Ricette Vegetariane e Vegane

L’Alalunga Sicula con la “cipudda”


Il concetto del Lunedì e della depressione cosmica che ti attanaglia l’ho capito esattamente da quando la Domenica è tale e non come il resto dei giorni. Semplificando da quando ho impegni, scadenze e lavori. Dalle sei del mattino ho un broncio di preoccupante entità e un malumore tale da far cadere in depressione non un’intera nazione bensì un continente. Niente riesce a rilassarmi;  neanche quattro bustine di camomilla e vaniglia. La postura è talmente rigida che se riesco a sopravvivere stasera mi dovranno smontare come una libreria Billy Ikea con tanto di bulloni e viti per farmi piegare e sedere a tavola per cena. Coricarmi sul tavolo dritta come un albero di Natale sarà la fase successiva; quando non si troveranno i cacciaviti perché maledizione per qualche astrusa ragione scompaiono sempre insieme ai calzini. I nani da giardino avranno oltre che freddo ai piedi pure qualche armadietto da montare di cui non sono a conoscenza.

E insomma ODIO IL LUNEDI’. Ho atteso tutta la vita per dirlo, dopo averlo a spada (pesce?) tratta difeso, e finalmente il giorno è arrivato.

Involontariamente sta venendo fuori una micro rubrichetta che infoltisce l’angolo Profumi di Sicilia (clicca qui per tutte le elaborazioni della tradizione culinaria siciliana). Perché dopo le polpette con salsicce e caliceddi, la minestrina con i caliceddi, il falsomagro alla catanese e il Pesce Spada alla Ghiotta è la volta di una delle ricette più diffuse qui in Trinacria (Trinacria è ridondante e antipatico quasi quanto Padania ma il color cannella ci salverà. Ma proprio il verde dovevano scegliere, santo cielo?). L’Alalunga è diffusissima nel Mar Mediterraneo e nelle acque calde di tutti gli oceani mentre sulle coste europee si incontra più raramente a nord del golfo di Guascogna. L’alalunga insomma è un pescetto che ama crogiolarsi nella calura piuttosto che nelle rigide temperature. L’Alalunga a dirla tutta è proprio un pesce che ama la bella vita e anche un po’ mondana, direi. Pare infatti che prediliga le isole Eolie e non è difficile immaginarla mentre fa fanghi drenanti in quel di Vulcano sorseggiando un po’ di zibibbo ghiacciato. 

Pur essendo molto simile al tonno rosso, il sapore è diverso ed io lo ricordo perfettamente. E’ difficile scambiare l’alalunga per tonno; certo potrebbero farlo quelli meno avvezzi al sapore e vedersela servita come sostituta. Il mio papetto, espertissimo, la riconosce pure se poggiata sul piatto ma è pur vero che quaranta anni  da sub devono essere un qual certo vantaggio. E’ davvero scura l’alalunga ed anche se è rossastra come il tonno vira quasi al nero in alcune punti. E’ più stopposa ma non invadente e generalmente qui viene preparata sempre e solo in un modo: L’Alalunga con la cipollata.  Un cult. Un assoluto must delle tavole sicule.

Niente di più facile. La ricetta che trascrivo è letteralmente copiata da Profumi di Sicilia di Giuseppe Coria, indiscussa Bibbia sulla quale ho blaterato fino allo sfinimento. Ve ne sono moltissime versioni con il “Tunnu” e molto spesso viene indicato anche “Tunnacchiu”. Nella versione con la zucchina (assolutamente da provare) e in quella alla palermitana fino ad arrivare al “Ammarinatu” e “Arrustutu”.

Devo mettermi davvero di impegno e realizzarle tutte adesso che il bel tempo impone sulle tavole solo ed esclusivamente pesce. Quest’anno si è cucinata già troppa carne per via di progetti, blog, foto e solo il cielo sa cosa. Non si eccede mai, nonostante i carnivori presenti nel mio nucleo familiare, e mai ve ne è stato un uso smodato (mamma non ti sto inserendo nel discorso eh!), ma da ora, se non strettamente necessario (termine a caso), la presenza sarà molto più sporadica (tranne domani poichè è in programma una ricetta di carne sicilianissima).

Tunnu ca Cipuddata (sostituibile con Alalunga): Tagliare a fette larghe ma non troppo sottili quattro grosse cipolle e metterle in una padella larga insieme ad un bicchiere di acqua e 1/2 bicchiere di olio extra vergine di oliva. Far cuocere lentamente finché la cipolla appassendo non diventi tenera. Appena l’acqua sarà evaporata e l’olio comincia a soffriggere (stare attenti che la cipolla non prenda troppo colore) aggiungere il sale, un cucchiaino di zucchero scarso e 1/2 bicchiere di aceto. Fare evaporare per 5 minuti. A parte friggere un chilo di fette di tonno leggermente infarinate e appena cotte metterle nella padella con la cipolla mescolando bene e facendo cuocere insieme ancora 5-8 minuti. Gradevolissima l’aggiunta delle foglioline di menta. E’ un piatto che per raggiungere il massimo dell’espressione va servito freddo (colpo di scena).

Nell’agrigentino, segnala il Curia, una variante consiste nel preparare la cipolla fritta cui va aggiunto il tonno fritto a tranci e solo dopo verrà versato l’aceto nel quale viene diluito già prima un cucchiaino di miele.

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26 COMMENTS

  1. Questa alalunga ha capito come ci si diverte, eh?! 😉 La prossima volta che capito al mercato del pesce provo a dare un’occhiata ad un banco che vende pesce proveniente dalla Sicilia… magari la trovo… Ah, dimenticavo: anch’io odio il lunedì, ma vorrei proprio vedere a chi piace!

    • uffa ma manca poco alla domenica però vero? *_* abbracciamoci Luci e santocielo convinciamocene.
      (dici che l’alalunga la posso spedire insieme alle paste di mandorle?)

      • Io volevo spedire in terra sicula la piadina… ma l’Ingeriminese mi ha fatto notare che forse non sarebbe più stata tanto buona da mangiare una volta affrontato il viaggio! Magari vengo a farla direttamente lì, ok?! 😉 E comunque tra poche ore il lunedì sarà finito… FINITO!

  2. ma alla fine hai cucinato alalunga o tonno??? nella ricetta è tonno O_o …ohhh non mi fare impazzire Gyyyyyyyyyyyy che già sto ammattendo di mio eh!! vabbè io lo mangio in ogni caso eh! a che ora vengo per pranzo? posso già partire??? tanta cipolla per me ..grazie!!!! 😀
    e anche io odio il lunedi…a dire il vero al momento odio tutta la settimana ma questi sono dettagli! 😀 ghghgh

    • ahaah giuro che sei qualcosa di pazzesco.rido come una pazza.
      hai ragione e ho corretto *disse rotolandosiperterraridendo.

      macomefacciosenzadite?!?!?
      grazie Harielmia

      santocielo sto soffocando.
      a “non mi fare impazzire ” mi sono cappotttata . E’ stato come sentirti

      • ahahah …ma sai perchè??? siccome ci rinuncio a essere nel podio ai tuoi post…quando arrivo con calma (mi manca solo un bel caffè a chiudere il quadro!) leggo tutto per bene!…che poi mi piace molto…leggo e ammiro le tue foto…e penso se è una ricetta che posso scopiazzarti!! ghghgh 😛

  3. Il lunedì fa schifo, ma ammetto che lo odio meno della domenica sera tardi quando ti accorgi che tutto sta finendo e tutto il resto deve ricominciare da capo, mi mette molta più tristezza. Dovrebbe mettermi anche speranza ora che lo rileggo, in futuro cercherò di vederla così. Il tuo pesce è sempre buonissimo, poi le cipolle. io mettevo le cipolle ovunque prima di stare con il pelato, chiaro segno che devo smettere di stare con il pelato.

    • Non riesco a ritrovarlo ma sono certo che qualche manager (mi pareva fosse Celli ma ho controllato e non è lui) ha scritto un libro che tra l’altro esprimeva proprio questo concetto. La settimana lavorativa in realtà inizia la domenica pomeriggio. E su questo argomento c’è anche letteratura medica, esiste la cosiddetta “sindrome della domenica” che affligge chi si stressa troppo durante la settimana e con lo stress compensa determinate patologie, non appena (nel weekend ma soprattutto la domenica) si allenta la tensione escono cefalee, acidità di stomaco, disturbi psico-somatici, ecc…
      E comunque il lunedì è una zozzeria.

  4. E se odi il lunedì come fai ad essere sempre così gentile con noi?
    E comunque fa bene smettere con la carne, almeno per un po’.
    Vorrà dire che mi aspetta un periodo di ricette tutte per me!

  5. il lunedì è fighissimo
    (disse quella che il lunedì non lavorava)

    e comunque questa volta ho letto “La Lunga Sicula con Cipudda” e ho pensato fosse un post su di te con lo chignon

    sono grave?

    • TT (che sta per ‘tacci tua) doppio
      1. TT perché il lunedì non lavori
      2. TT perchè lo chignon m’ha fatto cappottare…
      La locuzione TT è bivalente come puoi vedere, esprime sia invidia/rabbia/rosicamento, sia ammirazione/ilarità/apprezzamento.
      Un po’ come “fijo de na m…” che ha un’accezione negativa “quer fijo de na m. nun m’ha pagato”, oppure positiva “ammazza che fijo de na m… sei riuscito a fatte da’ l’aumento!”
      Per la serie #romanlessons (dovremmo veramente farci un hashtag)

  6. su questo Alalunga ci scriverei una storia, perché è proprio un bel tipo ed è un peccato che vada a finire sulle nostre tavole. Però si tratta di una fine gloriosa, eroica. Sempre meglio che finire “squalati” o avviatarsi sul fondo. Che poi, mi viene da chiedermi, i pesci che muoiono di vecchiaia dove vanno a morire? E soprattutto, i pesci muoiono di vecchiaia?

  7. Mmmmhh ma che cos’è, la Paris Hilton dei mari?? Questa Alalunga mi è troppo simpatica, mi spiacerebbe doverla mangiare…..
    La vita proprio se la gode lei, no??!
    Quella se ne sta per i fatti suoi nei mari caldi a crogiolarsi, magari la sera si mette in tiro e fa il giro dei locali più in. No, non si può mangiare. Non è una fine degna per la regina del mare 😀

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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