Ricette Vegetariane e Vegane

“Riso” Shirataki con Avocado, Lime, Sesamo e Wakame

Prepara il Riso Shirataki seguendo le istruzioni riportate sulla confezione perché variano a seconda dell’azienda. Quello che ho adoperato io doveva cuocere per dodici minuti senza che mi preoccupassi che scuocesse eventualmente.

Per due persone ho adoperato:
due avocado, il succo di due lime, una presa generosa di sale e dell’alga wakame reidratata nell’acqua, sesamo bianco.

In un recipiente adatto per il frullatore a immersione metti tutti l’avocado tagliato a pezzi, il succo del lime e una generosa presa di sale. Riduci tutto in crema con il frullatore a immersione. Una volta volta sciacquato il riso, dopo la cottura, sotto l’acqua corrente per eliminare quell’odore tipico della radice di Konjac versa il riso in una ciotola e aggiungi la crema di avocado. Fai insaporire per bene il “riso” con la crema e poi impiatta come preferisci (io ho adoperato semplicemente due forchette perché non so dove sia finito il coppapasta! grrrr!). Sopra il riso versa una generosa cucchiaiata di sesamo, meglio se tostato, e se ti piace l’alga wakame puoi pure metterne qualche fogliolina reidratata. Non è assolutamente necessaria.

 

Tutto è cominciato da qui (clicca se vuoi, sì) quando grazie alla mia bellissima Dottoressa Franciulla sono venuta a conoscenza degli Shirataki. C’è stata la VideoRicetta giusto per capire tutti insieme se davvero esistesse questa magia e se non scuocesse, ma soprattutto se fosse realmente commestibile (segue risata isterica). Ho fatto gli shirataki ormai in qualsiasi modo e non tutti mi sono piaciuti. Per assurdo più sono ricchi di ingredienti e contenuto e meno mi piacciono. Semplicemente con la salsa e basilico o con gli spinaci freschi li preferisco di gran lunga a “intrugli complicati”, fermo restando che poi non è che lo siano davvero. Del “riso” shirataki non è che ne ho parlato un gran bel bene fino ad adesso e quando ho avuto modo di provarlo con fragole e asparagi (qui la videoricetta) non me la sono affatto sentita di consigliarlo ( al contrario delle Tagliatelle che continuo a trovare ottime e ad acquistare periodicamente. Sempre e solo quelle della Gisè). In quest’ultimo periodo, come era prevedibile (evviva il cielo), la gamma dei prodotti con la radice Konjac è visibilmente aumentata come tipologia di prodotti. La richiesta grazie soprattutto al web ( e suppongo pure a Barbara D’Urso che ne ha fatto una discreta pubblicità con il suo libro) aumentando ha portato ad avere una gamma davvero fornita (devo provare la farina sotto consiglio di Ombretta). I migliori secondo un mio personalissimo giudizio rimangono quelli di Zen Pasta, ovvero secchi e non già ammollati. Tengo a precisare come sempre che non ho fantomatiche collaborazioni con nessuna azienda.

Zen Pasta ha recentemente messo in vendita la forma degli Shirataki “Riso”; al contrario quindi di come li avevo provati fuggendo a gambe levate e con una radice di Konjac in mano al grido di vaderetrorisoshirataki. Li ho provati per la prima volta giorni fa proprio con Ombretta; ne siamo rimaste piacevolmente colpite considerato che le aspettative fossero meno che nulle tanto da metterne nel pentolino una quantità ridotta (poi abbiamo provveduto immediatamente a buttarne un sacco da quindici chili, chiaramente).

Al contrario dei classici Spaghetti Shirataki (intendo secchi) non vanno reidratati nell’acqua calda ma bolliti come un normale riso per dodici minuti anche se come i cugini filamentosi non scuociono mai. Una volta scolati e sciacquati possono essere conditi come più si preferisce. Ombretta e io avendo un disturbo ossessivo nei confronti dell’avocado e wakame abbiamo fatto la scelta di non rinunciare a questo abbinamento rivelatosi gustosissimo. Mi sono messa in testa di provare il Riso Shirataki in versione sushi. Un Sushi ancor più leggero del Sushi stesso parrebbe un’utopia ma da quando questa radice di Konjac è arrivata sulla mia tavola pare che niente sia impossibile (lo confesso: ho pure la spugna di radice di Konjac. E’ un’ossessione che non voglio mi abbandoni mai).

Altre Ricette con gli Shirataki 

(c’era pure una ricetta Shirataki Halloween Version ma la vecchiaia è una brutta bestia e non la trovo)

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7 COMMENTS

  1. mi sono appena accorta che questi cosi vengono fatti con la radice di Konjac…come la mia bellissima spugna viso 😀 😀
    allora visto che tu e Ombrella siete già in fissa vi ci aggiungo anche la spugna, che è una roba favolosa!!! fa uno scrub così leggero che sembra che ti stiano accarezzando dolcemente la pelle, è coccolosissima <3

  2. Amo i tuoi tulipani…E tutto il resto giuro! Ti conosco da poco, sto cercando di recuperare tutto!! 🙂

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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