Ricette Vegetariane e Vegane

E Pappardelle con Vongole e Arancia siano !

Sono molto felice perché il muratore mi ha detto che domani anche se è Sabato verrà lo stesso; del resto è lui che decide mica io. 

“Venga venga”. Credo che non abbia sentito ” tanto non le apro” ma cosa importa? Domani, dopo l’assenza di ben tre giorni del Nippotorinese partito alle volte della Svizzera senza di me, dovrò eseguire un durissimo lavoro. E’ sporco e terribile ma qualcuno deve farlo:

shopping.

Ho deciso che mi concederò una sessione di shopping vergognosa. In primis perché me la merito ( menzogna numero uno) e in secundis ( che non mi piace quanto primis ma è secundis) perché in primis viene lo shopping per sfogare la rabbia ( tutto torna no?). E no. Neanche un piattino, tazzina, cucchiaino come una vecchia ottantenne dedita alla mise en place.

Domani borse. borse. borse e borse ( e che ci posso fare se odio le scarpe?). E borse. E borse. Solo ed esclusivamente borse. Amen.

L’angolo del vuoto neuronale *primo atto*fine.
Non c’è molto da dire su questa pappardella alle vongole e arance rosse se non che risiedeva in archivio ( uff. Ce la sto quasi facendo a smaltire tutto). Credo che l’avessi preparata nei dintorni di Pasqua . Lo intuisco dai piatti, dai luce e dai ricordi di quella tovaglia di nonna che avevo tirato fuori con entusiasmo proprio in quelle settimane. E’ una semplicissima pappardella lasciata saltare quando le vongole sono già ben cotte e lo hanno fatto con uno spicchio di aglio che poi si toglierà e nel succo di arancia con tanti bei pezzotti. Solo che i pezzotti devono essere accuratamente puliti dalla pellicina proprio come Ducasse insegna nel mio primo volume: spellare accuratamente gli agrumi.

( mi vedesse farlo mi incendierebbe insieme a un piccione francese e glasserebbe ricoprendomi di una meringa salta ma non è questo il punto)

Un piatto freschissimo che ho adorato per i colori insieme a questi piatti Alessi di Caltagirone in chiave moderna che continuano a farmi impazzire proprio per la varietà della trama.

Questo mattone perfetto per la nuance della vongola in abbinato con il rossastro dell’arancia ( ok non mi piace questo abbinamento ma sto cercando di convincermi). Il Nippotorinese va matto per le vongole e nonostante preferisca un calcio sugli stinchi piuttosto che vedersi un primo servito da me, piatto nella quale non eccello certamente, dice che sto migliorando. Poi aggiunge “poco poco “ ma tanto basta.

Cracco una volta ha sostenuto che il piatto più difficile da eseguire sia la pastasciutta. Come dargli torto? Preferirei sfornare macaron, ganache e meringhe piuttosto che confrontarmi con un bel piatto di pastasciutta.
Difficilmente mi cimento in questi primi velocissimi perché quelli volgarmente indicati come “elaborati” hanno una facilità intrinseca pur essendo in contrapposizione con l’essenza stessa. Fare le pappardelle alle vongole misurando bene l’olio senza eccedere e non sbagliando la quantità e l’acidità dell’arancia è cosa assai difficile se vi è anche l’aggravante di non assaggiare. Le listarelle di buccia di arancia e una bella grattugiatina poi finale hanno fatto il resto. Papà ha letteralmente decretato ” buonisssssimo “ con tante esse e per il mio papotto che generalmente sorride e dice “buono amore. tranquilla. inspira e espira” sostenendo con molta signorilità e velatamente che è una schifezza epocale ma che mi ama lo stesso, direi che è già tanto.
Mi capita di “indovinare” (il successo o pseudo tale) un primo piatto quando sono sono in compagnia di qualcuno. L’ho notato più volte ma adesso ne ho la prova. L’ansia della cottura della pasta compromette davvero il risultato finale mentre se ho l’ok di chi si da all’assaggio decretando ” perfetta. Scoliamo!” mi sento più sicura e questo si riflette poi nel condimento e nella fase finale dell’impiatto. Poi, senza tirarla troppo per le lunghe, pare che l’ottima riuscita sia servirla subito senza far attendere quindici minuti per via degli scatti . Questi infatti sono stati velocemente rubati mentre le urla ” nooooooooooo le foto nooooooooooooooooooo” si susseguivano in sottofondo. La quiete e la pace che traspare da questi fermatempo è ben diversa dalla realtà. Si sgomitava allegramente mentre con la reflex giravo il macro fisso (perché faccio finta di girarlo, embè?)  non so neanche io per fare cosa e papà e il nippo urlavano ” ti spostiamo la vongolaaaaaaaaaaaa”.

Ecco. Mai spostarmi la vongola durante gli scatti. Potrei diventare molto ma molto cattiva.

Nessuna Vongola è stata spostata, grazie al cielo e seppur velocemente rispetto alle altre volte ho potuto consegnare un piatto caldo. Insomma. Forse che forse stiamo migliorando pochinopochino.

Ma forse eh.

Ma proprio forseforseforse.

QUESTO POST È STATO PUBBLICATO IL: 

48 COMMENTS

  1. bel piatto, sì, molto fotogenico e gustoso.
    “In primis” proprio non mi piace. Credo che non lo userò mai, nemmeno se mi mettono in bilico su una tavola, bendato e con i pescecani sotto.
    Bel piatto, sì. Bisogna dirlo.
    Così come bisogna dire che voi donne siete fortunate con la storia delle borse. Se io fossi una donna me ne prenderei una tinta cammello-arancio e che profuma proprio di agrumi. Ecco.

    • *ridacchio*
      anche do ut des è antipaticissimo ma mi sa di Hannibal Lecter e quando mi sento pericolosa ( sempre) lo uso.

      Se mamma legge cammello ride fino a domani.
      Devo raccontarti del cappotto cammello.

      Non sono femmina eh. Detesto i gioiello e le scarpe. Odio i gingilli e tutto quello che ne concerne (che non c’entra nulla concerne ma volevo adoperarlo).
      Tutti i braccialetticheho orecchinicheho anellinicheho li ho presi giusto per averli ( e alcuni sono regali) ma tengo solo al ciondolonanodagiardino.
      Mamma dice che è sempre bene averli perché un giorno potrò indossarli.
      Quando sarò grande.
      Io credo che rimarranno lì però gli orecchini fragola mi servono per fare le illustrazioni e quindi vanno bene.
      Le scarpe le odio.
      A cosa servono? ne ho un po’ perché è giusto averle e perché blablabla.
      Poi vabbè sono gia’ piu’ alta del Nippo e un tacco 12 .
      sembrerei la mamma che lo accompagna alla comunione.
      Oppure valeria marini e cecchi gori solo che gori era grassoccio il nippo secco.
      Io ho le spalle tre volte le sue figurati se devo aggiungerci 20 cm INSOMMAAAAAAAAAAAAAAAAAa

      per dire che la borsa è il mondo che mi porto dietro.
      contiene tuttoquellochesono.
      E deve essere perfetta *_* BELLISSIMACOMEDICOIO.
      è una malattia incurabile quella della borsa per me. E non voglio guarire.
      Perchè Pani? Perchè divento una donnastupidacheimpazziscedavantiallapellepregiata?
      lo so che la risposta è : perchéseiunadonnastupida.
      ma perché?
      perché mi condiziona così tanto la borsa ?
      dentro poi ci metto praticamente nulla:
      foglio.
      penna.
      colori.
      aggeggi elettronici.
      se facessi quel ridicolo gioco what’s in my bag non potrei manco dire ” e qui ho la pochette con i trucchi”.
      io ho solo il portacolori *_*

      ma perchèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè perchèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè ne devo comprare ancora se ne ho una cifra vergognosa?
      psicanalizzami ti prego.
      una tua frase so gia’ che mi aprirà un mondo.

      • uh! andavo poco d’accordo con i pissicologi io…
        Però, queste borse…vediamola in positivo.
        Nel film “il mio amico giardiniere” il protagonista diceva che bisogna sempre avere con sè una corda e un coltello perché ti può salvare la vita. Io ci aggiungerei una borsa, uno zaino, qualcosa capace di contenere perchè non si sa mai quello che trovi durante la strada, quello che incontri nella vita. E quindi serve qualcosa per custodirlo.
        Poi non ha importanza se la borsa è grande e dentro ci metti poco, solo l’essenziale. C’è più spazio per metterci le novità, per aprirsi agli altri. Perché la borsa si chiude ma anche si apre.
        Il fatto poi che continui a comperare borse…uhm…forse devi ancora prenderci le misure, capire quanto puoi dare e quanto puoi ricevere.

    • devo presentartelo.
      si chiama Iano.
      O meglio si chiama sebastiano ma gli amici lo chiamano Iano.
      Sembra appartenere alla vecchia famiglia malavoglia.Quando gli ho detto se voleva un muffin mi ha detto
      ” no signori’ io cose che non sono siciliane non le mangio”
      come faccio a non amarlo?
      sono sentimenti contrastanti i miei .

  2. A me piace un sacco questo piatto. Proverollo 🙂
    E si, quoto Iaia per lo shopping che non è mai sufficiente e che non fa mai male!
    Eeeeh, se fossi lì ce ne andremmo insieme a braccetto a fare man bassa di borse di ogni genere…
    Ti amo. Punto.

    • Lo faremo. Ti amo. virgola.

      lo faremo a braccetto abbracciate abbraccialettate. abbracciaqualsiasicosa.

      Il problema è uno:
      dimmi che non ti piacciono da morire le scarpe.
      perché le donne che amano moltissimo le scarpe tolgono del tempo alle borse.
      ed io no.
      non possoperderetempo.,
      tutteleborsedevonoesseremieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

      ok mi calmo,

      ma seriamente Titti mia: tu piu’ borse o scarpe?
      e se sì puoi quantificare? cosi’ giusto per capire la proporzione.
      Non che voglia sapere il numero esatto ci mancherebbe.
      ma che neso.
      3 per cento borse ( utopia)
      e 3 4 borse.
      o numeri a caso perché tanto io mica le ho capite le percentuali ( ridocomeunpazza)
      aiuto *_*

      • Se devo essere sincera tesoro (mi vergogno da morire gggiuro!) io impazzisco per entrambe le categorie.
        Borse e scarpe.
        Quantità? Al 50%. Ccccioèèè che ho tipo circa 50 borse e 50 paia di scarpe tuttemapropriotutte abbinabili tra loro ^__^
        E non mi bastano mai. Maiiii!!
        Ne comprerei ogni giorno. Sono pazza lo so ma è così
        Sono un geniaccio, che posso farci….
        Andiamo a braccetto a fare sciopping ammmoreeeee 🙂

        • ricordavo bene.
          te lo avevo gia’ chiesto ma sono rimbambita e dovevo avere conferma.
          50.
          50.
          santocielo.
          preoccupante.

          confesso che anche io mi pongo spesso il problema echescarpecimetto?
          ma poi al momento di metterle non me ne frega una cippa lippa e prendo roba a caso.
          perché .
          è la borsa fondamentale
          accoppiotuttomanicalmente.
          poi mi guardi le scarpe e dici “maquellaèpazza”.
          (vabbè che si puo’ dire per svariate ragioni )
          ma.
          è tutto perfetto.
          vestito-occhiali-borsa ( ho pure i portafogli in tinta).
          poi mi guardi le scarpe.
          e dici:
          MAE’SEMPRELEI?

          perchè le odioooooooooooooooooo
          LE ODIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

          e ora sì.
          nnamoafascioopping.

          • Ecco. Pure io. Una maniaca. Tutto in nuans 🙂
            Però io pure le scarpe ehhhh??!
            Vabbè non ti preoccupare, respira, tesoro..
            Quando annamoaffascioppin ti aiuto io con le scarpe in nuans col le borse e con il portafogli e gli occhiali e l’orologio 😀

  3. Oh ma sai che anch’io le scarpe non le…boh, per questo ossessionata (visivamente) da quelle delle altre donne, sono la donna scalza per eccellenza, io camminerei scalza pure per strada se ciò non comportasse il contravvenire a qualunque norma igienica perchè le scarpe sono il male e chi mette in casa mia “si deve togliere le scarpe all’istaaaaanteeee” pena sentirmi urlare “taglietagliiiiii la teeeestaaaa!!!”…vabbè ma anche con le borse non sono messa bene, mi piacciono piccccoleee e poi mi spaccherei la testa ogni volta che devo uscire perchè non ho una borsa in cui stia almeno il portafoglio…e la pasta si mangia cruda, sempre, perchè mi crea ansia aspettare. Vabbè ma forse è meglio che smetta per oggi…

    • Ecco perché sentivo di amarti pur conoscendoti poco.
      1) in casa mia nessuno entra con le scarpe e fuori dalla porta c’è una graziosa scarpiera e una vignetta che invita a togliersele. Posso mostrare orgogliosa diapositiva e nel caso spedire anche a te per esibirla e buttarla sull’ironia invece di dire” brutta bertuccia con le tue scarpe lerceee non entrarai in casa” perché sì. Penso questo. Calcola che i muratori ( e non sto scherzando. Anche se sono da tutt’altra parte rispetto a dove vivo io al momento) entrano con le buste di plastica ai piedi e altri hanno calzari ( purtroppo nelle farmacie sono finite e ho dovuto inventarmi le buste di plastica. Ometto questi particolari pubblicamente solo per non farmi venire a prendere dal 118 )
      e poi ah sì.
      niente scarpe.
      poi vabbè dopo la perdita di ottanta chili mi sono detta che dovevo avere delle scarpe da donna e ho speso cifre vergognose per dei tacci 12 . Adesso le guardo e dico :bellacretinata e mi schiaffeggio.

      No ti prego. BORSE PICCOLE NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
      ti prego dimmi di no.
      stavo per farti la proposta di matrimonio.
      avremmo vissuto io te e il muratore con la maglietta puffo ( io leggo tutto eh . talvolta non arrivo ma leggotutottututututuutototo) e .
      niente scarpe.
      e borse.
      GRANDI *_*
      perché?
      perché piccole?
      parliamone ti prego.
      TI PREGOOOOOOO

      • No, ok, volevo omettere particolari imbarazzanti ma…ecco, e che…
        le borse grandi mi sbilanciano.
        E che madre natura era proprio messa bene nell’assemblarmi, dovevano essere dei ritagli…qualcuno gli avrà pur detto “ma non sarà un po’ troppo poco”…ma credo abbia risposto “chissene”.
        Quindi.. non posso.
        Ecco. Ciondolo, ciondolo e rischio di rompermi il femore cadendo dai marciapiedi.
        🙁

        • ma non sono pochette vero?
          non intendiamo borse piccole come pochette vero?( ti prego capiscimi sono pazza e perdo il controllo.per borse piccole intendo pochette ma se intendiamo gia’ di 20 cm respiro inspiro e mi calmo)
          Che quelle sono medie, ecco*disse inspirando ed espirando
          per me piccole sono pochette ( vabbè sono cretina ma credo che questo tu lo sappia)
          detto questo:
          *_*
          borse MEDIE sììììììììììììììììììììììììì
          piaccionoaiaiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

          ( cadere dai marciapiedi è sempre cosa buona e giusta. mi slogo le caviglie due volte a settimana )
          (forse tre)

          • E medie siano. E non pochette. Che sei poi per pochette si intendono (pensaquantonesoiodirobafescion!!!) quelle cose antipatiche da morire da portare in mano, NOOOOOO, che non oltrepasserei nemmeno la porta di casa che già dovrei chiedermi “dove l’ho messa?”, “Dove è finita???”, “PERCHÈÈÈ?????”. Ecco. Io la borsa la devo portare solo a tracolla, che su una spalla sola non c’è abbastanza spazio e dopo 3 minuti che la tiro sù sto già urlando “PERCHÈÈÈÈÈÈÈ????”. No, vabbè, non sono una vera donna, cospargo il capo di cenere e mi metto faccia al muro. Ecco.

      • Ma non si può! La borsa piccola è un delitto!! Non si puòòò! E come si fa a metterci dentro tutto tutto ciò che serve? L’indispensabile…almeno! Taglia Maxi per le borse ci vuole 😉

    • le foto.
      che cosa meravigliosa.
      sembra tutto buono e invece è pastacrudaorrenda.

      ok scherzo.
      ma *_*
      sì.
      con i primifaccioschifo.
      e pure con il caffè.
      e pure con l carne.
      vabbè non so cucinare. Non mi crede nessuno manonsocucinareeeeeeeeeeee

  4. Vai Iaia, sfogati fino a che sei sola, compra tutto il comprabile, soprattutto quello davanti al quale il Nippo scuoterebbe silenziosamente la testa!!!
    Cosa c’è di meglio di un sano shopping terapeutico?!
    A dire il vero non lo so: io lo shopping terapeutico non lo faccio mai. O magari esco e mi compro una roba da un euro o due e mi sento felice come una bambina. Ma non è la cifra che spendi che fa la felicità, è il gesto in sè:
    Io devo dirvi una cosa: con le scarpe ci litigo sempre. Odio i tacchi e non li metto. Odio le scarpe senza stringhe e non posso mettere le paperine perchè ho il tallone magro e mi scappano tutte se non hanno l’elastico, e quelle con l’elastico fanno di solito schifo. Io vado avanti con i Birkenstock e le scarpe da trekking urbano. Sembro una tedesca con la fissa della montagna, ma almeno sono comoda. E le borse. Si, le borse si: ma di stoffa, grandi, con almeno una taschina dentro e una fuori, per avere tutto separato e per poter contenere almeno una maglia, almeno un libro, almeno uno di voi….
    E infine sono arrabbiata perchè non sapevo che domani è il compleanno di Titti e io le volevo fare un regalo. Iaia, prepara subito un calendario pennoi con su scritte tutte le date di compleanno, please?!
    Che ti amo l’ho detto? No: ti amo.

  5. vabbè. vado via
    non possiamo più essere amicheamiciccicissime.
    a meno che non andiamo a fare shopping insieme. io comprerò scarpe mentre tu comprerai le borse.
    e ottimizziamo. scegli tu per me tranquillamente, che mi fido.

  6. Ma siete impazzite?!?!? Parlate di borse proprio quando io non ci sono, chiusa in ufficio fino a tardi a lavorare per l’Inge?!?!?!?! Non potete andarvene a fare shopping senza di me, vi prego aspettatemi!!!!! Borse e scarpe… Ma concedetemi anche un saltino in libreria, ok? Baci, torno al lavoro, Sigh!!!!!

  7. Tuo padre è dolcissimo e m’immagino voi intorno al tavolo e tu che scatti le foto con il cavallino da questa e quella parte mentre gli altri affogano nella bava… Ahaha! Non è divertente?!

  8. mhhh che post delizioso. rifuggo dalle scarpe. e i miei piedi non temono superfici ( la ghiaietta affilata si, ho testato. fa più male la ghiaia che l’asfalto assolato. per un tempo limite ovviamente.)
    decisamente borse. borse enormi o di dimensioni medie fino ad arrivare persino allo zainetto piccolo e alla borsa a tracolla 30per25 (usata in rare occasioni e, per la verità, spesso abbinata ad un’altra borsa. le medie dimensioni sono spesso accompagnate da “buste” di stoffa più o meno decorate.) hanno tutte un peso specifico superiore all’aspettativa di resistenza della borsa. ovvero la borsetta 30per25 supera il mezzo chilo senza perdere la sua forma. lo zainetto supera il chilo. e così via. borse di marypoppins e buchi neri. necessito di queste tipologie di borse perché porto una quantità spropositata di cose in giro, me ne rendo conto. ma sono indispensabili. (si può uscire di casa senza un kaleidoscopio? senza 3 blocchi/taccuini/risme di fogli di diversa grandezza e texture? il libro en train d’essere letto e un’altro da spiluccare? il totoroportacellulare? l’astuccio principale sovente seguito da quello di scorta? gli occhiali da sole che metto poco perché mi suda il naso? due scatolette di acquerelli? la scatolina dell’acqua..penso possa bastare perché se comincio a descrivere l’humus sottostante dovrò cambiare nickname -si vergonga- ecco a onor del vero il mio arsenale di tecnologie comprende: il telefonino. e le cuffiette sempre più agonizzanti.)
    detto ciò vado a nascondermi (questo commento non verrà letto vero? sono tra gli ultimi,yukyuk)

  9. sei penultima.
    Ma io, in questo gineceo posso mettermi a parlare di borse? A me piace la bisaccia, ecco. Non lo faccio ma sono convinto che tutti si dovrebbe andare in giro con un piccolo zainetto sulle spalle. Una specie di opercolo, come le lumache. anzi, domani lo faccio. Non so dove vado ma quando esco mi metto lo zainetto in spalle con dentro:
    – un quaderno
    – una penna
    – il portafoglio
    – il cell indistruttibile che non si scarica mai e così non li fanno più
    – il cell aziendale perché non si sa mai
    – le chiavi di casa
    – il kindle
    – la fermatempo di Iaia perché, caso mai mi capitasse una rotonda…
    – La Chanukkah o Sevivon d’argento che ho preso a gerusalemme
    – una pomatina per il sole perché non si sa mai
    – un piccolo coltellino perché non si sa mai
    – un fischietto, sempre perché non si sa mai

  10. […] Ho già sproloquiato (mai a sufficienza ma grazie al cielo fa caldo e ho fretta e noncelapossofarcela) a sufficienza circa il mio amore viscerale nella mia vita passata nei confronti del baccalà. Essendo il merluzzo la stessa cosa (colpo di scena. Faccia di Eric Forrester quando viene a sapere che sua figlia in realtà non è sua figlia ma la sua amante travestita ex cugina di terzo grado che prima era un uomo e che ancora prima era la sua vecchia zia del Texas dedita al travestitismo che aveva sposato per sbaglio quando era sua zia. Tutto chiaro no?) a me piaceva eccome. E capita quindi che a volte io elabori ricettine che con la testa di adesso (testa? quale testa? cit.gobba) e se avessi un cervello, mangerei. E’ la volta quindi del merluzzo con olive nere, pompelmo e lime condito con olio al limone. Prima di tutto perché gli agrumi, in particolar modo il pompelmo e il lime senza neanche nominare il Re Limone, a me piacciono da impazzire d’estate e secondo poi perché risulta sempre vincente l’accostamento Pesce-Frutta. Anche Carne-Frutta, benchè reduci da un Pasta-Frutta perdente che però non deve in alcun modo deviarci avendo esempi eclatanti che vanno riconfermati, eccome.  A partire dai fusilli napoletani arancia e gamberoni sino ad arrivare alla pappardelle con  vongole e arancia. […]

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

Seguimi anche su Runlovers

Tutte le settimane mi trovi con una ricetta nuova dedicata a chi fa sport

MUST TRY