Ricette Vegetariane e Vegane

Jack Nicholson (il mio fidanzato) e la Torta Oreo che è più Brownie

Ho avuto un attacco di ira violenta quando ho perso questo post. L’ho scritto per più di un’ora come in trance; ovvero come mi accade non poche volte. Poi un problema di wordpress che resetta automaticamente e talvolta non conserva i vari step come dovrebbe nonostante avessi premuto salva ogni quindici secondi come mia abitudine e il: nero. Il vuoto. Ho spaccato una tastiera e un mouse. Con quella preoccupante calma che spaventa. Ho semplicemente preso la tastiera e lanciata come un frisbee con violenza verso il basso e non ad altezza visiva e via. Tutti i tasti sono volati. Con le batterie. Con le lacrime. Con le parole perse. Con gli agganci.

Sono rimasta vuota, senza ricordi e con pezzi di lettere ai piedi. Ho perso la ragione, come ultimamente accade spesso in eccessi di ira e dolori che vengono trattenuti nel tempo per poi sfociare così. In una freddezza delirante dove tutto è mio. Posso distruggerlo perché mi appartiene. E nessuno deve avvicinarsi. Questo mi fa maggiormente comprendere per ironia della sorte proprio perché io mi senta molto vicina a Jack, all’idea che mi sono fatta negli anni del messaggio di Kubrick e King e proprio perché pur non avendo mai avuto eroi, tranne che mio padre, e miti io mi ritrovi qui come una bimbetta di quindici anni a “dedicare” una ricetta al mio beniamino che nella realtà della mia esistenza poco importa se sia nato e cresciuto davvero nel pianeta terra. E’ semplicemente un’idea. Di quelle fluttuanti e con un corpo che albergano nell’iperuranio. Mi sono immaginata più volte cosa dovesse mai accadere e che tipo di comportamento potrei assumere se morisse Jack. Ho sofferto per Lucio Dalla, in quanto voce della canzone di me e papà e ho frignato come una bimbetta nel ricordo di Patrick Swayze perché anche lui non poteva essere messo in un angolo, proprio come Babe, da un tumore fulminante. Dopo che aveva sconfitto fantasmi, macarene e il duro del Road House. Jack fa parte di me (Torrance soprattutto) proprio perché l’ho identificato nella mia parte maschile. Molto sintetico, a tratti delirante e molto meglio comprensibile in quello che avevo scritto prima. Solo che adesso non c’è più. E’ lì per terra con i tasti spezzati della mia tastiera. Domani dovrò comprarne un’altra ed è il mio unico pensiero, mentre afferro un altro computer. Conscia del fatto che potrei perdere anche questo. Spaccare anche questo. Prenderne un altro e andare avanti così per quanto? Per giorni. Assicuro per giorni.

Shining che sia per scritto, visto da King o da Kubrick è forse l’unica mia ossessione visiva. Sì anche Twin Peaks ed è per questo che non smetto di amarlo e di averne paura e di riguardarlo e di indagare e di estrapolare il mostro del cibo che lo contiene ma semmai dovessi essere messa davanti alla scelta del mio ultimo film ho pochi dubbi a riguardo. Shining. Ho spaccato telefoni e tastiere per molto meno ma mai con questa veemenza e dolore. Perché perdere dei pensieri che mi riguardano e soprattutto visti attraverso i miei occhi e gli specchi dell’Overlook Hotel è una morte. Di quelle importanti che lacerano. Perché attraverso determinati scritti capisco e indago. Soffro e guarisco per poi ammalarmi di nuovo in questa tarantella del dolore. Non serve poi rileggersi, perché non lo faccio e ne ho paura talvolta, ma già farlo. Scrivere. E’ uno sfogo. Lo faccio proprio nel giorno dell’attesa del risultato della tac di papà quando i nervi sono esplosi al massimo da mattina a sera. Quando l’isolamento dal cuore trafitto da spille e aghi e sangue e frattaglie, non serve a nulla. Perché non vi è mai un vero muro così forte da non far passare il buio e l’abisso del dolore. So che quando ho visto questa polaroid molto probabilmente scattata dalla figlia di Kubrick durante le riprese mi sono sentita quasi in dovere di star lì a sorridere. Come un ebete. A indagare se Jack stesse pucciando nel burro di arachidi quegli Oreo ben visibili. Mi fa stare bene scoprire. Indagare e percepire. A sinistra della prima polaroid in alto c’è proprio Kubrick. Si vede la barba e il braccio ma non che mangia l’Oreo. Nello sguardo di Jack, infantile ed entusiasta con le labbra come se rinforzasse il concetto di marachella che si accinge a fare, diventa tutto più semplice. Quasi più facile. Quando mi rifugio nelle mie fissazioni, ossessioni, perversioni visive e paure trovo conforto. E’ per questo che nei periodi orrendi preferisco rispolverare qualche Horror perché proprio delle principesse non ho voglia. Per masochismo acuisco il dolore per poi sentirne meno dopo. Adesso vorrei solo trovare le mie parole. Quelle che sono buttate ai miei piedi tra i tasti rotti. E spaccati. Quelle che mi hanno rubato. Che non ritroverò. Insieme ai parallelismi che avevo fatto con Scream parlando di pop corn scoppiati.

Insieme alla mia nenia sulla dispensa dove Jack è sdraiato. Sì perché a ben guardare Jack è proprio nella dispensa, un luogo protagonista di Shining. Viene più volte inquadrata e compare in determinate sequenze clou. A partire da Danny e l’incontro con quella parola che ne determinerà la consapevolezza: la luccicanza. Sono proprio sdraiati lì nella dispensa tra un ciak e l’altro. E chissà di cosa discutono e come si guardano, mi dico. Mentre ricordo Jack venir giù dal tetto nelle pagine del libro di King, scena presente nella miniserie televisiva. E di quell’aggiustamento di tegole e tetti in Kubrick neanche un po’. Saper raccontare e scrivere una storia dentro la storia. Rileggerla con chiavi sempre diverse che portano a una stessa strada. Percorribile a seconda di pazzi segnali. Una volta l’obbligo a destra e poi a sinistra. E ritrovarsi sempre in quel punto.

A senso unico. A unico senso anche se è alternato.

A differenza di quanto si possa pensare nelle visioni horror, tanto quanto nei cartoon, vi è moltissimo cibo “non buttato a caso” ma a ragione. Lo constatavo proprio durante una delle scene clou di American Horror Story, che con maestria e poesia fa proprio dimenticare il fatto che sia classificata come serie televisiva. Perché tutto sembra tranne che questo. Appare piuttosto come una grande interpretazione cinematografica. Soprattutto quando vi è quell’inquadratura dall’alto. Sembra quasi un fisheye non troppo esasperato. Che fa sussultare la mia pupilla in una pelle d’oca continua. Incosciamente mi sono resa conto che i pop corn in una delle scene cult di Scream diventano simbolo di parallelismi inconsci. Allo stesso modo accade con i tortini di carne. Con il lecca lecca di Audrey che diventa simbolo di efferati omicidi e segreti perversi. Sul libro ho sintetizzato in tre parole con le patatine fritte e il ketchup fatto in casa. I due alimenti preferiti di Danny insieme al gelato. Era troppo facile e semplice il richiamo del ketchup al sangue. Era troppo difficile e complicato scrivere quello che davvero per me rappresenta l’Overlook Hotel e l’immagine di me traslata a quella di Jack. E intendo sempre Torrance e non Nicholson.

Per rilassarmi e perdonarmi di questa perdita. Di parole e tasti. Sono rimasta lì a fissare Kubrick e la famiglia. Attraverso l’immagine sfocata di Jack e l’esasperazione del giallo. Ho provato a immaginare cosa provi e se si possa provare qualcosa quando in quell’abbraccio c’è un fantasma e non più. E non più.

Lui.

E una paura. Un terrore e un fato ha fatto sì che perdessi le parole quasi a volermi tutelare. In un gioco di sinistro di paure, angosce e perdite. Questa torta oreo non l’ho copiata da nessuna parte. Ho buttato gli ingredienti dentro il bimby, ma si può fare con qualsiasi strumento ed è quindi stupido ribadirlo ma lo faccio. Ho appuntato la grammatura perché speravo venisse buona. Speravo di poterla replicare e dire che era mia. Come il mio dolore. Come le parole perse.

Mi è stato detto che è buona. E chi me l’ha detto non mi mente. Quindi semmai voleste provarla e dirmi il vostro parere sarebbe un regalo e un pensiero gradito.

 

Il mio omaggio a te Jack.

  • 125 grammi di philadelphia
  • 250 grammi di biscotti oreo
  • 150 grammi di burro (100 di burro e 50 di burro di arachidi in alternativa)
  • 3 uova
  • 30 grammi di cacao amaro in polvere
  • 120 grammi di zucchero semolato
  • 150 grammi di cioccolato fondente al 70%
  • 1/2 cucchiaino di lievito

 

Io ho frullato senza un ordine preciso tutto nel Bimby. Non bisogna chiaramente possederlo. Basterà frullare con un comunissimo frullatore i biscotti oreo (con tutto il ripieno, sì) e il cioccolato fondente e poi unire ingredienti secchi e liquidi aiutandosi con uno sbattitore elettrico o quello che si ha a disposizione. Un frullatore piuttosto “potente” potrebbe ugualmente svolgere la stessa funzione; allo stesso modo un’impastatrice per amalgamare il tutto. Allo stesso modo pure olio di gomito, sacchetto di plastica e violenza inaudita con mattarello. Insomma. Gli ingredienti non necessitano di chissà quale elaborazione. E’ importante che tutto si amalgami e diventi cremoso, compatto e liscio.

In una teglia imburrata per bene si versa il composto ottenuto e si infila in forno a 180 per 40-45 minuti. Dipende dalla grandezza della teglia che adoperi. Io per testardaggine pur sapendo di sbagliare ne ho adoperato una troppo piccolina e quindi l’impasto è diventato eccessivamente alto e apparentemente umidiccio (poi è risultato perfetto, fortunatamente).

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51 COMMENTS

  1. sei tanto carina e simpatica, ma “in trans” non scriverlo per favore… è francese, e si scrive “in trance”. trans è latino, oppure se hai una naughty mind è qualcosaltro 🙂
    ..ti avrei mandato una mail privata ma non trovo come farlo, cancella pure il commento, ma ti pregotipregotiprego correggi!

    • santo cielo *_*
      l’ho scritto io? Sì . So come si scrive, lo giuro vostro onore.
      credo sia stato quel maledetto correttore del mac.
      provvedo subito .
      Tranquilla. Non cancello niente e apprezzo moltissimo . Sei stata gentilissima. Un bacio !

      ( no. non ho la mente così maliziosa )

      • guarda, ho iniziato a leggerti da poco, ma questa tua reazione mi fa capire che sei una persona veramente carina e mi invoglia a leggerti di più. per averti corretto mi hanno apostrofato come maestrina, maleducata, professoressa e quant’altro… invece tu hai capito lo spirito di aiuto che avevo, l’ho anche scritto che volevo avvisarti in privato, mica ho messo il commento per insultarti o additarti come ignorante! tu scrivi “professionalmente”, un errore puo’ capitare, ma è brutto, meglio correggerlo, non capisco cosa avrei dovuto fare secondo queste persone, lasciarti un pezzo bellissimo con un brutto refuso?
        non ci sono modi “gentili” per dire a una persona che ha fatto un errore, ho cercato di essere neutra e spiegare il perchè, come si usa in paesi meno emotivi del nostro 😛 adesso vivo in Germania e ho contatti quotidiani con inglesi, vorrei vederle le persone che mi hanno dato della maleducata cosa farebbero … non c’è giorno che qualcuno non ti faccia notare qualcosa! ma lo fanno per educazione e gentilezza (leggi “per evitarti imbarazzi”), proprio l’opposto di come l’hanno presa certi commentatori qui. buffo no? forse mi sto trasformando in tedesca anche io haha
        comunque, grazie di aver capito lo spirito, sei una bella persona 🙂

        PS le maestre e le professoresse sono belle persone anche loro, generalmente 🙂 alla mia maestra delle elementari volevo bene e alcune delle mie professoresse erano geniali.

        • Fleur mi dispiace. E pure tanto. Non succede proprio mai-mai-mai-mai nei “miei” spazi. Non voglio minimamente giustificare le considerazioni di terzi anche se però mi sento di dire (un’ovvietà ma diciamola ugualmente) che talvolta ci si lancia in giudizi infondati e affrettati. Magari pensando di tutelare o addirittura immedesimandosi e credendo che la persona interessata possa esserci rimasta male. Insomma. Mi fermo.
          Dietrologia-psicologia-da supermercato a parte ( ho preso la specializzazione nel banco frigo 😀 ) hai assolutamente ragione e mi sono alzata dalla sedia applaudendoti quando hai scritto che siamo un paese emotivo. Concordo in pieno (io sono la massima esponente tra l’altro). Ho apprezzato davvero moltissimo. Perché nel caso in cui non fosse stato il correttore automatico del mac avrei imparato qualcosa di nuovo. In quel caso non avrei mai avuto paura di ammettere che non sapevo scriverlo. Se c’è una cosa che non faccio è temere o avere paura di quello che realmente sono. Mi odio ma trovo la forza in questo. Non voglio essere altro. Voglio solo imparare ad amarmi.

          Per me è fondamentale lo scambio. Imparare. Assimilare. Vivo per questo.
          Non in ultimo mi piace poter scambiare due parole, di qualsiasi genere, con chi si infligge questa pena di leggermi 😀

          Mi scuso assolutamente a nome di chi ha giudicato frettolosamente, perché siamo in casa mia e quindi è mio dovere (oltre che piacere) e ti abbraccio forte sperando che questo non comprometta due chiacchiere future. Mi dispiacerebbe e molto.
          Ti abbraccio forte e nel caso in cui non dovessimo scriverci fino a Natale colgo pure l’occasione per augurarti un felicissimo Natale *seguono cuoricini,

          Germaniiiiiiiiiaaaaaaaaaaa!!!!!!!!! Ho la zia tetesca ( che amo !) .
          Beh arrivati a questo punto ti prego dimmi cosa mangi per la Vigilia ! Sono curiosissima ( sto tartassando tutti con questa domanda! perdono)
          Un bacione :*

          ( la mia maestra elementare SantaSignorinaRapisarda . La amo)
          a presto !
          ( e grazie)

  2. cazzo.
    in quei momenti io mi domando perché. in un loop infinito.
    sono sempre persa nella mia mente a recuperare cause ed errori che mi portano dolore blocco malattia ditaschiacciatenelleporte ricordi persi.
    ma certi episodi non riesco a ripercorrerli, non arrivo all’origine, a qualcosa che possa rendere comprensibile l’evento (o perlomeno una traccia che mi permetta di incolparmi).
    un perché dalla eco infinita. mi fa diventare pazza.

    • ti scrivo dopo e parliamo dell’ultimo videoblog. videoricetta.videoqualcosa. videomeikap.
      sono un po’ nel buconero.
      ma.
      mi manchi.
      Fai sorriso?
      come ti senti oggi?

      • sorrido con impegno e mi spacco labbrabaso perché mi soffio ogni tre secondi e. pelle bruciataaa *_* e continuo a sorridere.
        (ho deciso dall’incazzatura di passare alla follia. ogni tanto ci si riesce.)
        manchi tanto tu.
        parliamo. parliamo di gente che parla di testate agli spigoli dei muri nei vlog.

        • anche iaia labbraspaccatesanguedoloreimmondo. Devo farti assaggiare la cotognatasicula ma non quella troppo zuccherata. E’ buonissima. Senti. Sefaisorrisomagariparliamodituoviaggioqui. Eh? quattrogiorninsieme.Anchedue.Ancheotto. Mi sa che hai vinto(per tua sfortuna) la tombola super natalizia 😀
          Deciso per il cenone di natale? VOGLIODEVOSAPERE.
          DEVOVOGLIO.
          Turi ha decretato anatra all’arancia. Che io non cucineròmancoammazzata.
          Però voglio rivestire il pandoro di pasta di zucchero. E voglio fare pure l’ombromino con la pasta di zucchero? sepofa’?

          • ombromino zuccheroso, se pò ffà secondo me *___*
            sei sempre colei che ha decorato il gessato di jack skeletron. perciò.

            sembrava dovessimo fare qualcosa per il cenone che poi invece no e insomma. sono nel panico e devo farmela venire almeno mezza idea.

            mangiata la cotognata tantotanto zuccherosa che fa bruciare le gengive. però mi piaceva quel sapore che diamine. un’altra droga per me. sarà la fine se la assaggio.

            che poi ho trovato i datteri freschi e li sto mangiando e. è la fine davvero.

            (vinto tombola giorniconIaia? sparo qualche fuoco d’artificio e ne parliamo.)

            • NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO I DATTERI NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

              SE LI PROVI CON I PISTACCHI E LE NOCCIOLE e’ FINITAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

              ( mangio. mi butto a letto. e ti scrivo)
              ( sì purtroppo hai vinto tu unavitaconiaia. Mi spiace moltissimo ma so pistacchi tuoi adesso 😀 )

              ( apparecchio che il Nippo ha fatto cetriolimaiscarote e mangio carote con senape aromatizzata ai frutti di bosco. una schifezza che devo farti provare PEFFOZZA)
              ( alla vigilia la parola d’ordine sarà solo una: aimessagg e scrinsciot di gnapppe’)
              scrinsciot occhei?
              <3
              a dopo ombrellinamia :*

              • chissà se faccio in tempo a stamparmi un lenzuolo con gnappetta natalizia per drappeggiare la parete in sala da pranzo, sarebbe proprio il caso.
                aimessag ci salverà.

                senape junk molto promettente *_______________*
                devo conoscere così tante cose ancora.

                mi dopo con la frutta secca.

                <3 <3 <3

                • abbiamo una vita davanti.
                  e avremo tende con gnappa.
                  *_*
                  nel nostro ufficio.
                  TELOGIURO .
                  TELOGIUROOMBRELLAMIA.

                • io credo in poche cose.
                  ma sul fatto che avremo un ufficio insieme ho pochi dubbi.
                  ( sai che a marzo-aprile qui arriva un labrador chocolate? ecco. preparati al peggio)

                • uso il verbo credere talmente di rado che mi viene da ridere. e davvero, ho pochi dubbi anch’io.

                  (una labrador chocolate per me è un cane color cioccolato. fondente. però poteva benissimo essere un complemento d’arredo molto desaaaigngn. sto andando benissimo vero?)

                • e mi piace da morire che ci facciamo i fatti nostri *ghghghg*
                  Nippo mi sta preparando il caffè
                  e ha appena detto ” non abbiamo spedito i fichi secchi ad Ombrella”.
                  Vado a spaccarmi il setto nasale.
                  giusto per cominciare.

                • macomeeeeeeeeeeeeeee non è affatto equo!

                  *_* aspetta per il setto nasale, che ce lo andiamo a rifare insieme come fanno le vere amiche. (niente canale di meikap se non abbiamo il naso nuovo.)

  3. Allora senti, parliamone..io qualche mese fa ho stracciato con le forbici il mio corredo di lenzuola dopo averle deturpate con pennarello( giuro) io per sfogo di nervi proporrei di incontrarci, ci mettiamo in una stanza e tu da una parte cominci a lanciare cellulari e io a stracciare lenzuola, poi la prima che si stanca soffia in un fischietto e ci diamo il cambio, tu passi alle lenzuola e io ai cellulari, durante il cambio pero ci incontriamo a meta stanza e improvvisiamo un balletto scemo…secondo me funzionerebbe come scarica tensione.

    • GIURAMI che balliamo anche il waka waka.
      GIURAMELO.
      Sai che mi sento meglio adesso in vista di questo progetto futuro?
      ti abbraccio.
      e.
      ti capisco piccola. Purtroppo il reset dei nervi a volte. Tira davvero brutti scherzi.

  4. amo. il dolce, il post, jack, i suoi film. le sue foto. le sue foto. mi sono persa tra loro ma pure dentro. che cavolo.
    mi piace quello che hai scritto, ne scrivi ancora? un pochino ancora.
    abbraccio intanto.

  5. Ricordo quando mi hai mandato quell’sms “Giu sono un’autrice” e io ho fissato il monitor dell’iphone sorridendo e ho detto “e brava, la mia Jack Torrance”.
    Shining è davvero uno dei pochi film in grado di spaventarmi.
    L’ossessione, l’ansia, il dolore.
    Farsi più male, per sentirne meno dopo. E’ vero. Perché se sbatti sul fondo con la faccia, dopo fa meno male per forza di cose.
    La torta la faccio,
    le parole ritrovale, nel buco nero.

    Solo questo.
    Ti stringo.

    • ti amo.
      solo questo.
      senti ma.
      davvero fate foto per me? io voglio nonna con libro disperatamente.
      e pure silvana che ti strozza *_*
      foto di silvana che ti strozza.
      roba che me la tengo NELPORTAFOGLIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

      • comunque non ho mai spaccato una tastiera e mi sento una cretina.
        però da piccola avevo dei guantoni da boxe enormi (ornamentali in teoria) me li infilavo e davo pugni al muro. C’era la bandiera americana sopra e macchiavo il muro.
        e una volta ho lanciato un bicchiere su altri bicchieri.
        io sono una persona CALMA okay? bene.

        • redimiti puffolotta.
          redimiti.
          prendi la tastiera.
          e spacca tutto.

          ( dimmi che c’è il maremmmmano con un cappello di natale in testa o spacco quella nuova adesso)
          ( sai che la tastiera nuova di adesso è uguale a quella che ho spaccato? se le spacco quando ancora non è andata fuori commercio la precedente neanche me ne accorgo)

          • il maremmano ancora non l’ho visto perché sto andando da ilaria.
            ma appena lo vedo metto cappello babbo natale, acchiappo il puffo biondo e ti mando romantiche e strazianti cartoline natalizie di auguri, come la vedi?

            okay sul pezzo della tastiera fuori commercio ammetto di aver ridacchiato. sei veramente pazza XD <3 io una l'avevo salvata però, ricordo di avertela fatta posare mentre stavi per lanciarla.
            ho rischiato la vita, me ne rendo conto.

            • io conmaremmammmmanocappellobiondopiccolo e ginevrasofichesiscrivecosieilaria POTREI pure impazzire.
              ancora di più.
              Ci aggiungiamo Venera vestita da babbo natale con un vassoio di cannoli in mano ed è fatta.
              la tastiera fuori commercio è da scompisciarsi. le mie considerazioni talvolta sono geniali.

              ( non devi mai fermarmi quando spacco le tastiere* e te lo sto dicendo con lo stesso tono di nessunopuometterebeibiinunangolo)

              dicci a ilaria che è mia.
              e che non vi sopporto piuuuuuuuuu VOGLIO VIVERE AL NORDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD CON VOIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII)

              • se continuiamo ad annidare commenti esploderà uorpréss.
                detto questo c’è una canzone dei Baustelle che dice “ora che vivi al nord, ti amo un po’ ” l’hanno scritta per noi.
                TRASFERISCITI.
                anzi TRASFERIAMOCI a Torino. basta. ho deciso.
                è giunta l’ora.
                cosastodicendo.
                ti ho fermato, probabilmente l’hai rotta due giorni dopo però =_=” le ho regalato due giorni in più.

                • è stata una tastiera felice in quei due giorni.
                  sono un’anima senza casa ( cosa sto dicendo ovviamente non lo so ).
                  Non c’è un Nord e un Sud.
                  C’è un tuttotuttotuttoniente.
                  Ma la casa al nord è al primo posto nella to do list mia e del nippo.
                  Ed esattamente a torino.
                  e ti dico pure che celabbiamoquasipraticamente. Dobbiamo solo vederla.
                  una volta che avrò casa lì sarà tutto più semplice.
                  e poi mi sa che.
                  il 2014 sarà l’anno dell’aereo.
                  l’ho quasimezzo promesso a Turi. Non del tutto altrimenti poidevofarlo ma.
                  L’ho quasi promesso e sono pronta a dire sì anche allaltrametàpromessa.

                  se piglio l’aereo è finita.
                  NON MI PIJIA più nessuno.

                  chiara ferragni levate.

                • la mia sfida più grande è portarti in metro a roma.
                  se ti porto in metro a roma: il mondo è tuo.
                  vai a londra con turi o ti spacco la faccia.
                  dettoquesto.
                  domenica prossima vado a fare tatuaggio che tu odierai ma. ma lo faccio lo stesso. te lo sto dicendo qua pubblicamente siccome sei mia moglie, non divorziare perché poi te lo spiego il perché <3

                • fai l’infinito?
                  no perché se fai l’infinito LOGIURO bionda.
                  io chiamo l’avvocato e le dico che sei incapace di intendere e volere e che no.
                  la pratica della comunione e della cresima dei beni .
                  comprese deposito tastiere rotte.
                  proprio no eh.

                  Ma fatti una pin up bionda sensuale piuttosto !
                  fatti una pupilla e una maghetta abbracciate.
                  fattequalcosadiintelligentesantocieloooooooooooooo

                • maghetta abbracciata ad ombromino o pupilla.
                  PINKIA.
                  quella sì che è poesia.
                  lo faccio pure io.

                  taaifatefascompisciare

  6. ah dimenticavo 😐
    sogno una tua graphic novel di Shining.
    E volevo dire anche che la mostra fotografica di Kubrick è stata la mostra più bella che io abbia mai visto. ciao 😐

        • no amo’.
          stodawordpress.
          non sevedebasita. sevedetriste.
          *_*
          ma che colpa ne hoooooooooooooooo se ho 20348203498230498234092834092834 apparecchi?!?!? MICA LI COMPRO IOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

          ( ? cosa sto dicendo?)

              • io e te che parliamo da sole?
                ermejodellinternet.
                annamo bene.
                annamo.
                edaje.
                io non ci capisco più niente, ho fatto 84204892 gingerbreadsssss con la ricetta di montersino. sii fiera di me.
                sii fiera.
                tiamomolto.
                cretina.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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