Ricette Vegetariane e Vegane

4S : Soba con Salmone, Soia e Sesamo

Sono una brutta persona (assioma del giorno) e non ho ancora eletto il vincitore della Tombola per anziani ma nel pomeriggio giuringiurello riuscirò a filmare estrazione-comporre video-uplodarlo e organizzare il prossimo dove vi è una sorpresa intergalllllaaaaatttttica. Pathos e suspence. Se il muratore non mi avesse costretto ad una mattina senza luce avrei anche potuto farlo (Max se non trovo il file .pdf mi odi tanto?*faccia angelica*). Al grido di celapossiamofarcela*inspiriamo espiriamo* diventato ormai mantra di questo luogo privo di connessione logica, ci affidiamo alla speranza (soprattutto che qualcuno mi insegni a fare costrutti sintattici meno assurdi di questi).

E si comincia (purtroppopervoi).

A me piace chiamare questo piatto 4S; contando che è il classico piatto che una casalinga pazza a caso *fischietta fingendo indifferenza* ha cominciato a fare senza alcuna ragione ma solo perché si ritrovava in casa soba-soia-sesamo e salmone abbandonato nel frigo, direi che posso continuare a chiamarlo così. Il quattroesse che non è una posizione della battaglia navale improvvisata con i foglietti durante l’ora di matematica*fischietta fingendo indifferenza* e neanche una strategica mossa di scacchi da una che a stento sa giocare a dama *fischietta fingendo indifferenza* è l’incontro di questi ingredienti semplici, nutrienti e indiscutibilmente gustosi. Il Nippotorinese manco a dirlo ne va matto e si  nutrirebbe solo di vermicelli di soia e soba se potesse. Per questo motivo è possibile che in casa manchi la pasta ma non i soba. Per lo stesso motivo insomma per cui qui si trova tè matcha a quintalate e di zucchero neanche l’ombra. Dispense psicolabili a parte mi sento fortissimamente di elogiare questa preparazione (e come non dare credibilità a una che non mangia soba e salmone? suvvia. Un po’ di razionalità!).

Il salmone, che sia fresco (meglio) o affumicato potrà essere naturalmente sostituito da qualsivoglia pesciotto. A partire dal pesce spada sino ad arrivare al tonno per poi ripartire nuovamente con un pezzotto di orata sino ad arrivare alla cernia perché no? Tra l’altro la cernia con la salsa di soia ha un suo perché, mi dicono (io sperimento e gli altri tirano le somme. Risultato: non è colpa mia ed è questa la cosa importante. Poter addossare sempre la colpa a qualcun altro. Amen).

Riassumendo: io eseguo abbinamenti bizzarri e se nessuno me li spatacchia-sputacchia in faccia poi vengo qui a dire fesserie del tipo: ha un suo perché, giustappunto (mai fidarsi di Iaia. MAI!).

Baso insomma “ha un suo perché” non tanto sul fatto che lo abbia davvero questo perché, ma sulla casistica di sopravvivenza in seguito all’ingurgitamento e all’assenza di sputacchiamento. Mi baso insomma su parametri professionali di un certo livello come sempre.

Ma bando ai salmoni e ciancio all’orata: Il quattroesse è composto da semplicissimi soba lasciati sobbollire in acqua non salata (ci penserà la soia e il salmone) per il tempo indicato a secondo della marca che andrete ad adoperare.

I pezzotti di pesce andranno saltati dopo una leggera marinatura (qualche minuto basterà, ma non più di sei altrimenti si impregna troppo) nella salsa di soia. Scolati i soba come fosse normale e comune pasta (ma è sempre un bene lasciare un po’ di acqua di cottura) si salteranno insieme con un altro pochetto di salsa di soia e il pesciotto. Serviti con una spolverata di sesamo per ultimare il tutto si otterrà questo quattroesse Iaiesco che convince non solo il Nippotorinese.

Nella tradizione nipponica e orientale in genere la spolverata di sesamo sui primi è un must irrinunciabile. Se noi la croccantezza con la spolverata di mandorle l’abbiamo scoperta da poco perché era meglio tutto un sugo e morbidezza, gli orientali manco a dirlo la sapevano lunga già da millenni. Lo scorso anno (o due anni fa? umamma come passa il tempo) avevo già straparlato del pesce cotto con la salsa di soia e irrorato di sesamo nero (qui uno dei tanti articoletti) e mi piace ricordarlo (oltre che per tediarvi) perché rimane un metodo di cottura perfetto non solo per la stagione che richiede poco tempo e voglia di cucinare, ma anche adatto a chi apprezza un regime controllato, salutare e ipocalorico. Non vi è l’uso di alcun tipo di grasso ma solo della salsa di soia. La marinatura nella salsa di soia può essere tranquillamente sostituita a dirla tutta con il mirin, perfetto anch’esso in questo contesto o solo nel secondo piatto citato. E difatti come dimenticare il samone con la glassa al mirin che trovi qui?

E’ proprio il momento giusto di sperimentare questi piatti unici e magari rielaborarli “all’occidentale” se i soba non dovessero piacere. Il carboidrato e la proteina insieme in un’unica soluzione gustosa e non pesante come quantità e potere nutritivo che possa equilibrare il tutto senza sovraccaricare l’organismo. Sperimentare adesso proprio perché generalmente d’estate si ha oltre che meno tempo sicuramente un appetito inferiore alla media. La voglia di frutta e acqua grazie al cielo aumenta e quindi il consumo, nota assolutamente favorevole innanzitutto per quanto concerne la salute.

Questi soba generalmente mi piace accoppiarli a dei deliziosi dolcetti di riso magari irrorati di marmellata di fagioli rossi azuki che non vedo l’ora di mostrare. Appartengono ad un progetto segretissimo però *disse girando velocissimamente la testa con i suoi occhiali scuri per capire se fosse osservata da gente poco raccomandabili quali spie russe (oh così posso scoprire perché si chiama insalata russa. Finalmente!) 

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38 COMMENTS

    • Ti è andata bene perchè oggi lavoravo… in un posto senza connessione… 😉 buongiorno Inge!!!

    • Buongiorno Bianca… lo sai che ispira parecchio anche me questa storia dei dolcetti di riso con la marmellata di fagioli rossi azuki?! Vediamo di convincerla a cedere questa ricetta misteriosa e segretissima! 😉

  1. Buongiorno stellina! Ma lo sai che non ho mai mangiato i soba?! “E chi se ne frega?!” diranno tutti… 😉 Trovo facilmente i vermicelli di riso, ma questi proprio no… devo cominciare a guardarmi in giro, esisterà pure qualche negozietto decente che possa rifornirmi di queste squisitezze orientali nella mia città! E poi via con le 4S, che qui di salmone se ne mangia a palate, dato che è l’unico pesce che mangia Frugolino!

  2. Posso gridare ULTIMAAAAAA??! 😀
    Anche io come la mia amatissima Luci, non ho mai assaggiato i soba. Gli spaghetti di riso si, e li ho anche cucinati diverse volte con discreto apprezzamento dei commensali. Ma i soba no. Qui in culolandia in effetti, fatico a reperire quello che tu cara Iaia comunemente cucini, come la pipoa, che se non fosse stato per la mia Luci (si, sempre lei…) non avrei mai assaggiato.
    Figuriamoci il mirin, o i soba o tutte le altre prelibatezze orientali. Uff….
    Ma il salmone c’è! Quello si, e vorrei vedere…sono in una città di mare! Ah, già i salmoni si pescano su al nodde 🙂
    Beh, comunque il salmone lo trovo anchepure qui!
    Il mio pupone ne va matto e perciò mi accingo or ora a copiare la ricettina…così gliela preparo e se non troverò i soba, pazienza, li cucinerò con gli spaghetti di riso 🙂
    Piesse: Che siccome sono persona assai curiosissima…vorrei sapere…ma cos’è questo tuo progetto segreto???????? 😉

  3. celapossiamofarcela
    celapossiamofarcela
    celapossiamofarcela
    inspira…respira…
    inspira…respira…
    inspira…respira…
    il muratore non esiste…
    il muratore non esiste…
    il muratore non esiste…

    cavolo Gy..lo abbiamo seppellito male..vedo una scarpa uscire tra l’erbetta 😀

  4. già hai iniziato male postandunpost che attira da lottano le menti ossessionate like mine. in più hai detto due paroline chiave: dolcetti di riso. marmellata di azuki. sappi che sto bramando nell’ombra mentre non riesco a fuoriuscire da uno dei frequenti loop di visione ossessivacompulsiva di video giapponesi. in ambito musicale per di più. Cey saprebbe comprendermi (in realtà è una mia speranza disperata.)
    ricapitolando: bramo e ondeggio la testa, ticchettando a tempo e sentendomi un’idiota. renditi conto di cosa hai generato con un singolo post u_u (senza contare quello precedente. sul quale non mi sono profusa in descrizioni. cheèmmmejo.)

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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