Ricette Vegetariane e Vegane

Mangiare S(tr)ano: Le foglie verdi vanno assunte crude. Amen.

Senza addentrarci nel concetto estremo di crudismo, perché lungi da me terrorizzarvi (per oggi, intendo), va detto che la verdura cruda viene universalmente riconosciuta dalla medicina e questo non è assolutamente un dato da sottovalutare, in quanto è davvero raro se non addirittura eccezionale che ciò avvenga. Le nostre nonne, che nulla sapevano di food e dintorni e non avevano a disposizione grandi chef stellati a ogni ora del giorno e della notte ventiquattro ore su ventiquattro in loop continuo, buttavano la pasta, per dire, nell’acqua dove avevano cotto le verdure. Nonna nello specifico la pasta con i taddi. Questo perché da sempre esiste il concetto che la dispersione degli elementi nutritivi delle verdure avviene nell’acqua di cottura. Il concetto stesso del brodo ne è un fulgido esempio, giusto per rafforzare, nonostante non ce ne sia di certo bisogno, il concetto. Le verdure crude fanno bene. In particolar modo quelle di stagione. Meglio ancora se bio (lo so, è noioso) e soprattutto se opportunamente lavate con cura per via dei terribili trattamenti chimici (terrrrribbbbili per favore lo leggete così?) che hanno potuto subire nel corso della loro esistenza in natura. Nella scala alimentare, perché c’è ed esiste e sarà mia cura fare qualche memo per ricordare le giuste proporzioni, l’unica voce che ha 14 pasti settimanali e quindi due obbligatori e tassativi giornalieri cos’è? La verdura e la frutta, naturalmente. Mangiare dalle cinque alle otto porzioni di frutta e verdura diverse garantisce una buona salute psicofisica (io purtroppo non ne sono un fulgido esempio) al nostro corpo e alla nostra anima. Oh, perché sull’assioma che siamo quello che mangiamo ormai i dubbi sono davvero pochi.

La moda dilagante degli smoothie, frullati, centrifugati e poltiglie varie ed eventuali definite detox ha innescato un meccanismo importante e interessante dal punto di vista nutritivo. Su questi smoothie si fa sempre una simpatica confusione e tutti hanno ragione e torto. Chi li vuole completamente esenti da latte e chi li intende alla vecchia maniera, ovvero una sorta di frappè anni ottanta dove per certi versi del latte c’è bisogno quasi fosse elemento vitale. Sta di fatto che un vero e proprio codice preciso in questa neonata scienza dilagante della Smoothologia (posso coniarlo, vero?) non esiste ancora ma suppongo manchi davvero poco. Sarò la vostra Bruzzone (che amo) alla ricerca di tutti i più torbidi segreti. Cosa certa però è che per frullato verde si intende senza ombra di dubbio qualcosa che con il latte ha ben poco a che spartire. Il terribile argomento “latte sì o no” si avvicina. La sentite la Marcia Funebre Sonata numero 2 opera 35? Io sì. E non vedo l’ora.

Lo smoothie, centrifugato o qualsivoglia bibitone concentrato di salute e bellezza, deve (scritto maiuscolo in teoria) essere confezionato sul momento. Diffiderei senza troppi vaneggiamenti al riguardo. Un prodotto del genere se contiene conservanti perde il significato intrinseco. L’essenza stessa. Deve essere confezionato e consumato sul momento. Al massimo nel giro di qualche ora (io il centrifugato di carote lo conservo anche per 24 ore ma non di più, chiaramente in frigo. Il sapore ne risente eccome. Basta provare per darmi ragione; situazione che si presenta poche volte nella vita ma questa è una delle poche volte). Adesso ci sono bar attrezzati, smootherie (conio pure questa?) e locali dove mettono a disposizione frutta e verdura fresca per preparare direttamente Smoothie e quant’altro. Certo qui dove vivo io il concetto di Boqueria me lo sogno ma sono sicura che pian piano anche mini wannabe boquerie ci saranno anche qui. Nel resto d’Italia non stento a credere che ci sia già un pullulare cospicuo. Ci sono diversi volumi, libri e piccole bibbie in formato bignami che trattano l’argomento delle foglie verdi, elisir di lunga vita  e salute. Senza contare la più conosciuta americana, nostra eroina delle foglie verdi, Victoria Boutenko che si è fatta conoscere per l’enorme successo di Green for life.

La cottura delle foglie verdi fa perdere molti (si parla anche dell’ottanta per cento) dei nutritivi con i conseguenti enzimi e vitamine. I nutritivi si assumono soltanto se esplicitamente crude queste medicali foglie verdi; perché sono anche questo a tutti gli effetti. Il calore modifica e cambia la struttura stessa e l’assorbimento. Il problema reale, diciamocelo, è che si ha questa idea triste dell’insalata quando si parla di foglie verdi. “Mangia tante foglie verdi!” e tutti a immaginare quelle buste con la verdura già lavata e tagliata (se la prendete al supermercato e me ne accorgo vi schiaffeggio!). Premesso che una buona insalata, ricca e bilanciata (ma seriamente) diventa davvero un ottimo pasto (con l’aggiunta opportuna di semi, giusto per dirne una o cereali per aggiungerne un’altra) per questa strana specie alla quale appartengo dei vegetariani/vegani, non bisognerebbe mai dimenticare di inserire sia questo tipo di alimento come portata e non soltanto come condimento e integrare poi necessariamente in forma liquida l’assunzione di foglie verdi.

Non esiste la lattuga soltanto e bisogna ricordare che anche le foglie, come le erbe aromatiche, appartengono a questa enorme categoria: basilico, menta, coriandolo, prezzemolo e le cime di qualunque tipo a partire dai broccoli fino ad arrivare a quelle delle carote. Rivolgersi al bio non è tanto un atto di moda-fede-schizofrenia quanto di salvaguardia perché se con la carne e il pesce si corre il rischio di non sapere la provenienza e come è stato nutrito, alla stessa stregua avviene con le verdure, ortaggi e frutta relativamente il trattamento e i processi che hanno subito. Sì, non ci possiamo fare un piccolo giardinetto sul balcone lo so, ma non sarebbe neanche una cattiva idea (se conto che per fare un bicchiere di centrifugato di spinaci me ne occorre una busta ne potrei bere uno all’anno. Il che mi incentiva parecchio *disse con sarcasmo e fantasia sfrenata).

Questa piccolissima introduzione alle Foglie Verdi, su cui blatererò fin quando i signori bianchi non verranno con quella deliziosa camicia con i laccetti che vogliono farmi indossare in occasione della Milano Fescionuik, ci insegna quindi poche cose ma direi fondamentali:

  • Variare assolutamente le foglie verdi (come tutto del resto) perché ingerire sempre la stessa foglia potrebbe provocarci micro intossicazioni che se non prese per tempo possono diventare davvero fastidiose (e questo me lo appunto io perché faccio esattamente quanto detto di non fare)
  • Adoperare sempre foglie verdi biologiche o perlomeno preoccuparsi di lavarle per bene (vi prego)
  • Prediligere sempre il succo (anche il frullato va bene), meglio estratto che centrifugato (sì lo so, sono in ritardo con il Video Differenze tra estrattore e centrifuga. Non ce la sto facendo)
  • Prediligere sempre le foglie verdi crude
  • Indagare sulle infinità varietà e ricordarsi le cime degli ortaggi che non vanno assolutamente sottovalutate
  • Appuntarsi i connubi e le combinazioni che piacciono di più su un quaderno in modo da poter ripetere l’esperienza gustativa e incastrare per bene la differenziazione che attuerete dando la giusta varietà di alimenti ed elementi
  • Molti frullati verdi possono essere addolciti o insaporiti da frutta. Gli spinaci con l’ananas o la fragola e la lattuga con la banana giusto per dirne due
  • Bere eventualmente l’acqua dove avete cotto le foglie verdi per non perdere gli elimenti nutritivi

 

La Rubrica Mangiar S(tr)ano? Cosa è stato ticchettato sinora?

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9 COMMENTS

  1. Ho un debole per gli spinaci crudi, che mi piace abbinare alle noci…ma le foglie verdi crude mi piacciono parecchio in generale, non a caso l’Inge mi dice spesso che anziché mangiare: “bruchi come una capretta”! 🙂

  2. Io prediligo da sempre le verdure, mia nonna mi chiama vegetariana anche se non lo sono 🙂 che strano vederti postare foto con tutto questo verde che fa tanta paura <3

  3. questa rubrica riesce a tranquillizzarmi i nervi manco fossero in una spa a farsi fare massaggi di fango e pietre calde. (è un’immagine piuttosto confusa, sì.)

    marciafunebresonatanumero2opera35nonvedol’ora *___*

  4. Leggere questo post nella settimana in cui ho ripreso a correre e a mangiare meglio (a volermi bene insomma) è una botta di positività e ottimismo! Grazie. Estrattore versus centrifuga? Ecco questo mi interessa oltre misura

    • Bea amore mio <3
      sai che è una notizia meravigliosa questa?
      Ti abbraccio fortissimo per l'inizio di questo cammino che so già ti porterà solo tanta felicità. Non potevi dirmi e farmi regalo migliore. Ti voglio bene ( e sogno una chiacchierata con te)
      Senza dubbio centrifuga per praticità (ma pulizia duepalle. detta molto sinteticamente. E' stressante pulirla). Estrattore effettivamente da un punto di vista nutritivo migliore per via del calore etcetcetc giuro sproloquierò otto ore ( e si pulisce meglio. Costi più alti)
      Ma.
      Confesso che io vado spesso e volentieri SEMPRE di centrifuga quando sono davanti alla scelta.
      :*
      ti amooooooooooooooooooooooooooooo

  5. […] un appuntamento fisso. Il Lunedì ticchetterò maggiormente su alimenti e benefici  compilando la  rubrichetta correlata alla mia Mangiar S(tr)ano mentre il Giovedì ci sarà sempre una Ricetta, il più delle volte seguita da una VideoRicetta. Qui […]

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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