Ricette Vegetariane e Vegane

Cadono Stelle

Lo scorso anno quando ci siamo viste per la prima volta non c’è stato un post ricordo. Per una serie di motivazioni che non c’è neanche bisogno di trasformare in concetti, parole ed enigmi. Non c’è stato perché non era il tempo giusto per fermarlo. Adesso che è maturato quel cosino che con le lancette ci fa acquisire e perdere molto e troppo sono qui a ticchettare le prime parole guardando questa foto. La prima. Fatta ad una bakery davanti ad un’orrenda granita al melone giusto per cominciare e una al pistacchio che poteva tranquillamente essere mandorla. Con un menù dove troneggiava un panino che neanche il presentatore di Orrori da gustare avrebbe ingurgitato anche se sotto promessa di rinnovo contratto. Giulia pezzo di stella che saggiamente tutti conoscono con l’appellativo a lei  più idoneo Bestia Bionda, oltre che esserlo bionda naturale che è già di per sé un problema reale, è davvero una stellina luccicante. Primo perché è pallida molto più di me( ma io sono furba e uso il Nude una tonalità più scura sul viso, tiè) e poi perché cade semplicemente. Come quando in un cielo buio arriva quella frecciata senza frenata di luce. All’improvviso. In quel micro secondo che alzi la testa e tuppete arriva. Senza preavviso e senza che tu potessi anche solo immaginarlo. Nel momento anche più inopportuno. Nella fattispecie Venezia, capolinea di un ricordo aberrante mentre sorseggio un caffè in tazzina dorata e un violinista che somiglia a mio nonno mi canta una sorta di nenia-serenata che a me sapeva più di requiem. Prima di un giro in gondola per cercare di capire gli sbagli, le assurdità e se sotto quel ponte dei sospiri io e lui avremmo potuto respirare un altro po’ la stessa aria.  Bestia Bionda diventa insomma messaggero di luce, speranza e gioia guardando a ritroso. E se proprio dovessimo attenerci alla numerologia del dodici e la perdita di Agata il quadro potrebbe diventare inquietante.

Tutto questo però non importa se di raziocinio si parla e non possedendolo neanche lontanamente, proseguo. La prima volta indossava una maglia con un coniglio pazzo stilizzato mentre questa il cappellaio e il bianconiglio all’ora del tè. Ho capito di volere bene a Giulia quando non ho messo le calze otto denari. Quando sono uscita di casa senza le calze, sì. Le ho detto che non le avevo messe per non farla vergognare di me ma so che avrei potuto indossare anche le quaranta a mare vestita da nano da giardino. Giulia ha capito esattamente cosa sono e la mia essenza ed è per questo che ha trascorso una mattina  a colorare insieme a me. Ho preso il mio portacolori, quando avevo un po’ paura;  l’ho guardata come facevo alle elementari, medie, superiori, universitàperpoco ” vuoi i miei colori? prendi quelli che ti piacciono?”. Il suo entusiasmo di colorare con me, tra caffè, succhi di frutta con 14 calorie e video imbarazzanti non divulgabili mi ha dato la speranza che no. Non solo sola. In questo banchetto dove sto china a inventare mondi, realizzare paure e disegnare dolori e sorrisi. Quando volano le ore come palloncini, gli stessi che ho voluto farle trovare in casa perché spesso ci incontriamo alle Cascate Paradiso di Up tra nuvole di cannellini e animaletti simpatici stile beccaccino.

Giulia compra bustine di selz digestivo al supermercato di Roma per fare riproduzioni poco opportune del selzalllimonesiculo e mi manda email con allegati per mostrare la sua incompetenza in fatto di prodotti locali trinacrieschi. Giulia si abbassa in un negozio di design per giocare al balilla e sale sulle giostre di un centro commerciale con me. Mi sorregge quando i tacchetti fanno male e mi protegge dal sole. Mi indica le parti buie e quelle luminose  quando ad Ortigia ci sono cinquanta gradi ed io vorrei solo buttarmi per terra e piangere per tutto il sole che c’è e ho una paura assurda.  E lo attraversiamo in effetti quel sole mano nella mano per arrivare a musei dove ci sono pupazzetti e pupi appesi.


Giulia capisce le mie difficoltè di relazionarmi all’obiettivo se non controllato da me. Conosce i miei mostri appesi e li vede. Perché passata oltre lo schermo Iaia è un’altra. Non è quella che cerca di disperatamente di essere ma semplicemente quella che è. Ed è liberatorio essere se stessi e non avere paura. Giulia mi inquadra a sinistra perché la destra non è concessa. Mi dice come sistemarmi il braccio e mi abbraccia urlando stupidasmettila. Mi incoraggia e asseconda come se avesse trascorso con me l’esistenza tutta e capisse esattamente cosa in quel momento è giusto per non farmi inciampare e cadere. Ritrovarmi in una macchina da bimbi sollevata da terra mentre una bimba dal passeggino ci ride in faccia e per poco si cappotta mi ha solo fatto venire voglia di inserire la monetina e continuare fino all’infinito. In quel movimento di innocenza e dolcezza che abita dentro Giulia.

Ho dieci anni esatti più di Giulia e questo mi ha spesso dato la briga di trincerarmi dietro quella stupida credenza qualunquistica che ho io qualcosa da insegnare a lei. L’amicizia, l’amore, il perdono e il manualetto della “più grande”. E invece Giulia sta lì e ascolta e mi fissa con i suoi occhioni azzurri. Gli stessi che riesco a vedere quando ci sono solo sms, messaggi e commenti. Il sinistro suppongo sia il cielo e il destro il mare anche se sembrano confondersi questi blu proprio come quando guardi il mare e la striscia divisoria con il cielo non c’è. E difatti non c’è. E’ proprio un bagno di cielo e mare lo sguardo della piccola Giulia che proprio di consigli bisogno non ha. Piuttosto me li ha dati. Tra le righe e bevendo un caffè che ha reputato buono giusto per non inimicarsi i miei nani da giardino.



C’è stato un momento che mi sono detta ora sparo a tutto volume Into the groove o una musica anni ottanta a caso di Madonna che tanto le piace e saltiamo sul lettone spaccando le doghe. Perché ci sono cose che non ho fatto e non so se farò e tra queste quella di saltare sul letto quando avevo quindici anni. Suppongo che sarei finita sul piano di sotto con quella leggiadria che mi contraddistingueva. E non c’è stato neanche Like a Prayer ma in compenso abbiamo acquistato La Zumba ; gioco wii che promette la pancia piatta. E focalizzo le paure deridendomi e cercando soluzioni mentre la invoglio a diventare una superficiale che acquista aggeggi elettronici per abbandonarsi ai piaceri dello sharing. Celebration un po’ mi rimbomba nelle orecchie. Material girl del resto è anche adatto  mi dico mentre sfrecciamo in macchina per tornare a casa e facciamo video per Cri, che manca. Manca tanto.

Faccio caffè talmente lunghi da quando mi ha detto che le piacciono che Giulia impiega ore ma riesce a berli. Non si demoralizza quella piccoletta bellissima neanche mangiando insalata russa, insalata di riso e altri cinquantaquattro assaggini giusto per aperitivo. Ci sono momenti che guardo la pancia piattissima sua e del Nippotorinese e no. Non mi chiedo abbassandomi perché senza gli assaggini io non ce l’abbia. Sorrido soltanto. Incontro i suoi occhi e. E non ho paura.

E’ un po’ come Holiday che infili tutto in valigia e parti. Ma che importa poi alla fine cosa indosserai? L’importante è portare sempre se stessi. Ed io con Giulia non partirei per un week end ma per una vita intera. Riesco a rilassarmi mentre il Nippotorinese accenna sonnolenza sulla terrazza mentre con i piedi su di un nano la vedo ridere fissando lo schermo. Piegarsi. Contorcersi e rido. Rido come raramente faccio mentre l’anguria mi fa esplodere di felicità.
Ci sono colazioni che non si dimenticano mentre ce ne sono alcune che sarebbe bene farlo. Di quelle tristi con il bicchiere d’acqua. Ed anche se poco è cambiato ti sembrano luculliane. E allora metto quattro brioche su di un’alzata con la tovaglia di lino stirata male come si riserva solo con chi hai davvero tanta confidenza e con Nano il Nano Guaritore che Giuli ha trovato per me. Mi sento guarita. In quelle quelle quattro brioche che sembrano una tac con liquido a contrasto di granita capisco la fortuna. Che il responso è ottimo e che devo approfittarne e non lasciare andare neanche un minuto. Perché potrebbe non tornare, anche se non ci credo. Lei toglie il nastrino dal tovagliolo e infila cucchiaini troppo piccoli in granite troppo grandi. Si parla del rosso red carpet senza capirne nulla mentre le consiglio manicure fastidiose ma glamour e lei allegramente mi manda in paesi sconosciuti ridendo e urlando di finirla.
Prima che lei arrivi faccio questa foto. Metto una granita anche al mio posto così almeno sarà profetica e tra qualche anno io davvero me la mangerò con lei. Una granita enorme con due brioche. Solo per colazione eh. Perché poi si proseguirà con nove chili di dolcetto al pistacchio, crema e cioccolato e panna. Anche se non mi piace. Io la panna con Giulia voglio proprio mangiarla. Lei sceglie le capsule della Nespresso con Tore il Nano Guaritore sotto il mio sguardo perplesso mentre io le do indicazioni precise delle posizioni fotografiche. Le spiego che deve tagliarmi un po’ il braccio perché ho le spalle troppo larghe e le sognavo piccole. Perché mi piace dare quest’idea piccola e dolce di me quando sono esattamente il contrario. E Giulia vede tutto di me e non è mai troppo.

Non si abbatte davanti ai miei caffè lunghi e sfoglia le mie foto di instagram dicendo ” io lo voglio”. E in  quel “voglio” vedo un volere vero e sincero che difficilmente si riesce ad avvertire senza alcun tipo di messaggio velato e di circostanza. Perché Giulia mi ha voluto davvero. Ha sopportato inumane situazioni e non perché ci sia un copione preciso da seguire con me. Semplicemente perché non mi nascondo più e non prometto. Stabilità e presenza per cominciare.  Velatamente lo faccio da più di trenta anni ma dichiaratamente da un po’ di meno. Voleva conoscere Iaia e mai ho visto tanta caparbietà in un desiderio. Giulia non conosce le sue potenzialità di forza e perseveranza. Quelle che la porteranno a brillare e non spegnersi in cieli che non le appartengono. E non perché è piccola, immatura e. Semplicemente perché è anche giusto spaccarsi la testa un po’. Ed anche se la certezza della puntualità di fasciarle la testa proprio non posso prometterla,  la degenza e attesa di guarigione sì. Perché è indubbio che ci sarò sempre per questa bestia bionda che non apprezza il Livanto ma il Dulsao (io sì che di caffè me ne intendo, tzè).

























E manca poco a Lunedì. Perché Giulia ritorna; del resto sono notti d’estate e cadono stelle.

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57 COMMENTS

  1. amore ma quindi tu hai 24 anni e lei 14? ammazza come ve li portate male.
    Vi amo. Mi avete fatto piagere.
    siete belle da togliere il fiato. baci a iosa.
    V.
    ciao.

    • io tolgo il fiato generalmente quando non uso lo spruzzinosalvalito perché mi piace l’aglio e lo metto pure nell’anguria.
      Suppongo che tu un giorno non vorrai baciarmi. Ma anche contro la tua volontà lo faremo .

      e ora.
      cì.
      abbracciamocieamiamoci.
      ( e non ti ho chiesto mancodelcompleannodigion. sputamiinfaccia)
      tiamosonounacacca
      ciao.

  2. Ommioddio che bello….piango come una scema. Sapetelo. E’ colpa vostra, ecco! :’-)
    Iaia, ma ti rendi conto di quanto le persone che ci amano ci fanno stare bene e ci cambiano, migliorandoci?
    Io me ne rendo conto benissimo, e ti voglio un gran bene e anche alla bestiabbionda baffuta lì.
    Brave, vi abbraccio forte e mentre leggevo mi sembrava di vedervi, lì nella macchinina a ridere e scherzare, ero lì con voi.
    Davvero, vi amo <3

  3. amore che piacevole scoperta. Io amo alla follia aglio e cipolla e ne faccio un uso smodato. alitiamoci e amiamoci. e soprattutto baciamoci. E il comple di gion è andato bene. ho cucinato per 3746585969590 ore di seguito ma è andato bene. E l’Inghilterra gli è piaciuta. il 7 ottobre saremo a cena a bachingam palas con Elisabeth, will e Kate e se siamo fortunati ci saranno anche pippa, carlo, camilla e quell’altro fratello di will che non mi ricordo come si chiama. avrai rapporto dettagliato.
    baci.
    ciao
    V.

  4. sì, lei è così. perfettamente amica, perfettamente rompipalle ma soprattutto sorprendentemente vera. e voi siete bellissime.
    vi amo <3

  5. Io propongo una storia a fumetti con Iaia e BestiaBionda come protagoniste!!! E’ troppo bello questo post…davvero.Ti fa capire quanto sia profondamente giusta l’affermazione “Nessun uomo è un’isola”.
    Abbraccioni oni oni!

  6. è un post bellerrimo! <3 che si f afatica a comprendersi così a pieno con le altre persone, e se una volta nella vita, almeno, ti capita, ci si reputa fortunate! evvivaaaaaaaa!

  7. Sono felice di quello che ho letto qui… sono felice che tu abbia accanto persone tanto preziose, che sanno darti moltissimo e, soprattutto, sanno DAVVERO farti capire quanto tu valga…

  8. colorare con te è sempre stato il mio sogno più grande da quando ho imparato a conoscere quello che di vero c’era dietro lo schermo. quando ho passato lo specchio. credo che se c’è una cosa che voglio elencare come mio pregio è il riuscire a osservare le persone in silenzio e spesso riuscire ad entrarci dentro, capirle. e poi in caso amarle.
    la cosa più bella del vederti diventare carne e sangue, da pixel, è stato il vederti ridere. ridere con le lacrime. perchè lo so quanto sia difficile farlo.
    e anche quella mattina, quando piegata sulla tua sedia rosa, non ridevi è stato un dolore che dovevo provare per capire a fondo chi sei. cosa sei. e perchè. quella mattina quando ho capito che non dovevo fotografarti a destra. se c’è una cosa di cui ho certezza è che niente è per sempre, però so che posso promettertelo un persempre. e posso prometterlo perchè sono certa che ci siamo solo ritrovate e che così succederà ancora.
    non sono quella che prende per oro colato quel che dici e che. no. ma sono quella che crede in te e che se ti deve dare un ceffone per farti capire te lo da. con la paura di farti male ma con la certezza che dopo il dolore iniziale c’è solo bene.
    sono quella che ti sarà accanto sempre e che ti regalerà minchiate. quella che ti guarda soffrire sotto il sole e ti prende per mano portandoti vicino al muro dove c’è ombra. e sono anche quella che salirà con te sulle giostre e non si vergognerà se indossi le calze. se sarai 140 kg o 12.
    sono quella che, dopo averti osservato, ha capito che ti avrebbe amato.
    e che lo farà sempre.
    grazie Gi, perchè tu, per quanto tu possa denigrarti sull’argomento, sei un’amica vera.

    • L’amica più cara che abbia al mondo è quella che, mentre tutti compiangevano e facevano a gara per dire la cosa più dolce e più vuota, mi ha dato uno schiaffo. E mi ha presa per mano. E continua a tenerla stretta, nonostante le centinaia di km che ci dividono e le poche occasioni per noi. So che me la tiene e non la lascerà mai. So che, se ci fosse bisogno, quello schiaffo me lo ridarebbe. Certo, queste in fondo sono cose vostre, ma è bello vedere quanto bene ci si possa fare quando ci si incontra e ci si riconosce… quando si impara a guardare con il cuore… perchè “L’essenziale è invisibile agli occhi:” E adesso vado a rileggermi il cap. XXI de “Il Piccolo Principe”… Grazie ad entrambe…

  9. ritorna?? Ecco, appura il suo colore di capelli. Se bestia bionda è veramente bionda naturale voglio l’autografo. Se poi penso che c’era una bionda naturale che si è fatta mora…

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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