Ricette Vegetariane e Vegane

Fairy Tale Pie. La Classica Torta delle Fiabe, sì.

 

Impasto : 500 grammi di farina 00, 200 grammi di burro, 1 pizzico di sale, 1 pizzico di vaniglia, 80 grammi di acqua fredda ghiacciata, 1 cucchiaio di zucchero (si potrebbe fare 120 grammi di burro e 60 grammi di strutto, inciso). Lavora tutti insieme dentro un mixer gli ingredienti. Avvolgi in pellicola trasparente e lascia riposare in frigo almeno un’ora.

Ripieno:  500 grammi di more (o frutti di bosco) surgelate, 2 cucchiai di zucchero (facoltativi. Io non li ho messi), 1 cucchiaio di panna liquida (facoltativa io non l’ho messa).

Una volta preparato l’impasto decidi pure quale frutta adoperare e se usarla o meno surgelata. Non scelgo mai questa opzione ma confesso di essere stata una stupida perché il risultato è stato sorprendente anche con una confezione già comprata e non con frutta surgelata da me. Tocca riprovare quindi con la prima ipotesi adesso. Una volta steso il composto (molto burroso) su una teglia imburrata non spaventarti se i pezzotti si staccano. Si possono riappiccicare e il risultato sarà perfetto. Una volta preparata la base versa il ripieno e ricopri. Ripiega i laterali in modo che non fuoriesca eccessivamente il ripieno, ben sapendo che accadrà dai “buchetti rattoppati” incontrati lungo il cammino, ma credo che le macchie fruttose siano proprio la firma estetica di questa indimenticabile Pie.

Puoi farla con le mele. Puoi farla con tutto.

A 180 gradi già caldo per 50-55 minuti finché non è dorata.

“Some Day my prince will come…

Some day my prince will come. Some day we’ll meet again. And away to his castle we’ll go. To be happy forever I know. Some day when spring is here. We’ll find our love a new. And the birds will sing. And wedding bells will ring. Some day when my dreams come true”

Snow White: “Why… Why… Yes I am but”

Queen: “The little man are not here?”

Snow White: “No they are not but…”

Queen: sniffing “Baking pies?”

Snow White: “Gooseberry Pie”

Non si è mai vista una Fiaba senza una Torta e nello specifico: una Pie, lo giuro vostro Onore! Ho anche le prove, nel caso a qualcuno interessasse.

La Gooseberry Pie, ovvero la Torta Uvaspina di Biancaneve, è stata fatta più volte (ricordi? sono anche Nanosamente abbigliata e ci sono diversi inquietanti reperti fotografici. Pure del Signore che vendeva i nani sul cofano della macchina in Autogrill, sì) ed è una garanzia sempre. L’impasto è davvero quello ammmerigano e non si discute. La frolla è sbriciolosa da esaurimento nervoso e il risultato è sempre sorprendente. Questa torta è una delle innumerevoli prove che ho fatto ormai quasi due anni fa per un progetto mai finito. Ho cento foto da sistemare, tanta roba da scrivere e insomma le mie solite cose inconcluse, no? Perché è sempre bello avere duemila progetti aperti, non finirne uno e cominciarne altri mille. Genera idee su idee e smuove l’iperuranio in un crescendo e moltiplicarsi. Quando non so più a cosa dare priorità e mi confondo tra i miei moleskine senza capire bene dove sto appuntando una cosa piuttosto che un’altra significa che sì. Sto lavorando seriamente e porterò avanti una vittoria. Dopo il kaos del resto c’è il continuum e l’equilibrium.

Ritrovando queste foto ho creduto giusto pubblicarle non tanto per la riuscita di esse, obiettivamente orrende, quanto perché la ricetta merita. Non è quella che ho scelto durante la cernita di Pie ma sicuramente merita il podio (e qui tocca ricordare pure la Blueberry Pie in Cibo e Cinema). Versatile e declinabile in infinite fruttose variazioni, si conserva bene ed è perfetta per le merende primaverili quando alle diciannove c’è ancora tanto sole.  E le nuvole formano tanti disegni.

Io ci vedo sempre i Nani. E tu?

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10 COMMENTS

  1. Ecco. Proprio una bella fetta di questa torta mi ci vorrebbe oggi… giornata no, mi abbracci almeno un pochino?! <3

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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