Ricette Vegetariane e Vegane

E poi si fa finta che sia il Baccalà alla Ducasse, va

Quando scrivevo su Vanity Fair che ero davvero intenzionata a carpire i segreti più profondi della difficile arte del Makeup mica esageravo (vabbè sì un po’ sì dai). E allora poi mi imbatto in questo Clarisonic Mia2. Gente impazzita, donne che lo bramano più di un solitario, ragazze che sognano New York non per mangiare in qualche Bakery ed emulare le quattro scemunite di Sex and The City ma per comprarlo e portarlo in valigia destando l’invidia suprema. Youtuber che lo possiedono e che si pavoneggiano manco avessero tra le mani l’edizione limitata in coccodrillo della Birkin. Insomma il delirio. Questo Clarisonic Mia2 capisco immediatamente, dopo una rapidissima ricerca in rete, che è un oggetto ambitissimo, costosissimo e intuisco inutilissimo.

Quindi perché mai non lo possiedo? E’ questo l’interrogativo che mi attanaglia mentre clicco acquista su Amazon senza sapere bene esattamente cosa diavolo sia. Ed è mentre dimostro tutta la mia incommensurabile idiozia che intuisco uno dei semplici concetti della vita alla base dell’autocritica moderna “ti occorre davvero?”.

Sì. Mi occorre. Perché il Clarisonic Mia 2  ha la capacità di depurarti la pelle dal trucco e poco importa se non mi trucco mai. Va a fondo il Clarisonic Mia2. Penetra nell’epidermide lasciandola linda come quella di un’infante e promette di rallentare il processo di invecchiamento eliminando tossine (e starnutini no eh?), cellule morte e adorabili punti neri che quando li unisci come sulla settimana enigmistica vengon fuori disegni carini tipo brontosauri e ornitorinchi.

Poi arriva dall’America e ci trascorro esattamente un’ora in barba alle istruzioni. Emette un micro movimento dolce e leggero (all’apparenza) e le spazzoline si muovono ritmicamente lasciandoti percepire un fastidio dolcissimo. Ne rimango estasiata e alla fine del trattamento ho una pelle talmente liscia che grido al miracolo e ringrazio la mia meravigliosa idiozia. Mi dico che non è un acquisto stupido come si preannunciava essere e.

E poi mi alzo con due meravigliose escoriazioni in viso. Suppongo che sia colpa del periodo di utilizzo protratto ma una cosa è certa. Escoriazioni che hanno senso di esistere perché una cosa è certa: nessun cimitero di cellule avrà più spazio sul mio viso. Solo allegre, zompettanti, fresche e giovani cellule che si dedicano ai rave party di collagene. Così voglio essere ricordata:

escoriata ma senza cellule morte. 

Doverosi vaneggiamenti e appunti femminili da condividere con le mie amiche (inutile dire che Cri vorrebbe prendermi a ceffoni) a parte, è ora di parlare di.

Tadannnnnnnnnnnnn *rullo di cellule morte*

Cibo!

Poi finisce il periodo del baccalà e mamma si getta nella disperazione assoluta. Non può farlo fritto (il suo preferito), in umido (il suo preferito), alla messinese (il suo preferito), con le patate (il suo preferito), e neanche a polpetta, alla ghiotta, a gilisa, a l’aulivi niuri, e che patati e pummaroru. E insomma in Sicilia con il baccalà ci si fanno pure le caramelle. Ma andiamo con ordine.

In qualsiasi modo o preparazione viene servito, il baccalà in casa di mamma viene venerato come un essere mitologico. Semmai un giorno, dopo più di dieci di anni di vegetarianesimo, dovessi impazzire e ritornare a mangiare carne io partirei dalla mortadella e dal baccalà come ho giusto ribadito quel triliardo di volte. Dopo l’esaltazione del baccalà all’arancia (clicca qui per la ricetta) ormai in casa conosciuto come il baccalà di Iaia (e questo delirio di onnipotenza accresce il mio ego in maniera così sconsiderata che ogni volta mi faccio un autografo da sola “Con affetto a quella bestia di Iaia. Un bacio, Iaia”) si sta giustappunto vivendo questa fase “trova un’altra ricetta sfiziosa con il baccalà”. Mamma ed io ci siamo messe a perlustrare tutti i volumi in mio possesso e giusto per restare nell’umiltà assoluta ho cominciato con Ducasse. Ecchesaràmai? In effetti Ducasse con il baccalà oltre a trasformarlo in un’opera d’arte degna del Louvre mentre lo gira e lo rigira con passerotti grigliati e caramellati e noci provenienti da continenti inesistenti, prepara anche dei piatti leggermente avvicinabili da noi comuni mortali. Lo lavora con il tartufo e lo manteca con creme che si preparano facilmente nel giro di una settimana dopo essere partiti per la Svezia a trovare una bacca per profumarne le carni e dopo aver fatto un salto a Osaka per adagiare sopra il piatto un fiore di ciliegio in fioritura.

Alla terza pagina mamma mi ha guardato seria in volto e mi ha detto “Oh certo che questo è proprio fuori di testa eh?!”. Se Ducasse dovesse mai sapere che mamma, la donna che ha paura della pentola a pressione e Iaia, la fudblogghèchenonèunafudblogghè che cucina carne e pesce ma non mangia nulla, gli hanno pure dato del pazzo, avrebbe tutto il diritto di cuocerci senza farci troppo caramellare con vini non pregiati. Basterebbe un vino in cartone di dubbia provenienza. Che il cielo ci perdoni. La variazione al capolavoro di Ducasse ha un non so che di ridicolo; ergo una cosa che naturalmente mi calza a pennello. In sostanza ho cotto il baccalà al vapore e l’ho cotto esattamente disponendolo sopra una griglia di bambù sopra l’acqua in ebollizione. Dentro l’acqua vi erano delle spezie buttate un po’ a caso, come chiodi di garofano, pepe e curcuma. Inciso: questo passaggio me lo sono inventato di sana pianta e non lo dico per “è merito mio”, ma per “è una cretinata e quindi non fatelo” (a meno che non vogliate stupire qualche amico e parente durante la cottura. Ma scegliete un amico o un parente che di cucina chiaramente non ne capisce nulla).

Mentre cuoceva ho tagliato sottilmente le patate e le ho messe per dodici minuti in forno già caldo a 180 con olio e sale grosso macinato sul momento. Ho sistemato il pesce e queste chips e fatto delle decorazioni con la senape. Macinato del pepe fresco nero sopra e servito con pochissimo olio.

A questo punto la domanda “e Ducasse che c’entra?” credo sorga spontanea. Eqqquativolevo.

Nulla. Non c’entra nulla Ducasse. Ho aperto il libro e ho sistemato un po’ il piatto con le forme che in teoria (ma solo in teoria) dovrebbero avvicinarsi al suo pensiero. Che poi Ducasse mi prenderebbe a ceffoni semmai lo vedesse, è un discorso che francamente non mi interessa. Perchè quest’uomo ha sempre l’abitudine di trattarmi male. Soprattutto nelle fumetto ricette (cosa sto dicendo? clicca qui!).

Vista la ricetta di oggi potrebbe interessarti il Petto di Pollo con i Semi di Papavero serviti con i macaron salati (la ricetta la trovi cliccando qui >>>>).

 

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46 COMMENTS

  1. te l’avevo già detto? Sì, te l’avevo detto che mio suocero aveva un pezzo di baccalà o stoccafisso nel cassetto del comò.
    E’ un po’ buffa la cosa. Voglio dire: tu apri il cassetto di un como, pensi di trovare delle mutande, magliette…oppure orologi, cioccolatini, come faceva mia nonna. No, lui aveva un pezzo di stoccafisso che pareva la mascella di un dinosauro.

    Caramelle al baccalà…uhm… mah…

    Il Clarisonic Mia3 fa bene per fare strage anche sui piedi?

  2. quanto amo le tue foto!!!
    applausiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii su su su… ( l’imbianchino è in pausa pranzo…olèèèèèèèèèèèèèè!)
    oh c’ho fame…il baccalà me lo accollo..idem il pollo…
    e rido per quell’aggeggio che t’ha pure segnato il viso 😀
    ..ok scusa…eri seria vero? -.-‘ non rido più.
    MuAhauhauahauah

  3. Ma questa ricetta di pesce è talmente facile che posso farla pure io!!! Alla faccia di Ducasse… e se Nanda dice che è pazzo, allora sia! Nel frattempo l’Ingeriminese mi sta chiedendo se sia vero o meno che esistono delle caramelline siciliane al baccalà… e dove si possono acquistare! gli è pure venuto il dubbio che esistano alla porchetta! 😉 Un abbraccio grande stellina, sei speciale!

  4. La primavera mi sta uccidendo. Il primo che dice che la primavera è meravigliosa me lo mangio. Anzi. Prima lo cucino alla Ducasse.
    Le mie performance in circuito sono ai minimi storici, sto rischiando il campionato e non scrivo neanche su quella specie di ricettacolo di ragnatele che una volta era un blog. Devo scrivere enne commenti su altrettanti blog veri, primo tra tutti quello di pani a cui devo chiedere 2-300 mila cose sul video che ha postato.
    E insomma.
    Sono in ritardo con la vita.
    L’unica cosa sensata che ho fatto è stato spedire il file della tombola ma l’ho spedito ad cazzum (locuzione latina che indica grande disordine) ma ho rimediato spedendolo nuovamente stamattina e sperando che vada bene.
    Sopravvivo. Purtroppo per tutti quelli che mi sopportano.

    • Rallenta solo un po’… rilassati e respira… e vedrai che ripartirai con più slancio! Noi siamo qui. E ti aspettiamo. Un abbraccio forte…

    • Max tessssoro…noi qui ti si aspetta, non ti preoccupare il pensiero è rivolto sempre a te.
      Da domani io, Iaia, Luci, Angy e Hariel (ma anche chiunque volesse aggiungersi a noi pazzedementi sarebbe il benvenuto. Si, Pani, anche tu!) ci presenteremo ai box con le magliette naturalmente attillatissime con su il tuo nome per fare il tifo per te!!! 😉

  5. Ok, io evidentemente sono totalmente rincretinita, ma non capisco. Perchè tutti ti commentano ogni giorno con prima, seconda ecc? Ricguarda la lotteria per vincere quel fantastico coso nipponico da mettere nel frigo? Se così fosse considerami prima per ogni post, in quanto bionda naturale sono mentalemente ritardata! Eppoi volevo farti sapere che semmai ti dovessi stufare di toglierti cellule morte dalla faccia con quel trabiccolo americano non lo buttare, non lo mettere in soffitta, spediscilo a me! Sono pronta a scambiarlo con altri oggetti inutili! 🙂

    • Buongiorno Franci! Non sei rincretinita… siamo noi che siamo un po’ “pazzerelli”… è una sorta di gioco… ma Max potrebbe spiegarti meglio…

  6. Mmmmh questo Clarisonic Mia2 deve essere mio, voglio avere la faccia come il popò di un bebè 😀
    Epperò scusa, ma i dettagli?! Quanto costa, dove si trova, in quanto tempo arriva…insomma! Non puoi gettare lì la notizia e poi lasciarci così, oooohh. Eppoi tesoro mi devi spiegare perchè mi sono arrivate ieri le notifiche di tuoi due post relativi a Torta di riso miele e mele e cheesecake alle fragole in cocotte che qui non ci sono?! Ma che mi combini, monella??! 😉

  7. Oddio mi serve! Mi hai convinta! Mi serve quel coso che purifica, manda via i punti neri, fa la pelle come quella del culetto di un bambino! Lo voglio! Giulia, tu mi rovinerai! Sì, voglio morire escoriata, ma senza cellule morte pure io! Come mai non ne sapevo niente? Io che sono sempre aggiornata su ciò che riguarda creme, peeling, maschere… sì, già a 18 anni. Bhe, che importa? Almeno sarò preparata per l’età matura, no? (dite di sì!)

  8. Iaia! Ho ripescato questo post perché cercavo dei confronti tra il Clarisonic Mia2 e il Philips Visapure… a lungo andare come ti sei trovata?

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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