Ricette Vegetariane e Vegane

Ai Panini Carota non puoi rinunciare, giusto?

Me ne sono innamorata. Letteralmente innamorata. Li ho guardati per non so quanto tempo e mi hanno odiato tutti. Indiscriminatamente. Anche i muratori che martellevano e gridavano ” belli signorì” . Alla mia settecentosettantaquattresimavolta nell’interrogativo ” Carini vero? ” mi è stato detto un sonoro ” BASTA!” Ora però si fa presto a dire Basta. Sono stramaledettamente carini questi panini alla carota. E sono stramaledettamente, buoni, mi dicono. Niente di particolarmente fantioso o chissà che. Si tratta in fondo di panini al gusto di carota con la forma carotosa ma il fatto che siano credibili per forma e gusto e in più siano stramaledettamente ( mi piace stramaledettamente, oggi) a tema Pasquale non può che far perdere il controllo dell’attività neuronale.

(quale attività?)

Perfetti per una selezione di formaggi o salumi. Perfetti da surgelare e tirare fuori al pranzo di Pasqua per sorprendere amici, parenti, gatto e pesce rosso nella boccia. Se c’è però una cosa per la quale sono stramaledettamente ( aridaje)  perfetti è quella di essere collocati nel cestino di vimini per il Lunedì dell’Angelo, al secolo conosciuta come Pasquetta, e via. Verso il primo pic nic ufficiale dell’anno (il mio set come procede? male. Di che set sto parlando? e clicca qui . Che io la Pasquetta la sceneggio, mica carote e philadelphia. Oh avete mai mangiato carote e Philadelphia? Sono anni che tormento tutti. TUTTI!)

 

 

Perché si fa sempre un po’ a gara a chi ha il cestino più organizzato, suvvia. Le donne psicopatiche come me annuiranno adesso mentre elenco la voglia inconscia o conscia che sia di competere con le altre allegre gitanti. C’è sempre la Bree Van De Kamp che ha il panino più carino e la tovaglietta stirata meglio con il bimbo lindo. C’è sempre anche la Susan disperata caduta nel laghetto con il bimbo che ha saltellato nella fossa settica insieme ai compagnetti che ti abbraccia stretta stretta più per asciugarsi dal fango che per affetto ma.

Chiunque noi siamo o saremo, Bree o Susan osoloilicielosacosa dobbiamo assolutamente possedere all’interno del nostro cestino di vimini una cosa: i panini carotosi.

Non transigo su questo. NON TRANSIGO ! (datemi un calmante). E’ quasi commovente immaginare la scena di:

  • “Mi dai un panino per favore?”
  • “noi non abbiamo un panino. Abbiamo il panino carota !” sottotitolo: tiè.

Ecco sì perché scommetto che al momento dell’estrazione panino dal cestino partirà pure una musica ambientale, udibile ai più. Di quelle che si fanno partire nei momenti topici e importanti di tutta l’esistenza. Non è un semplice panino ma uno che va ricordato, idolatrato e narrato ad amici e parenti.

Nessuno ricorderà quanti bimbi c’erano e se durante la partita di calcetto nei boschi si è uccisa la nonna con un pallonata in pieno volto o un passante che andava a pescare al laghetto. Si ricorderà la presenza del panino carota. Velodicoiotuttattaccato. E se non andiamo a fare nessun pic nic ? Embè. Vuoi mettere un centrotavola con i panini carota? E se non ci piace il centrotavola? Embè vuoi mettere il piattino con il pane segnaposto dove è poggiato il panino carota? Non ti piace il piattino per tenere su il pane? Embè vuoi mettere che. Ohhhhhhhhhhhhhhhhhh. Basta. Si deve fare il panino carota. Che siano infinite le motivazioni o che non ve ne sia neanche una: si deve. E’ un po’ come possedere la miniatura della regina Elisabetta che con il pannello solare consente di far muovere lei la mano nel saluto regale. Ci sono cose che si devono avere e fare. Per tutto il resto ci pensa la neuro.

La Ricetta

Ingredienti per 4-6 persone circa:  1 kg di farina di tipo 1 e non OO che santocielo non va bene, 30 grammi di lievito di birra, 450 ml di acqua, 30 grammi di sale, 300 grammi di carote.

Lava e grattugia per bene le carote ( io ho messo anche 3 dl di concentrato. Così di testa mia perché sono pazza squilibrata). Fai sciogliere il lievito di birra nell’acqua tiepida a 30 gradi e versa la farina. Mescola per bene fino al completo assorbimento e unisci le carote grattugiata. Impasta per bene e sala. Lascia lievitare almeno un’ora e cuoci per 30 minuti circa ma dipende sempre dalla  grandezza dei panini a 190 gradi circa già caldo. Sforna e per renderli credibili metti le escrescenze delle vere carote.

 

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18 COMMENTS

    • Organizzerò un pic nic sul tappeto del salotto con l’Ingeriminese e Frugolino varicelloso…e tirerò fuori il panino carotoso con una musica epica di sottofondo… Tanto lo stereo e’ poco lontano… 😉

  1. Meraviglia!!! Io sono convinta che tu potresti trasformare tutto in forma conigliosa o carotosa e rendere così tutto il cibo incommensurabilmente bello!
    Ma questo già lo fai.

  2. sono bellissimimissimi!!! a belli davvero eh!
    e io vorrei farti compagnia alla neuro se permetti
    Di là…alla tombola.. mi odiano…grido come una matta che ho finito di decorare l’uovo…e credo di sputacchiare un pò ma giuro che ho messo la dentiera!!!! Può essere che invece sarà perchè puzzo un pò? mi sono alzata stamattina e senza fare colazione e ancora in pigiama sono scesa a informare la colomba. Poi mi sono vestita ma non ricordo se mi sono lavata. Di certo guardandomi allo specchio sembro una barbona.
    Santocielostellato..se passa il pazzo è la volta buoan che mi lascia O_o

    vabbbè!

  3. ma non è che poi i conigli te le fanno fuori tutte?
    Bisogna battezzarle con un nome: carpane, carobread, pancar, panirota, pancarota…

  4. Carini, vero?
    Sono favolosi!

    Ma perchè farina oo non va bene?
    Nel caso usassi l’integrale mischiata con un po’ di farina 1?

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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