Ricette Vegetariane e Vegane

Biscotti al cioccolato bianco sotto l’albero

Il Nippotorinese odia come poche cose al mondo, oltre la Juve e visto il risultato tragico di ieri anche il Milan, il cioccolato bianco. Ed è giusto perché un Siculo odia i pistacchi salati. Cosa c’entrano i pistacchi salati e il cioccolato bianco oltre al fatto che vengon fuori ottimi muffin colesterolosi? C’entra eccome. Perché un Torinese proveniente dalla patria del cioccolato finissimo piemontese non può che provare orrore e raccapriccio dallo stupro inferto al gioiello nero.

Fatto sta che era il bimbo che potenzialmente avrebbe preferito il Ciocorì al Biancorì, se solo avesse mangiato roba commerciale così (sì. mangiava il panino con la marmellata fatta in casa biologica giusto per capirci). Ed io ero quella leggermente in sovrappeso (35 chili a 3 anni) che magnava Biancorì come non ci fosse un domani e inzuppava nel latte pure il compagnetto di scuola (anche se non era ricoperto di nutella). Gli antipodi insomma.

Quando ho detto che avrei preparato i biscotti al cioccolato bianco per dimostrare ancora una volta tutta la mia incompetenza culinaria, ha sentenziato che per nulla al mondo si sarebbe prestato all’assaggio.

Solo che poi al mattino gliene ho propinati due senza dire che erano gli incriminati contenenti polisterolo cioccolatoso e ha detto “uhm… non male ma non dirmi che…”.

E te lo dico sì. Che sono quelli al cioccolato bianco.
Per dire insomma che sì certo potrebbero pure passare per cioccolatosi ma lascerebbero comunque qualche dubbio. Come certo è che dipenderà dalla marca che si adopererà (oh e poi con il cioccolato bianco è giusto ribadirlo il matcha sta davvero più che bene. In fondo a questo delirio riesumo qualche ricettina dall’archivio perché mi pare che ne abbiamo davvero un bel po’). Io ho usato un cioccolato bianco proveniente dalla Svizzera dove il Nippo si dirige qualche volta in gran segreto perché in realtà è una spia Nippotorinesesicularussa e la base si trova a Ginevra in un sotterraneo di una banca svizzera che immagino sempre come quella dei Gringott  di Harry Potter. Con nanetti cattivi contabili iperorganizzati e accessi alla Goonies che manco Willy l’Orbo avrebbe osato tanto. Ma insomma.

CIOCCOLATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA (chi ha capito la citazione ha tutto il mio amore incommensurabile).
Dov’è che ero arrivata? Mi sono persa nella camera 1212 della Gringott. Ah sì.

Il cioccolato bianco era svizzero ergo colpa sua. Non solo lo compri e pure in Svizzera. Ti lamenti pure se lo uso? Incredibile come io abbia sempre ragione (vedo Cristiana e Alessandra annuire fortemente. Vi amo!).

Sono biscotti semplici che si conservano benissimo in scatole di latta; meglio se regalate da Bestiabionda che confesso è stata una delle poche a regalarmi sempre oggetti meravigliosamente iaiosi. Quella tipa non ha sbagliato un colpo. In effetti mi manca solo per questo.

Biscotti semplici da preparare e conservare e pure un’ottima idea regalo da infilare in una scatola di latta. Bigliettino. Auguri. Ciao. Tanti saluti. Se si ha la possibilità di avere il timbro personalizzato (chicca su cui ho blaterato fino allo sfinimento già due Natali fa) meglio ancora. Il 100% Iaia è il mio preferito e quando posso lo metto sempre (lo metto pure sulla lista della spesa. Così. Senza senso alcuno).

La Ricetta

125 grammi di burro ammorbidito leggermente salato, 230 grammi di zucchero di canna, 1 uovo, 300 grammi di farina setacciata, 1 bustina di lievito per dolci, 250 grammi di cioccolato a pezzetti (se piacciono si possono mettere anche 100 grammi di noci tritate grossolanamente).

Scalda il forno a 180 in modo che sia già caldo. Lavora il burro con lo zucchero finché è tutto chiaro e cremoso. Unisci l’uovo e incorpora per bene. Aggiungi la farina setacciata e il cioccolato a pezzi e lavora fin quando tutto è ben amalgamato. Forma una sorta di quenelle con l’aiuto di due cucchiai e poggia le palline sulla carta da forno che hai predisposto sulle teglie leggermente imburrate e inforna per 12 minuti almeno finché saranno dorati.

Sono perfetti (ma senza usare le noci) con qualche generosa cucchiaiata (una colma per intenderci) di tè matcha altrimenti anche con pepe rosa abbondante. Perfetti pure da abbinare ad una spezia tipo paprika (ma in quel caso davvero poca. Giusto un pizzico per un friccicorio).

Sono i classici cookies americani, anche se a me piace un po’ più la forma discreta che ottometri di cookies sì ma solo se in versione cioccolatosanera (oh ognuno ha le sue fisse senza ragione *disse fischiettando).

E insomma ottimi per questo periodo da infilare in un sacchetto o meglio ancora in una scatola di latta. Ma anche ottimi da dare a mamma o papà. Ma anche ottimi da rifilare ad amici. Ma anche ottimi da magnarseli da soli e fare lunghe e sonore pernacchie al Nippo e a tutti quelli che dicono: cioccolato bianco no.

(ahem neanche a me piace ma pur di contraddire il Nippo adesso potrei pure sostenere abbasso il cioccolato fondente di Gobino)

(che San Gobino bicerinestivotiamo mi perdoni)

(  ma amo più Leone *disse impavida senza paura)

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50 COMMENTS

  1. Li segno: ho giusto del cioccolato bianco da finire, dato che Danilo lo adorava e non glielo facevo mai mancare..poi ha deciso che senza di me sarebbe stato meglio e io adesso mi trovo con una stecca di cioccolato bianco da finire. Grazie Iaia <3 <3 <3

  2. Mi trovo pienamente d’accordo con il Nippo, io proprio il cioccolato bianco non lo capisco! E credo che non sia strano se si considera che adoro quello fondente, anzi, se riesco a trovarla, preferisco la massa di cacao, quella che ne basta un piccolo, microscopico pezzettino e ti sembra di avere in bocca un’intera piantagione di cacao… Però… il mio adorato fratellino ne è un estimatore, quindi potrei provare questi biscottini per regalargliene un sacchetto a Natale! Un abbraccio grande stellina, spero che questa giornata ti porti tante cose belle per cancellare la brutta nottata. Bacetti!!!!

  3. il cioccolato bianco, quello buono e bello e buono, è fatto con il burro di cacao, ingrediente ormai diventato più raro della pietra filosofale. quindi direi, sì ai biscotti con il cioccolato bianco! ma senza noci, che mi fanno allergia.
    e ne approfitto per abbracciarti 🙂

  4. ah, quella scatola che fatica farla entrare in valigia O.O
    e temo proprio di dover asserire che manchi anche tu per qualche strana ragione che non mi spiego proprio.
    le scatole di latta sanno di casa, di cose belle. puoi prenderle e infilarci dentro sogni o biscotti. come si faaaaa a non regalare scatole di latta? boh io non lo so.
    io sono pur sempre quella della grattugia cappero nano da giardino.

  5. Il cioccolato bianco è stucchevole, chiamarlo cioccolato è come chiamare un volpino un cane da compagnia e no, rompe solo i maroni, ergo, al massimo la buona compagnia ce l’ha lui. Ma quella scatola di latta è adovabile, fatta col cuore, poi ovviamente ripulita che, si sa, il cuore ci mette impegno ma sporca dappertutto.

  6. il biancorì ha distrutto delle generazioni, fra cui la mia. ode al biancorì.
    comunque, vorrei spezzare una lancia in favore del cioccolato bianco, ma solo quando usato con dose massicce di matcha, che si sa.

  7. Io per il cioccolato bianco ci vado pazza, è così pannoso, sa di infanzia, è delicato e profuma di buono… contrariamente all’aggressività di quello fondente che proprio non fa per me (ma tutto il cioccolato non fa per me, contrariamente a quel meraviglioso burro di cacao che mi fa sciogliere….) e…PS….mi piacciono anche i pistacchi salati (introvabili al dalle mie parti, ma quando scendo il paese per arrivare all’estremità opposta…beh, mi strafogo!!!); la scatola iaiosa è stupenderrima (non si dice? macchisenefrega, a me rende parecchio l’idea….) e solo per il gusto di riempirla di biscottini così, con un pizzico di peperoncino, ne farei a palate!
    Un abbraccio!!!

  8. comunque io stavo annuendo già da quando hai scritto che l’hai ingannato e gli hai propinato il cioccolato bianco.
    in realtà speravo ci fosse veleno per topi (topo) ma vabbè.
    sarà per la prossima

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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