Ricette Vegetariane e Vegane

Il segreto dei Turdilli della nonna

Ho tanti ricordi con la nonna ma se dovessi sceglierne uno sarebbe quello di noi due nella sua enorme casa adornata da due felini, una tigre e una pantera nera, tra mobili e argenteria. Eppure la nonna materna Angela Argelia, calabrese doc di Scigliano in provincia di Cosenza ma trasferitasi a Catania con il suo Guido uomo di rara bellezza altissimo e con lo sguardo penetrante, pur diversa dall’immagine tipica della nonna comune è stata ed è una figura importante della mia esistenza. L’immagine è quella di noi due nella sua casa, sì. Esattamente nel soggiorno dove un lungo tavolo è ancora contornato da tante sedie dove i suoi cinque figli sono cresciuti con i loro amici, amori e figli. Dove generazioni hanno trascorso la domenica mangiando gnocchi strabuoni, turdilli con il miele, polpette di ogni sorta, tritato di tacchino di cui va ghiotta e melanzane imbottite di leccornie mischiando tradizioni sicule e calabresi.

Eravamo sedute, lei su una sorta di sedia a sdraio io su una sedia e sul tavolo poggiavo i miei fogli e i miei colori. Lei fumava e andava in delirio per Bud Spencer. E rideva. Rideva fortissimo. Non mi sono mai piaciuti i western ma non volendo deluderla non mi costava nulla continuare a disegnare, ridere nell’esatto momento in cui lo faceva lei e osservarla.

Nonna poi si girava e sfoderando il suo sguardo furbetto diceva “ridiamo un po’ guardando le capre?”. E no. Non mi portava in un prato a saltellare con gli animaletti. Le capre per lei erano le “donne selvatiche”, diciamo così. Un’accezione un po’ dispregiativa ma ironica e divertente. Intendeva proprio loro: le donzelle di Colpo Grosso. Ridevo tantissimo. Nonostante io abbia sorriso molto da che ne ho memoria poche volte ho riso di gusto. Con le lacrime fino a star male intendo. Questa era una di quelle rare occasioni. Nonna si sintonizzava sul canale dove Smaila, orrenda creatura che mi spaventava, si dimenava aspettando “le capre” con frutta attaccata al seno. Cin cin cin cin assaggia e poi mi dici. Cin cin cin cin diventeremo amici.

Volgarissimo e divertente. Ho capito che nonna a suo modo in quelle occasioni si era prefissa di insegnarmi quanto ridicola fosse la volgarità. Quanto fosse necessario conoscerla per debellarla e quale fosse il modo per discostarsene: ridendo.

Nonna è venuta in casa mia a fare i turdilli. Adesso che Colpo Grosso non c’è più e che rimane un ricordo al quale aggrapparsi per far sì che il tempo non sia troppo doloroso. Adesso che finalmente ha smesso di fumare perché il suo cuore è troppo stanco anche per fare le scale di casa mia. Eppure lei è. Sale ogni gradino sorridendo. Arriva in cima e dice “amooore”.

Nonna non mi aveva mai chiamato amore. Nonna non mi aveva mai dedicato parole tanto belle come le ultime volte. Sentire delle confidenze dalla sua bocca e cuore “perché mi fido di te” è il lascito più importante che questa grande donna, lavoratrice, madre, nonna e bisnonna abbia potuto regalarmi. Sono orgogliosissima di essere la nipote di una matta che ben sapendo quanto mi faccia impressione solo parlarne si presenta a tavola con un cranio di capretto da spolpare alla Hannibal Lecter solo per dirmi “e tu un po’ di carne la dovresti mangiare adesso”.

Quando le ho guardato le mani, che trovo molto simili alle mie, spontaneamente senza riflettere ho detto una grande verità che il mio subconscio credo abbia elaborato in quell’esatto istante “ogni volta che ho le unghie rosse ti penso. Perché hai sempre avuto delle bellissime mani laccate, tu. Sempre nonna”. Ha abbassato lo sguardo e con un tono che poco mi è piaciuto “sono vecchia. Non metto lo smalto rosso da tanto tempo”.

Risultato? Sedute su di un divano abbiamo deciso per un Red Dragon di Chanel, all’altezza della mia nonna. Il sorriso le ho tornato immediatamente e le mani non sono state più vecchie. Le ho scattato tantissime foto e queste sono solo alcune. Le ha messe a favore di camera come una vera professionista e le ha pure volute vedere per sincerarsi che fossero delle “belle mani”.

In questi scatti c’è il riassunto di tutto quello che c’è stato di me e nonna. La bellezza della semplicità. L’impasto della creazione e vita stessa. Il sapore delicato e forte. Per fare i turdilli della Nonna Angela Argelia occorre dedizione, amore e impegno. Talvolta occorre giusto una vita per imparare esattamente le dosi. Insieme alle foto ho realizzato anche un video dove nonna spiega esattamente il segreto dei turdilli.

Nonostante fossi pronta per svelarlo al mondo mi riservo di rimandare. No. Non sono ancora pronta per rivelarlo.

Condividere qualcosa sì ma ho bisogno di tenerlo stretto al cuore un altro po’, solo io.

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38 COMMENTS

  1. Le persone a me più vicine sanno quanto sia stato importante per me il nonno, quanto lui mi abbia insegnato, quanto mi abbia lasciato… e quanto mi manchi ora. Se n’è andato poche settimane prima che Frugolino nascesse. E ogni tanto lo rivedo in lui, in qualche suo piccolo gesto. Ho sempre pensato che quanto accaduto non sia un caso. Il mio bimbo mi ha aiutato a superare una delle perdite più grandi della mia vita e l’ha trasformata in una nuova esistenza… ok Giulia, anche oggi sei riuscita a farmi commuovere. Un abbraccio a te e alla tua splendida nonna!

  2. amore mio. La mia è profonda e sana invidia. Ma sottolineao sana. Goditi la tua nonna amore, quello con i nonni è un rapporto meraviglioso. ti amo. ciao.

    ps Ottima la scelta della tonalità di rosso. sei di classissima come sempre cì.

  3. Un mondo “al femminile” (che forse anche le donzelle di Colpo Grosso avranno, o forse no), intrecci di cose semplici eppure infinitamente complesse, di insegnamenti sottili e privati… Sareste perfette, con tutto il vostro carattere, in una pellicola di Almodovar, piena di nevrosi e fascino e delicatezza e sfrontatezza e particolarità. Cavolo, hai alzato notevolmente il livello di emotività, lo accuso un sacco! Però é bello emozionarsi, anche se quando mi emoziono mi vergogno di quello che scrivo.

  4. Ora la mia ultima nonnina è lì a perdersi con l’Alzheimer e questo mi rende veramente triste, ma vedere queste foto e questo racconto mi fai tornare ai tempi dove abitavamo tutti assieme a Milano e insieme facevamo troccoli, chiangarelle (o almeno provavo a farne uno o due. Mamma ha imparato l’arte delle chiangarelle) e cavatelli. E per un attimo ho rivisto nonno. Mi manca da matti nonno…

  5. “Condividere qualcosa sì ma ho bisogno di tenerlo stretto al cuore un altro po’, solo io.”
    In questa frase ci sei tu. Come sei. Con la voglia di dire tutto a tutti, e al tempo stesso la voglia di mantenere un patrimonio affettivo inviolato.
    Ma tranquillizzati, perché quel video che hai girato e montato, alla fine sarà sempre soltanto tuo.
    Un po’ di anni fa ho fatto digitalizzare tutti i nastri vhs girati quando le bambine erano piccole, e ho realizzato due dvd, uno per ciascuna, con tanto di colonna sonora, sottotitoli e commenti vari.
    Loro lo hanno visto e si sono emozionate, e lo hanno mostrato ad altri. Ma quei dvd sono e saranno miei, perché ogni volta che li guardo io vedo esattamente ciò che ho visto quando l’ho girato, montato, e lavorato, e rivedo tutti i ricordi che a quelle immagini sono legati indissolubilmente. E questo non può essere di nessun altro. 🙂

  6. Iaia, che belle queste foto! Mi hai fatto tanta gioia, perché le nonne sono stupende. Ora ho una sola nonna, la mamma di mia mamma, però è così stanca che non mi riconosce nemmeno più, anche se ho vissuto a casa sua fino a 14 anni. Mi ricordo quando facevamo i tortelli di carnevale assieme, gli gnocchi di patate, ma soprattutto tutti ricordiamo il suo ossobuco alla milanese, mai più mangiato così buono. Lei si chiama Giulia, è milanesissima, astemia, e io avrei voluto dare questo nome a una delle mie due figlie. Pazienza.
    L’altra nonna che non c’è più, Iginia, invece era di origine piemontese e adorava il vino. Ricordo una delle ultime volte che ero andato a mangiare da le che piuttosto che bere acqua si teneva la bottiglia tra le gambe, in piedi, per riuscire a stapparla. “nonna, aspetta! Ti aiuto io!” “No Luca, devo riuscire da sola, se non sei qui come faccio? Lo sai che l’acqua fa venire le rane nella pancia”. Come faceva lei il pollo arrosto…

  7. la mia nonna Alcisa portava sempre lo smalto rosso. Se penso a lei il primo ricordo è lo smalto ed il secondo i braccialetti d’argento, sottili e tantissimi, che tintinnavano ad ogni suo movimento.
    Purtroppo le mie nonne non abitavano vicino a me e non ho avuto momenti “solo io e lei” con nessuna delle due. per questo sorrido e dico di si ogni volta che mio figlio vuole rimanere dai nonni… so saranno preziosi ricordi per lui.
    Un bacio giulia

  8. Tienilo per te. E’ solo tuo.
    Qui si susseguono eventi dopo eventi! Prima il compleanno del Nippotorinese, poi la nonna. Post dopo post mi emoziono e apprezzo ciò che ho. Io non ho mai conosciuto mio nonno paterno e mia nonna paterna è morta l’estate scorsa lasciandomi un vuoto tremendo, perchè io ero la sua nipote preferita. Ho una nonna e un nonno ora, materni e sempre pronti a coccolarmi. Mio nonno raccoglie sempre le cose migliori per me e ogni volta che lo vado a trovare in Ucraina mi mostra le sue galline e i suoi maialini e io rido, perchè mi vuole bene e non accetta ancora che io non mangi carne, se ne scorda ogni volta, ma è proprio questo che mi fa ridere… E poi quando aveva la mucca mi chiedeva sempre, costantemente, se volevo “brânză cu smântână”, un piatto tipico rumeno/moldavo.
    Quest’estate spero me lo chieda ancora e ancora.
    E in agosto ci raggiungerà anche la nonna, sua moglie e sarà tutto bellissimo e staremo benissimo insieme, lo so.
    Grazie Giuli perchè ancora una volta liberi i ricordi.

  9. *.*… Anche oggi sono senza parole….:( è bellissimo questo post, è bellissima tua nonna, le foto sono bellissime… Tu sei bellissima… Perchè dici cose che toccano cosi tanto… Ma te ne rendi conto? ❤

  10. Saró breve. Piango e penso alla mia nonna.
    E sai che l’eletto sa imitare BUD SPENCER?!!! Devo riprenderlo cosí lo fai vedere a tua nonna.

  11. Ogni tanto scrivi un post che fa piangere dall’emozione.
    Questo era uno di quelli ed e’ bellissimo.
    Un bacio grosso alla tua bellissima Nonna.

  12. UH! Grande nonna. io trascorrevo ore e ore con la nonna al fianco. Ogni tanto, per farle strabuzzare gli occhi le facevo vedere il wrestling. E lei ogni volta si stupiva:
    “Ma come fanno a non farsi male…”
    “E dicono che c’è il sangue strasso…guarda lì che roba…”
    “Anca le done…?”
    “Mai vista una roba compagna…”
    Grande invenzione le nonne. Fai bene a pitturarle le unghie, io, alla mia gliele tagliavo. Quelle dei piedi, perchè erano dure come il granito

  13. come ti capisco, guardavo mia nonna preparare le orecchiette con la sapienza e la velocità che solo una nonna può avere, l ho vista per poco però non ho avuto la fortuna di potermela godere a lungo! e mo chi le ferma ste lacrime! 🙂

  14. Ecco da chi hai preso quello sguardo strepitoso!
    Il post me lo segno, ma lo leggo un’altra volta. In questo momento i neuroni attivi sono troppo scarsi 🙂

  15. Io i miei nonni purtroppo non ho potuto godermeli quanto avrei voluto… I nonni materni erano distanti, piû vicini a te che a me. Li ho persi mentre ancora sognavo di poter stare con loro un pò di tempo come quando ero piccolina.
    E i nonni paterni persi così presto che mi fa ancora male.
    Vabbè basta…mi sono commossa, ho le lacrime. Me ne vado. Ciao. Tua nonna è bella, ora si capisce meglio da chi hai preso tu 😉

  16. Che bello,,,mi fa venire in mente quando andavo a fare gli agnolotti dalla nonna. Lei è ancora viva, ma gli agnolotti non li fa più. Sarebbe bello farli di nuovo insieme, ancora una volta, come voi due…Baci, tesssssoro!

  17. Cugina, complimenti! nn mi ero mai dedicato ancora alla lettura di qualcosa che tu avessi scritto, ma questo è davvero stupendo! mi hai fatto emozionare, la nostra nonna è unica, solo noi possiamo veramente sapere che persona è! GRAZIE

  18. che bellissima storia e che foto stupende… mi sono commossa in pò :*)
    la tua nonna è molto bella,questo puoi dirglielo anche da parte mia 🙂

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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