Ricette Vegetariane e Vegane

Preparando il Kheer con un Nippotorinese che a 199 grammi di riso basmati ha aggiunto un chicco. A 201 grammi ha detto “non ci siamo”

Capo chino. Occhi sulla tavoletta. Oggi si DEVE portare a termine la fine di una storia. DEVO ASSOLUTAMENTE FARCELA (noncelapossofare). Non è che a turno mi prendereste a ceffoni e lo urlereste insieme a me, per favore? Vorrei fare un giorno di telefonate. Nel senso che, pur odiando stare al telefono, mi è venuta una voglia smisurata di buttarmi su un divano o per terra e fare la “Telefonata Day” (bel nome no?). Chiamarvi uno ad uno. Unoaduno. Unoaduno. Dalla Svizzera alla Puglia passando per il centro Italia sino ad arrivare alle isole maggiori e minori. Rovinarvi le giornate, farmi raccontare favole calmanti e farmi pure gli affaracci vostri chiedendovi di che colore è il vostro divano e se come me pensate che il ritorno al floreale con la calzetta in pizzo sopra il sandalo è una scelta stilistica discutibile.

Giuratemi che un giorno avrò la mia Telefonata Day o io oggi non lo supero, davvero.

खीर : Kheer!

In India, Pakistan e Bangladesh se non conosci il Kheer ti mollano un ceffone e te lo meriti tutto. Perchè è non po’ come dire ad un italiano “Pasta? Cos’è la pasta? Pizza? Cos’è la pizza?” o a un siculo “uot is dis? cannolo?”.

E’ un dolcetto semplicissimo da realizzare a base di latte, riso, cardamomo, zafferano e pistacchi. Si adoperano anche le mandorle o gli anacardi. Il rice pudding di vittoriana memoria deriva proprio da questo dolcetto strabuonerrimo che è il kheer. In pratica gli Inglesi devono alla loro ex colonia più grande queste cucchiaiate di bontà speziate. E io in pratica devo tutto a quel meraviglioso libretto di Dolci dal Mondo che mi sono regalata in una delle mie spedizioni alla Feltrinelli. Adesso però devono smetterla di avere il reparto “Cucina” più piccolo del mio e iniziare a rifornirsi di nuova roba perchè la cosa sta cominciando a infastidirmi non poco. Pure la Paltrow ho, come la mettiamo? E pure Anna Moroni, va bene? Sì. E forza diamoci una mossa.

Per una versione ipocalorica del Kheer basterà mettere meno zucchero (o proprio evitarlo, perchè no? Aggiungendo magari soltanto un po’ di miele verso la fine come indicato nella preparazione originale); del resto è davvero un dolcetto nutriente e per nulla pesante.

I puristi del Kheer adesso mi prenderanno a ceffoni ma giusto così per dire qualora si volesse andare proprio sul light estremo ai limiti del vegano non è assurdo pensare di usare il latte di riso (o di avena) al posto di quello intero. Io l’ho mangiato (tiè). L’ho cotto con il latte di riso, ho adoperato pochissimo miele per zuccherare (va bene lo confesso non prendo miele e ho messo il dolcificante. aritiè!), al posto della cannella ho usato la bacca di vaniglia giusto per contravvenire e sovvertire ogni regola (tiètiètiè) e ho adoperato solo l’uvetta biologica di Corinto per darmi un tono. I pistacchi no, perchè sono troppo calorici e se ne mangi tre chili poi ne vuoi nove (tonnellate). E insomma ognuno si fa di kheer come glipareepiace (tiè per l’ultima volta).

A ben pensarci una volta mi sono fatta pure il kheer senza riso e senza latte di riso. Ho immaginato che fosse nella tazza e ne ho preso generose cucchiaiate. E’ durato un pomeriggio intero e a costo zero mi sono fatta una mangiata di kheer chechiselascorda!?

Al Nippotorinese il kheer come tutte le preparazioni a base di riso piace parecchio. La domanda “equandomaicosanonglipiaceaquellafognaumana?” non la facciamo. Nonostante faccia finta di non leggerci, esso ci segue. E tra una riunione e l’altra e una parola giapponese e una cinese, quell’infido essere si collega dall’iphone o blackberry, come uomomanagerimpone, e ci legge. Ne ho le prove. Qualche volta durante le discussioni si fa scappare giusto qualcosina. Tutti. Vi conosce tutti. E suppongo legga anche i vostri blog (state attenti ai verbi intransivi e ai costrutti sintattici. Esso avrebbe a prescindere da ridire).

Questa non è affatto una ricetta per Max, giusto per dirne una. Come non lo è per Turi perchè quando papà mi dà un bacio, mi poggia la mano sul fianco e poi virando un po’ sulla sinistra la testa mi dice “amore ascolta…”.

Dopo tre ore di spiegazioni, giri di parole e termini ricercati per non ferirmi, solo una cosa voleva comunicarmi magnatela tu se hai il coraggio o quel nordico che ti sopporta! iononcipensomancounpoenonmipassaperlanticameradelcervello”.

E diciamo che papà non apprezza molto le cose “impappettate”, saranno i postumi e i traumi del dopoguerra. Eppure nei tuoi viaggi per il mondo hai mangiato qualsiasi cosa papà, gli dico. E sentirsi rispondere “sì amore ma ora sono a casa e non in giro per il mondo” mi fa sempre ridacchiare. E via di pasta ajoojoepeperoncino e cannolo siciliano.

Con il tempo si diventa più tradizionalisti. Lo notavo giusto in questo periodo. Papà è stato in India (ha pure una ridicola foto vestito da maragià su un elefante. Se fossi una figlia cattiva la pubblicherei insieme a quella di mamma in abito tradizionale indiano ma li amo e non posso) e non si è rifiutato di mangiare nei luoghi più caratteristici. Mi ha spiegato che di questo kheer neanche l’ombra, anche se ricorda un dolcetto speziato e fruttato buonissimo ma senza la presenza del riso. Ultimamente però, nonostante in questi anni mai avesse esaltato il cannolo e la cassata, molto spesso l’ho sentito sostenere con fermezza che “ehhhhhhhhh ma il cannolo è imbattibile eh”.

Con il trascorrere del tempo si ha forse ancor di più l’esigenza di appartenere ad un luogo. Di trovare fortemente un’identità e sostenerla. Chiaramente non so quel che dico ma so di essere in ritardo e questa considerazione del tempo e dell’appartenenza devo assolutamente riprenderla. La segno sul taccuino insieme a “dove finiscono questi stramaledetti calzini sportivi di spugna dopo l’allenamento? è possibile che nel triangolo delle bermuda finiscano i pantaloncini e da qualche parte del mondo ci sia anche il quadrilatero dei collant dove finiscono calzini di cotone e non?”.

(semmai un giorno la mia agenda dovesse essere ritrovata sarebbe una pietra miliare della psichidiozia umana)

Ingredienti per 4 persone circa: 200 grammi di riso basmati, 25 grammi di burro ghee (chiarificato), 250 grammi di zucchero, 750 ml di latte circa, 25 grammi di pinoli, 25 grammi di anacardi, 25 grammi di pistacchi, 25 grammi di uvetta, 3 bacche di cardamomo schiacciate, 1 stecca di cannella, zafferano in pistilli.

La preparazione è semplicissima e richiede poco tempo. Somiglia un po’ alla classica preparazione del risotto. Versa il latte in un pentolino con la stecca di cannella, qualche pistillo di zafferano e il cardamomo (schiaccialo per ricavarne i semi e butta la capsula). Fai cuocere a fuoco bassissimo mescolando spesso e prestando attenzione a non far traboccare il latte.

Nel frattempo in una padella scalda il burro e aggiungi l’uvetta, i pinoli e gli anacardi (io non li ho messi perchè il Nippo li detesta allegramente). Unisci quindi il riso e lascialo tostare. A questo punto la ricetta è praticamente finita perchè devi soltanto aggiungere pian piano il latte al riso sfumando e lasciando cuocere. Dopo quindici minuti assaggia. Il riso risulterà ancora duro. Se il latte non dovesse bastare non aggiungerne più (la ricetta originale ne prevedeva mezzo di litro e non tre quarti). Nel caso aggiungi poca acqua (l’importante è che sia calda e non fredda perchè potrebbe turbare l’equilibrio del riso). Quando il riso è quasi pronto versa lo zucchero. Se vuoi prima di servire puoi aggiungere altri pistacchi tritati finemente con gli anacardi qualora li avessi adoperati.

Il Kheer si può servire sia freddo che caldo.

Aggiornamento su Kodomoland, L’angolo dei Bambini: Frugoletto e Pio Pio . Clicca qui >>>>>

E stasera alle 21:21 c’è pure una ricettina che di light non ha nulla, per la serie: Sì, sto continuando incessantemente a smaltire l’archivio fotografico culinario.

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51 COMMENTS

  1. uhm… fra le tante cose inquietanti di questo post mi segno l’interrogativo del calzino. Dove finiscono i calzini sportivi di spugna? E i pantaloncini? Ed è possibile che in questo luogo segreto ci sia finito anche il mio carica Ipod?
    Ed è possibile che ci sia anche un piatto di Kheer per me?

  2. Leggo di Turi e penso al mio babbo… anche lui è così… Gli presento una fetta di cheesecake e lui mi dice: “Cos’è ‘sta roba? Ma una bella fettina di quella ciambella che fai così bene?!” Un piatto di riso venere con verdure e gamberetti e lui: “Ma Lucia, tu che fai il ragù così bene!” 🙂 Ho sentito molto parlare di questo dolcetto, ora che ho la tua ricetta posso davvero provarlo. Buona giornata stellina mia, cerca di non esagerare perchè ti voglio in forma per la telefonata… risponderà sicuramente Frugolino… a proposito… adesso vado a commuovermi su Kodomoland…

  3. Ti avviso amore che ho appena sistemato tutti gli apparecchi telefonici in mio possesso sopra il divano (che è rosso, tanto per anticipare la tua domanda) e io sono pronta! PRONTA! 😀
    Questo kheer deve essere buonissimo, comincio da oggi la ricerca delle bacche di cardamomo che, so già da adesso, sarà difficile ed impegnativa! Baci <3<3<3<3<3<3

  4. Ecco, questa invece è proprio una delle mie!!! Da provare subito con tutte le alternative ^^! Ma scegliere tra cannella e vaniglia sarebbe come scegliere uno tra mamma o papà! O qual primigenio dilemma!

    Il pensiero che il Nippotorinese controlli la grammatica mi crea dell’ulteriore ansia da prestazione (casomai mancasse, eh?).

  5. Si, ti prego: organizziamo il telefonata day. Facciamoci anche le magliette. Uniamo il mondo a colpi di traffico telefonico. E come potresti, tu, rovinare la giornata ad uno qualsiasi di noi?! Impossibole!!!
    TVTTTB (come scrivono i gggiovani)!

  6. Bellissimo il reparto cucina più esteso di quello della Feltrinelli!
    A parte il gran caos che regna in tutto il post (il padre sull’elefante! Oddio se ci ripenso casco dalla sedia dalle risate), la ricettina mi ispira un sacco. Se non fossi una totale frana in cucina, chissà.
    Magari una volta provo 🙂

  7. mhhhhhhhhhh. paradossalmente l’ho mangiato. senza vari ingredienti a volte. senza sapere che si chiamasse kheer. buono proprio buono -prende appunti- .
    qui spariscono cavetti usb, scatolette con dentro il tè, custodia della videocamera e portadocumenti. qualche suggerimento?
    che poi forse è anche colpa del fatto che cambio sempre posto alle cose “perché qui è sicuro che non me lo dimentico!”. solo forse però.
    (il titolo è eccezionale)

    • Secondo me è il topo. Hai in casa un “topus tecnologicus”. Il cavo USB gli serve per il Kindle che ha appena comprato. Il tè se lo fuma. La custodia della videocamera la usa come divano.

      • il tè se lo fuma. sto morendo per questo.
        non ci avevo pensato, ma temo sia la realtà. a questo punto vorrà pure approprairsi della mia identità e fuggire in Svizzera. nell’attesa di divenire Nessuno rendo partecipi della felice notizia -lieve disperazione- che i topi sono aumentati di numero 5 per via di piccoli topini inesperti che sono giunti ultimamente. a quanto pare la madre ha deciso di allenarli tra le bottiglie d’olio e il secchio dell’immondizia.

  8. Il mio divano è rosso, e santocielo non esagerare col dolcificante che è pieno di aspertame e non fa mica tanto bene! Per il telefonata day attendo, penso che potrei sorprendermi di trovare qualcuno che capisce i miei vaneggiamenti, almeno io capisco i tuoi XD

  9. son qua pronta a svaccarmi sul divanoletto rosso a dirne di cotte e di crude sul nippotorinese e Simo XD

  10. Si al telefono day 🙂 si a questo riso in poltiglia si ai cibi inventati e trasparenti (come in hook capitan uncino) ti adoro!!!

  11. ma “kheer_ne so io” di cos’è il kheer :/ …anzi ora potrei dire kheer_ne sapevo! 😀 però dagli ingredienti mi gusta!
    Il nippo ci legge?
    legge i nostri blog?
    *_* santocielo…ha letto di quando gli organizzavamo le imboscate a casa vostra chiudendolo nel ripostiglio mentre noi ci spaparanzavamo sul divano rosso a prendere il caffè con la nuova macchinetta che ti portiamo????
    ha letto pure del progetto di fuggire via mettendolo nella gabietta del gatto che non avete? ohporcapuzzola allora mi odia!!!!!!!!!!!!!!
    Nippooooooooooooo telogiuroassaiassai…non ero iooooo..qualcuno ha usato il mio piccccccì per scrivere tutte quelle brutte cose…giurogiurissimo!!!

    oh…se non mi crede lo corrompo con un vassoio di cannoli alla ricotta 😀

    Gyuiuzza mia..qui lo sclero mi ha coinvolta alla grande.Il pittore ancora è qui..i casini si accumulano sempre più…e oggi mi assale un senso di tristezza perchè la mia mamma,che fa il compleanno, non ha voluto che le facessi una tortuzza. Non ha nulla da festeggiare..dice. La prenderei a schiaffi (anche se capisco le sue motivazioni) ..ma la prenderei a schiaffi!
    E ora torno al mio (non)amato autocad….
    sigh…
    Un mega abbraccio..e finisci presto al storia 🙂
    :-********

Rispondi a Porridge al latte di soia con cannella e mandorle tostate di Avola – Terza Ricetta di Downton Abbey – La Cucina Psicola(va)bile di Iaia & Maghetta StreghettaAnnulla risposta

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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