Ricette Vegetariane e Vegane

Il TiramiPandoro o Pandoramisù?

Taglia il Pandoro orizzontalmente e alterna con la crema che hai scelto di adoperare. Non fare fette troppo poco spesse perché con il trascorrere del tempo si inzupperanno e di conseguenza sfracelleranno (bello, no?). Arricchiscilo come preferisci: l’uvetta passa, i pistacchi, le mandorle, le noci, caramelline, cioccolatini e bon bon. Tutto quello che la fantasia ti suggerisce. Io ho adoperato le Gocce di Rosolio di Pastiglie Leone.

Ho farcito questo pandoro con la mia classicissima crema che adopero per il tiramisù ma qualsiasi tipo di ganache o crema che preferisci va benissimo. A patto che non sia troppo liquida. Dal cioccolato allo speziato sino ad arrivare al caramello salato, il risultato soprattutto con il Pandoro, neutro al contrario del Panettone, sarà un successo.

Una delle idee che riscuote generalmente più successo per quanto concerne l’argomento “riciclo panettone – riciclo pandoro” è la possibilità di realizzare in pochi minuti dei deliziosi tartufi insaporendo con le creme più disparate. Poi con calma affronteremo l’altro annoso discorso del riciclo cotechino. Non fatemi sentire sola e ditemelo che tra cesti e regali quell’inquietante zampetta stretta manco dovesse fare una pressoterapia a mille atmosfere è anche nella vostra dispensa stracolma di frutta secca, cioccolatini e dolciumi  vari (il torrone! Sospiro). Di queste versioni mastodontiche pandorose negli anni ne avrò fotografate fino a far venire la nausea, però è indubbio che alla fine per quanto si voglia essere fantasiosi, creativi e innovativi un bel tocco di certezza non guasta mai. La certezza è che c’è poco tempo e che con un’operazione del genere si va sul sicuro. Anche per chi non ha voglia di cimentarsi ai fornelli o semplicemente non può. Capita di ricevere ospiti, organizzare eventi e giocate a carte tra amici. Spesso si è tanti-e la crisi-e non ci sono più le mezze stagioni. E tirar fuori un panettone dalla scatola, addobbarlo e agghindarlo e insaporirlo è un’operazione che nel delirio natalizio possono fare un po’ tutti, ergo sì. Riesumiamo il mastondontico allestimento Pandoroso-Panettoso; perché in entrambi i casi va bene uguale. Nel caso del pandoro si ha una base più neutra. Questa è la volta della versione “Tiramisù”, ovvero arricchendo con una crema mascarpone e panna (o quella che adoperate generalmente voi) fette e fette sfalsate di Pandoro. Senza dimenticare (la farò! Sono anni che lo dico e non lo faccio mai poi) che il gelato anche in questo caso è un’idea da appuntare. Qui nei bar ci sono già pandori stracolmi di gelato. Io sto lì davanti al vetro spiaccicata con il naso, manco avessi tre anni, e mi faccio tormentare dalla domanda:

ma quando si taglia la fetta anche se il gelato è gelato (ragionamento ineccepibile) la fetta viene fuori perfetta con il gelato attaccato? (aggiornamento dell’ultima ora. Il post l’ho scritto una settimana fa. Ieri 27 Dicembre ho avuto la mia risposta perché Alessandro, il mio Aluccio sì, me ne ha regalato uno. Devo dedicare almeno tre post sul Pandoro versione Sette Veli ricoperto di Glassa al cioccolato con Nocciole). La risposta ancora non la so ma di sicuro so che il tutto è molto coreografico e bello esteticamente; ma che poi per l’assaggio certo un bello spettacolo non sarà (aggiornamento dell’ultima ora: stranamente avevo ragione). E’ sempre bene che sia solo la padrona di casa o chi per lei a metterci le mani, altrimenti tra fette e spilucchi (che nella folla purtroppo accadono eccome ed è uno dei principali fenomeni che mi fa desistere sempre dai buffet) crolla miseramente un sogno. Come un pupazzo di neve al sole.

La crema la scegli tu. L’alcool se non ci sono bimbi può scorrere a fiumi e invece di inzuppare il panettone o il pandoro con solo caffè si può pensare pure a una bella grappetta o rum o qualsiasi cosa. Sempre con accortezza perché il panettone quanto il pandoro non ha la consistenza duretta del savoiardo e qui Barbieri direbbe sicuramente, non a torto “un bel mappazzone!”. E noi questo francamente non lo vogliamo. Che sia una crema al cioccolato, o zuppa inglese, che sia una ganache arricchita con frutta secca o quello che più vi piace la montagnetta intramontabile fa scena. E fa Natale.

Che senso ha questo post? Soprattutto scritto da una che nella vita precedente non amava  il panettone in genere? ( il Pandoro con tanta nutella e gelato, sì. Sempre moderatamente pero’. All’epoca moderatamente stava per  un chilo e basta). Lo sanno tutti che il pandoro diventa Tiramisù (Pani perdonami!) e il panettone è un’ottima base per il riciclo. Quindichestodicendo? Un’ovvietà. Perché quelle in versione natalizia non bastano mai

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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