Ricette Vegetariane e Vegane

Pesto e condimenti veloci

Dopo il libricino piccino picciò dell’edizione Piccoli spuntini “La mia casetta in Canadà”, è la volta di Pesto & condimenti veloci di Bibliotheca Culinaria. L’autore è Joshua Clever e le fotografie sono di Marie Pierre Morel. Il prezzo è di 11,40 e anticipo dicendo che è un libro delizioso da non perdere per nessuna ragione. Nessun amico genovese (soprattutto la mia adorata Cecilia) mi rimproveri ma se la prenda con Joshua, oh *segue risatina isterica. Lo so che i genovesi non sono solo legatissimi al pesto in quanto pesto ma anche alla terminologia pestosa (l’Accademia della Crusca dopo petaloso non può più dire niente a nessuno). Il Pesto è come un marchio registrato e marchiato a fuoco nella terra della Liguria; i Liguri reputano tale (delizioso e meraviglioso) pesto solo ed esclusivamente se si parla di: basilico, pinoli, aglio, parmigiano, pecorino sardo e olio extra vergine d’oliva. Sta di fatto però che il pesto è diventato un po’ come la “nutella” per tutte le creme di cioccolato. Una parola di uso comune e in tutte le parti del mondo che indica ormai un condimento. Una salsa a crudo con ingredienti amalgamati a freddo che condisce carni, verdure, bruschette e qualsivoglia pietanza. Sono un’amante del pesto nonostante abbia parlato di pesto vegan con il tofu; eresia d’accordo, ma che consente anche agli intolleranti al latte di non privarsene. Nota che andrebbe, a prescindere dall’eticità e moralità di ogni singolo individuo, ricordata.

 

Il libro comincia un po’ “sul sentiero di guerra”, diciamolo (mi raccomando genovesi e liguri inspirate col naso e calma! Sono dalla vostra parte lo giuro):

“Spesso si ritiene che questo termine designi soltanto il tipico condimento a base di basilico, aglio, pinoli e olio d’oliva, vale a dire i tradizonali ingredienti del pesto genovese; oggi tuttavia possiamo chiamare pesto qualunque preparato realizzato pesando o frantumando insieme degli ingredienti per creare un condimento saporito ricco e cremoso”

Ecco. Avrei cominciato diversamente perché “il pesto può essere tutto ciò che si vuole che sia” non lo direi proprio così tanto ad alta voce davanti a un genovese. D’accordo che “la libertà è la vera gioia della cucina!” ma è anche vero che un marchio-un prodotto inventato-un prodotto che ha fatto storia va comunque tutelato e non minimizzato e mortificato in questo modo. Allora l’olio extra vergine d’oliva facciamolo con i pistacchi trattati a freddo che tanto è la stessa cosa! (Sto delirando, sì).

Ho fatto lo stesso sbaglio anni fa mortificando la tortilla e dicendo fosse una semplice frittata e SBAM! schiaffo virtuale in faccia -che ha fatto ugualmente male- da due dolcissime lettrici spagnole che mi hanno detto “Iaia da te non ce lo aspettavamo”. Avevano ragione. Lo penso seriamente. Quando mi dicono che la tortilla è come una frittata pure io, adesso,  SBAMM-schiaffo virtuale a tutti. Onore alla frittata. Onore alla Tortilla. Cugine ma non gemelle omozigoti. Mi sto perdendo nella discussione o sbaglio?

 

Per rispetto avrei detto: il sacro pesto e tutto quello che viene dopo. Si dà il giusto rispetto e poi sì che si può parlare di infinite declinazioni.

Nonostante questa mia fastidiosa permalosità riguardo l’introduzione e il concept, resto dell’idea che il libro sia da acquistare senza dubbio alcuno. Ci sono tantissime idee. Le foto sono semplici e carine (anche troppo, sì) perché per la maggior parte mostrano solo gli ingredienti; cosa che permette di memorizzare sin da subito il tutto facendo valutare nell’immediato se la preparazione possa catturare la nostra attenzione o meno. Non sono foto che dici: “uhhh non le dimenticherò mai” ma neanche “santopesto chi ha compiuto questo scempio?!”. Foto semplici, equilibrate e senza fronzoli ma che certo non ti lasciano lì con occhi sognanti e un ricordo indelebile. La carta non mi piace molto ma l’impostazione davvero tanto. Ingredienti e quantità senza esecuzione perché chiaramente va tutto “ridotto in pesto” e foto. Punto. Tutti i pesti sono numerati e sulla foto compare un cerchietto con: pesto numero 1, pesto numero 2, pesto numero 3 e così via fino ad arrivare a 30.

Finite le 30 ricette poi ci sono alcune idee golose, ovvero come fare le lasagne con il pesto 6 e l’insalata estiva con il pesto 20. Come fare i capelli d’angelo con i broccoli con il pesto 4 e tagliolini e cipolle con il pesto 2. Un’idea carinissima che se sfruttata maggiormente con ancora più abbinamenti avrebbe fatto davvero la differenza.

 

Ma quali sono questi 30 Pesti?

Te ne dico qualcuno? Dai. Non tutti per non annoiarti ma qualcuno te lo dico.

  • Pesto giapponese al miso
  • Pesto allo zenzero e alla cipolla novella
  • Pesto ai peperoni arrostiti al pepe di Cayenna
  • Pesto al timo, limone e broccoli
  • Pesto rosmarino, pomodori secchi e scalogno
  • Pesto all’aneto e all’arancia
  • Pesto alla salvia e olive nere
  • Pesto alle alghe, capperi e scalogno
  • Pesto indiano al curry
  • Pesto messicano al chipotle
  • Pesto all’aneto e ai cinque semi
  • Pesto alla rucola e gorgonzola
  • Pesto alla francese
  • Pesto alle noce di cocco e noci pecan
  • Pesto al cioccolato e dragoncello

 

 

Formato piccolo e comodo. Volume delizioso e creativo. Facile e da consultare per le più disparate occasioni. Si possono organizzare dei veri e propri Brunch mettendo a disposizione infinità di verdure e tantissimi barattoli di pesto. Si può pensare a una “bruschettata” selvaggia con tanti tipi differenti di pesto e condimenti. Tantissime le idee. Un libricino sicuramente utile e da tenere in libreria per diverse occasioni.

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8 COMMENTS

    • Ah, il dragoncello sì. Chebbbono con quel sapore rettiloso. Quello che si raccoglie dall’orticello di casa. Ah si pela? No, si munge?

      Scusa. Vado a tenere il mio delirio ignorante altrove. <3

  1. Tra mortaio e colpi: 30 sfumature di pesto per i biricchini della cucina. Questi genovesi ne sanno a pacchi, oh. Ora li voglio tutti, naturalmente.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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