Tu lo sai che da qui a settembre pubblicherò solo ricette talmente semplici che il petto di pollo alla Canalis -ovvero piastra il pollo e metti il sale. Finito – sembrerà un piatto di Leemann, vero? Riesco solo a dire “fa caldo”, pensare “fa caldo”, litigare perché “fa caldo”, procrastinare perché “fa caldo”, rimandare perché “fa caldo”, non scrivere perché “fa caldo”, non disegnare perché “fa caldo”. Che fa caldo l’ho detto? Tutti parlano solo di questo. Ovunque io vada e mi giri e. Solo “fa caldo”. E io che dico? Fa caldo.
Adesso che ho apportato ancora una volta il mio utilissimo contributo alla rete tutta, posso proseguire con la ricetta di oggi. Non trascrivo ingredienti e dosaggi e quantità perché dai seriamente: ma come si fa? Non perché “fa caldo”, ma perché chiaramente è di così ridicola preparazione che questo vuole essere semplicemente un promemoria per un tuo futuro cous cous. Una piccola musa, anche se non ha davvero nulla di eccezionale. È uno dei miei cous cous preferiti del periodo e come spesso accade te lo mostro al fine di condividerlo e assaggiarlo insieme.
Sembrerà una fesseria ma il vero segreto di questo cous cous profumatissimo e speziato è quello di tagliare il tofu a quadretti piccolissimi. Perché il taglio del tofu è fondamentale in quanto essendo insapore fondamentalmente se tagliato a pezzi troppo grandi andrebbe a interferire proprio con il piatto tutto, ergo pezzettini microscopici che io qualche volta faccio marinare una notte intera con pochissima salsa di soia oppure delle spezie, decidi tu.
Dopo aver preparato e sgranato il cous cous quando è ancora caldo, ma non troppo, aggiungo le spezie che mi piacciono e la curcuma e il curry con la paprica dolce non mancano mai. Una volta fatto questo aggiungo il pomodorino meglio se datterino, le olive, il sedano e pezzettini di avocado sempre piccoli piccoli. Insomma diciamolo: è il cous cous con tutti i pezzettini piccoli piccoli. Adesso mi dirai: perché cambia il sapore se li faccio grandi? Sì. E non scherzo. So che è difficile darmi credibilità , soprattutto perché quando “fa caldo” sto fuori di melone ancora di più, ma questa è l’unica cosa sensata che ho detto questa settimana. Forse questo mese.
Profuma come sempre con un pochino di scorza grattugiata di limone non trattato, che con le olive nere (sicule) sta benissimo e il gioco è fatto. Ora io lo so che la questione può essere solo una: ma con tutto questo caldo chi ha il coraggio di tagliare tutto piccolo piccolo piccolo? Eh?
Appunto per questo il segreto per un’ottima riuscita della ricetta è: chiamare qualcuno. La mamma, un’amica, la vicina di casa, una persona a caso presa per strada. La fai sedere lì. Le offri una limonata. La fissi lamentandoti del caldo e lei farò lo stesso e mentre si lamenta: taglia tutto piccolo piccolo. Cosa ci guadagna? Può lamentarsi del caldo in compagnia che non è cosa da poco e non in ultimo può avere una porzione di questo meraviglioso cous cous.
E ti pare poco? No.