Qui ci sono tutti i libri su cui ho ticchettato sinora e cominciano a farsi tanti, diciamo. Tanto da non capire più quelli di cui ho parlato o meno. Prima di tutto mi scuso pubblicamente per non aver seguito le ultime tombolate. Credo che solo Cri e Nicol mi possano dire il punto della situazione (perché sono il bastone della mia vecchiaia) perché francamente ho raggiunto dei livelli di svampitaggine e confusione fuori dal comune. Mi scuso ripeto per la mancata spedizione del libro-tombolata. Provvederò il più velocemente possibile una volta capito chi come dove e quando. E soprattutto perché mi continui a rivolgere parola. Partiamo quindi subito con un altro frenetico ticchettio. Oggi per far felice la sua fidanzata Cri parlerò di lui: Gordon Ramsay. Perché Cri è fidanzata con Gordon e io con Luther. Tutto torna, giusto? Bene. Proseguiamo.
Credevo di aver pubblicato molti più articoli riguardanti i libri di Gordon Ramsay (ironman. E’ un pure un iroman!) e invece solo questi miseri due (posso avere un bel ceffone in faccia a turno da ognuno di voi? Grazie. Alla tua destra trovi il numero).
Di Gordon ho tutti i libri. Non solo perché è fidanzato con Cristiana, sia chiaro. Certo quello aggiunge un quid ma è un bravo cuoco, su (ok la smetto). Lo adoro dai tempi di Hell’s Kitchen quando il terribile arrivo di Cracco più di una decina d’anni dopo non era neanche nella mente del più perverso autore televisivo. Quando i programmi di cucina non erano trenta milioni a tutti le ore su tutti i canali. Quando vedevo il Club delle cuoche con la mia amata Luisanna Messeri e solo Alice Tv e il Gambero Rosso dedicavano accaventiquattroscrittocosì ricette su ricette. Quando tutto questo divismo cuocoso era riservato solo a Gordon, Marco Pierre White e pochissimi altri. Non a gente che si spetascia anguille sulla labbra con fare sensuale (leggi: da voltastomaco) e addenta bistecche con l’olio grondante sulla barba. Si è capito che non nutro particolari simpatie per l’unto e bisunto? Bene. Fosse solo perché non concepisco questo food porn esasperato. Un urlo e un atteggiamento da maschione in cucina lo accetto. Pure un lancio di piatti alla Gordon (che ha aperto le danze a tutti gli altri), ma sono pur sempre fan del galateo e del tovagliolo ricamato. Vedere olio che cola, allusioni da terza elementare e volgarità (perché quelle sono) assortite: no grazie. E ora puoi odiarmi con moderazione, o tu innamorata dell’unto.
Oggi però parliamo del nostro biondino preferito. Mio cognato, insomma. Il libro è edito da Guido Tommasi Editore (partono gli applausi a scena aperta) e ha un prezzo di 29.90. In copertina recitano questo:
“Gordon Ramsay è famoso per i suoi piatti creativi di alto livello, per questo i suoi ristoranti sono diventati un punto di riferimento per chi ama la buona cucina e i suoi libri di cucina hanno scalato le classifiche di tutto il mondo, diventando rapidamente dei best-seller. Eppure, una volta spogliato di tutta l’attenzione mediatica che si è guadagnato con le sue trasmissioni televisive, è prima di tutto un uomo che ama la cucina semplice e familiare. Nelle ricette che propone in questo libro non rinuncia ad accostamenti studiati e a una presentazione elegante, ma la preparazione è semplice e davvero alla portata di tutti: i suoi piatti vi conquisteranno e potrete affermare, senza paura di essere smentiti, che a casa vostra si mangia come in quella di uno chef a tre stelle”.
Questo “genere” di libro è stato fatto da chiunque. E in “chiunque” è incluso il grande Adrià (segue inchino e genuflessione). Di fatto è tutto riassunto in copertina. Un libro con ricette semplici e quel quid in più che ti fa sentire uno chef a tre stelle in incognito. Le fotografie non sono particolarmente indimenticabili e Jill Mead mi perdonerà per questa piccolissima critica. Sono fotografie di cibo e basta. Forse la carta non gli rende giustizia d’accordo e non sono neanche “posate” ma la sfogliata di zucca gialla è come se fosse scattata da mia nonna senza luce molto velocemente con una compatta in offerta nel cesto natalizio (ok la smetto). Tutto il resto però lo trovo bello e basta. Le foto di Gordon in cucina e i volti che lo circondano. Non sono fotografie patinate ma non è questo il punto. Sono un po’, uhm. Impersonali, diciamo.
Nell’introduzione Gordon dice che continua a entusiasmarsi alla cucina e agli stimoli come quando ha aperto il primo ristorante nel 1993. Dichiara di non amare le forzature del cibo di tendenza e se deve scegliere tra un tortino di pesce casalingo e una millefoglie ricoperta da una salsa non meglio identificata non ha dubbi: tortino.
Il libro è così diviso:
- Colazione e brunch
- Fast food di classe
- Famiglia e Amici
- Grigliate estive
- Solo per bimbi
- Finger food e drink
- Con stile
- Cena a due
- Cucinare per un reggimento
- La mia dispensa e i miei attrezzi
Duecentocinquanta pagine di bontà. La sezione colazione e brunch comprende Kedgeree di salmone, uova strapazzate sublimi, tortino di verze e patate, English breakfast, bagel tostato, pane speziato, composta di ciliegie e frappè di banane e frutto della passione. E non è che sia una sezione che mi faccia impazzire, ma il tortino di verze e patate alletta non poco la mia fantasia tanto quanto il bagel tostato. Per quanto riguarda il fast food di classe troviamo la vellutata di broccoli (con le mandorle o le noci che è il mio abbinamento preferito in assoluto), capesante scottate e lattuga, sandwich di pancetta croccante, tortilla con pollo e avocado, sardine fresche alla griglia con patate novelle, omelette aperta con salmone affumicato e crème fraîche e altro come spaghetti con astice in sugo cremoso di pomodoro e anguille affumicate in insalata con pancetta e patate saltate. Per famiglia e amici la domenica (ci ha fatto pure un libro) è sacra e uno dei suoi piatti preferiti rimane l’arrosto da servire insieme al tortino di pesce. Per i bimbi Gordon invece prepara spesso il pollo in casseruola o il manzo brasato. Poi dolci che non possono mancare e in assoluto il budino al vapore e il trifle. Fagiano arrosto con cavoli mantecati e bacon, Pollo in casseruola con gnocchi al coriandolo, Sella d’agnello con ripieno di spinaci, Pancetta arrosto e torta cremosa di spinaci (un tripudio di carne, sia chiaro). C’è moltissima carne in questo libro. Anche pesce ma pare che il buon Gordon la pancetta, il prosciutto e qualche costoletta ce l’abbia infilata pure nel trifle. Una delle ricette che voglio rifare è quella di pagina 108 ovvero la torta al limone caramellata, che aveva riscosso diverso tempo fa un successo incredibile seppur con qualche modifica delle mie (leggi: modifiche sceme).
Per i bimbi Ramsay propone pizza pomodoro e mozzarella, pesciolini di salmone, toast al formaggio, pasta con pancetta, patatine al forno, mini hamburger di Meg, spiedini di frutta e ghiaccioli con yogurt e frutta. Insomma non è che ci sia tutto questo gran tripudio di fantasia ma le basi che bene o male si trovano ovunque. Ma è Gordon che lo scrive e quindi taccio sostenendo: Sììììììììì fantastico!! E va detto che comunque si tratta di cucina casalinga, mica di giochi pirotecnici e trovate visive geniali. Devo assolutamente provare le barrette di frutta e miele ai cereali con fiocchi di avena e zucchero di canna grezzo in abbinamento alla frutta tropicale.
Insomma tra vellutate di rape, Carpaccio di manzo con rucola e parmigiano reggiano, Cosce di pollo in pancetta e solo un chutney visto e rivisto, Ramsay fa il riassunto di tutte le puntate precedenti, ovvero tutte le ricette “basi” per stupire con poco ma con gusto. Un libro che piacerà sicuramente a chi non è avvezzo moltissimo ai libri di cucina e non sta cercando particolari colpi di scena o fantasia estrema. Un libro che ti ritrovi tra le mani spesso e che diventa fido compagno perché gli ingredienti li hai in dispensa per ben più del settanta per cento dei casi.
Un libro che, se contestualizzato a questa tipologia, è assolutamente da non perdere.