Ricette Vegetariane e Vegane

Tabulè alla menta con olio extravergine d’oliva Sardo e limone di Sicilia

Sì uff. Lo so che sono già in estremo ritardo, rispetto al mio solito modo di programmare le cose (leggi: cominciare con le ricette di Natale subito dopo Halloween), e dovrei già essere qui a parlare di Carote, coniglietti e pastiere immersa in Tour Pasquali italiani e internazionali ma.

Ma ho adoperato la saliera-pepiera a forma di coniglietto per questa Ricetta della Rubrica Pappamondo, quindi un po’ è come se facesse parte dell’inizio ufficiale pasquale, no? Intravedo facce perplesse. E’ possibile?

Sul Cous Cous qui si è parlato talmente tanto che occorrerebbe giusto un piccolo riepilogo; che farò più sotto rievocando deliziose ricette. Il Cous Cous è diventato inoltre quasi una “firma”, in particolar modo se si tratta di quello alla Norma. Non parlerei proprio di cavallo di battaglia, perché il mio rimane sempre e solo uno: il caffè (quanto sono simpatica?), ma. Il Cous Cous alla Norma è una delle cose che mi vengono maggiormente richieste (sottotitolo: e che mi riescono meno peggio). Mamma impazzisce per l’insalata di Cous Cous alla Soup and Go, di cui ho parlato qui e ho fatto anche la Videoricetta che se ti fa piacere puoi vedere qui. Il Tabbouleh o Tabulè o Taboleh o Tabuli (in arabo تبولة‎) è una pietanza anch’essa araba, che somiglia per certi versi, come uso e consumo, al Cous Cous stesso. Diventa base, primo, accompagnamento e fido alleato in cucina.

A base di Bulgur (alimento costituito da grano duro germogliato) viene servito principalmente con succo di limone e olio di oliva e arricchito con mille sapori semplici che insieme provocano un moto di gioia, allegria e ode alla vita quali menta, prezzemolo, cipollotti, pomodori e cetrioli. Il condimento base è sempre e solo limone e olio di oliva. Le declinazioni sono infinite proprio come nel caso del Cous Cous e francamente avendone fatto un uso smodato anche nelle preparazioni dolci non nascondo che vorrei fare lo stesso anche per quanto concerne il Bulgur (quando avrò un forno, intendo). Tabulè significa letteralmente “leggermente speziato”; da qui non è difficile comprendere cosa “richieda”. In Siria e in Libano è in assoluto l’insalata (con carboidrati) più diffusa ma anche in Francia è entrata ormai a far parte della cucina giornaliera grazie sicuramente alle comunità arabe presenti nel territorio. Il Tabulè in alcune luoghi, soprattutto in Grecia, viene denominato in altro modo e pian pianino mi piacerebbe proprio fare un percorso che per quanto concerne tradizioni, ricette e leggende pare essere lungo come se tutti i granellini formassero un lunghissimo percorso tra le lancette di un tempo infinito. Il Tabulè infatti per ogni chicco racconta storie millenarie e sapori ancestrali.

In commercio ormai ci sono diverse preparazioni anche in busta. Di quelle che reidrati con acqua lasciando in ammollo per un po’ e ti ritrovi pronto in pochi minuti il pranzo o cena che sia. E’ superfluo, chiaramente, dire che non si tratta certamente di una preparazione ideale per gustare al meglio il Tabulè, ma questa forma di preparazione pre-confezionata non è tanto dissimile dalla realtà. Scegliere però noi stessi i condimenti, a partire dalla verdura sino ad arrivare all’olio e limone, pare però essere il minimo per gustare appieno il sapore e il gusto di questo grande piatto che sicuramente stupirà.

Come preparare il Tabulè?

  • Niente di più facile. 160 grammi circa per 4 persone vanno più che bene anche perché bisogna pensare che andrà reidratato in acqua ma se vogliamo abbondare e fare porzioni molto generose (Nanda sarà orgogliosa di noi! In quel caso per aumentarlo ancora di più raddoppiate ancora e ancora) facciamo 200 e non se ne parla più.
  • I tempi di reidratazione sono sempre scritti sulle confezioni ed è per questo importante leggerle (e non strapparle come fa sempre Nanda. Sì mamma, ce l’ho con te. Mi mancava troppo prenderti in giro, scusa).
  • L’acqua fredda per reidratare il bulgur? Quanto basta. Che il quanto basta è sempre tanto fastidioso lo so. Ma dipende sempre dal tipo e dalla preparazione. Dalla temperatura e quindi. Quanto basta pare essere l’unica cosa sensata da dire. Deve ricoprire il bulgur certamente ma senza esagerare (il bulgur non deve galleggiare, per intenderci).
  • Lascia che il bulgur rinvenga in acqua fredda per circa venti-trenta minuti. Nel frattempo se hai una piantina di menta ancora meglio, altrimenti chiedi al tuo fruttivendolo di dartene una davvero freschissima. Sminuzzala meticolosamente e rendila proprio una piccola pioggia. In una ciotolina metti dell’ottimo olio extra vergine di oliva (io ho adoperato il meraviglioso olio sardo fatto con le olive della campagna di Ale e Cri) e spremi dentro abbondante e generoso succo di limone. Mischia per benino e aggiungi sempre nella ciotolina il sale e un pizzico di peperoncino se ti piace ma non è assolutamente necessario.
  • Il bulgur nel frattempo avrà assorbito tutta l’acqua. Qualora ci fosse acqua in eccesso eliminala. Mettilo all’intero di un recipiente e aggiungi la menta tritata, l’olio e il limone.
  • Naturalmente puoi pensare di arricchire il tutto con pomodori, cetrioli, cipollotti freschi e peperoni. Puoi arricchire come preferisci. Questa è in assoluto la base perfetta per un ottimo Tabulè menta e limone, che è poi quello più conosciuto e famoso che occorre proprio come accompagnamento.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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