Pastiglie Leone annuncia che da settembre alcune confezioni saranno dei veri e propri cupcake. Apprendo la notizia con l’appppplomb che mi contraddistingue  e comincio a vaneggiare circa l’uso dei contenitori una volta ingurgitato il contenuto ( quindi cosa farne esattamente dopo tre secondi netti). Bramo di infilarci dentro la pasta (anche due rigatoni per volta eh). Fantastico su un fantomatico uso “bento” dove infilarci polpette. Mi convinco addirittura di poterle usare come trousse, porta sale, porta blush e pure come infradito per il mare (nel remoto caso in cui mi convertissi all’infrandito intendo). Insomma. Tutto. Con questi adorabilibellissimicontenitori io potrò farci di tutto.Â
Mentre mi crogiolavo in questo amletico interrogativo “infradito sì- infrandito no” e ” posso usarli anche come portapenne e portaspazzolino”  fissando la confezione cupcakoso (?) mi sono resa conto di una grandissima verità . La parte superiore del cupcake altro non è che un cappello di nano da giardino. E confesso che da lì la mia vita è cambiata ancora una volta; Cupcakeland e Garden Gnome hanno avuto ancora più senso di esistere. Incredibile come le Pastiglie Leone e Torino siano pillone di saggezza e portatrici di verità . Incredibile come la città Magica stia diventando il fulcro di tutte le visioni, accadimenti e il futuro che sarà .
Incredibile anche come ancora il 118 non sia venuto a prendermi ma questa è un’altra storia. Che poi fare i tartufi è davvero una stupidata apocalittica e allora perché non li faccio più spesso? Sono un po’ come il fudge. Ci impieghi pochissimo. Occorrono pochi ingredienti che generalmente non si fa fatica a trovare in dispensa e soprattutto sono adorabili e piccoli e fanno emettere gridolini ( ini ini ini. sono esauritaaiuto).
Per dire che i tartufini forse come il fudge non sono poi così estivi ma per una serie di ragioni che mi piace ripetere al fine di lamentarmi sottolineando quanto io sia esaurita, stanca, blablablabla eccomi con. I tartufini, giustappunto. Perché le foto. I progetti. Mi servivano. Noiosa. SONO NOIOSA, lo so.
Questi tartufini cioccolatosi in realtà non dovevano essere arrotolati nel tè matcha. La ricetta è quella di Donna Hay e suppongo di tutto l’universo in quanto per fare questi adorabili cosetti cioccolatosi non  è che ci possano essere variazioni così incredibili o segreti inconfessabili. L’idea di arrotolarli nel matcha era giusto per farsi volere bene da Elllisa con tre L prima di tutto e poi perché di questo oro verde qui non se ne ha mai abbastanza.
Eufemismo perché ultimamente ne ho fin troppo e abbastanza a dirla tutta. Dovrò metterlo al posto della lavanda  dopo averlo infilato nei classici sacchetti di stoffa con tanto di nastrino, ideali per profumare il bucato. Ho il trauma del matcha e poco tempo per parlarne con uno bravo psichiatra. Prima avevo problemi a reperirlo. L’angoscia mi ha destabilizzato a tal punto di comprarne quantità vergognose capaci da fare impallidire una geisha a pieno ritmo durante la cerimonia del tè. Tè freddo -budini-panne cotte- e ingredienti principale per aromatizzare la pasta, il riso e il pollo e le carni e sì pure il pesce. Quattro tir inutilizzati stracolmi di matcha giacciono lì e allora qualsiasi cosa faccia mi dico: “e ci metto un po’ di tè matcha?” . Il Nippotorinese gradisce tranne quando lo dico in riferimento al caffè e all’anguria. Fermo restando che sì:  Ho provato il tè matcha con l’anguria da brava psicolabile e posso dire con assoluta certezza che sì è una schifezza ma chisenefrega. C’è gente che cucina pasta al kiwi (io) e quindi potrà pure assaggiare anguria e matcha no? Un ragionamento ineccepibile in questa giornata indefinibile tra polveri di muratori e musica gitana a tutto volume. Qualcuno infatti nel raggio di otto chilometri mantiene un volume considerevole su una collezione mp3 della durata di otto settimane e quattordici giorni. Una raccolta entusiasmante . Chitarrista; leggi uno psicopatico che strimpella motivi gitani che ti fanno venire voglia di gridare olè. Ma solo per i primi minuti eh; quando la passione iberica (esiste?) si impossessa di te e il ritmo caliente del sangue pulsa irrefrenabile. Perché trascori quei primi minuti quantificabili in 2 minuti nella massima tacca di sopportazione, ti viene solo voglia di uscire con una motosega e uccidere il vicinato.
Tra musiche gitane, polveri di muratori e decisioni importanti cerco disperatamente di capire cosa esattamente io stia ticchettando ( anche perché quel rettangolo dotato di touch con le icone non smette di suonare).
Ma tornando ai tartufini  diciamo che rimangono davvero un’idea velocissima per smistare cioccolato fondente o tè matcha come nel mio caso;
dolcetti prelibati freddi di frigo da offrire come pillole del buon umore quando questa paranoia da caldo si impossessa di noi.
Fortuna che verrà allietata dall’inizio dei saldi: YUPPIDUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!
Naturalmente è un evento che a me non tocca per nulla. Non sono mica una di quelle che pur di accaparrarsi una borsa fa diligentemente la fila, spara ai piedi con un fucile a piombini alla signora che ha appena osato guardato l’oggetto del desiderio, tzè. Non sono mica una che.
Vabbè sì. Sono una di quelle e ho fretta. Tanta fretta. Devo ricaricare la pistola-spara-piombini, mettere le scarpe con gli speroni e preparare microbombeditèmatchalacrimogene per allontanare le donzelle che oseranno avvicinarsi alle MIE borse. SONO TUTTE MIE INTESI?Â
Che sia un week end tranquillo e rilassante. Per me suppongo l’esatto contrario. Ma per essere una femmina materialista e stupida occorre dedizione e impegno e giuro su quanto è vero che la chiusura della Birkin è scomoda  che io sono disposta a tutto pur di dimostrare tutta la mia idiozia.
La Ricetta
Ingredienti: 1 cucchiaino di acqua bollente, 400 grammi di cioccolato fondente, 160 ml di panna, cacao per spolverare e tè matcha.
Mescola in un pentolino a fuoco basso il cioccolato e la panna finché il composto è liscio e tutto ben amalgamato. Fodera un recipiente con della carta da forno e versa il composto. Quando è freddo per non urtare la sensibilità della temperatura del frigo mettilo dentro per almeno 4 ore finché non si rassoda. Tira fuori dal frigo e lascia ammorbidire un po’ il composto. Con le mani leggermente inumidite raccogli delle palline o tocchetti e forma delle palline. Queste ricoprile facendole rotolare su di un letto di cacao amaro se ti piace e poi spolvera con il tè matcha. Puoi farle rotolare anche in granella di nocciole o cioccolato. Qualsiasi cosa ti piace di più. Se non hai il te matcha non disperare mica perché anche senza saranno gustoso, appetitoso e apprezzati questi adorabili tartufini che appartengono alla tradizione dolciaria Piemontese, guarda un po’.