Ricette Vegetariane e Vegane

Gli adorabili Biscotti Coniglietto

Un successo pazzesco su Instagram per questi adorabili coniglietti visti-rivisti e stravisti su Pinterest, riviste ammeriggane e tumblr (giusto per non attribuirsi meriti oggi perché questa non è assolutamente una mia idea visiva). Volevo farli da anni ed erano quasi finiti sul Menù Pasquale del Libro dove decidere il dolce in quell’occasione è stato a dir poco difficile (sbaglio o dico sempre lo stesso per ogni singola ricetta?). Mi turbava tantissimo il fatto, però, di non sapere che tipo di dolcezza adoperare per la coda pon pon conigliosa. Marshmallow piccoli? Sì, sarebbe stata davvero un’ottima idea. Peccato però che nel periodo in cui ho confezionato questi biscottini i marshmallow si fossero estinti (mentre adesso te li tirano dietro pure se vai al ferramenta. Al semaforo pure. Niente più fazzolettini ma solo marshmallow piccoli perfetti. Incredibile no?). Pastiglie Leone bianche? Perfette per le decorazioni, sì ma rispetto alla forma del biscotto risultavano eccessivamente piccole.

Il dramma della coda pon pon conigliosa ha inizio, primo atto.

Disquisizioni e argomentazioni. Riunioni notturne con i miei neuroni solitari esiliati. Discussioni interminabili con la colf Poi la luce. Il genio. L’idea suprema!

Laviamo le Smarties!

Dopo un iniziale capogiro la voglia irrefrenabile di saltarle addosso e baciarla per tre quarti d’ora. Non sapevo ancora cosa sarebbe successo e se avremmo portato a casa la vittoria. Ero però sicura di una cosa: aver rovinato e compromesso per sempre la psiche di una Donna, madre di tre splendide figlie. Tutte entusiaste come bimbe al parco abbiamo afferrato un pacchetto di smarties e ci siamo dirette verso il lavandino. Piene di speranza. Come quando vai a vedere i risultati appesi sulle bacheche a fine anno. L’adrenalina si è impossessata definitivamente di me quando i suoi verdi occhi penetranti hanno incontrato i miei lacrimosi e speranzosi. Rivivo la scena al rallentatore. Lo smarties (o si scrive smartie? Ma perché rovino tutto con le parentesi? Il pathos! Occorre il pathos!) sotto l’acqua. Quel leggero movimento dell’indice della colf. Quella carezza sulla superficie gialla. Poi il colpo di scena.

Salivazione azzerata. Fiato corto. I nostri sguardi che si incontrano. Le pupille fuori dalle orbite per la contentezza. Santocielodatemi unbicchierediacqua nonstoreggendolemozione.

Gli smarties si possono lavare !!!! Gli smarties sotto sono bianchi!!!!

Una sensazione simile a quando io, Piero e il Nippotorinese ci siamo messi nel parcheggio una notte d’estate e abbiamo calato dentro una bottiglia di Coca Cola un pacchetto di Mentos. Un’esplosione pazzesca (vestiti sporchi, leggi). Una fontana di emozioni che difficilmente si dimentica (i miei capelli freschi di piastra ridotti come Beyonce dopo il frisè e lacca a morire). A questo posso paragonare il momento dello smarties bianche. Incredibile anche come il solo evocare la sensazione mi renda immensamente felice (quando lo chiamate uno psichiatra bravo? Quanto avete intenzione di mantenermi a piede libero? Ancora per molto? E svolgetela una funzione civile santacodaaponpon!).

Per fare questi deliziosi BiscottiConigliosi è importante scegliere un impasto di biscotto abbastanza resistente, al contrario di quanto suggerivo ieri sproloquiando su quelli uovosi. Questo perché la pasta di zucchero essendo “pesante” non va molto d’accordo con i dolcetti sbriciolosi che si devono tenere in mano per essere pacioccati un po’. Girati e rigirati. Durante la creazione artistica del decoro. Lascio ugualmente le stesse due ricette base di ieri perché sono, ribadisco, la mia certezza assoluta.

Base biscotti solita numero 1

250 grammi di farina OO, 1 uovo, 125 grammi di burro, 125 grammi di zucchero, 1 pizzico di sale, la scorza grattugiata (senza la parte bianca amara) di un limone (a patto che sia biologico e non trattato. Che se non fosse così la buccia potrebbe pure essere un problema. Nel caso contrario ti prego lavala bene). Si impasta. Si stende su un piano infarinato. Si dà la forma.

A 180 gradi già caldo per 10-15 minuti, dipende dalla grandezza e dallo spessore dei biscotti. Controlla quindi. Quando sono dorati ma non troppo tira fuori e lascia raffreddare.

Base biscotti solita numero 2

Per 50 biscotti circa (dipende dalla grandezza e dallo spessore): 560 grammi di farina, 400 grammi di burro morbido leggermente salato, 200 grammi di zucchero a velo, 4 tuorli, 1 scorza di mandarino biologico grattugiato.

(l’alternativa è la base dei biscotti che ho adoperato per la ricetta della Festa delle Lanterne sul mio libro. Sicuramente più ricca e saporita della prima. Ma anche molto più grassa e calorica *disse fischiettando)

Per la pasta di zucchero? Qui la ricetta classica di quella senza glucosio facilissima da preparare. Per chi non ha tempo reperirla nei negozi specializzati o nei supermercati forniti non è più un problema. Basterà quella Bianca perché le orecchie sono fatte di glassa. Qualora si volessero fare delle orecchiette un po’ più tridimensionali basterà colorarla con poco colorante in gel. Insomma: come preferite.

Orecchie glassa: la proporzione è sempre quella. Per 300 grammi di zucchero a velo occorrono circa 50 grammi di albumi. Si lavora velocemente (meglio se con lo sbattitore elettrico) e si aggiunge qualche goccia di colorante alimentare.

Gli occhi sono di cioccolato fondente: basta far sciogliere pochissimo cioccolato fondente al microonde per pochissimi minuti (dipende dal vostro micro e dalla vostra temperatura e soprattutto dalla quantità di cioccolato che volete sciogliere. Il consiglio è quello di procedere sempre per gradi così il danno non avviene. Ovvero sentire un orrenda puzza di cioccolato bruciato. SUCCEDE SEMPRE QUI!).

Pon pon coda conigliosa: vedi sopra. La scoperta del secolo. Smarties lavati! (ti prego semmai lo facessi e volessi condividere la gioia con me: grazie. Che altro dirti? ti aspetto)

Corpo coniglioso: sottile strato di pasta di zucchero stesa con un matterello. Per “infarinare” il mattarello e il piano non adoperare MAI LA FARINA MAIIIIIIIIIIIIIIIIIIII. Sempre e solo zucchero a velo. Ovvero quello di cui è fatto l’impasto (ho visto cose che vuoi umani…).

Ricopri tutta la superficie del biscotto (ho adoperato le stesse formine uovo di ieri. Te ne sei accorto, eh? FUBBISSIMO SEI!) con la pasta di zucchero. Non ne adoperare moltissima perché non è mai bello presentare roba eccessivamente leziosa. La pasta di zucchero è d’aiuto nel decoro ma non nello stomaco; inutile girarci tanto intorno. La coda pon pon conigliosa la puoi attaccare con la stessa glassa che adoperi per le orecchie (se hai deciso di fare le orecchie con la pasta di zucchero puoi adoperare come colla il cioccolato fondente che adoperi per gli occhi. Se fai gli occhi con la pasta di zucchero e le orecchie pure, non hai a questo punto nessun collante e quindi devi fare a parte un po’ di glassa ma è meglio optare per il cioccolato fondente INSOMMA MI HAI CONFUSA! Perché non hai seguito passo passo tutto quello che dicevo io?).

Dove sono arrivata?

No. Dai. Io non ce la posso fare. Non è mestiere mio questo. NON SO SPIEGARE NULLA! So solo lavare gli smarties (si è capita la ricetta, vero?).

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8 COMMENTS

  1. Io vorrei sapere cosa succede se laviamo gli smarties nella coca cola. Insieme con le Mentos, per dire.
    Ok, passo a prenderti in macchina e insieme a Piero e al Nippo facciamo l’esperimento. Subbbbitoo! Dobbiamo farlo subitoooo!

  2. ricordo quello sguardo entusiasta di SantaSignoraPina travolta dal momento di genio. Lo ricordo perfettamente e mi commuove immaginarvi lavare gli smarties. Vi immagino anche gridarlo a Nanda dal balcone e immagino lei scuotere rassegnata la testa.
    E’ INUTILE, QUESTA E’ LA PROVA CHE CI SONO ANCHE BIONDE INTELLIGENTI! SANTASIGNORAPINA CI SALVERA’ TUTTIIIIIII <3

    (questi coniglietti vorrei abbracciarli *-* )

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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