Ricette Vegetariane e Vegane

Se le fashion blogger tirano fuori le scarpe primaverili aperte perché non posso tirar fuori l’anguria e il cantalupo?

Prima di cominciare una parentesi: sulla pagina di Gikitchen, nonostante non sia mia abitudine, ci sono giusto tre parole perché il popolo del web si sta organizzando. Spero fortissimamente che possano essere d’aiuto. Per tutto il resto rimando a Giulia. Basta cliccare qui >>>

Fatico a carburare dopo una notte ancor più insonne della solita routine. Grazie al cielo la polpetta di Clooney non si è aggiudicato l’Oscar perché francamente non avrei retto e la Streep ha incassato il terzo con buona pace di tutti. Delusione ai massimi storici per La Luna di Enrico Casarosa che tifavo sullo “sfegatato andante” ma è pur vero che Rango manca ancora all’appello delle mie visioni e con la scusa cercherò di rimediare a brevissimo. E’ stato oltremodo divertente leggere in diretta i tweet dei vip che affollano ormai i social network (li ho diligentemente elencati e organizzati all’interno di una lista di cui si può usufruire. Un motivo in più per farmi odiare. Dov’è la lista? qui). Se l’anno scorso sono stata candidata come miglior Twitterina Italiana, in questo 2012 ho davvero poche chances perché devo debellare le perle di saggezza di molte starlette italiane. Sapere che la Canalis ha snobbato la notte degli Oscar perché invitata a un barbecue da amici: è cominciato così il delirio in diretta su twitter.

Purtroppo ho potuto ciarlare come una vecchia comare per poco tempo a causa del Nippotorinese che mi invitava, ad intervalli regolari di dodici secondi,  a riposare con una nenia che se rielaborata adeguatamente potrebbe diventare un tormentone rap. “Non è possibile che tu dorma così poco”. “E’ inaudito che tu debba seguire il diretta gli Academy Awards”. “Riposa e bevi meno caffè”. Se le leggete scandendo bene le parole e muovendo le mani a ritmo e con tono da rapper vien fuori qualcosa di sorprendente. Se è stato detto a Vasco Rossi di essere un poeta contando che non sa declinare correttamente il verbo essere neanche per sbaglio, l’infido nordico può aspirare a essere un’icona della musica per le generazioni future e a far comunicati attraverso facebook e youtube.

Insomma bando alle ciance. E’ lunedì e ad attendermi non solo vi sono sei giorni che cominceranno alle sei e finiranno alle tre del giorno successivo ma è prevista pure una foltissima serie extra di roba che non era stata minimamente presa in considerazione; ergo non posso aspirare ad arrivare incolume a Pasqua.

Sommersa da una serie di eventi, ultimamente sforno dolcetti di tutti i tipi e soprattutto per le diverse intolleranze;  con l’iniziativa  che è partita ieri su Instagram sto ricevendo poi una quantità di roba da tutte le parti del mondo che mi lascia oltre che atterrita pure preoccupantemente entusiasta. In pratica ho indetto una sorta di “Vinci una Momiji” ma con un funzionamento diverso.

Tutti i miei amici su Instagram (che su 50.000 credo siano per la maggior parte stranieri) che vorranno partecipare all’estrazione di una Momiji dovranno spedirmi una ricetta tipica del luogo in cui vivono o che particolarmente gli piace. Una ricetta per ogni mail. A ogni mail sarà assegnato un numero secondo l’ordine di ricezione.

Alla deadline si stopperà la ricezione email e si procederà al sorteggio della Momiji, che verrà spedita insieme a un’altra sorpresina in qualsiasi parte del mondo. La cosa stupefacente è che come sempre i miei amici filippini, cinesi e giapponesi sono quelli ad entusiasmarsi di più. Anche i brasiliani e gli spagnoli se proprio dobbiamo tracciare una linea comportamentale internazionale. Ma quando ho chiesto se potessero essermi d’aiuto per scovare nuove ricette etniche e internazionali sicuramente introvabili sulla moltitudine di libri che ho, non solo si sono prestati a corrermi in aiuto ma si sono resi disponibili per qualsiasi domanda o intervista. Anche gli Arabi; ecco. Moltissime persone di cultura araba non solo sono squisitamente disposti all’aiuto, ma inviano leccornie di tutto rispetto.

Ecco, anche questa si aggiunge al lungo calendario della To Do List. E se è già difficile gestire tutto in italiano, che mi riesce comunque male, figuriamoci in inglese tra due persone che come lingua madre ne hanno un’altra. Mi occorre un portavoce nel mondo (sì Flo sto parlando con te).

Aggiornamenti sulla vita che non interessano nessuno a parte, direi che anche io posso unirmi al coro “uhhhh è arrivata la primavera”. Perché se fino a due settimane fa eravamo tutti a lamentarci del freddo-neve-maltempo, adesso siamo tutti incacchiati per il cambio stagione. Ci metti pure che con la fashion week di Milano le fashion blogger ci hanno convinto che a quindici gradi si possa uscire con scarpa aperta e giubbottino di pelle leggerissimo e siamo subdolamente costretti a uscire senza cappotto, cappello e guanti.

Quando il mio fruttivendolo di fiducia mi ha detto “sai che ho il cantalupo e l’anguria?” per poco non lo prendevo a ceffoni, lo infilavo in macchina con l’ombrellone e gli dicevo “tiè. nnamo a vendere il cocco in spiaggia allora!”, con accento romano per far sì che Max fosse orgoglioso di me.

Poi però ho preso il cantalupo giusto per coerenza (?quale?). L’anguria, nonostante sia davvero suonata e rimbambita, proprio non ce l’ho fatta. E cosa farci con il cantalupo?

La triste storia del lupo che cantava, sgozzato e tagliato da una sicula cattiva che riceve ricette da filippini, comincia proprio da qui.

(oh a fare i preamboli sono sintetica, vero?)
Nonostante avessi detto che la torta di San Valentino cuoriciosa multistrato (quella che “Volevo essere una Rainbow Cake e sono diventata una bomba di zucchero leziosa e cuoriciosa”) non aveva riscosso moltissimo successo, mi è stata richiesta più volte e in particolar modo su facebook la ricetta della torta base. E come non tirar fuori la Victoria Sponge di Nigella? Così giusto per cominciare.

Se le fashion blogger tirano fuori le scarpe primaverili io tiro fuori torte con frutta estiva, tiè (ma cosa sto dicendo?). E domani faccio pure la granita con la brioche, aritiè (devo riposare). Il Nippotorinese come sempre mi ha ricordato che con l’acquisto di quel cantalupo ho contribuito a inquinare l’universo e che su di me gravano tutte (e dico tutte) le colpe per quanto riguarda il buco dell’ozono. Ma la vera domanda di quest’oggi è: chi se ne importa di quello che blatera l’intellettuale di sinistra?

Qui si vive in un regime iaiesco. Ci sono semplici regole da rispettare e tutto andrà per il meglio. Quali?

  • 1. comando io
  • 2. decido io cosa si fa e quando si fa
  • 3. tutti devono essere pronti a soddisfare le mie necessità

Sono permissiva, leale e corretta. E lo si evince senza tanti giri di parole. Insomma dicevo? Ah sì. La Victoria Sponge.

La Victoria Sponge in sostanza è una base che serve per qualsivoglia preparazione. E’ un po’ come il nostro pan di spagna che serve da base a infinite variazioni.

Ecco la Victoria Sponge, di origine chiaramente anglosassone (su wikipedia se ne blatera e molto), diventa un’ottima alleata. Se non “condita” con creme di burro nauseabonde (come ho fatto io per intenderci con la Torta di San Valentino) e azzeccando quindi la ganache, crema o ripieno diventa a tutti gli effetti una ricetta salvavita (esageraaaaaaata!).

Base per torte di tutti i tipi. Compleanni, anniversari e frizzi e lazzi. Tutto! La Victoria Sponge è versatile e, particolare non da sottovalutare, si può aromatizzare come si vuole. Tagliandola diventa multistrato ma anche ricoperta semplicemente con panna montata e frutta freschissima di stagione (e non) ha un impatto scenografico e gustativo degno di nota. Può essere una semplice merenda o colazione e non ultimo: si conserva davvero bene se protetta dall’eccessiva umidità.

Non è difficile ritrovarsi una Victoria Sponge nei film inglesi o serial tv. Il nome deriva dal fatto che la Regina Vittoria amava gustarne delle generose fette all’ora del tè; proprio per questo motivo diventa simbolo incontrastato delle cinque del pomeriggio nell’area anglosassone.

Leggendo su Wikipedia e in giro per forum inglesi poi ho trovato diverse elaborazioni della Victoria Sponge in versione vegana, giusto per venire incontro ormai alle esigenze di molti. Promettendomi di rifarne quindi una versione per chi soffre di intolleranze al latte o ha semplicemente deciso di non assimilare proteine animali, lascio questa ricetta che appartiene a Nigella.

Potevo forse realizzare la Victoria Sponge e non affidarmi alla star anglosassone dei fornelli? Soprattutto in virtù del fatto che nutro per lei una sconfinata simpatia? Non c’era bisogno certamente di alcuna conferma ma anche questa volta il dosaggio non delude. Non mi è mai capitato di trovarmi in una situazione imbarazzante in cui non sapere agire, davanti a una ricetta di Nigella. E’ sempre filato tutto liscio senza intoppi.

Potrebbe preoccupare la sua sicurezza nell’asserire “gira di qui gira di lì e voilà è pronto” anche quando fa la Baklava, ma realmente poi quando ci si trova in cucina con robot, sbattitore e uova aperte sul piano cottura, ci si rende conto che tutto è più semplice del previsto.

Senza ansia o preoccupazione. Giusto un po’ di relax. Certo non vengon fuori i macaron di Felder ma nella vita c’è tempo per un momento Nigella e uno per un momento Adrià o Felder.

Mi piace e molto. E’ soffice, alta al punto giusto e si può tagliare perfettamente per le imbottiture multistrato. Non è invadente ma ha la giusta consistenza questa Victoria Sponge. Spugnosa al punto giusto e soprattutto se non si vuole adoperare il metodo classico di zucchero-burro e blablabla c’è pure la versione “butta tutto dentro e tanti saluti”; che per chi ha fretta e non ha purtroppo neanche il tempo per il momento Nigella, figuriamoci il momento Felder, fa tutto in fretta e realizza qualcosa di veramente interessante.

( io ho usato una teglia di 20 centimetri in silicone altaaltaaltaalta)

Ingredienti: 225 grammi di burro molto morbido, 225 grammi di zucchero semolato, 1 cucchiaino di estratto di vaniglia, 4 uova grandi biologiche, 200 grammi di farina autolievitante (se non si ha a disposizione farina normale e 1 una bustina di lievito di circa 16 grammi), 25 grammi di maizena, 3-4 cucchiai colmi di latte. La tortiera indicativamente dovrà essere larga 21 centimetri circa.

Riscalda il forno a 180. Raccogli tutti gli ingredienti nel mixer e aggiungi anche un altro cucchiaino di lievito se la vuoi pocopocopocopiùaltaancora. Usa sempre ingredienti non troppo freddi da frigo perchè potrebbero compromettere la consistenza dell’impasto. Non succederebbe nulla di irreparabile e si formerebbe giusto qualche grumetto ma è sempre bene adoperare ingredienti e a temperatura ambiente e non troppo alterati. Il composto risulterà piuttosto liquido e non dovrai preoccupartene.

Se non hai il mixer o prediligi il metodo tradizionale, lavora a crema il burro con lo zucchero e poi aggiungi vaniglia e uova una alla volta. Aggiungi la farina setacciata pian piano e incorpora poi la maizena e infine il latte.

Versa l’impasto in qualunque modo tu abbia deciso di ottenerlo nella tortiera e inforna per 30 minuti scarsi controllando che sia cotta semplicemente infilando a fine cottura uno stecchino di legno. Se esce asciutto è il momento di tirar fuori la torta dal forno e lasciarla raffreddare.

Coprila e decorala come più piace. Con panna montata freschissima e frutta fresca o altrimenti con delle marmellate (vuoi la ricetta velocissima di una marmellatina di arance fatta in casa? clicca qui. C’è quella che odora di cannella di Gosford Park).

QUESTO POST È STATO PUBBLICATO IL: 

32 COMMENTS

  1. Iaia se ti interessa questa è diventata la mia ricetta preferita per le foto…sono davvero belle e la torta ti è venuta benissimissimo :)un abbraccio a tutti!!!

  2. mi sono distratta e mi son dimenticata delle 12.12
    sono una pesssssima gareggiatrice, ma va bè.
    dopo leggo con calma, ma ho visto della frutta fresca e quindi so già che sarà un bel post *___*

  3. Giulia buongiorno!!! Grazie mille per questa fetta di bella stagione… sarà che sono nata in primavera, ma per me questo è il periodo più bello dell’anno… non sopporto il freddo e i primi tepori mi fanno letteralmente rinascere… e queste foto sono una meraviglia, quella della rosa è raffinata e dolce… grazie, grazie, grazie!!! un abbraccio grandissimo e… avverti quando esce il nuovo singolo del Nippo, noi lo compriamo di sicuro!!! Un abbraccio grande da tutta la famiglia Frugolinosa!

  4. Giulia cara, tu mi fai scassare dalle risate, non ce n’è!
    Propongo raccolta fondi per produrre il singolo del Nippo!
    E ti abbraccio come se non ci fosse domani!

  5. e comunque devi smetterla ci chiamare George polpetta. E’ pur sempre il mio prossimo marito. Quello prima di Gordon, appena dopo Johnny.

  6. Niente. Non ce la faccio proprio ad essere prima, nè seconda e neanche terza!! Sono l’ultima! Almeno ho un primato 😉
    Da quale libro di Nigellamore hai estrapolato questa ricetta? Io ho solo Nigella Express e lì non c’è…si vede che non è poi troppo “express” ‘sta ricetta, però il risultato è invitante e vorrei provare a farla. Gnammmmm…. 😀

  7. ellapeppa. mi piace pure questa. auf. uf. f.
    ed oggi più che mai mi piace il tuo regime. riuscissi a far funzionare una cosa del genere a casa mia. ma, niente.
    sono frustrata.
    bacetti

  8. Magnifica e scenografica questa torta. Devo dire che la preferisco a quella cuoriciosa, c’è tutta quella frutta che mi illude di mangiare una torta più light…ogni tanto l’illusione fa bene all’anima! ^____^

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

Seguimi anche su Runlovers

Tutte le settimane mi trovi con una ricetta nuova dedicata a chi fa sport

MUST TRY