Ricette Vegetariane e Vegane

Riso con Bietola, Carote e Feta

Per due persone:

  • 2 bicchieri di riso abbondanti
  • 1 bella bietola
  • 4 carote generose
  • feta quanto ti piace
  • battuto: sedano, carota e cipolla tagliate a dadini piccolissimi
  • olio extra vergine d’oliva
  • sale

Non sono stata a pesare chissà quali ingredienti ed è una ricetta che neanche doveva finire sul Blog perché avevo poco tempo e non era il caso di fotografarla. Poi, complice una monelleria di Koi che ha tardato la messa in tavola, c’è stato il click e allora ho fermato il tempo su questa velocissima preparazione ed eccomi qui  a disturbarvi neuronalmente come ogni giorno.

In un wok fai soffriggere sedano, carota e cipolla con pochissimo olio extra vergine d’oliva. A parte fai andare del brodo vegetale. Prosegui con la classica preparazione del risotto ovvero facendo tostare il riso con olio e battuto e aggiungendo il brodo poco alla volta in modo che cuocia per benino. Nel frattempo aggiungi le altre carote (le 4 grosse) e fa che cuociano insieme al riso, al brodo e al battuto. Aggiungi pure la bietola ben lavata e tagliata e continua fin quando il tutto non sarà ben amalgamato (posso dire “risottato”? Ho sempre voluto farlo). Quando è tutto ben cotto cospargi con feta e servi.

Questa è un’altra di quelle ricette che finiscono in archivio e non si sa mai se vedranno la luce o meno. Nel dubbio, come dico sempre, fotografo praticamente la stragrande maggioranza di quello che servo in tavola. Un buon novantotto percento ci sta tutto (che è poi questo l’asso nella manica eh. Non è che ci siano chissà quali manovre incredibili. Tu nel dubbio fotografa. Al resto si pensa poi). Sto impazzendo, davvero. Mai come quest’anno. Sistemare tutto quello che da fare c’è tra un impegno di lavoro e l’altro e incastrare tutto il piccolissimo progettino natalizio che ho organizzato pare essere un’impresa che definire ardua è il minimo (il Blog è l’unica mia valvola di sfogo, oh passante che non capisci perché sei finito nei deliri di un’anziana sgrammaticata. Fuggi te ne prego). Questo week end teoricamente ci eravamo ripromessi di uscire (non lo facciamo da quanti mesi? Si è perso il conto) e invece abbiamo posticipato alla settimana prossima (è così che vedremo l’alba del 2018? Mi sa di sì) perdendo tutte le offerte natalizie alla Coin Casa. E solo il cielo sa quanto aspetto il Natale da Coin. E’ pieno zeppo di NANI! Correte.

Al contrario delle organizzazioni precedenti tenteremo un tour de force di 48 ore per rimetterci (o tentare di) un po’ in pari con il lavoro che non possiamo fare nella frenesia degli appuntamenti settimanali. Una remise en forme che non ci farà stare in forme manco per niente, insomma. Koi si è ormai convinta di essere una food blogger (questo è il secondo lungo lamento della giornata e poi la smetto perché non ho manco tempo per dire il terzo, vabbè). Sta lì dietro la porta della cucina a osservarmi attentamente senza neanche perdersi un movimento e quando non le sta bene qualcosa interviene con diversi: bau. Lo fa incredibilmente quando faccio qualche pasticcio. E’ come se mi rimproverasse e redarguisse (“è come” l’ho usato per non far arrivare a sirene spiegate il 118 ma ne sono proprio convinta). Quando disegno vuole i foglietti e se non gliene do uno per ridurlo in mille pezzi non molla la presa e sta lì. Prima con sguardo pietoso. Poi con quello stufo della situazione. Poi passa alle minacce e comincia a mordermi la sedia. Fino alla coscia. Fino alla giugulare (la sto educando molto bene, eh. Non penserete mica che sia viziata? Figurarsi. Sul campanello di casa c’è scritto Koi). Questo per dire che sono preda degli appuntamenti, degli incastri e di un cucciolo di labrador che vuole assolutamente prendere il mio posto. E francamente detto tra noi: al momento Koi gestirebbe la vicenda sicuramente meglio di me.

Perché non stavo zitta e mettevo solo il riso? Perché volevo augurarvi Buon Week end. E non sono sintetica, si sa.

 

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7 COMMENTS

  1. e quando imparerà a fare il clic nella macchina fotografica finalmente potremo fuggire insieme in un isola deserta *_*

  2. Mannaggia a te che mi stai facendo venire la voglia di prendermi un cane perché fare la gattara coi gatti della vicina nonostante quel gusto trasgressivo e un po’ simpsoniano non mi basta più e poi col cane magari muovo a pietà qualcuno che mi allunga due spicci. Ma posso sempre rapirtela ghghghgh
    No, scherzavo eh, giuro, non lo farei mai. Ma sarei tentata di sprimacciarla come un cuscino.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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