Ricette Vegetariane e Vegane

La Calza dolce della Befana

E dopo aver profanato la sacra tradizione napoletana confezionando un Casatiello in formato Calza per l’Epifania poteva mancare la versione dolce? Suppongo di sì perché l’avevo già fatta due anni fa e anche lo scorso ma mai ero riuscita a fotografare per tempo e farci un post apposito. Solo pubblicata su instagram, twitter e social vari. Era in ballottaggio questa meraviglia qui anche per il mio Libro. Al posto del Gelato della Befana con tanto di cappellino e scopette dolci e salate, volevo proprio inserire lei. Per certi versi più scontata (scontatissima, diciamo). Era quasi ai limiti dell’ovvio mentre il gelato no. Del resto il mio libro è tutto fuorché un libro di ricette e mi si consenta di dire tutto fuorché scontato. Può essere un pasticcio, scarabocchio, delirio tremens aggravato da assenza di neuroni ma scontato no.

INSOMMA! Calza della Befana scontata ma non per i bimbi che impazziranno letteralmente alla vista di questo goloso molossoide di dolce con inserti di cioccolato, piogge di gocce, glassa, crema al cioccolato e caramelle confettate che si preferiscono.

Lascio una ricetta sempre comoda per la base della calza ma la realtà è che ognuno potrà adoperare quella che preferisce a patto che non ci sia lievito o che al contrario non comprometta il lato estetico. Una calza gonfia in alcune parti (perché potrebbe accadere che si creino dei dislivelli) non sarà perfetta come questa che dobbiamo pretendere. Se ne possono fare diverse versioni chiaramente. In formato gigante che poi verrà divisa in pezzi o addentata in un sol colpo tanto l’Epifania tutte le feste porta via (tranne i chili) o in formato dolcissimamente mignon magari con dei buchini dove far passare nastrini e comporre Collane di Calze della Befana.

Le toppe, oltre che con l’aggiunta di cacao amaro, si possono certamente realizzare in diversi modi. Per quelle verdi si potrà adoperare il pistacchio e per le gialline pure un po’ di noci qualora non si volesse ricorrere al colorante alimentare. Stessa cosa per la colata di cioccolato fuso sopra proprio nel risvolto della nostra calzetta. Si potrà sostituire con quelllo bianco qualora chi debba riceverlo lo preferisca e magari lanciare come se piovesse frutta secca o zuccherini. Cannellini, qualsiasi cosa si abbia in casa o la fantasia/gusto suggerisce.

Questa calza, incartata con fogli trasparenti, due nastrini, mollettine e bigliettino, diventa un’idea perfetta (e molto economica, diciamolo) per un pensiero. Per quanto mi riguarda comporrò un vero e proprio cestino da donare a una persona speciale. Metterò dentro due scopette salate e dolci e pure qualche cappellino della befana. Una calza gigante e qualcuna così piccola appesa al manico del cesto e tanto nastrino. Una piccola letterina. Un disegno.

E si dimentica facilmente un pensiero così?

Per realizzare la Calza della Befana Dolce

ho adoperato questi ingredienti (con la stessa dose si ottiene una collana di calzette piccole):

250 grammi di farina OO, 125 grammi di burro freddo a pezzetti, 125 grammi di zucchero a velo, 1 uovo di media grandezza, un pizzico di sale, vaniglia Bourbon (ma si può adoperare qualsiasi spezia o essenza che si preferisce altrimenti scorza di limone o arancia).

Cioccolato fondente da sciogliere (per attaccare le gocce nel risvolto), smarties, caramelline e glassa di zucchero (o sempre cioccolato fondente) per collante (per la glassa adopero sempre la proporzione 300 grammi di zucchero a velo con 50 grammi di albume. Altrimenti l’infallibile tecnica “a occhio”).

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6 COMMENTS

  1. Magnifico la calza versione dolce di cioccolato . Già a vedere la calza e una cosa buona , figuriamoci se uno vede quello . Secondo me si butta a capofitto li e dice e tutta mia

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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