Quando ho pubblicato una fermatempo su instagram-twitter-facebook-socialacaso di questa Cheesecake, la rete è letteralmente impazzita. Raramente in così breve tempo arriva un’orda di commenti da amici che ti chiedono la ricetta. Mi sono sentita un po’ una Youtuber professionista quando le chiedono il uozinmaibeg (che rimane il mio sogno, si sappia. E nessuno che me lo chiede ANCORA?).
Ne sono felice a dir poco. E’ stata fatta pensando a un amico. Contiene emozioni speciali. L’elaborazione è semplicissima (non sono sintetica, eh. Ma prima scrivo la ricetta, ecco).
Ingredienti per una Cheesecake perfetta per 8-10 persone (ma con l’esaurimento da caldo per una persona è appena sufficiente)
Per la base:
- 250 grammi di biscotti secchi
- 80 grammi di burro (per i vegani andrà bene il burro vegano qualora lo si trovasse altrimenti la margarina, uhm)
- 20 mandorle tritate e tostate
Il burro deve essere a pomata e quindi non liquido e riscaldato ma allo stadio cremoso-quasi-liquido-chemancapoco. Frulla nel mixer-frullatore i biscotti o chiudili in un sacchetto (santa Ikea, per dirne una) colpendo con violenza inaudita. Aggiungi ai biscotti frullati le mandorle tritate (ma anche noci o pistacchi, dipende dai tuoi gusti. Pure la polvere di cocco disidratato). Forma una deliziosa pappetta base per il cheesecake aggiungendo il burro (o la margarina) ai biscotti e frutta secca e con l’aiuto di una spatola ricopri tutta la superficie della teglia (20 cm circa ma anche 18 andrà benissimo) leggermente unta in precedenza. Lascia riposare in frigo per almeno trenta minuti e nel frattempo prepara la crema.
Per la crema:
- 350 grammi di tofu naturale
- 3 cucchiai abbondanti di Yogurt di Soia (ho adoperato quello ai Mirtilli della Provamel che adoro, ma qualsiasi gusto andrà bene; soprattutto, meglio ancora, quello naturale per poi arricchire con frutta fresca di stagione)
- 90 grammi di zucchero di canna
- 4 foglie di gelatina (per i vegani si potrà adoperare tranquillamente l’agar agar oppure l’amido di mais)
- per profumare vaniglia o scorza di limone non trattato (a seconda dei gusti e del gusto dello yogurt)
Lascia in acqua ghiacciata la gelatina in ammollo. Se adoperi l’agar agar segui le istruzioni del caso. Lavora il tofu con lo zucchero, lo yogurt e l’essenza (scorza o vaniglia) sino a ottenere una crema. Strizza per bene la gelatina e lasciala sciogliere con un dito d’acqua in pentola. Quando è completamente sciolta lascia raffreddare un po’ e versa nella crema di tofu. Gira per bene.
Tira fuori dal frigo la base e versa la crema aiutandoti con una spatola. Lascia riposare in frigo per almeno 4 ore prima di servire e decora con frutta secca o come preferisci. A seconda del gusto dello yogurt che hai scelto, puoi pure abbinare la classica glassa al cioccolato (che sia nera o bianca) e chiudere con qualche scaglia di frutta secca magari richiamando la base (mandorla-noci-pistacchi-cocco disidratato).
Non so quando ho conosciuto Stefano, esattamente. Se su twitter, commenti del blog, facebook, google plus, instagram, flickr, pinterest o tumblr. Tutte onde dello stesso mare di parole, momenti, pensieri, giornate e vita. Non sono mai io a trovare le bellezze. Sono le onde a portarmele. Ancorata su uno scoglio sto lì e arrivano resti di meraviglie e tesori sommersi a me sconosciuti. Galleggiano pian piano intorno. Accecandomi violentemente le pupille tanto brillano. E sto ferma. Con la paura di allungare la mano e afferrarli. Per rigirarli tra le mani e mirarli. Per abbracciarli, nasconderli e farli miei per sempre. Perché niente appartiene. E tutto se lo lasci andare. Di Stefano c’è il rumore di una risata;non la sua perché mai l’ho sentita. Ma della mia. Perché cosa strana ma difficilmente rido facendo rumore. Sorrido tantissimo; anche a denti stretti e bocca larga paralizzata che fanno male le guance, ma rumore no. Lui è capace di farmi esplodere la risata come l’ultimo fuoco di artificio. Il più forte. Quel botto finale che ti fa sobbalzare. PUMMMMMMMMMMMMMMM. Come quando sei triste perché sai che la festa sta finendo ma continua in un per sempre. C’è ancora musica. Ci sono ancora palloncini. Ci sono ancora semi di zucca tostati in giro. In questo paese fatto di mare, meraviglie e tesori. So che un giorno abbraccerò Stefano.
Adesso che ho capito come funziona qui (e come funziono -male- io) so che la paura svanirà. Le aspettative non si deluderanno perché gli assiomi dell’amore fanno parte di noi. Immagino spesso cosa preparare a chi conosco da sempre e da mai. Per questo mi piace sapere sempre il cibo preferito. Quello detestato. Quello immaginato. E sempre mi piace pasticciare dando nomi e mondi. Amante non corrisposto di latte e derivati, dice Stefano di sé. La contraddizione della Cheesecake senza Cheese, dico io. E se c’era una pastiera senza latte in mente per lui. E se c’era altro su altro su altro.
E’ stato quando ho pensato a questa cheesecake che nella mia cucina, proprio al di là dell’isola, seduto sulla sedia vicino a Koi ho visto Stefano. Perché era un giorno triste e io volevo quel PUMMMMMMMM. Quel suono devastante di felicità. Perché era un momento dove non riuscivo a vedere tesori passare tra le onde ma detriti, cadaveri, dolori e mostri pronti a saltare per azzannarmi alla gola.
E poi sei apparso tu Stefano. PUMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM.
Ti voglio bene.
Grazie.
Te l’ho già detto più di una volta: tu catalizzi meraviglie! 🙂 <3
Primaaaaaa!!!!! (da quanto tempo!!!) :*
Ehi!! Wozinyorbeg?? ?
E fidati che tutte le persone buone che incontri, o che conosci solo sui social, arrivano da te perché sei speciali e ti meriti tutta la bontà del mondo. Spero ti arrivino valanghe e valanghe di bene per cancellare tutto il male degli ultimi tempi. Intanto, comincio io mandandoti un abbraccione e un mega bacio! ?❤
yogurtallacavigliaaaaaaaaaaaaa
io il uoziniorbeg te lo chiederò fino allo sfinimento e non ne avrò mai abbastanza. voglio pure gli aggiornamenti stagionali e quelli legati alle festività.
cheeStefano, è una ricetta che devo segnare.
E io sono qui che fisso il cursore senza sapere cosa scrivere, che dire. Non so se scrivere qua, scrivo mail, forse un tweet. Ora addestro un piccione o inizio un corso di segnali di fumo. Vabbé scrivo e basta. Scrivo, cancello. Scrivo, cancello. Scrivo, cancello. Scrivo, cancello. ** Già l’ho detto?!? ** Scrivo, cancello.
Adesso mi ricompongo e dico giusto un paio di cose. Ho conosciuto casualmente Iaia. O meglio ho conosciuto Maghetta Streghetta capitombolando sul suo blog in puro stile ungiornodipioggiaandreaegiulianoincontranoliciapercaso. ** Insira, espira. Inspira, espira. ** Me l’avevano retwittata, rebloggata, re-socialnetworkata in qualche maniera che adesso non ricordo. Ciò che distintamente mi viene alla mente è stato l’impatto con i suoi post, lunghi come i più famigerati classici della letteratura russa e soprattutto con la sua sezione “about me”. Per me è stato come spingere una porta che dà su un mondo parallelo.
Per chi conosce Iaia anche solo un pelino, come me, credo che capisca esattamente quello che voglio dire: Iaia è una creatrice di mondi, incantatrice di nani, pittrice di sogni, minion onoraria, ma soprattutto gran sberleffatrice di mostri e paure. Cosa che ammiro immensamente. E quello che, inoltre, personalmente trovo assolutamente fuori dall’ordinario, generoso e meraviglioso sia il fatto che lei senza remore condivida questo con un’intera rete di persone. Io, al suo posto ne sarei completamente terrorizzato.
Devo ringraziare lei se sto iniziando a mettere arcobaleni in braccio ai miei mostri, a far le linguacce alle mie paure e ansie. Devo a lei se sto imparando a metter fuori, certo, tutto il bello, ma anche il brutto con chi mi vuol bene.
Cara Iaia, grazie per avermi mostrato la strada. Ti voglio tanto bene anche io. <3
Evabbè poi ho letto Stefano e <3
E si, posso unirmi anche io al suo grazie?
Bibi organizziamo un coro. Io sono quello che sembra un gatto urlante con la raucedine. Magari mi faccio inviare curriculum per un eventuale doppiaggio.
ah ok. io sono quella che sembra una cornacchia petulante. (diochecorocheescefuori – celinedion scansati)
Allora direi una serenata a base di strumenti. Suono la pianola o il triangolo.
Si ma io non so suonare nemmeno le maracas come facciamo?
Aspettami là. Prendo ipod ed altoparlante. Andiamo di playback che le tipe di Non è la rai erano cloni di Adele in concerto.
ok, allora inizio ad ancheggiare (sperando non si rompa un femore). A dopo.
Iaia, tu mi hai cambiato la prospettiva della vita
Ho meno paura di essere quel che sono, mi sto accettando (lo so lo so che pensi a me squartata in due da me stessa 😉 )
Grazie Iaia
a Te e al tuo Mondo
Beh cara Iaia! Questa ricetta mi attira assai!!! Ma soprattutto, domanda mia ;), ma il tofu crudo??? L’ho sempre cucinato quello al naturale!
Ah comunque il provamel ai mirtilli è il mio yogurt preferito ;)!!!! Yum!!! :*
do you have english version for your blog?
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