Come dicevo Lunedì scorso delirando su dodici carrelli della mia spesa ho capito che qualcosa stava cambiando anche nel mio modo di comunicare in movimento; sul canale Youtube, sì. Dove tutto è più veloce e non si ha tempo per perdersi tra le righe e dodici anni di Blog. Dove tutto è nuovo. Dove non sono più la maghetta di splinder passata a wordpress ma una nuova arrivata. Forse è questo che mi piace di più, sai? Perché in ogni social ho voluto impegnarmi ad essere fondamentalmente io adoperando solo un tipo di comunicazione diversa per forma ma non per sostanza. Non mi sono appassionata a Snapchat per questo, forse. Incuriosita le prime due settimane, ma era più una forzatura nel volerci essere e non nel volerlo fare. Lì la sostanza -la mia intendo- si perdeva. Nella quotidianità dei gesti scivolava tutto via. Raccontare una storia significa altro, nel mio iperuranio, e non mostrare semplicemente che vado in giro, faccio la spesa e cucino. Lo faccio già abbastanza in ogni dove. Chiedendomi non troppo di rado: “ma lo faccio per quale disturbo egocentrico?”. Raccontare una storia che non sia sempre la stessa può richiedere una vita e neanche basta. Ne ho così tante in testa che nessuna riesce a prendere sostanza nonostante la forma ce l’abbia. Tocca aspettare, mi dico. Sperando di non morire facendolo. Perché, ecco, il mio sogno è acchiapparne almeno una e finirla.
Allora le domande stavano cominciando a essere tante e rispondere “l’ho scritto sul blog”, “l’ho scritto sul libro”, “l’ho detto alla radio”, “l’ho detto in uno snapchat”, “l’ho ripetuto mille volte” non basta. Voler essere seguiti -perché senza girarci tanto intorno questo è- richiede soprattutto attenzione nei confronti di chi lo fa. Cura e rispetto. Da questa parte non si è nessuno di diverso che dall’altra. Sembra talmente ovvio, vero? Eppure non è così. Voler essere seguiti significa impiegare il quadruplo del tempo per seguire a tua volta. Essere sempre disponibili e chiarificatori sui dubbi. Essere sempre pronti e attenti. Comunicare è dato in pasto a tutti. Comunicare bene è un pasto equilibrato che in pochi riescono a servire. Per dire che molte volte si buttano scatole di biscotti confezionati su una tavola sporca credendo di servire dei macaron pregiatissimi. Tutti sanno riconoscerne la differenza. A volte ci vuole più tempo ma la consapevolezza arriva.
Senza pensarci ho quindi montato pezzi di cibo, che ho utilizzato per altre videoricette e progetti, e parlato su. Come è successo per il Draw my Life che rimane ancora tra le cose più difficili fatte sul web. Ho detto giusto una mollica e niente di così diverso da quello che faccio sotto forma di scrittura da anni ma a voce. Dirlo a voce. Sembra quasi che te ne sia liberata in un altro modo. Questa continua ricerca di me tra la folla mi ha sempre rimandato un’immagine.
Sono in una metropolitana affollata. Guardo ovunque. Non riesco a fermarmi. Mi agito un po’ ma non posso muovermi perché braccata da quel signore alto con la sciarpa, da quella signora bassa con il cappotto color cammello e da due studenti che si spintonano mostrandosi delle foto sul cellulare e ridendo. Tante voci e nessuna distinta. Tanto rumore che sembra silenzio. Nessuna temperatura perché sudi non capendo se per paura fredda o per caldo insopportabile. Troppi odori. Ondate buonissime e altre pestilenziali. Come non sentire più il tuo corpo.
Poi accade che all’improvviso si svuota tutto e rimani lì. Con la tua immagine riflessa nello specchio della metro che si apre e si chiude ma rimane ferma. E ti vedi e non ti vedi. E ogni volta ti vedi diversa. Un momento molto magra. Un momento molto grossa. Un momento molto normale. Un  momento non ti vedi. Ma in quei momenti riesco a capire che perlomeno sono viva. Dentro.
E forse il resto non importa.
A me il tuo modo di comunicare fa impazzire, ti sento autentica, in tutta la miriade di cose che fai, mi piace il fatto che sei poliedrica e differente in mille sfumature, ma se stringi all’osso poi sei sempre tu! Stasera guardo il video, bisous bisous!
:*
guarda bene quello specchio…
un momento tanto bella <3
“Comunicare bene è un pasto equilibrato che in pochi riescono a servire”.
Ben detto, ben fatto, bello e brava.
Esserci è già molto, che non sempre il tempo aiuta a spiegarsi meglio, a dare più attenzione, nella miriade di attenzioni che vengono richieste si finirebbe col dare meno sé stessi, trascurarsi, scontentando tutti.
Sempre la più gnocca, soprattutto dentro, dove conta