Ricette Vegetariane e Vegane

The Green Kitchen

The Green Kitchen, Ricette vegetariane sane e deliziose per tutti i giorni, di David Frenkiel & Luise Vindahl per Guido Tommasi Editore, è un libro bello pesante di quelli con le copertine rigidissime che neanche se li metti sotto la pioggia possono rovinarsi. Sembra quasi sia fatto di compensato. Anzi, a dirla tutta sembra proprio lo stesso materiale dell’Expedit di Ikea, che gli hanno pure cambiato nome e non ho molto gradito la cosa, chiaramente. Sono una maniaca abitudinaria, io.
David e Luise (mea culpa non li conoscevo ma ho rimediato) sono la coppia (BELLISSIMA) dietro questo food blog vegetariano acclamato in ogni dove. Le foto -dicono nella descrizione- sono diventate per via dei colori e della bellezza il loro tratto distintivo (e come dar torto a chi lo ha scritto?) in connubio con ricette vegetariane coloratissime e molto versatili. La loro app è stata tra le migliori nel 2012 e i loro lavori ormai sono finiti un po’ dappertutto. David è svedese mentre Luise è danese e vivono a Stoccolma con la figlia Elsa (e parta immediatamente su Elsa la colonna sonora di Frozen, grazie regia!).
The Green Kitchen è il loro primo libro e ti assicuro che quando lo vedrai ti verrà voglia di abbracciarlo forte. A volte compare pure quella tenera e piccola manina di Elsa che agguanta dei tartufi al cioccolato con spirulina ed è lì che ti viene un nodo alla gola e dici amoredellazia. Così, come una vecchia zitella apparentemente dal cuore arido che si scioglie come un ghiacciolo al sole. Mi piace che ci sia una piccola parte di racconto per ogni ricetta. A Elsa piace fare la copertura con il cocco. E sono davvero queste emozioni che poi fanno davvero un libro di cucina diverso. Un cliché ormai? No. Perché da quando il cibo è diventato romanzo e ci sono dietro storie, ricordi e dolori tutto somiglia a quel quaderno sporco di salsa che ti ha lasciato nonna anche se odora di carta appena stampata. Riesce nell’intento di catapultarti lì. Nel passato. E pure in ogni dove.

 

È la fiaba di un vegetariano e di una carnivora, apparentemente atipici. Perché il vegetariano era tutto pasta, pizza e gelato mentre la carnivora dedita al consumo di cereali integrali. Mi piace l’introduzione perché questo c’è scritto nelle prime righe. Mi piace perché non amo gli schemi precisi e i vestitini cuciti ad arte. Non mi aspetto mai che un vegetariano sia un fissato dell’alimentazione sana, anzi. Lo sono stata per più di un decennio ed ero obesa. Chi crede che tutti i vegetariani e vegani siano persone attentissime all’alimentazione ne ha conosciuti ben poco in primis e ha una predilezione per la generalizzazione. Molte volte si eliminano dei cibi anche in concomitanza con disturbi alimentari e non in ultimo con vere e proprie fissazioni e capricci, dovuti principalmente all’essere stati viziati dalla vita. Bella la mia laurea in psicologia da supermercato con master in banco frigo, eh?

Dicevo. Questa fiaba comincia così. Con i primi litigi, perché fondamentalmente due persone che vanno a vivere insieme la prima cosa che fanno è creare una dispensa per la sopravvivenza. Come possono mettersi d’accordo un vegetariano incallito (lo è dall’età di 15 anni) e distratto che mangia pizze e schifezze e una carnivora di carne scelta e selezionata non amante del junk food sfrenato e attenta al consumo consapevole?
Lo fanno, dicono, mettendo sul tavolo quello che apprezzavano entrambi: le verdure. Riempiono la casa di verdure e frutta con semi e cereali e decidono di cucinare pietanze e torte sane e verdi, ma non per questo noiose e non in ultimo decidono -come è sacrosanto che sia- di non guardare nel piatto dell’altro e giudicarlo. Trovano ispirazione dalla cucina in tutte le forme e da tutte le parti del mondo e ogni paese visitato come spesso accade porta con sé un ricordo e un piatto. Amano l’Italia non solo perché si sono conosciuti proprio sotto Castel Sant’Angelo e perché lui ci ha vissuto ma perché in Italia: si parla sempre di cibo. E a loro parlare di cibo da mattina a sera piace. Come non capirli?

 

 

La maggior parte delle ricette come spesso accade sono state scritte interamente per il libro, ma ci sono anche quelle che loro hanno scelto dal blog. Quelle che hanno riscosso più successo e a cui sono legati di più. Un blog a quattro mani (ma ci sono pure le manine della bellissima Elsa che sembra disegnata da una sapiente matita) dove le voci sono di entrambi. La carta non è lucida ma piuttosto ruvidina e questo fa sì che le foto non siano sfavillanti ma ugualmente BELLE. Proprio belle, davvero. Alcune del cibo sono eccessivamente ravvicinate e si capisce poco. Suppongo per il tipo di carta. Un esempio? Pagina 23. Credo che l’originale prevedesse una messa a fuoco simil macro su una foglia di basilico tra un mare di salsa ma il risultato è una pagina rossa leggermente naif con una foglia. Devi andarci un po’ a intuito e interpretarla. Ma devi avere pure un occhio eccessivamente critico e va detto (oppure devi trovarci un difetto cretino e prendertela con la carta. Perché la foto è bella, oh). Per il resto quelle all’esterno sono strepitose e ti portano in luoghi magici e lontani. Quando si tratta poi di food a piena pagina si trova la classica tavola di legno che mi piace da pazzi sempre e non mi stanca mai, con colori molto vivi e intensi. Non hanno uno stile ben preciso e un’inquadratura che continua e perdura; al contrario sono scattate in diversi modi e luoghi. Interni ed esterni. Quando poi compaiono loro in mezzo ai boschi abbracciati con la cassetta di verdura e Elsa che saltella con i leggings rigati c’è da mettersi le mani nei capelli e urlare solo puccipuccipucciosibellissimi o qualcosa che vagamente ricordi quei gridolini incontenibili da eccitazione incredibile. Sono spudoratamente belli e semplici. Proprio come questo libro.
Anche qui mi trovo a dire la solita cose delle ultime volte, sì. Chi già è avvezzo a questa tipologia di libri non rimarrà folgorato dalle ricette perché diciamocelo “nel nostro giro” sono sempre un po’ quelle, eh. Lato verdure intendo. Ci si stupisce più con la pasticceria, c’è poco da fare. Non per questo però non se ne apprezzano le sfumature.
Per chi invece non è avvezzo alla libreria vegetariana potrà solo fare bingo perché troverà tantissime idee sfiziose, semplici e molto accattivanti. Che faccio ne dico qualcuna che come sempre mi sono persa in chiacchiere? Ennnnamova.

 Duecentocinquanta pagine divise in:

  • Introduzione
  • La nostra dispensa
  • Un sano inizio
  • Metodi di base
  • Mattina
  • Piatti leggeri
  • In giro
  • Cene di famiglia
  • Spuntini
  • Bevande
  • Dolci & Co.
  • Indice
  • Grazie
  • Gli autori

 Si hanno indicazioni del tipo V= vegano e SG=senza glutine.

Oatmeal croccante con more al forno, frittata con asparagi e erbe aromatiche, macedonia di frutta con formaggio di capra cremoso, granola fiorita, Tom Kha tofu, Insalata di broccoli con melagrana e uvetta, pesto di ortiche, insalata di riso selvaggio con topinambur e uva, zuppa di ceci e pomodori arrostiti, tacos di verza ripieni di mais e mango, insalata di lenticchie e finocchi al limone, crepes di ceci indiane con raita e verdure a foglia, muffin salati con mais e miglio, torta al finocchio e cocco, wrap con barbabietole, mele e formaggio di capra, pane per picnic ripieno di miele e funghi, tajine di verdure, cartocci di funghi con melanzane e nocciole, susi explosion con yogurt al wasabi, Torta decadente al coccolato e barbabietole, cupcake con carote e cocco banana, brownie al doppio cioccolato e lamponi e davvero tantissimo altro.

Il prezzo è altino e corrisponde a 29.90 ma li vale tutti per contenuto, ricette, grafica e foto. Non resta che sfogliarlo e compralo (seguirà presto lo “sfogliaggio” sul mio canale youtube. Sono sicura che sfogliaggio si possa dire. Ne ho quasi la certezza assoluta).

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5 COMMENTS

  1. A voglia che si può dire sfogliaggio. Io sfogliaggio in continuazione. Tipo quando arriva l’autunno e mi trovano come un albero morto. Uguale.
    (ciao amore come stai?)

  2. Ciao Iaia,
    Scompaio sempre… Ma prima o poi ritorno! ???
    David e Louise li seguo da due annetti, sono meravigliosi anche se ogni tanto (mannaggia a me!) faccio un po’ fatica con le loro ricette in inglese del blog, tra l’altro uno dei pochissimi che seguo oltre al tuo. Non mi diseredi vero?! ?
    Da un anno è nato anche il loro secondogenito, Isac se non erro, e ti consiglio di seguirli su instagram 😉
    Questo libro sto aspettando ancora a comprarlo perché sono molto incerta se prendere l’edizione italiana o quella inglese. Tu che dici?!

  3. Bellissimissimo il libro, regalatomi dalla mia migliore amica a Natale, e bella la tua recensione.

  4. Questo libro è anche nella mia libreria della cucina, che praticamente è fatta di libri vegetariani (non che io lo sia)e giapponesi. Sbaglio o hanno scritto anche un secondo libro? Mi pare di averlo visto in libreria, con la copertina sul giallo che mi ha fatto pensare ad un libro sulle spezie….comunque i tuoi post di recensioni li amo moltissimissimo anche se sono molto pericolosi <3 ciao Iaia

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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