Ricette Vegetariane e Vegane

Vivian e Edward

La settima coppia del Progetto San Valentino

Seriamente dai. Ce ne sono troppe di coppie. Mentre mi trastullavo tra Lady Marian e Robin Hood pensando di poter fare anche una bella pie in loro onore (o al massimo la zuppetta carotosa che compare in una scena clou), Harold e Maude, Lady Oscar e Andrè e Cary Grant con Ingrid in Intrigo internazionale senza dimenticare Ferro 3, Dolls, Time e.E.E.E.

E mi sono detta sì d’accordo il cinema impegnato. Sì d’accordo ho trenta anni e passa. Sì d’accordo sto con un cinefilo e mi scoppierà a ridere in faccia semmai dovesse leggere questo delirio sgrammaticato. Sì d’accordo ma santo cielo. Vivian e Edward vogliamo non metterli? Seriamente chi (in)sano di mente non li piazzerebbe nella pole position delle Coppie più Belle? Certo mica Baby e Johnny ce li dimentichiamo in un angolo o Molly e Sam diventano fantasmi che non valgono un penny (cielo ma quante citazioni assurde riesco a fare? E soprattutto cretine. Volete farmi i complimenti per cortesia?) ma diamine. Pretty Woman. Alzi la mano chi non l’ha visto almeno quindici volte! (mamma abbassa la mano). Poi martedì sera, immobilizzata a letto dopo la caduta, lo rimandano su Rai Uno e mi dico: è un segno (è un segno che devo ricoverarmi).

(per dovere di cronaca: sì. Ho pianto di nuovo alla fine. E ho emesso gridolini quando ha messo lo smoking per dirigersi all’Opera. Gere in smoking è una dura prova da affrontare)

Papà, che passa alla storia come leggermente burbero-musone-di poche parole (la realtà? tutto l’opposto), è in assoluto l’uomo più divertente ed esilarante che conosca. Anzi voglio proprio farmi un  complimento immeritato. Sono simpatica grazie a papà *tiè. Disse soffiandosi sulle unghie. Devo proprio la mia simpatia (nera) al mio papetto (mentre quella “bianca e infantile” alla mamma). Papà ecco è un po’ più sul sarcastico andante (mentre l’ironia non sa dove stia di casa, giusto per fare un quadro completo). Una delle migliori battute di papà che mi ricordo in età adolescenziale (e ce ne sono tante in effetti) è  strettamente correlata a Pretty Woman. Premesso che mamma, come me, non è il genere di donna che fa complimenti eccessivi agli uomini o che mai ha scambiato battute da caserma con le amiche (sì ho preso da lei in questo). Appartiene a quel tipo di femmina sicula-calabra precisa-bigotta (è un complimento nel tuo caso mamma. Non telefonarmi per inveire contro di me santo cielo!) che NON PARLA MAI DEI MASCULI. Capitomihai? Solo del suo uomo (mizzecaaaaaaaaa. In sottofondo). Tutta d’un pezzo. Morigerata. E pronta alla beatificazione Nanda però riesce a perdere il controllo solo ed esclusivamente in una (SOLO UNA) circostanza. In pratica quello che accade a me con Jack Nicholson succede a lei con *rullo di tamburi*:

Richard Gere (TIAMIAMOOOOOOOOOOOOOOOOO).

Voglio bene a Richard. Anche (è stato capace di farmi piangere con un film come Hachiko. Non volevo vederlo dannazione. Poi la febbre. Unico film. E mannaggia ci sono cascata). Anche se ha fatto Analisi Finale con Kim Basinger (è difficile da perdonare)Anche se ha costruito una carriera costellata di film idioti e ridicoli. Io voglio bene a Richard e contando che è da sempre l’unica passione irrefrenabile della mamma gliene voglio ancora di più (fermo restando che senza girarci tanto intorno, influenzata sicuramente da mamma mi sono convinta anche io che sia supersupersupersexy). Edward e Vivian sono la fiaba per eccellenza. Nessuno mai può imitarli nonostante questo tipo di amore sia stato poi riproposto. Che si tratti di uno spazio temporale che va dal prima al dopo. Pretty Woman è unico nel suo genere. L’ho visto al cinema e ho pianto di felicità. L’ho visto in videocassetta e ho pianto di felicità. L’ho visto in dvd e ho pianto di felicità. L’ho visto l’altro ieri e ho pianto di felicità giurandomi di piangere di felicità ancora e ancora e rivederlo ancora e ancora e fermatemi, vi prego. Mi sono vista qualche pezzo su youtube e aridaje ho pianto perché è davvero un film orrendo rispetto a quelli che. Ma anche lì ho pianto in memoria della felicità passata. Piango sempre di felicità pensando a loro due che si dirigono all’opera (e mai vestito mi è piaciuto più di quello rosso) e potrei dire di farlo anche in questo momento se non ci fosse un trapano e un muratore che canta vamos alla plaja (piango più che altro per l’intonazione e la scelta musicale discutibile visto il periodo. Se non altro Vamos alla plaja e Una rotonda sul mare mi fanno intuire che hanno voglia di vacanza. ECCO ANDATE. Il biglietto ve lo pago io. Pure per una meta tropicale.  SOLO ANDATA).

Sbaglio o mi sono persa la battuta di papà? Visto che mamma l’ha visto (anche lei) in videocassetta, dvd e televisione (e pure registrato, dai), una volta papà è entrato serio serio serio in camera. Ha guardato preoccupato mamma e ha detto:
“Non ho capito cosa non ti è chiaro di questo film. Qual è la parte che non hai compreso? “.

E giù a ridere come sceme. Mamma e io. Una punta di gelosia (eh eh Turi ti abbiamo scoperto!) nei confronti del nostro Ufficialegentiluomoamericangigolòcheilcielotibenedica.

Vivian, giovane e bellissima prostituta vestita da Porno WonderWoman (solo a me faceva pensare a Wonder Woman il vestito che indossava? Ditemi di no vi prego. Fatemi sentire meno sola. Ne ho bisogno) sul Boulevard incontra il bellissimo affarista miliardario supergnoccoWOW in Lotus che incapace di vivere la propria vita senza segretarie-incastri-appuntamenti-affari-qualsiasicosa decide di tenerla con sé giusto per qualche partita di polo, prima dell’opera e cenette a base di escargot e non fare la figura dell’asociale misogino pazzo dedito solo al lavoro. Perché è questo che poi Edward vuole. Pagare per una normalità che cela poi esattamente l’antitesi. Una favola moderna dai risvolti dolorosi e psicologici (fingiamo) che rimandano a un passato difficile per entrambi che ha quello stramaledettissimo lieto fine capace di farti sognare e riflettere. Non c’è una trama complessa o chissà quale regia, sceneggiatura e dialoghi (anche se la battuta su Cenerentola rimane da Oscar). Non c’è nulla di talmente profondo da rimanere annichiliti ma c’è quel quid che fa di Pretty Woman ed Edward con Vivian il promemoria dell’amore.

Quello vero.

L’amore pieno di passione che unisce quello che apparentemente non può coesistere. Indimenticabile e proprio incancellabile la scena finale di lui in limousine che agita le rose e urla Principessa Viviannnnnnnnnnnnnnn (solo io ho appena avuto un brivido?). Quelle scale tirate giù nei sobborghi di Hollywood dall’ombrello del Principe Edward, preludio del bacio e dell’abbraccio. Confesso che solo Vivian e Edward mi hanno fatto sognare così da adolescente. Certo sì Johnny e Baby hanno messo a dura prova il confronto ma più che altro dal punto di vista affettivo. La relazione di questi ultimi è difatti totalmente priva di qualsivoglia luogo comune che si trova piacevolmente in Pretty Woman. C’è un futuro. Un per sempre. Che per quanto si voglia tentare di immaginare pure per Baby e Johnny risulta difficile. Edward supera le vertigini per Vivian. Si arrampica e si affaccia dal grattacielo. Costruisce il castello e libera la principessa dalla Torre che la vedeva prigioniera. Comprende la sensibilità e il valore del cuore di quel diamante grezzo che davanti all’Opera si commuove fino a intorcinarsi le budella (lì piango di brutto per scoppiare in una risata isterica allo sguardo dell’arzilla attempata miliardaria, va detto). La difende da tutto e soprattutto da se stesso senza contare che ritorna sui suoi passi nell’ambito lavorativo. Comincia a costruire grazie a Vivian e non distruggere.

Lo sguardo di loro due. La risata. Lui che le chiude le mani quando guardano la collana da un quarto di milione di dollari. L’albergo. I vestiti. I cappelli. Il direttore dell’albergo; figura cult. La scena di lei che va a fare shopping. Insieme a lui. “Chi ha ordinato la pizza?” mentre un cambio d’abito continuo si sussegue. E poi il pic nic. Quando lei butta il cellulare. Gli toglie le scarpe. BASTAAAAAAA. Un loop.

Lo rende libero. Dai pregiudizi. Dagli schemi. Dalla malattia del denaro e del possesso. Dalle vertigini di non guardare mai in basso ma sempre e solo in alto. Dove c’è davvero meno rispetto a quello che puoi guardare giù. Dal palazzo della vita.

Edward e Vivian rappresentano in assoluto la favola antica-moderna-contemporanea e futura. Con personaggi scontati e situazioni non così ricercate riescono a sintetizzare tutto quello che di poetico c’è nell’amore. Mai scadendo nel volgare ma elevandosi all’accezione più pura della passione. Vivian riesce a dare umanità a Edward. Edward riesce a dare l’umanità a Vivian. Di comprendere entrambi che non si è mai diversi ma umani in egual modo. Che non vi è una classe sociale per l’amore. Un mestiere. Ma solo confronto, passione e coraggio. La scelta di Edward è tra le più coraggiose che possano essere fatte e allo stesso modo quella di Vivian; che sceglie di rischiare per la vita. Un rischio che viene ripagato con tanti figli, amore e gioia. Io li ho sempre immaginati solo così. Con un passato che per Edward non è mai esistito e un futuro che era scritto fosse così per entrambi. E mi innervosisco tantissimo quando si parla del seguito di Pretty Woman perché è andata così. L’ho deciso io. E nessuno deve osare contraddirmi, intesi? (devo riposare).

In assoluto la coppia più scontata eppur romantica e ricca di insegnamenti che si possa trovare nel panorama visivo comune (ma sì esagero chemifrega?). Quella che mette d’accordo un po’ tutti come la pizza, che è buona. La pasta asciutta che è obbligatoria. Poi c’è gente come me che la pizza e la pastasciutta non la ama ma sceglierebbe un pezzo di tofu. Ma anche in quel caso sarebbe davvero difficile negare l’evidenza.

Vivian e Edward sono la.

Favola.

Ho finito di vaneggiare, tranquilli. C’è molto cibo in Pretty Woman. Le escargot diventano una delle scene clou; quando Vivian incapace di gestire un cibo che non fosse da fast food ne fa volare un’enorme corazza, che prontamente agguanta il cameriere. Il tramezzino con cetriolini come antipasto e quello che sembra patè di fegato d’oca che alla fine mangia con le mani. Il croissant durante la prima colazione che spilucca prendendo prima tutta la mollica interna (ma quanto impasto c’era? E’ stata una delle domande che ha turbato la mia adolescenza. Perché Vivian continua a “pescare” per tutto il dialogo. Venti minuti suonati. Un po’ come la corsa di Holly e Benji nel campo sportivo lungo ventimila chilometri da porta a porta). Uova strapazzate e Bacon. Pizza multigusto da degustare nel salottino della boutique e molto altro. Quello che però ho scelto è un semplicissimo Hot Dog.

Edward non si era mai fermato ai classici carretti di cui sono strapieni gli Stati Uniti. Non era neanche mai andato a mangiarlo al parco. A piedi nudi (quanto ti capisco Edward!).  Quando Vivian gli fa trascorrere il Primo Giorno di Vacanza della sua vita gli chiede proprio di comprare due hot dog. La sua risposta? “E perché?”.

“Perché ci mettiamo sull’erba e li mangiamo”. Le cose semplici e belle non sono sempre ovvie.

Sull’ottima riuscita di un hot dog non ci perderei neanche tutto questo tempo al momento. Perché in questa occasione il panino non l’ho fatto io (sogno perverso che spero di realizzare al più presto). Certo ho adoperato dei prodotti di prima scelta (il Nippo acquista molto spesso wurstel pregiati e aborrisce violentemente quelli industriali) ed è quello che realmente conta. Di per sé potrebbe non essere un alimento da demonizzare nella totalità. Se preparato con tutti i crismi diventa pure interessante gastronomicamente parlando. A tal proposito invece rimanderei all’approfondimento del wurstel di seitan. Ce ne sono diversi in commercio e tutti validissimi. Dopo l’hamburger vegetariano con seitan in crosta di crusca è arrivato il momento di fare lo stesso anche con questo inquietante insaccato.

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14 COMMENTS

  1. “Voglio la favola”. Me lo sono sempre ripetuto, sempre. Poi nella favola ci sono anche un sacco di difficoltà da affrontare, ma se hai il tuo principe accanto i draghi li combatti… <3

    PS: sarò la solita noiosa, ma Gere non mi fa mica impazzire… parlerei piuttosto di Russell ne "Il Gladiatore", ma ora non c'entra nulla…

  2. Ci sta tutta, questa coppia. Chi ha più o meno la nostra età, Iaia, con queste cose ci è cresciuta, è inutile andare a parlare di Ejzenštejn o di Griffith se poi non si sa apprezzare la nuda semplicità di una fiaba messa in immagine, di una favola alla quale tutti possiamo credere e nella quale tutti, in un modo o nell’altro, possiamo ritrovarci, pensare che anche per noi sia possibile trovare qualcuno che sappia guardare oltre ai tuoi difetti, oltre a quello che sembri essere e che si lasci salvare salvandoti.
    Brava, questa mi è proprio piaciuta.

  3. ADOOOOROOOO Pretty Woman! Da quando ho capacità di intendere e di volere non c’è stato un anno che me lo sia perso quando lo passano in tv. Quindi direi che l’ho visto come minimo 15 volte. L’altro giorno, quando l’hanno ridato, ero stanca morta e non vedevo l’ora di andare a dormire, proprio mi sentivo a pezzi. Mia madre mi fa “Non lo guardi Pretty Woman?” e io “Naaaa solo dieci minuti chè tanto lo so a memoria”. L’ho visto tutto. Come si fa a resistere a quei due?

  4. okay me l’ero perso.
    La scena dell’opera è la più meravigliosa e anche lei che canta dentro la vasca da bagno mi fa sempre molto ridere.
    Mi inacidisco abbbestia con il tizio a cui viene giustamente rotto il naso (potevate spaccargli pure il collo mentre c’eravate) e vabbè del finale non voglio neanche parlarne *_*

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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