Ricette Vegetariane e Vegane

A Sasizza ‘nto Canali

“A sasizza ‘nto canali”? E che cos’è ?!

Ragionamenti ineccepibili a parte davvero vi è il culto antico di cuocere i nodi di maiale in questo modo. Non vi è siculo vivente che non sbavi tenendo secchi per raccogliere la meravigliosa bava che produce al grido di “Sasizza ‘nto canali!”

Certo qualche femmenadisonorata che non apprezza e che enuncerà i primi quattro teoremi sull’igiene e il rispetto nei confronti di un dolcissimo cucciolotto rosa dal musetto coccoloso, la potete trovare. Guarda caso l’unica, rilevata al momento nella parte orientale della Trinacria, è proprio quella che ticchetta.

Mamma va matta per questa cottura e anche papà con moderazione potrebbe arrostire nove chili di salsiccia sul canale e farne fuori otto chili e mezzo solo durante la cottura. Poi sedersi a tavola e davanti ai cinquecento grammi rimasti serio in volto asserirebbe che “no. Io oggi voglio mantenermi leggero”. Questo perchè la salsiccia ‘nto canali ha insita una filosofia che non si tramanda ma semplicemente si conosce. Non si mangia a tavola. Si mangia alzati tra polveri di fumo con tanta gente intorno che si accalca, si dimena e agita panini dove riporre i nodi. Nei casi un po’ meno glamour (come se questo lo fosse) ci si azzuffa  e si sbrana a metà la porzione per dividerla con l’amico del branco.

Io da brava psicolabile ho sempre assistito entusiasta a questo meraviglioso teatrino dicendo “no grazie”. Perchè mi integro facilmente in questi contesti conviviali. Ora perchè sto blaterando sulla cottura ‘nto canali? Questa salsicciotta con il sugo è forse stata cotta sui canali?

La logica imporrebbe questo ma siete in una cucina Psicola(va)bile dunque finitela di sperare in qualsivoglia miracolo neuronale. La verità è che avrei voluto cuocere questi nodi di salsiccia sulle tegole. Ho chiesto a mamma in che modo avremmo potuto sterilizzare completamente le tegole e mamma accarezzandomi i capelli come si fa alla progenie nelle cliniche psichiatriche ha detto “amore ma non si può totalmente sterilizzare una tegola”. Ho chiesto a papà se fosse possibile indossare tutti delle cuffiette da doccia per non sentire quell’odore nauseabondo di carne morta tra i capelli dovendo poi trascorrere delle ore insieme e anche papà accarezzandomi i capelli mi ha detto che no. Non si poteva fare. Bisognava essere coraggiosi e arrostire senza cuffiette. Ho chiesto al Nippotorinese se si poteva calcolare il vento per non incorrere in spiacevoli incidenti del tipo “fumopuzzasalsiccia” su “bucatopulito” e accarezzandomi i capelli mi è stato detto che no. Non si poteva calcolare il vento e che talvolta il vento si sposta senza chiedere consensi a chi si è organizzato in altro modo.

Insomma non vi erano le condizioni necessarie e sufficienti per fare la salsiccia ‘nto canali. Nonostante questo alcune regole ero riuscita ad stabilirle. Ovvero ( ne vado fiera, sì) che non si sarebbe mangiato neanche un pezzettino durante la cottura per non far colare tutto il grasso sul cotto del terrazzo e che sarebbe stato obbligatorio indossare un camice (quello della vortice mi piace perchè è marrone e si intona al gazebo) che in qualche modo avrebbe trattenuto l’odore.

Quindi la ricetta di oggi è una classica preparazione sicula sì ma la cottura non è stata eseguita come tradizione vuole giusto per essere ancora più disonorata. Già gli indigeni del luogo mi detestano perchè cuocio noodle e sono vegetariana, ma credo che semmai potessi raggiungere il culmine l’ho fatto oggi con la degradazione della cottura da branco.

E’ una vita difficile e asociale la mia. E aggiungerei: che meraviglia!

Insomma semmai qualcuno volesse cimentarsi perchè impavido e coraggioso a differenza mia, basterà mettere sulla brace-barbecue-camino-qualsiasicosaabbiaunfuoco una tegola e quando sarà caldissima far cuocere la salsiccia lì sopra. La salsiccia potrà essere gustata così semplicemente arrostita senza alcun tipo di condimento oppure con una deliziosa salsetta.

Qui non è carnevale se non si mangia la salsiccia con il sugo. No dico vogliamo trascorrere i giorni più grassi dell’anno (qualcuno poi deve spiegarmi se gli altri non lo siano comunque a pieno titolo) senza mangiare otto tonnellate di salsiccia col sugo? Ma smettiamola!

Una salsetta che se preparata in casa farà nettamente più bella figura altrimenti si potrà ripiegare per un pelatino che non ha nulla da invidiare soprattutto se il tempo scarseggia. In mancanza del canale/tegola ho provveduto a fuor cuocere la salsiccia all’interno della terracotta ultimando in forno e servendo con delle foglie di rosmarino freschissimo che resiste impavido tra le erbe aromatiche delle mie aiuole. Non so come, tra l’altro.

E cannella. Io nella salsa ho messo un pizzico di cannella; nessuno osi contraddirmi. Certo non vi è quel sapore rustico tipico della cottura ‘nto canali ma occorre fantasia nella vita. Si può sempre immaginare. Lo asserisco convinta io che da dieci anni non mangio carne potrete farlo anche voi.

Fantasia.

Papà, mamma e Nippotorinese dicono che io ne abbia troppa e dovrei giusto darmi una regolata per una sopravvivenza non troppo al limite. Tipo che se mangio una fetta di ananas io con la fantasia riesco a convincermi che è una Sacher Torte. Ci credo a tal punto che poi mi lamento per aver ingerito mille mila calorie quando in realtà erano due fette di ananas.

Lo dicono credo perchè siano stanchi delle mie bizzarre convinzioni. Se solo si lasciassero andare potremmo andare tutti insieme al reparto psichiatrico. E non sarei costretta a star lì da sola a cercare di convincere anche le infermiere e i dottori che la sasizza ‘nto canali nuoce alle relazioni sociali perchè impuzza da morire.

Siamo alle basi, santo cielo. Alle basi.

Perchè gli altri non si rendono conto che io ho sempre ragione e loro torto? E con questo interrogativo importante continuo la mia giornata. Nella speranza che riesca a finire prima delle tre del mattino didopodopodopodopodomani. Ma ne dubito fortemente-

 

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47 COMMENTS

  1. Giulia, dopo che mi hai preparato la salsiccina con il sugo non posso che amarti sempre di più, sempre di più, sempre di più… perchè io adoro la salsiccina con il sugo!!!!!!!!!!!!!! E se ce la possiamo portare dietro, ti accompagno io al reparto psichiatrico ;–) che puoi trovare facilmente nel post precedente!

  2. iaia, ci hai messo la cannella?! Nigella docet 😉
    Quando avevo il camino, cuocevo tutto lì, qualsiasicosa (la salsiccia, i legumi, il pesce, le bruschette persino il gatto!) ora che non ce l’ho uso qualche volta anche io la pentola di terracotta! 😀

  3. I miei sono pugliesi e questo è uno dei piatto che adoro della loro tradizione culinaria… Anche perchè la salsiccetta barese è molto saporita, visto che nell’impasto del macinato mettono , oltre al sale, il parmigiano grattugiato e micro pezzettini di pomodoro… Buonaaaa 🙂 un abbraccione Giulia!!!

  4. Oggi vado dal maslè e mi compro mezzo chilo di salsiccia, chè mi hai fatto venire voglia. E naturalmente, da brava piemontese, la accompagnerò con un chilo di polenta macinata a pietra. Che fame.
    Scommetto che anche al Nippotorinese andrebbe una bella polenta,vero?!!
    E comunque io mi ritiro dalle gare, non ce la faccio a star dietro a tutti voi!
    Quintali di bacini alla nostra splendida Gi!

  5. “Dovrò comprarmi l’ennesimo iphone o blackberry o qualsivoglia aggeggio multimediale. Dovrò usarlo solo per uno motivo, affinché altre notifiche o messaggi non intralcino il mio scopo principale: Arrivare prima OGNI SANTO GIORNO sul Blog di Max. Perchè dopo avergli, invano, puntato un’amatriciana alla tempia, er colosseo in miniatura e l’ellepi di Nnamo a Ostia Beach avevo confesso perso ogni tipo di speranza. Poi arriva “unochefalanewsletter”, che non ho ben capito chi sia (ma indagherò) e zittozitto apre il blog.

    Devo solo trovare uno spazio in agenda e scrivere: ucciderequellodellaniusletter.”

    Ancora rido. Mi sono strozzato con l’acqua e ho spruzzato il mio vicino di openspeis quando l’ho letta prima di pranzo, e rido ancora ora.
    E però devo precisare. O meglio, ripetere. Io non volevo, prova ne sia che da un anno c’era quel ricettacolo di microbi monco che stava lì a fare la muffa, con quell’orrenda immagine da cartolina con un ramo di un albero di cedro…
    E non sono certo ancora oggi di riuscire a mantenerlo. Nel titolo la parola chiave è “occasionali”, riferita ai pensieri. Io lo so che sono stufarino e che mi rompo le palle. A parte la moto. Quindi non so.
    Però tutti i “weapons of Max distruction” (questa la capisco solo io mi sa) a qualcosa sono serviti, perché se tu non li avessi usati penso che avrei semplicemente messo una pagina “Under construction”. E invece.
    Comunicazione di servizio: a cì sei una vera pipparsugo… Angela ti ha già stracciato… 😉
    Comunicazione di servizio 2: quello della newsletter è un giornalista serio, non un cazzarone come me, e lo incontrerò a fine marzo. E bisogna che ci sentiamo prima perché gli vorrei parlare di una certa fudbloggher… 🙂

  6. Fermi tutti. Il blog di max? *_* santocielo.
    Salsiccia. Salsiccia arrostita.
    Fumo. Mmm ma fa un effetto tipo nebbbbie di vulcano?
    No perchè chi arrostisce salsiccia e la magna senza ritegno sputazzando e cantando ai karaOke fa una percentuale di fumo pari alla quantità di vapori emessi dai crateri.
    Questo è un dato di fatto. E ora dimmi che bettyboop faceva karaoke sul tuo terrazzo, rassicurami.

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      bestiabiondaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

  7. Se vivessi ancora in campagna (Toscana), come da piccola, prenderei una tegola, accenderei un fuocherello e passerei ai fatti…
    Sono stata a sentire una conferenza di uno dei miei autori preferiti, Gianrico Carofiglio ed è stato bellissimo.
    “Le perfezioni provvisorie” è assolutamente da Giulia; già il titolo dice tutto…

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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