Ricette Vegetariane e Vegane

Il cappellino di Babbo Natale con le Pastiglie Leone. E sogni.

Oggi festeggio questo indimenticabile giorno per il mio iperuranio brulicante di sogni realizzati e per il mio cuoricino gonfio di orgoglio dato che papà e mamma sono al dodicesimo cielo per me, con un’idea velocissima per Natale. Spero tanto possa piacervi come sempre innanzitutto, e che poi la facciate perché oltre a mettere indiscutibilmente allegria è davvero particolare, golosa e perfetta per un regalino economico, fatto con il cuore e unico.

Il cappellino di Babbo Natale

E per realizzarlo ho adoperato proprio le Pastiglie Leone. In realtà questo cappellino doveva finire sul mio libro (come altre 2304982340982394823 idee che pian piano ho dovuto cestinare perché ahimè un’enciclopedia non era possibile) come molte altre cose che verranno pubblicate. Sempre alla stregua del cappellino di Babbo Natale ho messo quella della Befana. A pagina diciotto infatti trovo il modo per realizzare il Cappellino della Befana adoperando come in questo caso la cialda di un gelato.

Sul libro per il giorno della Befana (ormai che ci siamo cerco di incuriosirvi un po’. Uhm ci sto riuscendo?) il gelato della befana con scopette e idee volanti. Le scopette sono sia in versione salata che dolce. Quello de libro è interamente realizzato con una colata di cioccolato fondente mentre questo con glassa di zucchero e del cioccolato fondente rigorosamente (e chi altri sennò) Pastiglie Leone lavorato a pietra settanta per cento senza latte e zucchero (cielo che bontà!).

Come realizzare il cappellino di Babbo Natale?

Niente di più semplice.

– Ricoprire una cialda-cono classica per gelato da passaggio (anche quelli più piccoli vanno bene, naturalmente) con una bella colata di cioccolato bianco e colorante rosso per un gusto cioccolatoso, altrimenti con una colata leggera di glassa allo zucchero leggermente colorata di rosso con poche gocce di colorante alimentare in gel.

– Dopo aver ricoperto interamente il cono bisogna far solidificare il cioccolato bianco o la glassa.

– Una volta asciugata la copertura, con l’aiuto di un pennellino da cucina o anche con una spatolina (uno stuzzichino, quello che avete insomma) fare il bordino nella parte inferiore con cioccolato fondente e immediatamente applicare tre pastiglie (bianche o marroni per formare la “la cinghietta”) che si attaccheranno ben presto con il calore del cioccolato fuso.

Lasciare raffreddare e via. Ecco pronti i cappellini di Babbo Natale.

Cosa farne?

Beh. Infinite sono le possibilità. Si possono infilare in un sacchetto trasparente e con qualche nastrino, un bigliettino carino e due righe d’amore e amicizia vien fuori un pensiero delicato e speciale. Si può anche pensare di presentare il cappello sopra una bella pallozza di gelato (proprio come nel gelato della befana che c’è sul mio libro sì). Per fare il volto di Babbo Natale basteranno due gocce di cioccolato per occhi e una bella caramellona rossa sempre di Pastiglie Leone per fare il nasone (guanciotte? rosa!) Tanta panna montata per barba.

Libero sfogo alla fantasia più sfrenata insomma. Sono sicurissima e ho pochi dubbi che tutti impazziranno per il cappellino di Babbo Natale.

Adesso io vado a fissare un po’ il soffitto sgranocchiando le mie Leonsnella allo zenzero (ultima passione violenta che alterno a quelle al tè matcha e a quelle alla cannella). E inspiro un po’. E’ davvero un giorno indimenticabile. Uno di quelli che racconterò ai miei nipotini.

Magari facendo per loro cappellini di Babbo Natale. Chiedo solo questo. E’ troppo, vero?

La proporzione perfetta per la glassa? 600 grammi di zucchero a velo e 100 grammi di albume (più colorante alimentare in gel).

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11 COMMENTS

  1. *______________*
    festeggiare costruendo cappellini per poi sbracarsi sul divano a ingurgitare caramelle. è il minimo per una giornata del genere. (e a questo punto ho bisogno di un nervocalmante.)

    (leonsnella zenzero matcha. ho gli occhi di fuori.)

    • Voglio ritornare 140 chili così.

      cosastodicendo?

      l’ho detto convinta e sorridendo allo schermo .
      *_*
      ( forse già sono di nuovo 140 chili e non me ne sto rendendo conto. PARLAAAAAAAAAAAAAAAAA PARLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA )

    • sappi che non ne avevo molte ( ma provvederò) ma le ho divise volentieri con un’amica che trascuro moltissimo. Anche se non vorrei.
      E le ho messe insieme a dei tovagliolini di babbo natale.
      <3

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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