Ricette Vegetariane e Vegane

Una tartare di salmone con pompelmo, arancia e senape in grani

Furba no? Ieri durante l’organizzazione dei post (perché è chiaro che lavoro al Blog praticamente solo uno/due giorni a settimana nella stesura dei post. Uh? non era chiaro? ah*va via piangendo) grazie alla mia arguzia e vecchiaia galoppante che non mi dà tregua avanzando inesorabilmente, ho pubblicato Udon e Lenticchie che doveva proprio essere il post di oggi.  Niente paura, mi sono detta. Fuori una. E così in archivio ne rimangono solo 234092840283402834203482340. Bello, no?

In realtà sulle tartare ormai non c’è più nulla da dire. Perversione insieme al (povero) pollo, sono indiscusse protagoniste qui al Gikitchen. Mi manca di fare Salmone e Cioccolato e poi credo di averle composte tutte. Le ho infilate nelle capesante. Le ho messe in piatti tondi-quadri-ovali-a stella-a fiore. Le ho ficcate dentro ciotoline comprimendole e pure fatte stare in bilico precario grazie al prezioso aiuto del coppapasta. Le ho pure messe dentro bicchieri da cocktail. Da Champagne. In Flute. E pure in bicchieri di plastica trasparente.

Mi mancava la tazzina del caffè. E allora, eccomi puntuale come una fastiosa tassa. Il Salmone blablablafreschissimo (santocielo sono insopportabile). Va chiesto al pescivendolo di tagliarlo alto (il mio ormai con “il mio più alto” lo fa alto quanto me) ma non troppo e lasciato macerare in poca salsa di soia,  abbondantissimo succo di arancia insieme alla scorza grattugiata (no. Io oggi mi rifiuto di dire che la scorza non deve essere trattata). Un po’ di sale (ma davvero poco) perché il salmone si sa è già generoso di sale, grassi e tifapassarelavoglialatabellanutrizionale.

E grani di senape. Anche qualche pezzotto di limone o lime ( ma anche cedro per chi ha voglia di una nota agrumata sì ma leggermente dolce) e via per 20/25 minutini . Tempo in cui il salmone cambierà nuance di arancione. E da arancione Hermes (un metro di paragone plausibile no?) passerà a TaroccoHermes leggermente sbiadito (posso essere una fashionfoodblogger per cortesia?).

Insomma olio extra vergine d’oliva e pepe arancione. Ah no. Non esiste. Evvabbè il rosa con l’arancione è un color block degno degli anni 2010 e grazie al cielo l’incubo visivo è finito (Biancaneve spero sia d’accordo con me. Ormai icona fescion del mio cuore). Pepe nero macinato sul momento e pronto in tavola. Cotto e mangiato! *disse leccandosi le dita.

Ah no.

Benedetta esci da questo corpo!

Ora io l’ho ribadito più volte non sono una food blogger. E non provo antipatia per Benedetta Parodi. Pare che ci sia una setta pronta a lanciarle freccette. Al contrario del pensiero comune trovo che sia perfetta per chi ha voglia di mettersi alla prova davanti ai fornelli e ha la fantasia di un bradipo nell’organizzazione dei cento metri veloci di corsa. Propone ricette interessanti e super fantasiose per chi è un abitudinario ma vuole provare l’ebbrezza di una cheesecake con lo yogurt pensando di poter concorrere a Master Chef. Tutto va contestualizzato, santo cielo. Però ecco io non ero qui per fare una critica a Benedetta Parodi che, ribadisco, apprezzo (fosse solo perché riesce a girare la frittata sulle Loboutin) ma per ribadire che no.

Non le perdono il fatto di leccarsi le dita quando dice Cotto e Mangiato. Mi turba.

Mi turba il pensiero che qualcuno si lecchi le dita mentre cucina. E lo fa pure Nigella (e non glielo perdono). E lo fa pure Jamie Oliver (e non glielo perdono). Non lo fa Montersino (per questo lo amo ancor di più) e non lo fa Santin (e per questo lo amo ancor di più) e non lo fa neanche Ramsay (perché lo ama Cristiana e non amo più gli uomini delle mie amiche. Oh me lo so tolta sto viziaccio *ridacchiando*).

E.

E oggi vorrei che istituissimo tutti insieme la “Giornata in cui NESSUNO AL MONDO si lecca le dita mentre cucina”. Vorrei che si festeggiasse anche gli altri 364 giorni restanti ma comincerei anche solo con uno al momento.

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42 COMMENTS

  1. Stavo per scrivere “sì ok Benedetta, Cotto e mangiato, bla bla bla, ma quel cacchio di ditino te lo stacco!”, perché proprio mi perplime, poi ok, io non sto bene e mi lavo le mani solo una centinaio di volte mentre cucino, ma davvero che appena qualcosa mi sporca le mani, lavo e asciugo, lavo e asciugo, sì, non credo sia normale. Ma comunque. La tua sensibilità per le nuances mi ha toccato il cuore. Spero si lavi le mani adesso.

    • Anch’io…lavo e asciugo, lavo e asciugo… l’Inge dice che prima o poi mi cadranno le mani a forza di lavarle! 😉

  2. Posto che sono ancora molto emozionata per il post di ieri sera… Ecco. NON CI SI LECCANO LE DITA QUANDO SI CUCINA!!! E non si assaggia utilizzando lo stesso cucchiaio che si usa per mescolareeeeee!!! E Jamie…ti prego, ascoltami… non devi accarezzare il capretto che bruca, togliere erbacce dal giardino, tagliare l’insalata appena raccolta senza neppure sciacquarla e poi condirla e mescolarla con quelle mani senza lavarle!!!

  3. D’accordissimo anche a me da fastidio vedere le persone che si leccano le dita in cucina!!!! Ci vuole un pò di bon ton…. 😉
    Ebbene sì ti aggiudichi il riconoscimento di miglior fescionfoodblogger del mondo….. 😉

  4. Ecco.
    Non so.
    Non so come dirtelo.
    Ricordami di non cucinare mai insieme a te. O perlomeno di farlo senza dita occhei?

  5. ok.
    a volte lo faccio. lo ammetto. ma solo se cucino solo per me daiiii =_= mh. ok.
    dunque.
    che io di fescion ci capisco poco a parte che l’animalierrr lo odio e enzoecarla sono dei pazzi ma fanno ridere.
    d’altronde ho una borsa passpartù e non è manco arancionetaroccohermes. sono senza speranze lo so. ma sai che ho una perversione per la tartare *-* e la tua è la migliore.

  6. ahahahahh 😀 si…la Parodi che si lecca il dito in tv non se può guardà!! lo faccio pure, ma mica mi fotografo O.o … cioè va… santapizzetta!
    Io le tartare non le amo..uff… però le vedo qui da te e son bellissime!!!

    vabbè… che dici ci facciamo un caffè?????

  7. Io ci sto a questa giornata!
    Basta leccarsi le dita. Un conto è se sei a casa tua e cucina per te stessa, un conto è se cucini per lo studio intero e per il pubblico qualche volta! Ma che roba è??? Però una cosa va detta eh! La fantasia nei piatti non è farina del suo sacco il più delle volte. Ha dietro uno staff e un miliardo di consiglieri, chef e professionisti che hanno l’idea pronta da lanciare. E poi il sito e le mail con le ricette che arrivano ogni santo giorno. Lei secondo me si limita a provare giusto qualche ricetta a casa e poi a leccarsi le dita. E’ brava sui tacchi e tutto quanto, però la trovo un po’ banale a volte. Non preparerei mai una sua ricetta, ma è carina da guardare. Chiudo gli occhi quando si lecca il ditino. Nella nuova stagione per fortuna non deve dire più la solita frase, perchè è su la7. Ora c’è una piattaforma che gira. Bah. Io la guardo solo per riderne.

    • ogni tanto qualche sua ricetta la faccio… ma da brava consulente di igiene alimentare mi trattengo dal gesto finale :_)

      • E quando dice “Alloha”? Vogliamo parlarne? E di quando Agnese rompe le balls? E di quando chiama Miguel? E di quando fa l’esperta di turno? Secondo me alla fine lei ci mette solo la faccia, ma il resto lo fanno gli altri che ci stanno dietro!

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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