E ancora grazie a Youtech.
E ancora grazie a Casa Facile.
E ancora grazie a quella forza oscura che mi tiene in vita.
Celapossofare a fare l’estrazione del vincitore per la tombola degli anziani. celapossofare. celapossofare (avete tempo per ripeterlo come un mantra con me per piacere?).
Celapossofare a organizzare l’altra tombolata per questo week end con un oggettino davvero strepitosamentekawaiicarinissimo (o almeno spero). Celapossofarecelapossofare.
Vabbè non starò qui a spiegare come si fa il riso con le fave, le zucchine e i piselli meglio conosciuto come Primavera (o almeno credo). Non dirò neanche che la mentuccia fresca ci sta benissimo e che se si amalgama un po’ di mascarpone o anche formaggio fresco tipo philadelphia, il sapore diventa inusuale ma conquista senza riserve. Vabbè quindi chiudo tutto, accendo il condizionatore e mi butto sul divano. Voi vi liberate di me urlando finalmente e vissero tutti felici e contenti.
E questo è il sogno ma visto che siccome il mondo è crudele ed io altrettanto facciamo un rewind blublublublu (rumore del rewind e della pellicola attorcigliata) e andiamo avanti. Il risottino vegano, non adoperando il formaggio ma al massimo una crema di tofu o hummus perché no, che in definitiva si può scegliere pure di rendere leggero evitando il soffritto, è un’ottima idea salutare, leggera e fresca.
Il periodo delle fave purtroppo volge al termine e la disperazione di vederle solo infilate nei sacchetti nel reparto surgelati un po’ mi inquieta. La mia nonnina mi ha saggiamente consigliato di congelarle. Tirandole fuori dal baccello e inserendole nei sacchettini (ikea rulez) per gustarle quando più se ne ha voglia. Ed io avrei pure seguito il consiglio di nonna solo che ogni santa volta mi ritrovavo a mangiarle crude durante la succitata operazione o a infilarle in acqua bollente facendole fuori più che immediatamente.
Insomma le fave qui hanno vita breve. Preferisco non averle in casa perché sarei capace di svegliarmi la notte e accarezzarle, corteggiarle e possederle in preda a spasmi e voglie (ma che scena orrenda è questa?). Ho riversato la mia passione favosa nelle taccole; è amore per carità . Non quell’amore profondo e sconfinato come con le fave ma è ugualmente amore.
E le taccole possono essere un altro ingrediente da inserire in questo strepitoso risottino che odora di menta (le stesse che per qualche oscura ragione mi fanno pensare ad Apity. E che voglio. E ripeto VOGLIO mangiare con lei. Ecco). Se mamma infila prezzemolo pure nel caffè confesso che a me è presa la smania della menta. E’ l’operazione a piacermi proprio. Esco fuori sul terrazzo con l’ombrellino (sì. Ho l’ombrellino da terrazzo per proteggermi dal sole cattivo e suppongo che il vicinato mi additi con un allegro “guardaquellamattaconlombrellino!”). L’acchiappo con delicatezza chiedendo scusa alle amiche vicine che si vedono estirpate un’amica simpatica magari durante discussioni interessanti di foglioline e. Via sotto l’acqua e tagliuzzamento. Il Nippotorinese ama moltissimo il frittatone con la menta fresca e proprio con questo risottino gli viene servito. Addirittura si potrebbero mettere dei pezzotti dentro. Si conserva bene in frigo e può essere preparato in netto anticipo. Ne faccio sempre un po’ in più a mezzogiorno per fare un bis durante la cena. Magari glielo servo in maniere diverse. Ultima smania quella dei barattoli. Scomodissimo mangiare il riso nei barattoli ma sono così carini che non posso resistere. E come dico sempre “l’estetica è la prima cosa e la comodità viene seconda”.
Sono una donna pratica, insomma.
La situazione qui sta peggiorando di netto e se credevo che sarebbe stato un Luglio rilassante ho vagamente intuito che l’inferno in fin dei conti è un soggiorno niente male per l’eternità . Il mio papà ha deciso che con quaranta gradi all’ombra fosse il caso di demolire un parcheggio, buttare giù un palazzo e costruire roba a caso incubando aria e vista. Bestia Bionda ha avuto il piacere di poter constatare questa piccola Beirut creatasi. Tra polveri, cemento, mattoni e cantieri a cielo aperto conduciamo una vita alla mercè di questi bruti che si sono impossessati delle nostre esistenze e che meriterebbero ben più di un mio buon caffè fatto con la moka mentre canto.
Va da sé che io davvero non riesca in alcun modo a concentrarmi e che non riesca a scrivere una riga che sia una. Il problema è che io quella riga devo scriverla. Perché mi sto lamentando? Perché sto ripetendo sempre le stesse cose? Perché vi tedio per stressarvi quando…
Insomma perché?
Perché fra non molto acchiappo il Nippo e lo infilo in macchina. Non abbiamo un bimbo come Danny che gioca con il suo amico immaginario ma ho sempre un Nano psicolabile con un berretto rosa a pois e quindi infilo dentro quello. Parto alle volte di un Overlook Hotel a caso e mi ci rinchiudo. Fosse solo anche per scrivere una riga. Poi con calma impazzisco, ammazzo il Nippotorinese, inseguo il Nano con il cappello rosa con un gatto delle nevi e congelo in un labirinto.
E’ tutto regolare no?