Ricette Vegetariane e Vegane

Whoopie al tè matcha

Whoopie che non sono Whoopie ibridi a Macaron che sono sono Macaron. La certezza è il Tè matcha

Ho sempre rimandato non perché non fosse importante far comparire la mia mamma nei disegni; del resto in un’occasione molto importante era già avvenuto ( clicca qui ). L‘ho fatto semplicemente perché nessun disegno mai potrebbe renderle giustizia;  Nanda è davvero un’opera d’arte che non si può copiare. Poi però complice la festa della mamma in arrivo e delle sorprese che volevo farle ed: eccola.

 

Basta un codino corto (perché la mia mamma porta sempre e solo il codino), un abito iper colorato e delle ridicole scarpe con tanti ma proprio tanti gingilli etnici, pietre, micro elefanti e pezzi di pietra lavica. Esattamente tutto l’opposto  di me. Ed è per questo che non può che essere migliore.

So già che questa sorpresa la farà diventare rosso fuoco dall’emozione mentre armeggia coraggiosa con il suo ipad ma, ecco sì. Da oggi Nanda comparirà su questi schermi come principale protagonista. In effetti è questo che è: protagonista di tutta la mia vita. Tra l’altro mi ha pregato di riferire  un infinito-enorme-grazie per tutti i messaggi e incoraggiamenti di questi giorni. Si è commossa come una bimba. Anzi no. Si è commossa come la sua bimba, ecco.

Mamma ti amo. Anche se indossi orrendi vestiti etnici, santo cielo. Lo riesco  a perdonare ( con fatica) solo a te (forse).

Sono molto felice perché prima c’erano solo i muratori. Adesso pure gli stagnini. Ed è stupendo tornare la sera a casa mentre pronunci le fatidiche parole ” non vedo l’ora di farmi una doccia” e scopri che dopo una prima ondata di acqua (con terra)  color senape si interrompe il flusso. Sono molto felice perché dopo aver messo lo shampoo e cominciato a massaggiare leggermente quella scatola che contiene idiozie sotto un parruccotto di doppie punte, sono rimasta lì. Con i capelli schiumosi, qualche goccia nell’occhio che lacrimava e un’unghia spezzata. Voglio molto bene al mio stagnino. Glielo ho detto mentre afferravo la cornetta ed emettevo suoni da cornacchia farfugliando “tipreparocaffè. ticantotuttalacompilasciondiuitneiiuston! tirovino! tibruciolacasa!”. Perché nella vita l’importante è stare calmi. Ed io lo sono stata, calma, perché quando l’ho visto invece di spaccargli il setto nasale sul balconcino di pietra lavica , l’ho invitato in casa dicendogli  ” E ora le preparo un buon caffè. CON LA MOKA”. Lo ha bevuto ben conscio della sua colpevolezza. A capo chino con un mi dispiace  che come risposta ha ricevuto “ma ci mancherebbe. Non c’è bisogno di scusarsi. Capita” (leggi: non peggiorare la situazione o ti preparo pure un orrendo cappuccino) 

 

Papà ha ben pensato di “sistemare qualcosuccia qui  e lì”  senza contare ” piccolo cambiamenti” (leggi: buttare giù un palazzo. Costruirne tre. Fare un ponte di ottomilametri sospeso su un lago artificiale. Una cosa così eh. Semplice e veloce). Il risultato è, per farla breve, che trascorreremo tutta la primavera e l’estate  con questa massadiincapaci ahem. con questi adorabili personaggi che come scopo primario hanno un unico obiettivo: rovinarmi l’esistenza.

Li immagino la sera tutti riuniti davanti ad un ottimo caffè alla faccia mia che con foglietti, squadrette, penne e matite progettano qualsivoglia diavoleria per : lasciarmi senza luce mentre sto disegnando con la tavoletta grafica facendomi così perdere i disegni ( è successo solo 29048230482348 volte), staccare l’acqua quando ho i capelli tutti cotonati con lo shampoo, spaccare i tubi del gas ( e magari accendermi la luce) quando pronuncio le fatidiche parole ” e ora faccio  il video mentre preparo  il pollo con il tè “.

Capisco perché Jack Torrance per scrivere il libro abbia dovuto ricorrere all’esilio forzato. Capisco pure poi perché poi quella leggera tensione accumulata abbia fatto fiorire in lui la follia omicida. Ho capito insomma che Jack aveva i muratori in casa. Non c’è altra spiegazione. Perché qui manca davvero poco a :

“All work and no play makes Iaia a dull girl”.

Manca davvero pochissimo.

Ne rimarrà soltanto uno e vi assicuro che sarà il mio nano da giardino killer e le nanette gemelle abbigliate di abitino azzurro lino.

( invece di “little pig” griderò al Nippo ” little mouse”. Non vedo l’ora di proferire tal citazione)

Era da un po’ che volevo fare dei macaron che fossero whoopie e dei whoopie che fossero macaron che poi a dirla tutta fossero baci di dama ma nella versione morbida come consiglia Donna Hay ma al tempo stesso che ricordassero delle ciambellotte ma non eccessivamente soffici ma neanche dure. Per dire che è da tanto tempo che volevo fare l’ennesima cretinata. Non che abbia mai smesso, sia chiaro, ma a volte ho proprio voglia di eccellere in quella difficile disciplina olimpica di cui sono campionessa indiscussa: l’idiozia.

Ed è stato così che mi sono messa a pasticciare una mattina senza prendere appunti e niente, giusto per capire se fotograficamente un paninotto dolcioso imbottito con crema di cioccolato e pezzotti di mandorla potesse ben abbinarsi a questo tondino cosparso di tè matcha come non ci fosse un domani.

 

Quando improvviso e non mi lascio distrarre da macchina fotografica, appunti, ipad, iphone, ical, sincronizzazione di itunes, evernote e dropbox (sottotitolo: in quelle rare occasioni) generalmente sforno robetta che convince le mie vittime predefinite per l’assaggio; proprio come questa volta. Il risvolto della medaglia però è non poter replicare se non affidandomi alla memoria e chi anche poco mi conosce sa che memoria dei numeri sta a me come capacità di cantare e preparare caffè. Avevo voglia di pasticciare sì ma anche di rendere vivo un biscotto dandogli la forma orsacchiottosa e conigliosa. Non è stato poi così difficile creare le orecchie e poi grazie al cielo ci pensa il cioccolato fondente a fare il resto.
Disegnare in cucina è rilassante se non vi è uno “studio” dietro e pian piano sto arrivando a comprendere quanto siano distanti da me anche ai fornelli i concetti di dose, tempi e cottura. E’ pur vero però che imponendomi una disciplina (che poi possa essere applicata alla vita stessa) non posso pensare di cibare un giorno mio figlio con whoopie che non sono whoopie solo perché la tecnica della pastasciutta mi tediava. Alternare però doveri a inclinazioni è cosa buona e giusta e lasciarsi andare senza chiedersi troppo pure.

Setto l’orsetto e Niglio il Coniglio nella loro smisurata verdità che poco disturba in fin dei conti rimarranno sempre senza una ricetta ma una replica “tecnica” ci sarà giusto per appuntare velocemente quello che mal ricordo. In sostanza ho visionato la ricetta tradizionale dei whoopie nella bibbia americana sul web che è Joyofbaking.com e  poi tolto, aggiunto, omesso e mischiato ai baci morbidi di Donna Hay. Il tè matcha con il cioccolato continua a convincere nonostante sia fondente e i due sapori fortissimi, per questo a volte si predilige il cioccolato bianco. In questo caso però ho voluto fortemente abbondare con il tè matcha proprio perché lottassero tra di loro e non ci fossero vincitori nè vinti.
In questo disequilibrio senza tecnica è venuto fuori un mondo verde meno pericoloso visivamente delle altre volte, tanto da meritarsi pure l’accoppiata di quella tazzina che se non ne odiassi la nuance quasi mi piacerebbe. Un azzardo visivo ma non al palato.


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30 COMMENTS

    • ieri ho provato a scriverti 234294924923’4924’9 volte e sono stata interrotta 203492’04920’492’04920’4924′ volte.
      sappi che Nanda ti ama .
      e continua a dire .
      simmenthalconvale.
      *_*

  1. Lo hai recapitato il bacio a Nanda? Ché non mi fido di quella testolina…
    E mi spiace dirtelo, ma Niglio il Coniglio è in realtà Tino il Gattino… Te l’ho detto su instagram che sei pronta per conoscere Cesare Mario e Camilla e buttare alle ortiche la miciofobia… 😉

  2. sì, questo mondo verde è meno pericoloso. Pur essendo spento sembra quasi un mondo vivo, feltroso, morbido.

    Sui muratori in casa ci sarebbe da discutere a lungo. Qualcuno ha detto che avere un muratore in casa è come avere una malattia in corpo. E mi trovo d’accordo.

    Evviva mamma Nanda! L’hai disegnata proprio bene

    • L’ho disegnata sobria, Pani . E’ questa la verità. Credo che il mio lutto perenne da una vita sia dovuto al fatto che nell’abbigliamento mamma è davvero pazzesca.
      Qualsiasi colore non la spaventa.
      Nessun fiore la spaventa.
      Neanche un ornitorinco fucsia.
      Possiamo psicanalizzare per favore questo manicomio visivo di colori?
      Rispecchia perfettamente il suo essere divertente, estroverso ma santo cielo *_* l’etnico fa paura solo a me?
      a te non fanno paura i sandali con le pietre?
      E soprattutto la domanda che più mi tormenta é: come si fa a camminare con un filo infilzato nell’alluce e otto pietre di 400 grammi cadauna sul meta carpo?
      *_*

      COME SI FA?
      adesso devo calmarmi.
      espirare.
      inspirare.

      • una donna può fare tutto, anche camminare con un filo di ferro infilato nel piede e due chili di pietre sulle falangi.
        Gli uomini non ne sarebbero capaci ma soprattutto sono patetici. Un uomo con le infradito, con le ciabattine, non è un uomo. Non dirmi che il nippo ha le infradito, eh?

  3. Nanda anche se vestita etnico è figa da paura, va detto.
    Ma tu sai che in un passato remoto lavoravo in una fabbrica che produceva oltre che bigiotteria anche quelle placche orrende di pietre e gingillazzi che si mettono nei sandali?
    Oh come li ho maledetti quei cosi. Ore di lavoro per una miseria di paga.
    Se gliele vedo addosso a Nanda le strappo pure i piedi. Con amore però.
    Poi ci facciamo tre arancini quattro iris (compresa la mia) e sette siciliane condite con guancialedimax e max.

    e poi. muratori.
    gggià sai che ti capiscono. Iniziarono a lavorare nell’aprile 2011 avrebbero dovuto finire dopo tre mesi.
    finirono a marzo 2012. ho detto tutto

  4. Eh ma l’alterego di Nanda è bellissimo 🙂 bellissima tutta colorata, io amo molto le persone colorate fuori e dentro l’anima 🙂 e amo molto te impapita mia 🙂 dai che finiranno questi lavori! Dai! 🙂

  5. Hai riportato anche i miei messaggini a Nanda o devo mandare a lei direttamente i segnali di fumo? Sono contenta che stia bene adesso 🙂
    E santo cielo adoro il suo stile, colorato, divertente, mi somiglia abbastanza e glielo puoi dire, per favore da parte mia a Nandatesoro che tu non capisci niente in fatto di stile?! Eh?! 😀 😀 😀
    Infine quoto Max assolutamente : quello è assolutamente Tino il gattino, l’ho riconosciuto e non v’è dubbio alcuno! A quando l’organizzazione di un mini tour dove tu incontrerai le tue piccole mascottes micionesce tra Roma e l Puglia?? Prima passi da Cesare Mario e Camilla o prima dalla mia Martina?? 😉

  6. Ho capito che nella valigia di settembre devo infilare le maglie e la felpa hippie che amo alla follia. XD Son sicura che Nanda apprezzerà <3

  7. Credo che Nanda andrebbe molto d’accordo con la mia di mamma! E comunque è adorabile.
    (Ed io ancora commossa!!!!!!!)

  8. Pensavo davvero fosse un gattino: le orecchie piccole, le vibrisse… verde, per giunta. Ero un po’ confusa. E non avevo idea di cosa fosse un Whoopie, nonostante sia una parola meravigliosa “whoopie”. Ma soprattutto non avrei mai dovuto aprire quel link a “Joyofbaking”…mioddio…non so…sto fissando la home page da ore. Ho il terrore di scoprire cosa nasconda ogni link. Terrore.

  9. Aspetto con pazienza che tu ricostruisca la ricetta. Nel frattempo se vuoi ti mando Frugolino, ci pensa lui a sistemare muratori e stagnini! Così ti puoi concentrare meglio… Sono felice che Nanda stia meglio e vorrei tanto parlarti della mia mamma… Prima o poi… Baciiiii!!!!!

  10. adoro tutto ciò. il disegno di Nanda, quei minipanini dolci, animaleggianti o meno, Niglio che somiglia spaventosamente a un gatto, la tazzina e pure le ricette giùgiù. è un post davvero saziante.
    penso che se avessi davanti Setto comincerei a mangiarlo dall’orecchio destro..

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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