagno, ok? baci :*

  11. e io (che arrivo sempre ultima, è una mia prerogativa…) quoto Cecilia, la stella bionda e Max: l’amicizia è a doppio senso, si è amiche INSIEME, non tu per lei e lei per te, ma voi DUE, l’unico modo di definire un rapporto di amicizia è guardando l’insieme, non i singoli pezzi.
    poi è ovvio che tutti noi che ci conosciamo “a parole” abbiamo paura dell’incontro vero, che non sia come ce l’aspettavamo, di deludere e essere delusi, ma ricorda sempre che la cosa è reciproca, non sei solo tu a temere il momento in cui tutto quello che sei verrà fuori senza filtri.
    perché se tu avevi paura di non essere “all’altezza” di MaghettaStreghetta lei probabilmente aveva paura di non essere “abbastanza” Cey, la sola differenza tra voi due è che forse Cecilia si è detta “sticazzi” e si è buttata senza pensare…
    io so solo che ieri sera tra mille problemi tecnici ho potuto vedere e parlare con alcune delle tonne che sento particolarmente vicine al mio cuore e dopo essermi aggiustata le cuffie ho affrontato l’odio per la telecamera, ho acceso e via, pensando “ma sti cazzi, io sono io, c’è poco da fare”. ed è stato come esserci viste 10 minuti prima, come se le avessi già incontrate e abbracciate dal vivo (vabbè una l’ho abbracciata davvero 😛 ) e oggi mi sono svegliata proprio felice.

  12. e stavo anche per perdermelo questo post…

    e vorrei dire delle cose belle e intelligenti ma sono arrivati altri prima di me.

    Ne abbiamo già parlato essere “buone amiche” non ha significato. Perché ci sono delle “regole” da rispettare, come per “l’Amore”: sei una buona amica se fai così e se dici così, mi ami se mi dai tot e se fai quest’altro.
    Ecco perché non sono una buona amica e non amo.
    Non con questi parametri che sono quelli degli altri.
    Eppure so d’essere una vera amica, so di amare.
    E so che anche tu sei così.
    E sono contenta di non aver perso questo post.

  13. Giulia, carissima Giulia… Vorrei poterti scrivere qualcosa che potesse accarezzarti il cuore e stringerti forte… Ma in questo momento non riesco quasi a tener in mano l’Ipod… Le mie difese immunitarie hanno ceduto al virus frugolinoso e sono a letto con un febbrone da paura e la testa che sembra esplodere… Tutti qui avranno saputo trovare parole migliori delle mie, ti dico solo che le persone che ci amano lo fanno per quello che siamo, tutto,pregi e difetti… Le persone che ci amano lo fanno per quello che siamo, non per quello che potremmo essere! Per quanto possa contare, io ti voglio bene… E Frugolino puoi dirlo tuo ogni volta che vuoi!!! Ti abbraccio…

  14. Io leggo solo ora perchè ho trascorso il uichend a letto con l febbre 🙁
    Ma. Una cosa la vorrei aggiungere. Non è a te che doni la tua amicizia che spetta giudicare, ma a chi la riceve. E non mi pare che qui sia scontenta Cecilia, come nessun altro insieme a lei. Pensa questo. Ci sono molti modi di amare e San Lavandino come lo chiamo io è lì per celebrare ogni forma d’amore. L’amicizia in ogni sua sfaccettatura è fra quelle. E chi ti vuol bene, lo fa senza voler nulla in cambio. Talvolta si vuole bene e basta, senza una ragione, perchè si è portati naturalmente, da una serie di strane alchimie, a preferire qualcuno piuttosto che altri. Naturalmente nasce un’empatia, un’armonia di pensiero che non si può sbiegare e che non serve combattere. Ti voglio bene e ti abbraccio anche io. Mi commuovi sempre e tutto credo tranne che tu sia supponente. D’altronde come può esserlo qualcuno che si circonda di tanti dubbi e preoccupazioni per gli altri? No. Non lo sei affatto. Però sei eccentrica ed originale, questo si. Ma tutti i geni della storia lo sono stati. Le persone che godono di una intelligenza sensibile fuori dal comune lo sono. Sallo. E sappiatelo tutti (Si dice sappiatelo?). 🙂

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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