Ricette Vegetariane e Vegane

I Nocetti

Ho visto poche puntate di Bake Off e un po’ mi è dispiaciuto perché mi piace (e molto)  Ernst Knam; fosse anche solo per sentire qualche sua nota, consiglio o accorgimento sarebbe stato importante dal punto di vista culinarioculturale, mettiamola così. Questo format che in realtà si chiama The Great British Bake Off (trasmesso dalla BBC e campione in 12 paesi di tutto il mondo come ascolti) ha più o meno la stessa formula di Masterchef. Concorrenti, vite, giudici e prove ai fornelli ma questa volta solo dolci. La prima puntata non me l’ero persa e avevo apprezzato moltissimo la location che è Villa Arconati (Castellazzo) nel Parco delle Groane a Bollate e questa fotografia “non troppo italiana” dai toni romantici ed esasperatamente confettosi. Venerdì poi per sbaglio vedo la semifinale. Alla quinta puntata già la semifinale? Rimango lì stordita e inebetita pensando che non possono essere passate cinque già cinque settimane e mentre arriva la conferma che la mia vecchiaia galoppa verso i luoghi comuni più comuni (il tempo vola, non ci sono più le mezze stagioni e can che abbaia non morde), mi accorgo che sono arrivate le tre stesse donne che avevo individuato dopo le prime due ore di programma; ovvero la mamma sosia di Cameron Diaz (bravissima, e lo si notava già da come teneva il matterello in mano), la decoratrice e la diciottenne. Tre appellativi un po’ troppo qualunquistici ma non ricordo assolutamente il nome. Rimedierò, pardon.

Rimedierò soprattutto perché tra feste, inizio dell’anno, canale +1, +5 e roba varia, Sky ritrasmetterà sicuramente le sei puntate in loop continuo nelle settimane a seguire (sì perché la prossima è la finale. Se metto venti allarmi forse me ne ricordo). Durante la semifinale si preparavano i biscottini di Natale. In due ore dovevano confezionare ben 150 biscotti, ovvero 5 tipi di biscotti e quindi 30 per ogni tipologia. Tra questi (sablè, shortbread e chocolate chip) c’erano le stelline tedesche con la glassa che ama tanto Ernst; tanto da sentirsi addirittura di regalare le formine originali simil-stampo ma in alluminio per realizzarle.

Rullo di Tamburiiiiiiiiii:

Zimtsterne

Ecco. Io non ho mai fatto le Zimtsterne. Sì certo stelline alla cannella a milioni. E pure con la glassa sopra. E pure. E pure. Ma infornate con la glassa e con il metodo infallibile Ernst, giammai. La cosa mi fa oltremodo arrabbiare tanto da ripromettermi che nonostante io abbia chiuso con la stagione biscotti in settimana dovrò NECESSARIAMENTE confezionarli. Non è stato per Natale? Bene. Sarà per capodanno. Non ci arrivo a capodanno? Bene. Sarà per la Befana. Non arrivo a.

Ma anche a Ferragosto, va.

Oggi però io non è che dovrei portarla molto ancora per le lunghe considerato che 32408234820349823490 impegni mi attendono. E’ che mi piace così tanto perdermi in chiacchiere stellinose glassate. Insomma oggi si parla di Nocetti! Li ho preparati a inizio Dicembre (o forse addirittura fine Novembre) e sono tutti letteralmente impazziti. C’è da dire che qui si sta parlando di Ernst e Luca (Montersino) con una scioltezza tale che pare a dir poco irriguardoso. I nocetti infatti li ho confezionati seguendo scrupolosamente la ricetta del Maestro *segue inchino* e serviti in queste coppettine Ikea che ho comprato in blocco da mille pacchi nella tonalità del bianco per arredare l’iperuranio e in blocco da tremila pacchi nella tonalità del rosso per farci pure paralumi, divani e pareti attrezzate. Sarà che la vecchiaia avanza inesorabile non soltanto con lo snocciolamento continuo di luoghi comuni ma anche con la voglia esasperata di merletti e fronzoli d’antan.

Confesso che quando ho visto Bake Off e la difficoltà di fare dei sablè perfetti un po’ mi si sono rizzati i peli. Mi mortifico sempre dicendo che non sono brava. Che non so cucinare. Che non sono in grado. Che non riesco nella perfezione che mi sono prefissa. Che. Che. Che. Ma quando ho visto in semifinale persone che non erano in grado di fare stelline, di sistemare biscotti sablè dando una forma rotondina e colpi di sac a poche scivolata per gli american chocolate biscuit c’è stata una vocina che mi ha sussurrato:

“ma lo sai che forse così tanto schifezza non sei?”.

Pretendere molto è sempre cosa buona e giusta. Come la forte autocritica e non accontentarsi mai. Ma ascoltare vocine improvvise che si avvicinano quando meno te l’aspetti e che vogliono coccolarti un po’ a dispetto di quelle continue che urlano e massacrano beh. Forse che forse alla fine di questo difficilissimo e intenso anno. Voglio ascoltare un po’ anche loro.

Perfetti per il tè e per la cioccolata calda. Colazione o merenda e direi pure per un dopo pranzo o cena se serviti con un amaro o un ammazzacaffè. Sono biscotti versatili, friabili e gustosissimi. Non troppo complessi come appaiono o forse sì. Ecco dai. Forse sì. Una volta Francy ha scritto una frase che mi ha molto colpito “iaia fa apparire tutto facile”. E poi parole d’amore. Di lusinga. Che in cuor mio spero di meritare anche solo per l’uno per cento. Ecco forse far apparire tutto facile non significa che lo sia. Ma se ci credi davvero allora forse un po’ lo diventa. E quando accade poi con il tempo ci si può rendere conto che non solo non lo era. Ma che ci sei anche riuscita. E allora rimane solo una cosa:

fare di più. E poi di più ancora. E ancora. E ancora.

Si conservano benissimo nella scatola di Latta. Meglio se accanto c’è un Nano Stilizzato (regalo dell’adorabile e bellissima Elisa che mi ha portato il 12 Ottobre in occasione della Presentazione del Libro).

La Ricetta

Ingredienti per 50 Nocetti circa (la metà della dose di Montersino. Dovevano essere 30 ma forse ho fatto una versione eccessivamente mignon)

Per la pasta frolla bianca:

  • 220 grammi di burro
  • 140 grammi di zucchero  velo
  • 32 grammi di tuorli
  • 310 grammi di farina 180 W
  • 65 grammi di fecola di patate
  • 1 grammo di sale
  • 1 gramo di vaniglia Bourbon in bacca

Per la pasta frolla al cacao e noci

  • 220 grammi di burro
  • 140 grammi di zucchero a velo
  • 40 grammi di tuorli
  • 310 grammi di farina 180 W
  • 50 grammi di fecola di patate
  • 20 grammi di cacao amaro in polvere
  • 1 grammo di sale
  •  vaniglia
  • 175 grammi di noci sgusciate

Per la pasta bianca: lavora il burro morbido con lo zucchero a velo, il sale e la vaniglia. Unisci gradualmente i tuorli, la farina setacciata con la fecola. Copri la pasta con la pellicola e lascia riposare in frigo un’ora.

Per la pasta al cacao: lavora il burro con lo zucchero, il sale e la vaniglia. Unisci poco per volta i tuorli e la farina setacciata con la fecola e il cacao. Completa con le noci. Copri con la pellicola e lascia riposare in frigo.

Stendi la pasta bianca con uno spessore di 4 mm circa. Forma con la frolla al cacao dei cilindri. Spennella con l’acqua, o uovo sbattuto se preferisci, la frolla bianca. Posiziona i rotoli di pasta al cacao sopra quella bianca e poi avvolgi. In pratica dovrai rivestire il rotolo di pasta al cacao con il foglio di pasta bianca. Rifila la parte in eccesso e poi riponi in freezer fin quando tutto è indurito in modo da poter dare durante il taglio una forma uguale e regolare a tutti i biscotti. Quando saranno semicongelati tagliali a fette e disponili su una teglia. Inforna a 180 già caldo per 15-16 minuti e lascia raffreddare completamente prima di servire.

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12 COMMENTS

  1. Dopo il dovuto inchino a Montersino… (E si inchina)… Beh, io adoro – oltre al Maestro, è chiaro – i biscotti e senza dubbio proverò anche questi, non appena il forno tornerà in vita…o l’Inge me ne comprerà un altro!!! 🙂 E tu stellina mia ascoltale quelle vocine… <3

  2. Ma sembrano buoni assai! Io per l’anno nuovo però ritiro fuori la tua ricetta dei biscotti con l’avena e ci ficco le gocce di cioccolata invece della frutta secca. :3 non vedo l’ora sia Capodanno XD

  3. Se uno vuole fare una cosa ci deve provare , se non si corre qualche rischio tu non sai mai se riesci a fare una cosa oppure no e tu ti sei messa e sei riusciti a fare queste cose cosi buone e secondo me sono ottimi .

  4. Io ho seguito la serie Bake Off dall’inizio. Mi sono affezionata ad Emanuele. Vorrei avere un amico come lui, che non si perde mai d’animo e che sa ridere dei suoi errori. E che lecca i cucchiai e i leccapentole mentre cucina senza imbarazzarsi minimamente. Anche le altre due donne sono delle gran donne però eh.

  5. Madalina è brava, è dolce, è perfetta, è magra, ha una bambina meravigliosa. Piange se il piatto è sporco e se la glassa non è alta 2 millimetri. Forse proprio per questo merita di vincere? Perché altrimenti si tormenterà e si odierà per non aver dato abbastanza e non esser arrivata prima. Non so.
    Lucia è una di noi. La stimo. Sono indecisa proprio tra lei ed Emanuele. Ad Emanuele magari la vittoria non cambierà la vita perché lui sarà contento lo stesso ed è questo l’atteggiamento giusto. E’ proprio per questo che mi piace ed è il mio preferito. Lucia però è. Una di noi, una come noi. Se vince lei vinciamo noi. Una cosa così, penso io.

  6. son riuscita a vedere solo la prima puntata. mi è piaciuto solo Ernst: lo adoro, fosse anche solo perché si vede quando si trattiene e vorrebbe prendere a scudisciate tutti. Ed è l’unico chef che davvero interroga i concorrenti e che sa quel che dice.
    Cracco e Bastianich: pppppppppprrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

    E tu sei brava. Ma sei scema. Come una che conosco io e che sta sempre a controllare i peli nelle uova, gli orli dei maglioni e le pere che sbrodolano.

Rispondi a gluci77Annulla risposta

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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