Ricette Vegetariane e Vegane

12 Cose da mangiare assolutamente a Catania

Granita

Mangiare la granita con la brioche, che a Catania ci piace chiamare brioscia. Questa cosa della brioscia è tipica catanese, più che nelle altre provincie (ma anche a Messina e Siracusa la brioche è quasi onnipresente). Anticamente si mangiava con il pane casareccio caldo. Cosa che consiglio caldamente perché è un milione di volte più buona.

Come si mangia correttamente? Prendere pezzi di brioscia (o di pane casareccio caldo che si chiama: cucciddatu e che puoi trovare in tutti i panifici) e intingerli nella granita, oppure poggiare sui pezzi di brioscia una generosa cucchiaiata di granita e mangiare. La granita senza brioscia è praticamente un insulto alla città di Catania tutta e tutti i Catanesi (non siamo permalosi).

Pezzi della colazione

Credevi che mangiassimo solo granita, eh? No. I pezzi della colazione -letteralmente definiti così dai catanesi- sono tantissimi. Al mattino non il solito cornetto ma una bella raviola con la ricotta, un cannoncino con la crema di pistacchio, un iris con il cioccolato o la crema pasticcera, altrimenti una treccia con la marmellata o con il pistacchio ma pure con la nutella altrimenti leggera con l’uvetta. E la graffa e il panzerotto? E vogliamo dimenticarci la bomba? C’è sia fritta che al forno; perché vogliamo mantenerci anche noi leggeri (noti il sarcasmo?). Al mattino lasciati sedurre da tutti i pezzi della colazione caldi e grondanti di meraviglia. Ah sì. Puoi anche inzuppare un iris nella granita. Nessuno te lo vieta anzi: avrai la cittadinanza catanese ad honorem!

Ne ho parlato nello specifico qui.

Arancino

Chi lo mangia con la punta in giù e chi in sù. Non importa. Trova il tuo modo per gustartelo al meglio. Il vero arancino è quello al ragù -ma ne troverai di infinite varianti- e se vuoi aiutare la Città di Catania risolvi anche tu l’arcano: è meglio l’arancino di Savia o di Spinella? Quesito che tormenta i cittadini da decenni. I bar sono in via Etnea di fronte alla Villa Bellini. Confrontali e dacci il tuo giudizio. È importante!

Ah per ragù noi intendiamo pezzetti di carne intera. Non carne trita. Perché nel vero arancino questa fa la differenza.

A proposito della diatriba Arancino VS Arancina: non sono una Sicula integralista e non perdo tempo in queste sciocchezze. Per una Sicilia unita va bene sia Arancino che Arancina. Se sono nella parte orientale la chiamo Arancino. Se sono nella parte occidentale la chiamo Arancina. Mi piace il rispetto e la vicinanza. Non l’ignoranza e la lontananza.

Tavola Calda

So che per te Tavola Calda significa altro ma per noi catanesi la tavola calda significa: pezzi di tavola calda. Cosa sono? I parenti dell’arancino. Cartocciata, bomba, sfoglia, cipollina, siciliana e un infinito etc. Si mangiano h24. A colazione, per spuntino, a pranzo, a cena, per merenda e dopo cena o dopo pranzo. Ogni momento è buono per un pezzo (e più) di tavola calda. La trovi ovunque e in grande quantità e soprattutto a tutte le ore. Uno dei bar più forniti è sicuramente Ernesto al lungomare ma anche il Cafè de Paris. Ultimamente a Catania fanno anche dei pezzi di tavola calda veg per venire incontro a tutte le esigenze. Insomma in un modo o o nell’altro potrai assaggiare i famigerati pezzi senza rimanere a bocca asciutta!

Ne ho parlato nello specifico qui.

Catania è la città dei chioschi

Se non ti fermi a un chiosco a bere un Seltz al limone e sale non hai vissuto davvero appieno Catania. Tradizione catanese impone che tu debba gustare almeno un seltz al limone con il sale, un mandarinetto verde, un tamarindo e se proprio non vuoi badare alle calorie pure un frappé alla nutella (tipica bibita anni 90 della movida catanese dopo le lunghe e faticose sessioni di ballo nelle discoteche. Anche quelle del pomeriggio giovani). Il seltz al limone con il sale è una vera e propria istituzione. Ti aiuta a sopravvivere all’afa catanese. Te ne innamorerai!

I più famosi chioschi di Catania sono quelli di Giammona in via Umberto. In pratica dopo l’arancino da Savia o Spinella se giri a destra puoi rinfrescarti con un seltz. Il chiosco Giammona è una vera e propria istituzione e ha lanciato anche una linea -buonissima per altro- di prodotti da chiosco per la casa. Ma berlo lì ti assicuro è tutta un’altra storia.

Capomulini

Se vuoi portare la tua donzella a mangiare pesce in riva al mare il posto più gettonato e conosciuto -un vero e proprio cliché- è Capomulini, una frazione del comune di Acireale (bellissima!), dove un susseguirsi di trattorie e ristoranti sul mare ti offriranno a prezzi abbordabili una buona cena di pesce anche con prezzi piuttosto onesti. A Catania ci sono tantissimi ristoranti ottimi di pesce e non sarà difficile fare un’ottima cena senza spostarti troppo ma se vuoi provare un luogo amato dai catanesi, beh Capomulini è il posto giusto.

Miglior Ristorante? Posto in cui mangiare?

In realtà ce ne sono tantissimi e a Catania mangi ventiquattro ore su ventiquattro senza problemi. Non mi sento di segnalartene uno in particolare. Però ecco è giusto anche che tiri fuori qualche nome random di diversa tipologia e poi magari darai un’occhiata tu al genere che preferisci:  Le Tre Bocche, Il Giardino di Bacco (un po’ esclusivo e occorre la prenotazione. Si trova in provincia e non in città), Antica Marina, Il Sale Art Cafè, Fud, A Putia dell’Ostello, La Siciliana, Ambasciata del mare, Locanda Cerami, I Tre Bicchieri, La Polpetteria e.
E poi magari faccio un post a parte?

Una Minna di Sant’Agata

Una piccola cassatina (ho parlato qui del motivo e della tradizione di questo dolce) a fine pasto prendila. Che d’accordo il Re indiscusso è il cannolo e quello lo mangerai sicuro ma una minnetta con un buon caffè l’apprezzerai. La trovi in tutti i bar pasticceria ma al lungomare ha tutto un altro sapore e ci sono diversi bar rinomati (Cafè de Paris ed Ernesto su tutti).

Russo a Santa Venerina

Non è propriamente a Catania ma ne vale ti assicuro la pena. Se vuoi portare con te un pezzo di Sicilia, fare un dono prezioso (e anche mangiare un’ottima granita nella sala da tè adiacente, respirare il vero odore della Sicilia e restare per sempre abbagliato dalla presenza magica dei proprietari, che adoro) vai senza indugio. Porto sempre i miei amici forestieri (non siciliani) lì. E sempre lì vogliono tornare più innamorati che mai. Sul Blog ne ho parlato diverse volte. Un mobile ottocentesco di una farmacia, due sorelle indimenticabili pronte a raccontarti la loro storia, il laboratorio dietro quel mobile, i colori della pasta reale che la deliziosa proprietaria ancora dipinge a mano. Quadri sullo zucchero. Sfumature che ti entrano nel cuore. Amo Russo a Santa Venerina. Lo amo come poche cose al mondo e te lo consiglio. Proprio con tutto il cuore.

Non andare via da lì senza aver mangiato il Mosto cotto, ti prego. La mostarda, sì.

La Carne di Cavallo

Metto a tacere la mia anima Veg a favore di una tradizione radicata catanese. Catania è una città che pullula letteralmente di prodotti  a base di carne di cavallo. Trattorie e ristorantini tipici vicino al Castello Ursino offrono diverse preparazioni a base di cavallo. C’è chi giura sia un’esperienza da fare. I più famosi sono il Camelot e il Borgo di Federico (decisamente caserecci).

Apericena- cena- post cena easy friendly?

A piazza Teatro Massimo. Anche il dopo cena per carità ma se mentre passaggi al Duomo percorri un po’ di via Etnea e giri a destra lasciandoti alle spalle la Salita di via Sangiuliano in men che non si dica sei arrivato al Teatro Massimo, dove ragazzi/adulti/di tutto un po’ si mescolano tra arte, bicchieri, finger e street food. Un frullato chiassoso tipico dove -se ascolti bene- si sente ancora riecheggiare la Norma (e se ne sente pure il sapore).

Hai voglia di Frutti di mare?

A Ognina. Senza pensarci dirigiti a Ognina. Ti consiglio Nitto. Troverai frutti di mare di tutti i tipi e preparati già pronti, sughi e meraviglie. Puoi fare un giro al porto di Ognina, piccolo porticciolo caratteristico che merita e mangiare deliziosi piatti a base di frutti di mare. Ci sono poche sedie ma che importa? Anche questa è Catania. Mangiare tra il frastuono, le cortesie, i sorrisi e forse qualche strombazzata di clacson in più!

D’estate arriva la Madonnina di Ognina dal mare sotto un cielo stellato pieno di fuochi d’artificio.

 

Divertiti!!!

Leggenda vuole che Catania venga chiamata la Milano del Sud. Il senso è quello del movimento, della movida, del chiasso, del frullato di persone diverse che la abitano. Offre tantissimo ai giovani ed è a tutti gli effetti una città universitaria. Chiassosa, divertente e a volte un po’ invadente ma senza volerlo. Ti penetra dentro con tutti i sapori, le sfumature e gli odori.

Spero che la mia città ti faccia innamorare. Sono certa che ti farà arrabbiare più di una volta. Per l’incuria in mezzo alle meraviglie, per la frenesia e l’incessante voglia di non dormire mai -perché sì Catania non dorme mai- ma spero che al ritorno l’arrabbiatura sia svanita per lasciarti solo una piccola sensazione di mancanza.

Perché tu di sicuro a Catania mancherai. Ma siamo sempre qui ad aspettarti.

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1 COMMENT

  1. E in un’attimo sono a Casa..Grazie perché mi hai fatto rivivere qualcosa che vivendoci davo per scontato..ma adesso un po mi Manca..!!!!!!!!!❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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