Ricette Vegetariane e Vegane

Fusilli napoletani con gamberoni e arancia al sapore di mandorla di Avola

Ieri con mio sommo onore sono stata segnalata da Passione Cucina – Mondadori Electa con la ricetta delle orecchiette (speciali) con ragù di seitan, zucchine e menta. Direi che è fondamentale buttarci un occhio perché ci sono dritte davvero di rilievo soprattutto per quanto riguarda la Cucina Vegana (non dimentichiamoci che la Pasticceria Salata di Montersino, che abbiamo venerato questo inverno portando fiori ogni santo giorno sull’altarino costruito per l’occasione, fa proprio parte di questa collana. Che il cielo l’abbia in gloria); a tal proposito non vedo l’ora di sproloquiare circa la bibbia Vegana di Salvini che come anticipavo qualche settimana fa ho già tra le mani. Vuoi vedere che è la volta buona che prepariamo finalmente tutti insieme il seitan fatto in casa? Ho già convertito alla delizia Giulia e Cristiana. Perché se c’è una domanda ricorrente soprattutto su twitter è “ma Iaia cos’è il Seitan?”. Anche mio papà continua a chiedermelo mentre lo mastica dicendo “buono! sa di. sa di . sa di . sa di. Santo cielo non sa di niente ma è buono” e mamma lo ingoia sorridendo come farebbe una bimba a cui è stato offerto cervello in salamoia riuscendo a dire “e non è così male eh. Lo ricordavo come polistirolo invece è plastica dura come quella delle bottiglie” (è una famiglia di critici gastronomici la mia, tzè).

Tre sono i colori che detesto fortemente. Forse quattro. Al primo posto indiscusso da sempre e per sempre c’è il verde con il quale non è semplice odio ma puro terrore. Al secondo posto c’è il giallo (ultimamente però ha subito un’influenza affettiva importante, lo confesso)  seguito a ruota libera dal viola che da un po’ di tempo si trova a parimerito con l’arancione. Risultato? Ho comprato una borsa gialla fluo e una verde (una seconda, sì. Ho due borse verdi, lo ripeto perché non ci credo neppure io) e adesso che ne ho preso una arancione e nello stesso identico giorno non ho resistito a un paio di scarpe viola, posso senza alcun ragionevole dubbio affermare che sì. Questo caldo non solo annichilisce ma stordisce facendoti attuare scelte incaute ai limiti del buon gusto.

Qualora dovessi ammettere di aver acquistato le infradito glitterate con i fiocchetti che tanto vanno di moda siete autorizzati a picchiarmi selvaggiamente. Non dovrete neanche disturbarvi. Organizzeremo una tombola per anziani e il fortunato vincitore si vedrà recapitare me medesima con tanto di tre attrezzi a scelta con cui infierire sul mio inerme corpo. Ah no. Inerme cervello.

(e no. Non ho dimenticato l’estrazione del vincitore della Tombola per anziani, anzi. Ce ne è una in arrivo con tanto di proclamazione del precedente. Sono giorni dove anche pensare soltanto di editare un video diventa impresa ardua assai, pardon).

Non sapevo che si chiamassero Fusilli Napoletani questi spaghettoni doppidoppidoppi tutti attorcigliati. Pura poesia visiva. Fanno parte di quella tonnellata di pasta regalata al mio papetto, su cui blateravo durante pacchi e pacchi di paccheri giusto qualche giorno fa. Credo di aver intuito con poca sagacia che si tratta forse di una bella fornitura con tagli di pasta regionali tipici dell’eccellenza italiana. Appena troverò le orecchiette, i malloreddus, le conchigliotte e i bucatini ne avrò conferma.

Sempre all’insegna di un primo leggerissimo e veloce per nutrire il Nippotorinese senza appesantirlo durante la sua ridotta pausa pranzo, ho optato per l’accoppiamento vincente: pesce-arancia. Del resto delle gustose triglie all’arancia di mamma si è discusso parecchio e quando posso le inserisco nei vari menù che siano estivi e confesso anche sull’autunnale andante (dico frasi senza senso mentre il martello pneumatico mi perfora i timpani. I neuroni non potrebbe. neuroni? quali neuroni? da leggere citando cinematograficamente Aigor di Frankenstein Junior). Stesso ragionamento per la fritturina di calamari con pompelmo e lime che potrebbe essere tranquillamente sostituito da arancia e x: agrume a caso. Un connubio di sapori consolidato e testato anche in altre preparazioni, che rimane una conferma tanto quanto la presenza dell’aspro nella pasta (ricordate le margherite rucola e arancia?) a maggior ragione se a far compagnia a tutto questo vi è la dolcezza di un gamberone freschissimo. 

Mentre cuocevo i fusilli napoletani rispettando i tempi di cottura ho fatto tostare in pochissimo olio extra vergine di oliva dei gamberoni freschissimi che avevo precedentemente sgusciato e lavato per bene privandoli del budello nero, orrendo da vedere ma purtroppo presente in alcuni ristoranti di dubbio gusto (e non solo ahimè). Quando sfrigolavano nella padella ho aggiunto un po’ di polvere di mandorle di Avola tritate finissimamente. La mandorla in abbinato con il gamberone sono sicura che vi farà impazzire. Un tocco tutto siculo che sa di rustico, casa e buono. Ne basta davvero pochissima. Dopo aver fatto saltare i gamberoni e controllato che la pasta non scuocesse, ho tagliato per bene l’arancia e ho cercato nei limiti del possibile di privarla della pellicina. Certo non sono Ducasse e l’esatta tecnica della spellatura neanche la seguo ma è davvero fastidioso, non solo visivamente, notare quell’involucro sottilissimo. Meglio toglierlo proprio come il budello, suvvia.

Ho riunito come in un primo grande e indimenticabile appuntamento i fusilli napoletani con i gamberoni siciliani (e si sa il napoletano e il siculo sono proprio fatti della stessa pasta e sono andati d’accordo assai) e via spolverata di menta freschissima e pochissimo pepe nero macinato sul momento. Mi sarebbe piaciuto più quello bianco, se solo l’avessi trovato però (serviva alla moglie del muratore forse? più tardi indago). L’incontro è avvenuto nella padella e pochissimi secondi prima di spegnere ho aggiunto l’arancia. Mescolato per bene e servito immediatamente. L’arancia può essere messa anche dopo se si vuole creare maggiormente il contrasto del caldo avvolgente con la frescura dell’agrume. In qualsiasi modo si deciderà di abbinare gli elementi questo primo risulterà fresco, inusuale se vogliamo e adatto non soltanto all’estate. Un piatto unico perfetto ed equilibrato semplicissimo da realizzare. E adesso il tanto atteso momento delle scuse (risate e pernacchie registrate, grazie regia). Sì. Sono in ritardo. Sì ho 2049904920483 mail da leggere. Sì. Non sto riuscendo a rispondere a nessuno. Che siano amici, parentistretti, parentistrettistretti, parentistrettistrettistretti, muratori in incognito e passanti. Grazie al cielo settimana prossima Giulia sarà qui e potrò schiavizzarla per bene facendole sistemare due o tre cosette. Mi piacerebbe ad esempio che le email dei miei amici finissero in cartelle prioritarie e non in mezzo a spam, annunci e segnalazioni della nuova crema anticellulite (anche perché a me non occorre. Mettitelo in testa addetto al marketing delle cremine! Occorre un miracolo!). E che ci vuole? Anche la regola dell’odioso Windows Mail lo fa. Ma il tempo. E’ quello che manca.

Ma come in un mantra di terapia di gruppo. Tutti insieme:

celapossiamofarcela. Più forte.

Celapossiamofarcela.

Disperatamente vostra, Iaia.

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37 COMMENTS

  1. Bellissimo questo piatto… quasi quasi mi cimento domani a pranzo… e ora via, anche oggi giornata in fugaaaa…. ma celapossiamofarcela stellina, vedrai!!!!! Baciiiiiiiiiiiiiii

    • Non posso scappare senza complimentarmi per la citazione su Passione Cucina… sei sempre la migliore!!!!

  2. quei fusilli non li posso guardare senza che il mio esofago. si affusigli in discrete fitte fameliche.
    dimmi che posso venire a giocare al tiro al muratore. con fucile. senza pallini. opto per cartucce piombate? anche salate va (alla kill bill insomma)
    CELAPOSSIAMOFARCELAAAAAA
    va tutto bene. continua persino ad uscire la ricetta alle 12 e 12. invece di mandarci affan(mi sto bloccando perché in tv c’è cucinaconale) ecco qua. non posso immaginare come riesci. e anche quando annaspi riesci a suscitare almeno un sorriso. (dico. non è affatto facile sorridere. qui è un continuo vortice di emozioni. ti rendi conto dell’importanza e della rarità di ciò che fai?????)
    celapuoifarcela. con tutto il sostegno che ti potrebbe arrivare da un commento idiota come questo. però se è il massimo che posso fare lo faccio senza esitazione. (e poi posso sempre venirti a trucidare i muratori. quando vuoi.)

  3. Cognatasiculosa quindi finalmente, se finirò tra gli amici e non nella cartella spam, forse prima o poi mi risponderai/scriverai qualcosa!? 😀 ahahahahah <3 <3 <3

  4. Ma io pensavo…e se invece questa attrazione per il colore fosse sintomo di una qualche specie di guarigione? Non dico” wwwwwwwwwwwoooooaaahhhh ok é tutto passato”, ma fossero i primi segnali che pian piano stai acquistando fiducia in te stessa?Io non la trovo una cosa cosí orribile, e anzi, trovo che l’eccezione stia piano piano perdendo la sua eccezionalitá per diventare occasionalità…uannama, chiaro eh? Avoglia!Vabbé…celapossiamofarcela? Tu di sicuro, io sono in rodaggio!

  5. buona :9 madonna mi fai venire una fame con ‘ste ricette estive, colorate e fresche.

    (per fortuna arriva la Giulia, così so che ti arriva un mio messaggio XD)

  6. Questa cosa dei colori è uno dei più grossi misteri. Non riesco a immaginare cosa significhi la paura di un colore. L’unica cosa che riesco a pensare è che deve essere terribile. E però sono d’accordo con Biancaneve, chissà che non sia un segnale. In fondo, nulla è per caso, e quindi un significato quelle borse verdi ce lo devono avere per forza. Resta da capire se siano il puntino bianco all’interno del nero o il puntino nero all’interno del bianco…

    • Io ho maturato una vera avversione per il viola in tutte le due sfumature… ma è solo perchè per mia suocera esiste solo quel colore… è di moda sempre, sta bene con tutto (?!), mette allegria (ma non è il colore che usano i sacerdoti durante i funerali?!)… L’Inge riceve ogni anno a Natale un maglione viola, il suocero ha maglie e camicie viola, qualsiasi cosa regali è viola… Risultato: NON SE NE PUÓ PIÙ!!!!

  7. Ammoremì ci ho qualche cosina da puntualizzare, mettiti comoda :
    Primo – Bravabravissimaseisemprelapiùbravaunaveraforza!!
    E mi sento particolarmente orgogliosa perchè a questo tuo successo ho controbuito anch’io, seppure in minima parte, con le orecchiette (te ne recapiterò quattro bancali da circa una tonnellala l’uno a breve, sallo!)
    Seconda – Dimmi che sono nella tua cartella degli amici o giuro che mi butto dal balcone di casa. Ehm…no, abito al primo piano. Allora salgo sul terrazzo e mi butto da lì, va beneee??
    Terza – Hai comprato le borse (nooooo giallo fluo nooo) si, ma hai anche comprato le scarpe. Viola. Brava, buon segno. Stai decisamente meglio. Sallo. *Fierissima di te!!
    Quarta – Questa ricettina mi piace un bel po’ e dato che in casa ho già i gamberetti…l a faccio di certo. Ci sono financo le mandorle che adoro! Iuppi 🙂
    Quinta – Tutta la mia solidarietà va espressa al povero Pier ed ai tuoi poveri genitori. Nanda e Turi, sputate se quello che vi propina la Streghetta nostra qui non vi piace. Basta con gli abusi e la soppressione. Ecco.
    Sesta – Dove hai detto che hai trovato le infradito infiocchettate glitterate???
    Settima – Ma Iaia, che cos’è il seitan?
    Ottava – Metti il vaso della menta all’ombra, sepuoi anche in casa in posto ventilato.
    Nona – Celapossiamofarcela. Più fortissimo, tesoro.
    Decima – Ti amo sempre tantissimo ormai è insindacabile 🙂

  8. questa fobia di alcuni colori è interessante. Del resto, ci sono colori belli da vedere ma non da indossare, piacevoli agli occhi ma sgradevoli al tatto.
    12 secoli fa avevo un paio di pantaloni gialli e mi chiedo ancora come possa essere successo. Eppure erano belli, si intonavano alla perfezione con un paio di scarpe blu, mai ritrovate uguali, dal nome molto evocativo: sax

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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