Ricette Vegetariane e Vegane

Bea (non) sarà orgogliosa di me: ennesima torta al micro! (stavolta con le banane)

Ho capito il concetto di ammonizione dopo aver visto il torso di Balotelli. Il calcio comincia a interessarmi.

Comincia così la mia avventura con gli undici ometti che rincorrono il pallone. Non sono una che tifa quando gioca l’Italia e neanche una che si entusiasma per spirito di aggregazione. Non sono neanche una donnetta che asseconda il virile omuncolo che arrotola spaghetti e con rutto libero grida “goalllllllllllllllllll”. Sono semplicemente una psicopatica e non ci sarebbe neanche bisogno di ribadirlo.

Il fatto è che qualche mese fa ho acquistato un prodotto tecnologico (uhchenovità), trattasi di (ho difficoltà a ricordare visto che non sono neanche la donna che compra scarpe ma piuttosto tablet e borse) unaggeggioacaso Tablet, insomma. Il tipo di Mediaworld mi fa Se pensi che l’Italia vinca gli Europei potrai avere il totale rimborso del prodotto. Se pensi che l’Italia perda gli Europei ti facciamo uno sconto di x cifra adesso ma perdi l’opportunità chiaramente del rimborso totale”.

Chiaramente ho avuto difficoltà a capire il meccanismo perché da Mediaworld c’era una musica metal sparata a tutto volume ed io no. Proprio non ce la faccio. Mal sopporto se in un esercizio commerciale c’è musica che non riscontra i miei gusti. Vorrei fornire i negozi che frequento di un cd o formato mp3 essendo ormai nel 2012 in modo da non venire disturbata da questa immondezza sonora. Fatto sta che fisso il tipo e con un sorriso che va dall’antipatico all’antipaticissimo ho esordito con un “ma figuriamoci”. 

Da me ci si sarebbe aspettata una scelta poco logica, lo capisco. Volevo però tornare a casa e rendere il Nippotorinese orgoglioso di me. Avevo scelto una certezza e quindi un piccolo sconticino piuttosto che una chimera che avrebbe fruttato però fior di quattrini. Risultato? Il Nippotorinese contro ogni logica aspettativa avrebbe scelto di affidarsi al fato. A nulla è servita la mia vena poetica da citazione “questo è bacco e arianna belli e l’un dell’altro ardenti blablabla del doman non vi è certezza”. 

Dove voglio arrivare? (e che ne so? io blatero mica ho un percorso premeditato) Che è una questione di principio ormai la mia. Devo sapere se spaccare sulle mie ginocchia quell’aggeggio elettronico al grido di “Italiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”. Distrattamente abbiamo cominciato a guardare le partite. Io ticchettavo, lui sgranocchiava gelati (maledetto!), io sistemavo due fiori (non è vero ma mi piace descrivermi come una casalinga perfetta) e lui picchiava i miei pupazzetti (non è vero ma mi mi piace descriverlo come un pazzo psicolabile cattivo quando la realtà è chiaramente un’altra) e gira che ti rigira mi sono ritrovata a urlare “buttala lì. ma stai dormendo? cosa stai facendo? attacca!”

Mi sono detta che in fondo nulla c’era di diverso dalle puntate di Holly e Benji. Correvano solo un po’ di meno, non c’erano i salti mortali e le inquadrature dei volti sudati ma bene o male si trattava di un cartone animato. Alla fine senza alcuna ragione logica improvvisamente in una notte d’estate tra spiedini tricolore, tramezzini tricolore, pasta tricolore e pure macedonia tricolore ho trascorso una nottte mmmagggggica. Commuovendomi, piangendo e sfoderando tutto il repertorio degli ormoni psicolabili di una donna quasi in menopausa, ormai.

Confesso di avere chiare difficoltà a capire il concetto di fuorigioco, punizione, calcio d’angolo, frizzi e lazzi ma l’ammonizione l’ho capita.

Se hai un torso maestoso statuario bellissimo vieni ammonito, ergo tutte le donne amano l’ammonizione. C’è una cosa che mi ha fatto molto riflettere, essendo io donna profondissima che si concede all’autoanalisi degna della psicologia da supermercato più complicata. Dopo essere rimasta allibita tra urla e pianti per il goal di Balotelli (più per aver visto quella tartaruga gigante attaccata lì) mi sono chiesta da dove venisse, cosa facesse e perché aveva scelto di farsi quell’orrenda cresta ossigenata che cozza mortalmente con i suoi lineamenti pronunciati (rasato. Completamente rasato cucciolo stai benissimo. Ascolta la zia).

Lo ricordavo nei giornaletti di gossip (che tanto mi piace sfogliare sull’ipad quando penso a concetti universali e complicati tipo “che smalto mi metto oggi?”) in una Ferrari con quattro escort e accompagnato dalla Fico, ex del Grande Fratello famosa per essere la “ragazzaacquaesaponevirginale”, ma volevo sapere di più. Vengo a sapere del suo abbandono, della sua vita in ospedale e in una notte d’estate finisco a tifare Italia a causa di un rimborso che a questo punto spero di aver perso, con la voglia di una rivalsa sociale soprattutto nei confronti della Germania che tanto ci sbeffeggia (pur avendo ottime motivazioni talvolta) e. Ed è un periodo troppo lungo. Ricomincio.

Insomma in una notte d’estate quando all’ultimo rigore ho lanciato il cuscino sul televisore e urlato “crautino noooooooooooooooooooooooooo” ho capito quanto potessi essere incommensurabilmente cretina.

Avevo già delle certezze sia chiaro, ma la conferma è arrivata ed è giusto appuntarla tra i miei outing pubblici. Logica vorrebbe che io non tifassi non essendo appunto tifosa e importandomene un fico secco degli undici suddetti che rincorrono un pallone. Logica imporrebbe che io dovrei sperare che non vinca per rasserenarmi sul fatto di avere fatto una scelta corretta da Mediaworld ma soprattutto per dire al Nippotorinese spernacchiandolo “tiè. avevo ragione io”. Logica vorrebbe che non guardassi gli addominali di un ventenne che potrebbe venirmi pronipote anche perché a me del torace possente non è mai importato nulla (ma non avevo visto quello di Mario Balotelli, inciso). Logica vorrebbe che non mi innervosissi in questo modo urlando, sbraitando e spaccando oggetti mentre un uomo composto con occhialini e gelato al pistacchio mi osserva sorridendo e pronunciando parole fastidiose del tipo “Gi, amore. Rilassati. E’ una partita di calcio”.

E quindi sì sono incommensurabilmente cretina e vi è certezza ma sono Italiana. E raramente me ne ricordo. Il sangue, l’appartenenza, il senso di rivalsa. Riemergono così all’improvviso. E ti riscopri di appartenere a qualcosa che è diverso da routine, famiglia e affetti.

Non avrei sopportato di perdere con la Germania e non perché non sia una nazione che per certi versi va presa a modello ma l’aria di supponenza quella no. Vincesse la Spagna sarei anche felice. Vincessimo noi userei il tablet come sottopiatto con davvero molto piacere ridendoci su.

Perché anche se gli stereotipi fuorviano e la generalizzazione è sintomo di ignoranza vi è un fondo di verità ed è innegabile: siamo una razza. E i volpini non sono sempre cani che abbaiano fortissimo e non recepiscono i comandi come non tutti gli alani sono docili, buffi e pigri. Ma in linea di massima i volpini sono cani che abbaiano fortissimo senza motivo e producono solo palle di pelo inutili e gli alani sono dolci, pigri, buffi e un po’ duri di comprendonio.

E noi Italiani saremo pure la vergogna dell’Europa grazie anche a un tricheco botulinato abbronzato in Armani Privè giusto per dirne una,  ma non siamo mai sicuri di noi stessi.

Solo che poi alla fine.

E quindi sì. Sono assolutamente Italiana.

(Su Facebook ho denunciato la violenza perpetuata ai danni della Mascotte da parte di Buffon. Siamo tutti con te Slavko!)


Ennnamocheètardi!

Ero un po’ scettica riguardo alla preparazione della torta al microonde con all’interno la banana e stranamente non avevo tutti questi torti. La mia preoccupazione principale era proprio che potesse essere troppo morbida ed umida e che l’impasto giustappunto ne risentisse ancor di più nella cottura al microonde. Passate poche ore ero sicura che sarebbe diventata un allegro mattoncino ma così non è stato. Sono bastati cinquanta minuti*segue risata istercia.

Che siccome trovo assolutamente giusto far vedere anche le ciofeche pazzesche, come ho sempre fatto, ecco qui in tutta la sua incommensurabile schifezza e pallore l’orrenda torta al microonde con tanto di pezzotti di banana dentro, sopra, sotto e ovunque.

Il Nippotorinese, stoico ed eroico, preferirebbe avere spasmi di dolore piuttosto che buttare cibo e l’ha divisa (con una pistola puntata alla tempia) insieme ai ragazzi dell’ufficio che no. Non erano felici per nulla ma allettati dal fatto che a breve sarebbe arrivata la cheesecakechenonèunacheesecake con il cioccolato fondant  (clicca qui per la ricetta) hanno fatto il loro “dovere” (leggi: sono dei santi).

Consiglierei ordunque questa magnifica torta duracomeunmattone alla banana da fare al micro quando si ha voglia di lanciarla addosso al marito, colpire il vicino che si frega sempre il nostro posto auto e far male a quell’antipatica della commessa che ti guarda e dice “cosa prendi una 50? “

tuasorella!

Con tutto il rispetto per tutte le sorelle del mondo, sia chiaro.

Per ironia della sorte la torta in questione, reperita su un libretto, si chiamava giusto “Torta morbida di yogurt e banana”.

Ingredienti: 125 grammi di yogurt alla banana o bianca, 1 banana, 3 uova, 125 grammi di zucchero, 375 grammi di farina 00, 65 grammi di olio extra vergine di oliva, 1 buccia di limone grattugiata, 1 pizzico di sale. Per guarnire poi altra banana, zucchero a velo e se lo si vuole del cioccolato fondente fuso.

Mescola con cura i tuorli con lo zucchero e unisci poi l’olio e lo yogurt insieme alla farina e agli albumi precedentemente montati a neve. Aggiungi la polpa di banana tagliata a pezzi e insaporisci con un pizzico di sale. Versa in una tortiera e cuoci per 8-9 minuti a 500 watt. Taglia una banana a rondelle. Passa le fettine nel succo di limone perche non si anneriscano e usale come decorazione. Zucchero a velo e via.

A me dopo otto minuti era talmente mollissima che ho dovuto farle fare un altro giro di almeno quattro minuti e stavolta a 650. Da lì il disastro. I muratori però potrebbero usarla per alzare graziosi muretti.

Resta da provarla al forno; direi a 180 per 30 minuti al massimo con controllo stecchino. Ma no. Meglio fare muretti di banana, suvvia.

 

E mentre voi vi divertite con la Tombola per Anziani (clicca qui e gioca!) io dovrò sopportarmi BestiaBiondaPieceofStar (vi aggiornerò con immagini. Ovvero quando la costringerò a cucinare, a prepararmi il caffè che dice di saper fare e a lavare tutti i nani da giardino etceteraetcetera).

Che il cielo mi aiuti.

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32 COMMENTS

  1. ha proprio l’impressione di essere dura come un mattone, un conventino, una tavella. Pare tanto una moschea ma anche una tenda berbera.

    E poi io ho capito perché i calciatori scivolano continuamente sul campo: sputano prima, durante e dopo la partita. Chissà come diventa vischioso il prato.

  2. Stellina… urla, sbraita, tifa… tu che puoi… Io, donna da sempre appassionata di calcio, io che fino a qualche anno fa ero in grado di sostenere una qualsiasi conversazione su qualsiasi squadra italiana ed europea, io che me ne intendevo di fuorigioco, zona, pressing, ecc, ecc, ecc… incontro l’unico uomo al mondo che odia il calcio e lo sposo! Io ieri non ho potuto vedere la partita perchè “era meglio una puntata di un non so quale programma sulle origini geologiche dell’Inghilterra”… sentivo le grida che arrivavano dalle case vicine, le trombette… ma non ho visto la nostra nazionale vincere questa partita… per la finale mi calo dal terrazzo e vado a vedere la partita da quelli del piano di sotto…

  3. Adoro i volpini, con quella buffa coda arrotolata sul didietro che sembra un fiocco peloso e all that glitters is metal…sapevo che il nostro sarebbe stato un amore impossibile…la banana è stata il colpo di (Giulia) Grazia!

  4. Ma è bellissima invece!!! E sono sicura che a un secondo tentativo ti riuscirebbe b e n i s s i m o! Devo provarla!!! (Domanda: ma anche te mentre fai ‘ste cose al micro si spande x casa un forte odore di frittata????)

    E per favore alla finale potresti urlare piano perfavore? Che il bambino si spaventa tantissimo povero cucciolo :((( Ho pregato i miei ospiti di gridare con moderazione ma niente, gnaaaa hanno fatta. E il bambino ha pianto tantissimo!!!

  5. Se non l’hai gia’ fatto ( e nel caso dammi il titolo) penso che tu debba scrivere un libro … Sei un genio !

  6. Posso ricordarti che (nonostante la delusione per le occasioni mancate di esibizioni addominali) tu ora hai un buon motivo per spernacchiare abbondantemente il Nippotorinese? Che hai fatto bene, anzi deppiù, benissimo? Che aveva motivo di essere orgoglioso della tua ponderatezza e oculatezza e riflessività e e e …gliela faresti una pernacchia da parte mia?^^

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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