Ricette Vegetariane e Vegane

Spaghetti e polpettine di limone con sottofondo: Also Sprach Zarathustra

Ieri quando ho spacchettato il pacco di Amazon è partita questa qui.

Occhi fuori dalle orbite, sguardo incredulo e voce tremante. E’ difficile credere che per una che ha l’asciugasmalto, la regina Elisabetta che saluta con i pannelli solari sulla borsetta e la torcia del nano da giardino possa stupire un porta ipad. Ma è l’inutilità il mio mestiere mica il contrario.

Per questo mi stupisco quando mi si mostrano oggetti utili, semplici, poco costosi e comuni. Rimango proprio sconcertata. E’ il caso di questo dono, gentilmente offerto dalla Nippotorinese Corporescion. Credo abbia intuito di dover intervenire quando fissandolo seria ho detto “dirò a papà se è possibile costruire un leggio dove poggiare l’ipad, magari con una base che possa essere attaccata al tetto per usarlo anche quando sono sulla pedana. Oppure farò costruire un aggeggio come ha fatto papà per appendere il telefono al tetto. Te lo ricordi?”.

(il mio papetto inventa cose che voi umani…..)

A lui piace dire “uh?” mentre a me piace proprio dire “eh” e disegnargli l’idea. “E poi attacchi questo qui e poi quello lì, capisci?”. Certo lui mi dice sempre che sarei un’inventrice molto fantasiosa e che le mie idee se non esistessero la fisica, la ragione e la materia potrebbero pure essere interessanti.

Quando mi ha detto “ti occorre un porta ipad, insomma”.

Poi la sorpresa ieri mattina. Non c’è stato bisogno di papà, progetto visivo e santosignoredipendentedellofficina che ha realizzato per me anche la casetta del Nano da Giardino; ma questa è una storia che racconterò con calma un’altra volta. Certo non si può attaccare al muro (forse) e non ha un prolungamento (ma si può fare) però ho apprezzato moltissimo il gentil dono. Quell’uomo abitando nel pianeta terra sa sempre riservarmi sorprese pazzesche.

Assurdo. Un porta ipad. Semplice, facile. Una base tonda e. Ancora non ci credo.   Quindi lì fuori c’è un mondo dove esistono oggetti utili, poco costosi e sobri?

Ma qui bisogna blaterare sulle polpettine (uff di pollo. Pani non mi perdonerà già lo so).

Adoro questi contenitori da cibo di asporto. Lo scorso anno ho acquistato un pacchetto di centinaia di pezzi, giusto per non essere la solita esagerata, su un sito davvero professionale (che non ricordo chiaramente) che offriva la possibilità di scegliere tra un vasto catalogo. Sono componibili e ci si sta davvero due secondi nel montaggio anche per un’impedita come me e cosa da non sottovalutare appaiono decisamente “ricercati” in certi contesti rispetto ad un piatto classico. Certo se il vostro commensale è un tipo pelato torinese che parla giapponese e che detesta fortemente il piattume plasticoso ci sarà poco entusiasmo anche per la versione “cartonosa” ma è pur vero che aleggia una domanda: e chi se ne importa?

In foto questi contenitori monoporzione usa e getta rendono moltissimo e se dentro ci sono questi spaghettini con le polpettine al limone anche l’antipatico commensale a caso, di cui purtroppo qui abbiamo un fulgido esempio (sempre lo stesso), potrebbe chiudere un occhio.

Le polpettine sono adorabili rotondine di pollo che si può certamente sostituire al bovino. Tritata della buona carne di pollo il gioco è fatto. Servite con una bella giratina di spaghetti, che si possono aromatizzare come si preferisce, e che in questo caso guarda un po’ sono stati fatti saltare nel succo di limone quando erano ancora belli al dente, vien fuori un pranzetto leggero e non troppo pretestuoso ma che lascerà sicuramente il segno. Non dovesse lasciarlo prendete il ferro da stiro e lasciateglielo voi il segno. Poggiandolo sulla fronte dell’incontentabile individuo che vi trovate davanti.

Non troppo caldo eh. Basta mettere “stiratura per delicati” e far riscaldare giusto qualche minuto. In qualche circostanza devo pur usarlo questo ferro no?
>L’idea è di quella santa donna di Karen Fingerhut che ha confezionato un libretto davvero carino edito dalla Guido Tommasi Editori, che mi piace da pazzi, dall’inequivocabile titolo “Polpette”.

Adorabile compendio polpettoso dove vi sono talmente tante realizzazioni facili e veloci che ti viene di impolpettare pure il divano e la pastasciutta. Nella To do list delle polpette da fare a breve ho praticamente ricopiato tutto l’indice. Facevo prima a passare allo scanner le quattro paginette ma si sa: sono particolarmente scaltra.

La Ricetta

Le indicazioni sono per quattro persone circa e io ho fatto giusto qualche variazione che mi permetto di appuntare sperando che Karen, dovesse passare da queste parti, non voglia in alcun modo scatenare la sua furia omicidia polpettosa.

Gli ingredienti per 4 persone circa (porzioni non troppo generose a ben guardare eh): 2 petti di pollo e due cosce di pollo per un totale di 400 grammi circa (iocihodatogiudibruttoefattopocodipiù), 100 grammi di parmigiano, 1 uovo, 200 ml di latte, la scorza di un limone non trattato biologico e 3 fette di pane in cassetta senza crosta (Karen consiglia l’aglio ma non l’ho messo. Karen consiglia il prezzemolo ma io così giusto per spirito di contraddizione ho messo qualche fogliolina di menta tritata finemente. Karen consiglia il dragoncello ma io non ce l’avevo), 2 pizzichi di sale (Karen avrà la pressione alta ma qui no e ne ho lanciato giusto un chilo ahem…), buccia di limone e olio per friggere (che Karen non specifica ma io uso solo olio extra vergine di oliva. Perché d’accordo che io non mi nutro di olio ma se proprio deve star male il Nippotorinese, facciamolo star male con onore e con prodotti di prima scelta santocielo). Togli la pelle dalle cosce di pollo e falle a pezzi, taglia per bene i petti e frulla tutto con le erbe e l’eventuale aglio. Aggiusta di sale. In una ciotolina metti latte e pane e poi impappetta tutto per bene. Aggiungi quindi l’uovo sbattuto e il parmigiano e regolati di conseguenza. Il pane, il pollo e la grandezza dell’uovo potrebbero compromettere la consistenza. Tutto è soggettivo. Se è quindi troppo molle il composto aggiungi un po’ di carne o pane o altrimenti allunga con pochissimo latte.

Mescola tutto per bene e comincia l’arte sacra dell’impolpettamento. A questo punto decidi se darti al fritto come consiglia Karen o se darti al vapore come consiglia quella scema di GiuliaGraziadiGikitchen. Generalmente la risposta giusta è sempre la seconda ma in questo caso non saprei. Sta di fatto che dopo aver cotto come preferisci le polpette (Karen mi picchierà ma io ho lasciato pezzotti generosi di scorza di limone e non soltanto una delicatissima scorza grattugiata. Erano limoni del mio giardino potevo forse non abbondare?), servile su un piatto di spaghetti perché esteticamente il tutto diventa molto più accattivante. Anche con qualche fetta di limone eh.  E con la scorza eh. E la smetto eh. Ok.

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29 COMMENTS

      • Iaiaaaaaaaaaaaa…. Ce l’ho questo librooooo!!! E mi è stato regalato da Fabiola, http://ladeliziosasignorinaeffe.blogspot.it/?m=1
        Nel giveaway di inaugurazione del blog, in cui ho vintoooooo… La mia prima vittoriA ad un giveaway… Quella in questo blog è stata la seconda 🙂 indimenticabili per me… E… Per ora uniche , comunque 🙂 Un libro adorabile, ma con sparsi, qua e là, ingredienti a me , ignorantella, sconosciuti :/ … E una menzione d’onore la meritano le polpette nella sezione dolci… Commoventi!!!! 🙂 quando racconti aneddoti di te e il nippotorinese io mi…… Nooooo non ci credo volevo scrivere “nippo” e il metodo intuitivo me l’ha sostituito con nippotorinese da solo… Oddio l’ha fatto ancora 😀 ah ah ah ah non ci credo ah ah ah…. Stavo dicendo che mi commuovo sempre … Ieri Max mi ha detto che vi considera la favola del nuovo millennio ed è così, siete bellissimissimi 🙂 e io vi amo 🙂

  1. Ottima ricetta da provare senza dubbio. Ma soprattutto, DEVO avere quei contenitori di cibo da asporto. Ne va della mia esistenza.

  2. Giulia! Mi sono letteralmente sciolta di fronte a questa ricettina… pollo e limone… slurp! Tu continui a prendermi per la gola! E poi queste foto sono così belle… danno un’idea di semplicità, di fresco… E mi segno pure il titolo e l’autrice del libercolo che mi pare piuttosto utile e interessante dati i gusti alimentari del Frugolino… 😉 Un abbraccio grande Giulia e grazie ancora per il disegnino… me lo guardo e lo riguardo…

  3. Karen chi????io di miss K conosco solo Katia eh!!! quindi se faccio queste splendide polpettuzze seguo le tue varianti!(oddio forse la menta no, che il pazzo non ci impazzisce!aehm l’aglio…oddio per quello invece ci impazzisce :/ ok non sò…faccio un mix tra te e Karen????
    il porta ipad è fenomenale….anche a vederlo a testa ingiù…giuro! (mi sto asciugando i capelli davanti al pc….sò diventata strabica per leggere..ma vannoottinizzati i tempiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!olè!)

  4. uh! Non c’è niente da perdonare, il pollo a pezzettini o palline non è più pollo. Non fanno più impressione come può farlo il pollo con le zampe incrociate, trafitto da spiedini, che pare tanto un San Sebastiano.

    Secondo me, se li educhi a dovere, Also Sprach Zarathustra te la suonano bene anche i nani da giardino. Sì, sì.

  5. io amo le polpette, non mi piace molto la carne e non la mangio mai, ma le polpette…le polpette le amo troppo ♥ le farò assolutamente!

  6. il porta ipad è figo assai se poi hai le mani impastate a creare <3 Col pollo non c'ho mai fatto le polpette 😛 da brava pugliese con le loro polpette stramegapesanti, mi ispirano pochino 😛

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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